Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: AlexVause    06/12/2013    7 recensioni
For You (per Te)
Cosa non farei per te, Amore Mio...
Ogni giorno che passa sei nel mio cuore.
Ogni attimo in cui non ci sei, sento la tua mancanza.
Ogni mio passo lo farò verso te, ogni mia azione sarà per te.
Always (sempre)
Ogni cosa te la dedicherò, fosse anche solo un sorriso. Finchè vivrò e per sempre.
--------------
Swan Queen
Seguito di Trust.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Amarsi e perdersi per poi ritrovarsi. Destino.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 10
 
- Regina?
Emma andò nella loro camera da letto.
Era già pronta per andare alla Centrale di Polizia.
Appena entrò vide la compagna ancora immersa fra le coperte nel buio della stanza.
- Tesoro…tutto ok?
Chiese la bionda avvicinandosi a Regina.
- No.
Rispose il Sindaco con la testa nascosta fra coperte e cuscino.
- Che succede?
Emma si sedette sul letto, accanto alla Evil Queen che tanto amava.
- Ogni volta che metto piede fuori da questa casa, accade qualcosa. Voglio dormire per 100 anni.
La bionda rise alzandosi.
Si avvicinò alla finestra aprendo gli scuri e facendo entrare luce nella camera da letto.
- Credi sia fattibile, dormire per tutto quel tempo e rimanere la splendida e bellissima donna che sei ora?
A proposito…quanti anni hai, 64?
Chiese la compagna voltandosi verso la mora.
Ciò che vide però fu un cuscino arrivarle sul viso.
Lo Sceriffo rise divertita.
- Regina, io devo andare per forza. James mi ha telefonato dicendo che ha bisogno del mio aiuto.
Per qualsiasi cosa, chiamami e io sarò da te in pochi attimi.
La Evil Queen si coprì totalmente con il piumone, bofonchiando qualcosa di incomprensibile.
Emma non poté fare a meno di sorridere. Vedere la Regina Cattiva delle favole fare i capricci era una cosa dolce. Infondo la capiva. Avrebbe voluto rimanere li con lei, ma il lavoro la chiamava.
La bionda salì a cavalcioni sul letto, scoprì il viso della mora e la baciò.
- Ti Amo. Non scordarlo mai.
Regina aprì gli occhi guardando la bionda quasi sopra di se.
Lo Sceriffo si perse in quello sguardo così profondo, magnetico.
- Sei tu che non devi dimenticarlo.
Le parole del Sindaco furono come un pugno nello stomaco. Le tolsero il respiro.
La Evil Queen stava per voltarsi e nascondersi nuovamente fra le coperte, ma Emma la trattenne.
La fece girare verso di se, accarezzandole dolcemente il viso.
Poggiò le sue labbra fresche su quelle calde e morbide della mora.
- Non lo dimenticherò.
Si scostò dandole un bacio sulla fronte, prima che la compagna si nascondesse sotto la coperta.
Si diresse verso la porta fermandosi sulla soglia.
- Ah…stamattina Henry non trovava la sua sciarpa e si è preso la tua.
Non vi fu risposta e un po’ triste lo Sceriffo se ne andò.
 
Regina uscì di casa, incamminandosi verso il Granny’s.
Voleva andare a fare colazione con una buona tazza di tè e fetta di torta.
Camminava sovrappensiero e a passo svelto.
Prese il cellulare dalla tasca del suo cappotto. Voleva evitare qualsiasi tipo di chiamata, soprattutto quelle provenienti dal suo ufficio così lo spense.
Una persona poco lontana da lei stava cercando di leggere un messaggio di testo sul telefono, quando a causa di uno scontro , l’oggetto gli cadde dalle mani.
I due si scusarono a vicenda, prima di capire “Chi ha urtato Chi”.
- Regina. Ciao!
Salutò James con un sorriso.
- Oh. Salve.
Nel guardare il Principe, la Evil Queen scorse la vetrina del Granny’s.
 Ciò che vide la fece andare su tutte le furie.
- Ehm…Regina, suvvia non ti arrabbiare, sono cose che succedono.
James cercò di correre ai ripari, pronunciando quelle parole nella speranza di calmare la Evil Queen che si stava pericolosamente arrabbiando.
- Mi sento presa in giro.
Sbottò Regina.
- Non dovresti. E’ stato un semplice incontro-scontro fra due persone momentaneamente disattente.
Cosa assai perdonabile quando si pensa…
- Ma no, sciocco! Guarda!
Il Sindaco non lo lasciò finire la frase.
Afferrò David per un braccio e con la mano gli voltò il viso verso la vetrina della tavola calda.
I loro volti vicinissimi, tanto che le guance potevano sfiorarsi.
- Parlavo di tua figlia! Mi aveva detto che tu avevi bisogno di aiuto e invece è qui con lui!
Sibilò la Evil Queen.
- Oh…
Disse James raddrizzandosi.
- …Regina, sicuramente avrà una buona ragione.
E comunque non sono qui da molto. Si è allontanata da poco dall’ufficio.
Non ti ha mentito sul fatto che le ho telefonato stamattina. Mi serviva davvero una mano alla centrale.
La donna lo guardò indagatrice. Sembrava dire la verità, ma poteva sempre inventarsi tutto per coprire la figlia.
- Devo assolutamente entrare li dentro!
Esclamò Regina. Questa volta non sarebbe rimasta affatto calma. Doveva allontanare Neal da Emma e da Storybrooke una volta per tutte.
James la fermò trattenendola.
- Ferma! Aspetta la sua spiegazione. Quando torna a casa, ne parlerete con calma.
Ripeto…avrà un valido motivo.
Gli occhi della Evil Queen divennero due fessure, prima di spalancarsi con finto stupore.
- Oh…Mary Margaret!
Esclamò la donna indicando un punto dietro le spalle del Principe che sorridendo abboccò voltandosi.
Regina si svicolò dalla presa di James, allontanandosi da lui a passo svelto, diretta verso il Granny’s.
David, d’altro canto, non notando Snow White e cogliendo il diversivo, la raggiunse piazzandosi davanti a lei.
Regina protestò animatamente.
James pensò che non era il caso di attirare l’attenzione della figlia. Voleva che fosse lei a parlarne con la mora e non che fosse obbligata da una sfuriata in pubblico, così decise di caricarsi la suocera sulle spalle ed allontanarsi di corsa dalla strada.
Si fermarono accanto al locale, nascosti vicino al muro.
Emma e Neal non si accorsero di nulla.
- Calmati Regina. Aspetta la sua motivazione. Devi credermi, con l’attesa sarai più obbiettiva.
Disse perentorio il Principe.
- Non ho bisogno di essere obbiettiva, voglio essere distruttiva.
Ringhiò Regina dalla schiena di James, che alzò gli occhi al cielo.
- E che vuoi fare…distruggere il locale?
- No. Trovo che disintegrare Neal, sia sufficiente per la buona riuscita di una vita sana e senza problemi.
Via il dente, via il dolore…non si dice così?
La Evil Queen fece una pausa e guardò in basso.
- Senti…vuoi mettermi giù per favore?
Chiese al Principe, quasi come se ne fosse resa conto solamente ora di essere sulla sua spalla.
- La tua impulsività ti ha portata a creare un danno dopo l’altro. Vuoi forse perdere mia figlia?
Regina a quelle parole si ammutolì.
- Certo che no.
- E se ci pensi bene, la perdita di Neal sarebbe positiva solo per te. Ad Henry non pensi?
Il Sindaco sospirò.
- Ecco…quindi, esser meno impulsivi e più obbiettivi è un toccasana per la vita quotidiana.
James sogghignò.
- Ne potrei fare uno spot pubblicitario.
Borbottò soddisfatto l’uomo fra se.
- E si perse in quisquiglie…ecco perché ero io a governare.
Regina canzonò il Principe che la pizzicò ad una coscia. In risposta il Sindaco gli diede uno schiaffo al sedere. Unico punto facilmente raggiungibile dal posto in cui si trovava.
James la fece scendere e poi diede una veloce occhiata ai due seduti nel locale, per vedere se si fossero accorti della loro presenza.
- Guarda…non mi sembra un incontro di cortesia.
Informò il Sindaco dietro di lui che si affacciò a sua volta.
Emma e Neal erano seduti  davanti ad un caffè.
David aveva ragione, stavano discutendo animatamente.
Charming e la mora tornarono a poggiarsi contro il muro.
- Sai che ti dico Regina?
Tirò fuori dalla tasca del giubbotto, una sciarpa a righe grigie e bordeaux.
- Ora calmati, rilassati e respira. Vai a scuola a trovare Henry. Portagli la sciarpa e svagati un po’.
Le disse l’uomo mettendole al collo l’indumento del nipote.
L’afferrò per le spalle, la voltò in direzione della scuola e con una mano poggiata sulla schiena la spinse in avanti spronandola a lasciare quel posto.
- Buona giornata mia suocera barra nuora….e salutami Snow.
Regina non si voltò nemmeno. Camminò borbottando qualcosa, ma aveva deciso di accettare il suggerimento del Principe.
 
Nonostante l’intera classe immersa nello studio e Mary Margaret intenta a spiegare con dedizione l’uso dei verbi irregolari, quei tacchi che risuonarono nel silenzioso corridoio, attirarono l’attenzione della giovane maestra e del nipote in mezzo ai suo compagni.
Erano inconfondibili.
Un lieve bussare si udì alla porta.
- Avanti.
Disse Biancaneve.
- Scusate l’interruzione.
Regina si tolse la sciarpa dal collo.
- Sono venuta a consegnare una cosa ad Henry.
Mary Margaret sorridendo, le fece cenno di entrare.
- Prego, entra pure Regina.
La Evil Queen si avvicinò al figlio, sotto gli sguardi attenti dei suoi compagni di classe.
Regina sorrise ad Henry che ricambiò dolcemente. Indossava ancora la sciarpa nera della madre.
- L’avevi dimenticata dai nonni.
Le bisbigliò abbassandosi all’altezza del figlio.
Henry si lasciò togliere l’indumento e guardò attentamente Regina mentre gli metteva l’altra sciarpa.
Sentiva su di essa il profumo della madre.
Quel profumo che lo accompagnava da quando era piccino, quando vi si immergeva mentre l’abbracciava.
Lo stesso che sentiva quando lei gli dava il bacio della buonanotte.
Le era mancata, le era mancata davvero sua madre. Sapeva di essersi comportato male, da quando aveva ricevuto il libro e si convinse che lei era la Regina Cattiva delle favole, ma ora…avrebbe fatto qualsiasi cosa per rimediare.
Le voleva bene e sentiva quanto lei l’amava.
Si sentiva in colpa per averle procurato tanto dolore e nonostante lui la rifiutasse, lei ha provato in ogni modo a conquistarlo…prima sbagliando e poi capendo qual è il modo migliore per tenerlo stretto a se.
Henry chiamò a se la madre che si avvicinò ancor di più, in modo che la bocca del figlio fosse accanto al suo orecchio.
- Ti voglio bene mamma.
Bisbigliò il ragazzino dai capelli scuri come Regina.
Snow li guardava.
Avrebbe tanto desiderato anche lei quei sorrisi da parte della sua matrigna.
Sentì improvvisamente quanto le pesasse non avere una madre.
- Te ne voglio tanto anch’io, mio Principino.
Henry a quel nomignolo si emozionò.
Era da tantissimo tempo che Regina non lo chiamava così.
Avrebbe voluto abbracciarla, stringerla forte a se, ma si vergognava davanti ai suoi compagni di classe.
Era pur sempre un dodicenne oramai.
La Evil Queen si avvicinò a Snow. Doveva andare.
- Scusa ancora l’interruzione.
Si scusò nuovamente il Sindaco.
Biancaneve sorrise, accarezzando il braccio di Regina.
Gesto che stupì entrambe.
Mary Margaret si aspettò uno scostarsi brusco e stizzito da parte della matrigna, ma ciò non accadde.
Ricevette invece in cambio un sorriso vero, prima che la donna con un ultimo saluto al figlio, si congedasse uscendo dall’aula.
Snow si sentì felice. Qualcosa stava cambiando e ciò le piaceva.
 
- Ti aspettavo ieri pomeriggio.
Sentenziò Malefica, avvicinandosi all’altalena del parco, progettato da Regina.
- Ho avuto i miei problemi, che a quanto pare non sono finiti.
Rispose stancamente la Evil Queen seduta a guardare il terreno ormai sgombro dalla neve.
- Se permetti, Amica Mia, è da quando ti conosco che hai problemi e conflitti di ogni sorta.
- Ti disturba che ti assilli con i miei guai?
Rispose il Sindaco malamente.
- No…voglio solamente dire, che hai una vita tutto fuorché monotona, Amica Cara.
Disse Malefica paziente. Sapeva di non esser stata ancora perdonata per il piano contro Ursula a cui aveva lavorato con Gold.
- Credimi che preferirei di gran lunga la monotonia a tutto…questo.
L’auto dello Sceriffo si fermò proprio al limitare del parco, attirando l’attenzione delle due donne su di se.
Emma scese velocemente dalla macchina, dirigendosi verso Regina che a sua volta si era allontanata dalle altalene andandole incontro.
- Oh Regina, per fortuna ti ho trovata.
La Bionda la strinse a se letteralmente, come se non la vedesse da giorni e la Evil Queen si perse in quell’abbraccio.
- Come mai hai il telefono spento?
Le chiese lo Sceriffo staccandosi lentamente e controvoglia dalla compagna che fece spallucce.
- E’ scomparso un ragazzino Regina.
- Cosa?
Chiese il Sindaco allarmato.
- E’ venuto in centrale un ragazzo alto, magro e sulla ventina. Capelli corti castani.
Non ha voluto dirci il nome. Sembrava sotto shock.
Io non l’ho visto, ci ha parlato James.
Dice che ha litigato con il fratellino. Arrabbiato il ragazzino, dodici anni, è scappato nel bosco.
L’ha seguito ma ad un certo punto l’ha perso.
Non è tornato a casa.
Spiegò chiaramente Emma alla compagna.
- Data l’età, dovrebbe essere in classe con Henry. Avete telefonato a Mary Margaret se risulta assente?
Chiese alla bionda compagna davanti a se.
- Ci ha già pensato David. Dobbiamo cercare dei volontari, per organizzare una squadra di ricerca.
- Andiamo in piazza. Li, estenderemo un comunicato.
Malefica si avvicinò alle due donne, intente ad accordarsi su come procedere.
- Posso aiutare?
Chiese la strega volenterosa di dare un aiuto.
- Si. Vai al Granny’s e chiedi a Ruby se può aiutarci con il suo superfiuto…poi se vuoi, alleati a noi con le ricerche.
Le disse Emma. Il lavoro di Sceriffo le si addiceva benissimo.
Malefica fece un cenno affermativo all’amica e compagna per poi svanire.
Regina salì sull’auto di Emma e si diressero alla piazza.
 
 
 
Note di Alex: Ed eccociii. Preparatevi che adesso ne vedremo delle belle.
Fatemi sapere che ne pensate.
Alla Prox :D
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: AlexVause