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Autore: Channie33    05/12/2013    3 recensioni
«Bin, avanti. Sveglia» la voce era mutata d'improvviso in una calda e premurosa.
«Mmh.. sì.. - mugugnò e premette la guancia sul suo largo petto - Altri due minuti».
Leo sorrise e si tirò su sollevando anche l'altro ragazzo.
«Se mi dai una mano con le tue forze, ti porto a letto e potrai starci anche più di due minuti»
.
A tutti una fanfiction - così di getto e molto leggera - su una delle OTP più dolci al mondo: la LeoBean!
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hongbin, Leo, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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The red string of Fate.  - Capitolo II

 


*BI-BI-BIP BI-BI-BIP, BI-BI-BIP BI-BI-BIP*

 «Mmh... che fastidio. Jaehwan! Svegliati una buona volta e va' a staccare quell'aggeggio! - il maknae teneva la faccia schiacciata contro il materasso a causa del suono irritante, il cuscino doveva essere caduto da qualche parte durante la notte - Aargh~» la sveglia continuava incessante.

Hyuk andò a tentoni con il braccio verso il pavimento alla ricerca di un oggetto, qualsiasi oggetto, da lanciare violentemente sul letto dell'amico per farlo ridestare dal suo sonno profondo. Per fortuna di quest'ultimo, quel che gli capitò fra le dita fu proprio il cuscino sparito. Non ci pensò su due volte e caricò il lancio senza premurarsi di controllare la traiettoria, preso com'era dal malumore.

«CHE SUCCEDE?! SONO SVEGLIO, SUBITO, ECCOMI!» il balzo fu paragonabile a quello effettuato da N la sera prima nel momento clou del film horror che stavano guardando.

«Ma quanto sei idiota? Stacca quella roba, non la sopporto più»

«Hey hey, ma guarda un po' chi si è svegliato male quest'oggi - venne punzecchiato il minore. Ken si alzò e andò a prendere la sveglia poggiata sul mobile vicino al suo letto, la sollevò con una mano e con l'altra premette un pulsante posto in cima - Ecco fatto, signorino. È soddisfatto?»

«Non capisco perché ti ostini a puntare quella cosa ogni giorno se tanto non riesci mai a sentirla»

«Mio piccolo maknae irritato, placa un po' la tua ira. Non ti fa bene alla pelle, a quest'età è brutto avere tutte quelle rughe» e così dicendo sporse in avanti le labbra, corrucciò le sopracciglia e avvicinò il pugno sotto il proprio occhio per simulare una smorfia.

«Aaah per favore, basta» Hyuk girò la testa dalla parte opposta e agitò la mano contro l'amico per implorarlo di smettere.

«Come desidera. Vado di là a vedere chi si è già svegliato»

«Va', chiamami appena è pronta la colazione».

 

«Sento dei rumori, deve essersi alzato qualcun altro» Ravi parlava ai due compagni seduti intorno alla tavola.

Leo stava sorseggiando del caffellatte fumante, reggeva la tazza con entrambe la mani per poterle scaldare un po' e teneva gli occhi fissi al suo interno. Hongbin mangiucchiava distrattamente uno snack.

«Buongiooorno~»

«Ma come fai... ad abere... tanta eneggia... di prima mattina?» bofonchiò il visual intento a masticare.

«E chi lo sa. Mi sarà bastato il riposo di questa notte, immagino»

«Buon per te allora, oggi ci attende un'altra giornata impegnativa».

Ravi raggiunse la base da lavoro sulla quale si trovava una caffettiera, scartò una delle tazzine dall'interno del pensile e vi versò un po' di bevanda fumante per il nuovo arrivato.

«A te» gliela porse e si andò a sedere per consumare il suo pasto mattutino.

«Grazie! Allora, quali sono i piani per oggi?» domandò sistemandosi difronte Hongbin.

«Questa mattina dovremmo dirigerci alla Jellyfish per alcune riprese, fortunatamente niente prove e nessun allenamento di alcun tipo. Pranzo libero e il pomeriggio ci separiamo, o quantomeno sono io a salutarvi»

«Perché? Che hai da fare?»

«Devo restare in sala registrazioni a riprendere alcune parti rap fatte l'altro giorno, però voi altri manterrete l'impegno per l'intervista radiofonica a quanto ho capito ieri sentendo parlare Hakyeon al telefono»

«Sì, noi saremo lì nel pomeriggio. Volevano anche che cantassimo un paio di canzoni live ma, dato che tu sarai assente, hanno rimosso questa parte e si limiteranno alla solita intervista con qualche richiesta aggiuntiva a tappare i buchi dell'esibizione mancante - i presenti guardarono interrogativi Leo, che per tutto quel tempo sembrava aver ignorato la loro conversazione. Si accorse di essere ancora al centro dell'attenzione così proseguì, dopo un altro sorso di caffellatte - Me l'ha detto ieri Hakyeon mentre cercava imperterrito qualcosa di cui parlare»

«Ah ora è tutto chiaro» furono le ultime parole di Ken.

«Benissimo. Se a nessuno occorre urgentemente il bagno io andrei a darmi una rinfrescata così poi ve lo cedo» domandò implicitamente Ravi, e si allontanò dalla cucina.

Hongbin frugò nel pacco di biscotti poggiato sul tavolo, ne estrasse uno e si allungò in direzione di Leo per intingerlo in ciò che restava della sua bevanda.

«Posso, vero?» il sorriso gli uscì spontaneo: fossette in bella vista, labbra sigillate e occhi strizzati.

Guardando così da vicino un viso tanto dolce la risposta non poté che essere una.

«Ma certo, fa' pure» sorrise di rimando.

«Visto che per il pranzo saremo liberi mangiamo insieme?» mantenne intatta la vicinanza nonostante il biscotto fosse già sparito tra i suoi denti.

«Okay Bin».

Il minore si ricompose sulla sedia e distese il braccio per prendere un tovagliolo ma venne anticipato nei tempi dal vicino, che ne prese uno e gli girò il volto verso di sé poggiando esclusivamente l'indice dell'altra mano sulla sua guancia.

«Ci penso io» sussurrò.

«Ah tutto questo miele di prima mattina... attenti che fa male alla salute, potrebbe venirvi il diabete» li interruppe il terzo in comodo.

«Ma perché stamattina ti sei svegliato con questo pensiero costante? Ahah. Prima la storia delle rughe e ora questa? Che razza di sogni hai fatto stanotte?»

«Il principino si è svegliato, e sembra anche di ottimo umore! Esultiamo»

«Certo, mi basta non sentire quel baccano intollerabile della tua sveglia per essere sereno la mattina. Ma ti avevo chiesto di chiamarmi quando sarebbe stata pronta la colazione» Hyuk fece il broncio come quello di un bambino.

«Hai ragione ma quando sono arrivato qui c'erano già gli altri, non è stato preparato nulla di particolare eccetto il caffè. Ne vuoi?»

«Uhm no, mi preparerò un tè caldo».

Intanto dal bagno usciva Wonshik, con un asciugamano ocra all'altezza della vita e un altro poggiato sulle spalle per assorbire le goccioline d'acqua che scendevano dai capelli.

«È libero ragazzi. Ma Hakyeon dorme ancora? Meglio andarlo a chiamare così ha tutto il tempo per prepararsi».

Quando il ragazzo si alzò dal letto e si trascinò fino alla cucina le espressioni che gli si pararono davanti lo destarono dal sonno restante: tutti apparivano piuttosto turbati.

«Che succede?».

Si scambiarono delle occhiate e il rapper osservò: «A noi sicuramente nulla. A te piuttosto... cos'hai fatto questa notte? Hai un'aria stravolta e delle occhiaie interminabili»

«Oh. Si notano così tanto?»

«Decisamente sì. Ti sei sentito male?»

«No... non proprio. È solo colpa di Taekwoon».

Oh cielo, ci risiamo. Fu il pensiero immediato del colpevolizzato. Sì sollevò scostando il ragazzo che aveva ancora molto vicino e si diresse in bagno senza mostrare nessun interesse per il racconto o per il suo narratore.

N piagnucolò: «Aaah~ ma dove vai? È di te che parlo»

«Che ti ha fatto?» domandò interrogativo il secondo maknae.

«Chiedi cos'ha fatto? Il film! Ha scelto il film. Non ho dormito tutta la notte a causa sua. Sono stremato».

Ken e Hyuk scoppiarono in una fragorosa risata a quella confessione inaspettata e ciò rese il leader ancora più affranto. Ravi si trattenne a forza e fece spazio esclusivamente ad un sorriso sollevato sull'angolo destro della bocca.

«Povero il nostro leader! Vieni qua - lo cinse a sé con un braccio per confortarlo - Va meglio ora?»

«Mmmh sì, se non mi avessi inzuppato visto che sei ancora tutto bagnato...»

«Chiedo perdono».

I ragazzi si preparano velocemente, si era fatto tardi e una sola doccia non bastava per far sì che la situazione migliorasse.

«Bin - si sentì chiamare a malapena attraverso la porta del bagno, quella voce così delicata la riconosceva bene - Poco fa ho lasciato il mio cellulare vicino il lavandino, potresti passarmelo? Devo ricaricarlo un po' prima di scendere»

«Sono già nella doccia Woonnie. Entra tu a prenderlo, la porta è aperta».

Gli occhi si spalancarono istintivamente per qualche decimo di secondo, dall'altro lato l'amico attendeva un suo segnale di vita che non arrivava. Stette fermo nel tentativo di sistemare le idee, una valanga di pensieri gli avevano invaso la mente.

«Ehm... no, okay, aspetto fuori»

«Ti informo che non appena uscirà Hongbin dovremo scendere. Se hai cose da sbrigare falle adesso perché poi non avrai tempo» Ravi correva da una parte all'altra dell'appartamento senza tregua per rintracciare tutti gli appunti dispersi in casa.

E ora cosa faccio? 

Tornò a fissare la porta del bagno e sbuffò, socchiudendo gli occhi. Gli si parò davanti ma esitò ogni volta che la mano arrivava a sfiorare il pomello. 

Andiamo.

«Hongbin, sto entrando. Posso...?»

«Ma certo!»

Bene.

«Allora entro».

Le mattonelle dell'intero abitacolo erano intrise di vapore acqueo, passò in perlustrazione il mobile accanto al lavandino: tra i mille prodotti per pelle, capelli, igiene dentale e quant'altro trovò il suo cellulare che... beh, non era messo tanto meglio del rivestimento delle pareti in quel momento; lo raccolse e lo tamponò con un asciugamano poggiato sul ripiano. In quel preciso momento sentì un rumore alle sua spalle che, per istinto, lo portò a voltarsi. Il punto è che si trattava dell'anta scorrevole della doccia.

Non ebbe il tempo di rigirarsi, il rossore divampò sul suo viso.

«Woon–»

«Sì, esco subito! Scusami»

«No, Woonnie... mi passeresti l'asciugamano? Ce l'hai tu in mano»

«Ah... sì ecco» e glielo porse coprendosi gli occhi e curvando la schiena in avanti. Ma in fondo quel che c'era da vedere ormai era stato visto integralmente, serviva a ben poco limitare la vista per rispetto del pudore altrui. Probabilmente la motivazione era diversa, probabilmente era Leo a non voler essere visto in quello stato.

Respirò profondamente e inumidì le labbra con la lingua, segno di facile fraintendimento in effetti. 

Chissà se il compagno si era già ricomposto dietro il telo di spugna. Sbirciò.

Si stava avvicinando notevolmente al suo volto, perché?!

«Guarda che adesso puoi aprire gli occhi, sono coperto».

A quella distanza Leo, attraverso le mani, poteva vedere solo le sue fossette. Quelle splendide fossette. Quelle fossette che lo rendevano così bello agli occhi di chiunque. Poteva esistere qualcuno in grado di negare la sua bellezza? No, impossibile. Stava ridendo, Hongbin era divertito da quella scena.

Il maggiore si raddrizzò ed eliminò dal volto quel fastidioso ostacolo che era la sua mano.

Contatto visivo immediato. Gli occhi penetranti e magnetici di quel ragazzo lo scrutavano attentamente e con una dolcezza inaudita. 

Nessuno dei due mosse un muscolo per una porzione di tempo indefinita.

«V–vado adesso - indicò il cellulare - A dopo» e si precipitò in camera senza prestar attenzione a niente e a nessuno.

 

Il traffico mattutino era talmente intenso da risultare infernale quel giorno, ma N non si buttava giù d'animo lo stesso.

Un cameraman stava filmando i loro spostamenti per montarli insieme alle riprese delle prove e dei vari impegni a cui dovevano partecipare di lì a breve.

«Ieri io e Leo abbiamo guardato dei bei film insieme, vero Leo? È per questo che abbiamo quest'aria stanca, siamo stati tuuuutta la notte a divertirci. Non è così? Dillo anche tu, avanti».

L'altro stentò un'espressione cortese verso la telecamera ma non proferì parola, al contrario sistemò meglio gli auricolari e tornò a guardare fuori dal finestrino le gocce di pioggia che scendevano giù incessantemente.

Dai sedili posteriori proveniva un bisbiglio confuso.

«Ma di che aria stanca parla? Qui l'unico a sembrare uno zombie è lui»

«Ahah Leo-hyung più che stanco mi sembra spazientito»

«Vedrete che adesso si gira e lo gela con lo sguardo»

«No, macché! Per me gli darà direttamente un colpo ben assestato da qualche parte»

«Possiamo aprire le scommesse. Ravi, Ravi - chiamavano con l'intento di non farsi notare dal resto dei viaggiatori - Vuoi scommettere su come proseguirà la conversazione tra quei due?».

Il ragazzo si girò per ascoltare meglio ma ciò richiamò l'attenzione del leader, seduto accanto a lui.

«RAGAZZI! Che ne dite di fare un gioco? Cominciamo con una canzone qualsiasi e, non appena ci viene dato lo stop, dobbiamo proseguire con un'altra a partire dalla parola in cui ci siamo interrotti! Dai, tutti insieme».

Giocarono in auto e poi diedero prova della loro grinta anche all'interno della sede della Jellyfish intrattenendo virtualmente i fan con una serie di attività divertenti.

Hyuk si era ripreso del tutto dal malumore generale di quella mattina e sfoggiava la sua tenerezza tramite l'intero repertorio. Anche se non prendeva parola molto spesso stava lì, allegro, ogni tanto gonfiava le guance e faceva sporgere il labbro inferiore oppure simulava cuori e lanciava baci alle spalle dei compagni.

Ken sembrava quasi in competizione con N. Entrambi ridevano di gusto e sollecitavano gli altri a parlare o giocare insieme, Ravi si lasciò trascinare senza troppa insistenza e iniziò a cantare qualcosa con il pretesto di "fare un regalo alle Starlight di tutto il mondo che li stavano guardando in quel momento".

Fino a quel punto non era affatto faticoso, dopo il riposo ottenuto il giorno prima. 

Le riprese, insomma, stavano procedendo alla perfezione. 

 

«Tregua. Quindi che si fa a pranzo? Idee?»

«Per me va bene qualsiasi cosa, basta che sia vicino. Non mi va di correre dopo pranzo per essere puntuali» se c'era una cosa che il rapper desiderava ardentemente in quel momento era un pasto degno di tale nome.

«Noi due non mangeremo con voi perciò non prendeteci in considerazione» puntualizzò Hongbin.

Leo lo osservò, non pensava che si sarebbero allontanati ugualmente se gli altri avessero cercato di organizzare qualcosa, ma il più piccolo era su di giri all'idea di poter restare un po' da soli. Non capitava mai di poter passare del tempo tranquilli che spuntava sempre un membro dello staff a riferire un messaggio o peggio, molto peggio, Hakyeon. Per una volta, invece, potevano stare due orette in compagnia l'uno dell'altro.

«E per quale motivo? - il leader non sembrava affatto contento della notizia - Sarebbe giusto passarlo insieme il pranzo. Dovremmo anche discutere del programma pomeridiano»

«Sì beh, ci spiace. Ma avevamo già preso degli impegni e non possiamo proprio rimandare»

«Benissimo! Fuori due. Noi allora dove andiamo?» era rimasto visibilmente infastidito. Gli amici rimasero un po' turbati e cercarono di farlo distrarre proponendo locali che servissero i suoi cibi preferiti. Questo fu sufficiente a salvare la situazione.

 

«Cos'hai voglia di mangiare tu?» chiese Leo quando si furono allontanati abbastanza.

«Non so, qualcosa di caldo. Questo freddo mi sta congelando»

«Malgeunguk?»

«Malgeunguk!».

Pioveva ancora da quando avevano lasciato il loro appartamento. Hongbin si strinse contro il suo hyung e camminarono adiacenti ad una fila di palazzine per essere più riparati.

Raggiunsero il ristorante e si sistemarono al tavolo indicatogli dal cameriere. Ebbero a che vedere con tre fan alquanto insistenti che non ne volevano sapere di schiodarsi da lì, la cosa li gettò nello sconforto di non potersi godere il pranzo come avevano sperato. Avevano già firmato gli autografi sui tovaglioli e fatto una foto, che altro potevano volere? Sembrava attendessero trepidanti che accadesse qualcosa, con quei cellulari in mano pronti all'uso. Una scena che li metteva in soggezione. Notando l'ambiente intorno Hongbin ebbe un'idea: chiamò uno dei camerieri, confabularono per qualche istante mentre il ragazzo prendeva qualcosa dalla tasca per consegnarla all'individuo sconosciuto e poi lo vide congedarsi.

Sorrise amabilmente, come suo solito; ogni volta che quell'espressione irradiava il suo volto per Leo era una gioia immensa.

Passarono pochi minuti e il cameriere di prima fece ritorno in compagnia di un collega, insieme tirarono lungo il perimetro del loro tavolo due grossi separè in legno piuttosto sobri.

Il loro pranzo era diventato assolutamente intimo, gli unici ad aver accesso a quella zona privata erano i dipendenti del locale che avrebbero dovuto servire il cibo.

«Quindi è questo che gli avevi chiesto prima?».

Anche gli occhi di Leo emanavano una certa forza difficile da descrivere. Erano intensi e indagatori, ma quando si posavano sul ragazzo che avevano dinanzi in quel momento assumevano un'aria dolce e tenera in grado di far sciogliere qualsiasi cosa, anche del tungsteno.

«Già, adesso questo tempo è solo per noi» rispose Hongbin sfiorandogli appena la mano.



Commento dell'autore: Questa sera il mal di testa mi sta divorando perciò chiedo venia per gli errori che sono riusciti a superare le mie letture di revisione çwç Mi ero ripromessa di pubblicare il secondo capitolo questa sera e non il venerdì per alcune ragioni:
1. molta gente il fine settimana non lo passa al PC come la sottoscritta;
2. domani avrò un compleanno, cosa che mi avrebbe impedito di trovarmi qui;
3. fremevo in attesa di poter pubblicare la continuazione della mia storia dopo il successo riscontrato.
Volevo ringraziare con tutto il cuore le prime - e si spera non ultime (?) - quattro persone che hanno messo la fanfic tra le preferite e le sei che l'hanno seguita/recensita. Trattandosi del mio primo elaborato sono sinceramente commossa da tanta considerazione, anche dopo aver visto le semplici visualizzazioni che sono TANTISSIME! Perciò.. grazie mille a tutti **

Spero di continuare ad avere il vostro appoggio perché in quanto nuova scrittrice le paranoie non mi mancano affatto ahah.
Adesso basta, chiudo qui. *si inchina.. si inchina di nuovo.. continua ad inchinarsi finché non sparisce all'orizzonte* 

Channie~ 

  
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