CAPITOLO II
In un’altra vita – forse.
Narek scattò in avanti, saltando giù dalla
pedana al suono del gong. Gran parte dei tributi lo avevano imitato, altri
invece erano scappati lontano, tra gli edifici di pietra che vedeva attorno
a sé.
Pochi istanti
prima di lui arrivarono alla Cornucopia Cash e Elma, i due del Distretto 1 che, brandendo le loro spade
andarono uno in contro a Narek e l’altra contro Cane
Pazzo che – senza alcun motivo – si era gettato nel Bagno di Sangue urlando
parole incomprensibili, spintonando le persone che lo separavano da lui e la
sua scure, posta al centro del bottino del Corno.
Narek fece
dietrofront, iniziando a correre intorno alla Cornucopia, avvertendo dietro di
sé la presenza di Cash, che sembrava così accecato
dalla voglia di ucciderlo da non far scattare il cervello.
Il gatto con il topo, insomma. Sbuffò quasi
sarcasticamente il ragazzo del 4, prima di notare qualche metro avanti a lui
Cassius – il tributo del 2 – che gli indicava per terra, davanti ai propri
piedi. I movimenti furono fluidi: nelle vicinanze di Cas,
Narek si buttò a terra sulla superficie lucida del
perimetro della Cornucopia e l’altro brandì la spada bloccando il colpo di Cash, che solo allora sembrava essersi svegliato.
Yakir riuscì ad armarsi,
recuperando il tridente, afferrando poi la frusta che lanciò alla compagna di
distretto, Cyndi, occupata a bloccare i colpi mal
assestati di un altro tributo femmina – riuscì a liberarsi della nemica,
girandosi poi verso un urlo che proveniva dalle pedane lontane.
Crydee era rimasta
nella sua postazione, immobile – incapace di realizzare che quelli erano davvero gli Hunger
Games. Ma che poteva fare, d’altronde? La sua mente
era entrata in un tunnel oscuro e davanti a sé c’era solo la paura. Cosa sarebbe
successo se lei fosse saltata giù dal piedistallo?
Sarebbe morta,
ecco cosa! E in quel momento il ragazzo del 9 si era gettato su di lei,
intenzionato a colpirla – la ragazza si chinò a terra, coprendosi le orecchie e
urlando dalla paura, non uccidermi – non
me lo merito.
Il sangue caldo
le scivolò addosso sulle tempie, rendendo i capelli appiccicosi – ma non era
sangue suo, trovò la forza di aprire
gli occhi e Cane Pazzo teneva per il collo il giovane tributo che aveva provato
ad ucciderla, mentre sul petto un grosso fiore scarlatto grondava sangue, la
faccia della vittima del tributo del 9 iniziava a diventare pallida e gli occhi
si ribaltarono in poco tempo all’indietro. Prima che Crydee
potesse dire qualcosa, il cadavere le cadde addosso e Cane Pazzo corse di nuovo
verso il cuore dei combattimenti, uccidendo il ragazzo del 12 rimasto
accucciato a terra dopo uno scontro con la giovane dell’8, riuscita a
strappargli dalle mani lo zaino.
Elma cercò ancora di
entrare nella Cornucopia, stavolta sorvegliata da un Narek
armato e pronto a tutto per conquistare quella postazione – come prevedibile lo
scontro era pari e avrebbero potuto continuare così per tutta la giornata.
Nuove urla già
familiari si fecero vicine al Corno e, girandosi, la ragazza dell’1 vide la
figura di Cane Pazzo avvicinarsi, facendo roteare la scure in una mano come se
fosse pronto a lanciarla.
«Andiamocene,
non abbiamo nulla a che fare con i traditori»
commentò acido Cash, guardando malamente Iyn – la ragazza del 2 – e Cas,
contro i quali aveva combattuto poco prima, «si vede che dai Pacificatori non
insegnano con chi è meglio schierarsi».
Elma sorrise a sua
volta, alzando le spalle e infilando la spada nella cintura, «l’acqua di mare
da alla testa» e con una risata sommessa si allontanò correndo insieme al
compagno.
Il cannone suonò
sette volte, annunciando i morti del bagno di sangue.
Crydee si avvicinò
lentamente verso la Cornucopia, tenendosi i gomiti e lo sguardo basso,
inciampando un paio di volte sul niente e rimando in silenzio mentre Narek e Cassius rovistavano tra zaini e armi che erano
riusciti brillantemente a proteggere, tenendo le mani degli altri concorrenti
lontani dal bottino. Avevano un’ampia
scelta di armamenti, esattamente come voleva Yakir.
«Ah, eccoti finalmente»
sentì sentenziare Cyndi, probabilmente rivolta verso Crydee, spostando il peso da un piede all’altro mentre
bloccava la frusta sulla cintura con un mollettone lasciato dagli Strateghi per
l’occasione. La ragazza del 10 raddrizzò le spalle, trovando il coraggio di
alzare il mento e guardare la scena davanti a lei, ritrovandosi tutti gli occhi
puntati addosso eccetto quelli di Cane Pazzo, che vagavano sul tetto
dell’Arena.
«L’unica cosa
che ti avevo chiesto era di non stare
ferma, ragazzina» borbottò spazientito Narek,
avvicinandosi a Crydee e lanciandole tre le braccia
uno zaino dalle considerevoli dimensioni, porgendole poi un coltello, «non
farmi pentire di averti scelto come alleata».
Narek aveva guardato
attentamente tutti i tributi da quando li aveva incontrati alla sfilata,
cercando persone diverse dai soliti
Favoriti in modo da formare un gruppo più vario – forte. Per rendere diversi
quei Giochi e, in un certo senso, proteggersi. La sua teoria era stata
fortemente screditata dal Distretto 1 che aveva deciso, durante agli
allenamenti, di fare di testa loro e staccarsi da quelli del 4 e del 2, Iyn e Cas invece avevano
accettato, sebbene non sembravano molto convinti del piano di Narek – tuttavia non potevano negare che quelli dell’1 non
godevano di un carattere molto piacevole alla compagnia.
Oltre i
Favoriti, Cane Pazzo era un’arma molto utile in battaglia – non c’era bisogno
di un genio per comprendere che il suo atteggiamento bellico aveva spaventato
gran parte dei tributi, facendoli scappare. Crydee,
infine, era stata scelta più per intuito che
altro –con il suo passato da ladra del Distretto 10 sapeva correre e fare le
cose in modo abbastanza silenzioso. Non
molto nobile, si era definita ridendo, un giorno, dopo aver saccheggiato un
manichino coperto di campanelle senza farne suonare nessuna – ma questo non
bastava e, tra le valutazioni di dieci dei Favoriti e di nove di Cane Pazzo, la
sua sfiorava il cinque.
Ma non era il
momento di provare compassione per una dei Distretti bassi. Presto sarebbe
morta anche lei.
Cassius propose
di portare con sé medicine, acqua e quanto più cibo riuscissero a tenere con sé
– e poi, ovviamente, di armare come si deve tutti i membri del gruppo.
«Praticamente
stiamo svuotando la Cornucopia» borbottò Cyndi, infilando
la terza bottiglia di plastica piena d’acqua dentro il suo zaino, «non ci sono
neanche dei sacchi a pelo o delle coperte!» concluse poi.
«Non possiamo
permettere agli altri di ritornare alla Cornucopia e rimettersi in sesto.
Moriranno di sete e fame se non troveranno nulla né nell’Arena né qui – a meno
che non si uccidano prima» spiegò brevemente Cas,
sorridendo appena come divertito e fiero della sua brillante idea. Aveva dato
voce non solo ai suoi pensieri, ma anche a quelli di Iyn
e Narek – era stato coraggioso a dire una cosa così
violenta e crudele senza vacillare minimamente.
Cane Pazzo non
partecipò allo smistamento, lo zaino che gli fu preparato – quello più carico –
rimase ai suoi piedi fino a quando Crydee non lo
sollevò con fatica e glielo mise in mano – ma il ragazzo lo fece cadere
nuovamente per terra rimanendo a fissare lo zenit.
«Eddai…» brontolò la ragazza del 10.
Il ragazzo
allungò un braccio verso l’alto, in quel momento la luce che illuminava il
posto sembrò calare improvvisamente. Alzando lo sguardo dove puntava il dito
del tributo del 9, Crydee vide un animale di enormi
dimensioni nuotare sopra le loro
teste – alla sua scomparsa la luce ritornò a filtrare e ad infrangersi su di
loro.
«Cos’era?»
domandò Aage, ancora sconvolta, impaurita da quella cosa.
«Una balena»
risposero in coro i due del 4, come se fosse normale vederle. «Non ne avevo mai
vista una dal vivo» constatò poi Narek, «quindi ci
troviamo sott’acqua…».
Quello fu lo
spunto per esplorare ciò che li circondava: l’Arena era delimitata da una
cupola ben visibile e non molto grande, sopra la quale il mare regnava sovrano,
attorno a loro palazzi longilinei fatti di pietra grigia sembravano copiare
l’architettura della città di una qualche popolazione sconosciuta – a Cyndi ricordavano le illustrazioni di uno dei libri di suo
nonno, quelli dove parlavano di una certa Atlante,
una città posta sotto il mare, non ricordava bene.
«Siamo sotto il
mare, chiusi in una cupola. Ci metteremo due giorni a trovarci tutti e ad
ammazzarci!» sbottò Iyn, come delusa della
situazione. In effetti, non aveva tutti i torti: cosa si aspettavano di
ottenere gli Strateghi buttando ventiquattro ragazzi sott’acqua?
«Intanto, credo
che dovremmo esplorare il luogo, non può essere così piccola…
ci dev’essere un passaggio segreto che conduce da
qualche parte, magari ad un’altra cupola, o verso la superficie…»
suggerì Narek, facendo ruotare il tridente con una
mano per poi metterselo sulle spalle, tenendolo con le braccia.
Ci fu un momento
di silenzio, poi Cassius parlò, «è una buona idea, o quantomeno l’unica, non
possiamo stare qui a fare nulla».
«Allora andiamo»
intervenne Cyndi.
«Andiamo»
sospirarono gli altri Favoriti. Narek si girò verso i
due rimanenti del gruppo, notando Cane Pazzo che ancora teneva il braccio
alzato verso il mare, in alto si poteva vedere quasi chiaramente la figura del
sole di mezzogiorno storpiata dalle onde e i fasci di luce che accarezzavano il
tetto della cupola – un piccolo banco di pesci passò velocemente lungo la
stessa traiettoria della balena di prima, «qualcosa non va?» domandò a Crydee, la quale guardava con insistenza Cane Pazzo, nella
speranza che questo afferrasse la sua borsa e li seguisse.
Lei era sicura che lui non fosse poi così
“Pazzo” come diceva il suo nome – doveva solo scoprire come gestirlo, «vi
raggiungiamo subito» semplificò sbrigativamente, cercando di evitare il contato
visivo con Narek che, invece, si chinava in avanti
cercando di guardarla in viso.
Cane Pazzo puntò
con l’indice qualcos’altro, stavolta più a destra e in basso, sullo sfondo
spiccava qualcosa di vagamente somigliante ad un palazzo, in perfetta armonia
con le case circostanti, stessa pietra, stesso stile.
In un primo
momento Narek sembrò diffidente, poi, sospirando,
assecondò la ragazza del 10, «lo spero» minimizzò, facendo dietrofront con il
suo tridente sulle spalle e raggiungendo gli altri.
Le strade erano
composte da ciottoli piatti delle dimensioni di un pugno, non molto larghe,
erano costeggiate da fila di palazzi che svettavano verso l’alto. Riusciva a
vedere, tra le giunture della pietra o nei fori che la ornavano di tanto in
tanto, delle piccole conchiglie o qualcosa che gli sembravano rimasugli di
fossili. Alla fine di un cunicolo si apriva sopra le loro teste un arco che
conduceva ad un piccolo spiazzo, il centro di questo aveva inciso per terra
un’ancora ornata di fiori, come se fosse il simbolo della città.
«Il castello è
per di là» indicò Iyn, girandosi a guardare Cyndi e Narek che, senza dire
nulla, ripresero a camminare seguendo i due del distretto dei Pacificatori.
Il tributo del 4
non si dava pace: ormai camminavano da qualche minuto e Crydee
non si era fatta vedere – che fosse ancora lì con Cane Pazzo? Per un momento
ebbe l’impulso di tornare indietro a controllare, magari prendere di peso il
ragazzo del 7 e trascinarselo dietro, il suo Mentore aveva avvisato Mags che non sarebbe stato un alleato facile – eppure Narek era troppo testardo per desistere.
Come se avesse
sentito i suoi pensieri, Cyndi gli strinse forte il braccio,
coperto solo dalla maglietta a mezze maniche che indossavano tutti, «non fare
stronzate, tutto questo lo hai voluto tu» lo ammonì severamente, guardandolo
dritto negli occhi come una madre fa con un figlio. Per qualche motivo a lui
sconosciuto, si slacciò la frusta dalla cinta e la tenne in mano, forse per
intimidirlo? Non lo sapeva.
In fondo, non
aveva nulla contro quelle persone, eppure avrebbe dovuto comunque vederle
morte: era un dato di fatto. Avrebbe voluto conoscerle, in una diversa situazione,
sapere cosa facevano al Distretto 2, al 7 o al 10. In un’altra vita – forse.
Riprese a
camminare, attento nel percepire qualunque suono potesse fare un cannone.
Crydee si sedette per
terra, ormai sull’orlo dell’esaurimento nervoso.
Se credeva di
poter fare qualcosa per controllare
Cane Pazzo, si sbagliava. Si mise sulle spalle il proprio zaino, sbuffando e
cercando di spostarsi la frangia dagli occhi, mettendo poi il coltello foderato
nella cinghia dei pantaloni, «sai cosa c’è allora? Ti mollo qui! Non mi
interessa se non vieni! Non venire, stai qua e fatti uccidere, dannazione!»
prese a camminare verso la strada che aveva imboccato il gruppo e, girato
l’angolo obbligatorio si accorse dei passi che la seguivano, pesanti, le
movenze di quel corpo provocavano rumori metallici, come oggetti metallici che
si scontrano.
Si girò di
scatto e la figura di Cane Pazzo era dietro di lei, imponente nella sua altezza
e nei muscoli sviluppati – i suoi occhi la fissavano dall’alto come spenti,
eppure era sicura che guardassero.
Si ricordò della
scenata all’intervista, quando il Mentore gli ordinò di fare il contrario di
quello che gli era stato richiesto – poi ripensò alla sua frase, al «non
venire, stai qua e fatti uccidere». Era così che funzionava la sua testa?
Gli tese la
mano, quasi titubante, e sussurrando come se avesse paura gli chiese di non
stringergliela. Cane Pazzo avvolse le sue dita attorno alla mano minuta di lei,
aveva una presa incredibilmente salda, ma non faceva male, eppure, nell’altra
teneva in modo spasmodico la scure, le nocche erano ben visibili. Era lui che aveva deciso di non forzare la
presa sulla sua mano – non qualunque cosa avesse. Lei lo sapeva, sapeva che
Cane Pazzo era una persona, che ragionava e si controllava.
La sua scoperta,
in un certo senso, la riempì d’orgoglio.
Riprese a
camminare, e il suo compagno non fece resistenza.
Trovare il resto
del gruppo fu facile, si erano fermati per aspettarli, probabilmente – la
situazione la imbarazzava un po’. Iyn e Cas erano alla fine della strada, Cyndi
sembrava abbastanza agitata dalla loro sosta e l’unico con cui sembrava
intelligente parlare era Narek.
«L’ho trovato»
disse, e in quel momento Narek si girò verso di loro,
Cane Pazzo le lasciò le mani e avanzò di qualche passo, fermandosi davanti ad
una finestra che rifletteva parzialmente il paesaggio dietro di lui.
«Finalmente!»
esultò Cyndi.
Senza aspettare
nessun consenso da Narek, facendosi bastare quel
sorriso d’assenso, Crydee avanzò verso i tributi del
2 e Cane Pazzo la seguì, mentre Narek continuava a
fissare quasi rapito qualcosa che si rifletteva sul vetro. La ragazza del 10
avrebbe volentieri chiesto a Yakir che cosa stesse
guardando, ma la presa di Cas che se la tirò contro
la distolse da quei pensieri e in breve comprese: Cane Pazzo aveva iniziato a
dare di matto, volteggiando e tenendo la scure come se dovesse tagliare le
teste a tutte le persone che stavano attorno a lui.
«Grazie»
borbottò goffamente, staccandosi e aggiustandosi la maglia, Narek
e Cyndi li raggiunsero in fretta e i quattro Favoriti
ripresero a camminare.
«Ehi, se stai
qui rimarrai da solo» annunciò dopo che gli altri si erano allontanati, le sue
dita furono di nuovo avvolte da quelle del ragazzo del 7 e finalmente poté
accodarsi agli altri. «E comunque, grazie per quello che hai fatto nel Bagno di
Sangue, il tizio che voleva uccidermi…» mormorò,
lasciando la frase in sospeso.
Nel silenzio, la
voce di Cane Pazzo risuonò come un miraggio, «prego».
«Non c'è spazio per la tenerezza, non a Sparta.
Non c'è posto per la debolezza.
Solo i duri e
i forti possono definirsi Spartani. Solo i duri. Solo i forti.»
NOTE D’AUTRICE ◊ «viviamo e respiriamo parole»
Ok, sono arrivata anche qui con il secondo
capitolo. Come sempre, non ho nulla da dire di particolare tranne che, per
bontà mia e sotto richiesta(?) di yingsu vi lascio qualche viso già noto(?). Avevo scelto di
non mostrarveli ma, ehi, se a voi piace avere bene in mente i pg, beh, chi sono io per evitarlo?
Quindi, per ora mi mostro Narek, Cyndi e Crydee. E questo è il
vestito che indossa Crydee alle interviste, mi sono
dimenticata di mostrarvelo ♥ tehe.
Inoltre, come avete notato, ho finalmente rifatto il banner e questo
mi soddisfa molto di più 8D
Oh, sì, per Cane Pazzo, mi sento in
dovere di darvi delle spiegazioni: non è un personaggio inventato di sana
pianta, ma derivato da uno studio più o meno approfondito su un pseudo-disturbo che si manifesta presso gli indiani Crow, che si chiama, appunto, Cane Pazzo: «un giovane
guerriero che nella vita di tutti i giorni non segue le norme sociali del
gruppo, ma fa cose strane, imprevedibili e provocatorie, che portano scompiglio
e creano tensioni. E' un disturbatore della vita sociale. I comportamenti di
Cane Pazzo si possono controllare ordinandogli di
fare proprio ciò che sta per fare e che gli altri non vogliono che faccia.
[...] Cane Pazzo è un eroe coraggioso. Si scaglia in mezzo ai nemici
urlando, armato solo di scudiscio, e attua una specie di finta lotta in cui
conta ogni frustata che mette a segno come un punto a suo favore. Gli avversari
si disorientano e di regola perdono lo scontro, perché la presenza di Cane
Pazzo rappresenta un importante valore strategico». Tutto questo è
trascritto dal mio libro di psicologia ♥ e spero che vi aiuti a capire un
po’.
Oh, sì, la parte finale del capitolo è la stessa del prologo, i know.
Bene bene,
per oggi è tutto~
→ la citazione finale è di 300
(film del 2007).
Alla prossima~
radioactive,