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Autore: Julia of Elaja    06/12/2013    4 recensioni
Questa storia nasce da una splendida canzone di Kate Bush: "Babooshka".
Ogni frase di questa meravigliosa canzone sarà il titolo di ogni singolo capitolo.
"Perchè quando una donna vuole testare la fedeltà di suo marito, può diventare davvero pericolosa..."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Capacity to give him all he needs



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Altre sere erano trascorse, altre notti, sempre in compagnia di lei: Babooshka. 
Vegeta si sentiva quasi in una trappola il cui fautore era proprio lui stesso; la situazione si stava complicando e le cose con Bulma non erano affatto cambiate. E un altro mese era passato, lasciando tutto immutato. O, forse, anche peggio.
Babooshka si era fatta sempre più provocatrice: e Vegeta resisteva, stringendo i denti mentre la mano di lei inavvertitamente scivolava sulle sue cosce, cercando di raggiungere un altro punto...
“Sei molto audace”.
“Tu me lo permetti di fare. Se la cosa ti fosse dispiaciuta mi avresti bloccato, no?”.
Quella donna era capace di incastrarlo, metterlo di spalle al muro: e questo perché? Come mai non riusciva ad imporsi su quella sconosciuta, a dirle di no? E come mai ogni notte la incontrava, e gli faceva piacere passare del tempo con lei?
No, non c'era nient'altro tra loro se non una conoscenza, e il fatto che lei lo provocasse; ma mai Vegeta aveva reagito, mai aveva provato a baciarla o a sfiorarla. E poi c'erano quegli occhi... occhi castani, ma fin troppo simili a quelli di sua moglie...
Alcune espressioni, la gestualità, il sorriso... quella donna assomigliava davvero tanto a sua moglie, alla sua Bulma; eppure Vegeta non era mai riuscito a percepirne l'aura. E questa era una cosa che non riusciva a spiegarsi.


“Starò facendo la cosa giusta?”.
Bulma continuava a ripetersi queste parole nella sua mente ogni giorno, ogni mattina al suo risveglio: Vegeta non rispondeva alle provocazioni di Babooshka, allora perché ogni notte era lì puntuale per incontrarla?
A casa era rimasto tutto immutato; lui era sempre nella Gravity Room, lei conduceva la sua vita solitaria e si ignoravano completamente. Anche se, effettivamente, c'era stato un episodio alquanto insolito...

Due settimane prima, il telefono aveva squillato insistentemente, una mattina, intorno alle dieci: Bulma, precipitandosi fuori dalla doccia, riuscì a trovare il cordless ed aprire la chiamata; “Pronto?”.
“Ti sei decisa, finalmente. Credevo non fossi in casa”.
Il suo cuore aveva battuto così forte che quasi aveva creduto che avrebbe avuto un infarto da un momento all'altro: “Vegeta, sei tu?”.
“Certo che sì, donna, chi dovrebbe essere altrimenti? Ora ascoltami; preparami una bistecca per pranzo, di quelle grandi che piacciono a me. E falla non troppo cotta, quella che mi hai fatto due settimane fa era immangiabile”.
Bulma aveva sorriso senza rendersene conto: allora qualcosa stava accadendo, dentro di lui; da quanto non parlavano al telefono per più di dieci secondi?
“Va bene. Al sangue, allora”.
“Io...” Vegeta sembrava voler aggiungere qualcosa.
“Sì?”.
“Preparamela per le dieci meno un quarto. Così quando rincaserò sarà ancora calda”.
“Come desideri”.
Erano rimasti entrambi con il fiato sospeso, sperando che l'altro parlasse, dicesse qualcosa... ma cosa poi?
“A dopo”.
Erano state queste le parole che lui era riuscito a balbettare, prima di chiudere di colpo la chiamata, troppo imbarazzato per poter dire altro, per poter urlarle che gli dispiaceva per tutta quella maledetta situazione... che voleva fare l'amore con lei, voleva baciarla e amarla più di prima.
Bulma aveva sospirato sommessamente; il suo cuore batteva ancora forte quando fece scivolare dalla sua mano il telefono, gettandosi su un divano.
Forse qualcosa stava cambiando? Il ghiaccio iniziava a sciogliersi?
Allora davvero era servita a qualcosa tutta quella messinscena dell'amante?




“Stasera sei diverso dal solito. Cos'hai?”.
Vegeta fissò ancora un po' le stelle in cielo prima di rivolgersi a Babooshka, che a un palmo dal suo naso lo fissava insistentemente.
Sospirò appena mentre un ghigno gli illuminava il volto: “Stanotte sono diverso, hai ragione. Ho la testa altrove, bellezza”.
“E non pensi a me?”; la ragazza incrociò le braccia appena sotto il seno, alzandolo vistosamente per metterlo ancor più in bella mostra di quanto già non fosse.
Vegeta osservò per un attimo la vasta scollatura; riconobbe una piccola smagliatura sul seno sinistro che, ne era certo, aveva anche Bulma...
Guardò ancora negli occhi la donna e quella parve irritarsi; possibile che fosse lei? Bulma?! No, non poteva essere... lei era a casa, tranquilla, che dormiva... aveva visto la sua sagoma riposare sotto le lenzuola, alla luce della luna, prima di uscire...
“Penso a qualcos'altro” cominciò, mettendosi in piedi e camminando avanti e indietro “Posso farti qualche domanda?”.
Babooshka sgranò gli occhi: “Domande? Riguardo cosa?”.
Che avesse capito chi fosse realmente? Che Babooshka era solo finzione, e lì sotto quel travestimento ci fosse Bulma, sua moglie?
“Riguardo te. I tuoi modi di fare, di pensare... voglio sapere qualcosa di più su di te, oltre al fatto che hai un seno prosperoso e un paio di fianchi da...”.
“Vegeta, suvvia, un po' di contegno” la ragazza gli fece un occhiolino a cui lui rispose con un ghigno; “Prima domanda: cosa mi cucineresti se tornassi distrutto a casa, la sera?”.

Bulma riflettè per qualche istante prima di aprir bocca; aveva detto lui di essere la donna dei suoi sogni, che avrebbe rispettato tutti i suoi canoni di ideale di compagna. E sapeva bene cosa rispondergli per soddisfarlo appieno...
“Una bistecca. Al sangue, come piace a me. Non troppo cotta, altrimenti diventa immangiabile”.

Vegeta annuì, nascondendo appena in tempo un sorrisetto compiaciuto; quella prima risposta già iniziava a schiarirgli i pensieri...
“Seconda domanda; per il nostro anniversario cosa ti piacerebbe ricevere?”.
“Anniversario? A dire il vero non stiamo ancora assieme”.
“Tu metti caso che sia il nostro anniversario”.
Babooshka sospirò ridacchiando: “Non vorrei nulla. Anche perché a te non piacciono queste smancerie, come a me d'altronde. Meglio per tutti e due fare una bella mangiata e poi a letto”.
Vegeta annuì; i mille tasselli nella sua testa si stavano ricomponendo lentamente, a formare il primo vero pensiero lucido e coerente dopo molto tempo...
“Terza domanda” scandì più lentamente “Cosa voglio io adesso?”.
I loro occhi si incrociarono: era proprio quella la domanda a cui Bulma non sapeva dare risposta! 
Ed era quella l'unica risposta che Vegeta non sapeva darsi; cosa voleva, in quel momento? Cosa cercava? 
E, soprattutto, come poteva recuperare tutto ciò che era andato perso con Bulma?
Sperava che le labbra di Babooshka gli avessero dato quella tanto agognata soluzione ai suoi problemi; così trattenne appena il fiato quando lei iniziò a parlare...

“Non sai nemmeno tu cosa vuoi” gli disse, alzandosi in piedi, schietta e altezzosa; i suoi occhi brillavano di una strana luce, quasi sembrava essersi infuocata. In tono accusatorio, puntò un dito contro Vegeta: “Tu non sai cosa vuoi, Vegeta. Avevi tutto a tua disposizione, era tutto perfetto ma hai lasciato che si rovinasse ogni cosa. E adesso non sai più come rimediare. Sai cosa vorresti tu, adesso? Bene, te lo dico io: una soluzione ai tuoi problemi. Ma non sono io, né io posso fornirtela! Devi trovarla dentro di te, nella tua mente. Devi ascoltare ciò che il tuo cuore cerca di dirti, fare meno il testardo e capire cosa vuoi davvero dalla tua vita. Cosa ti manca e cosa ne stai facendo, della tua esistenza”.
“Tu non puoi capire!” urlò lui contro di lei “Chi sei tu per capire cosa mi passa per la testa? Sei solo una sgualdrinella che si è innamorata di me!”.
“Questo è quello che pensi di me? Allora perché ogni sera, da più di un mese, sei qui ogni sera?”.
“Perché dovevo capire una cosa”.
“E cosa?”.
“Se provassi ancora qualcosa per mia moglie!”.


Lo aveva ammesso, alla fine. Era quello il suo tormento! Il dubbio di non amarla più!

“Ti senti bene, Vegeta?”.
Gli occhi spalancati nel buio, il respiro affannato dopo aver urlato nella notte, lui si batté il petto ripetutamente con rabbia, stringendo gli occhi e digrignando i denti per ricacciare indietro le lacrime.
“Maledizione!” urlò ancora “Maledizione!”.


Lei e solo lei aveva la capacità di dargli tutto ciò di cui aveva bisogno; i suoi baci gli servivano per cancellare il dolore e le ferite che la guerra gli aveva lasciato, la sua voce ora era nella sua mente, e si era sostituita alle urla strazianti delle migliaia di vittime che lui stesso aveva ucciso di propria mano... i suoi gemiti, quando facevano l'amore, avevano preso il posto di quelli delle mille concubine che lui aveva avuto nel passato...

“Devo andare. Il mio posto non è qui”.
Nell'ombra della notte Babooshka lo vide volare via; diretto verso casa, forse? No, puntava ad est.
Forse voleva stare da solo, riflettere.
Forse era giunto il momento della verità.
E l'indomani mattina, molto probabilmente, Bulma avrebbe saputo se lui l'amava ancora o se era davvero finito tutto tra loro.




N.d.a.

Ecco qui il nuovo capitolo! E devo purtroppo comunicarvi che...
questo...




...era...




il terzultimo capitolo! :D Eh eh temevate fosse l'ultimo? Ma no, tranquilli! :3

Comunque, per il prossimo capitolo ci vorrà tempo, pazienza, e una bella borsa dell'acqua calda, visto che sto congelando! .-. E io con il gelo non riesco a scrivere! DOH!
Ma non temete; quando caricherò il capitolo state pur certi che ne sarà valsa la pena aspettare un po' di tempo... ;)
Allora alla prossima! E grazie a tutti i miei recensori :*

Julia of Elaja

   
 
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