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Autore: Evaney Alelyade Eve    06/12/2013    5 recensioni
"Mentre tu sogni, io affronto i miei demoni. Puoi sentire la mia voce che ti chiama da lontano? Non lasciarmi. Non andare dove io non posso raggiungerti."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Christopher Pike, James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Montgomery Scott, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Star Trek, movie'verse.
Pairing/Personaggi: James T. Kirk, Spock, Kirk/Spock, Uhura Nyota, Leonard Bones McCoy, Montgomery Scotty Scott, Hikaru Sulu, Pavel Checov.
Rating: Giallo
Chapter: 13/13
Genere: Angst, introspettivo, sentimentale..
Warning: AOS!Spirk, dream.
Summary: "Mentre tu sogni, io affronto i miei demoni. Puoi sentire la mia voce che ti chiama da lontano? Non lasciarmi. Non andare dove io non posso raggiungerti."
Note: Le piante hanno le stesse caratteristiche del Djinn, creatura di cui si parla anche in Supernatural. Per info:
http://it.wikipedia.org/wiki/Jinn
Dedica: Randomly a tutte le fan Spirk.
Disclaimer: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla. UFFA.

 

 

 

Don't go where I can't reach you.

 

 

 

Thirteeen


 


Spock rimase nella sua cabina per il resto della giornata, chiuso in se stesso, concentrato per un'intensa meditazione che avrebbe dovuto lavare via i ricordi e le emozioni provate nel mondo dei Djinn, riportandolo ad un autocontrollo dignitoso.
Tuttavia sembrava non funzionare granché: nella sua mente tornava a mostrarsi, in alternanza, sua madre che cadeva giù insieme al resto di Vulcano e Fadwa che si era così tanto fusa con i suoi ricordi da credere di essere lei. E poi c'erano il rimorso e il senso di colpa che lo assillavano e disturbavano la sua metà vulcaniana, turbando la sua mente al punto che mantenere la concentrazione diventava sempre più difficile.
In tutto quello, per essere sicuro di non aggravare il carico emotivo del suo compagno, aveva preferito innalzare scudi mentali che impedissero a quel tipo di emozione di penetrare nella mente dell'altro. Non gli piaceva quella situazione: i vulcaniani non mentivano e anche l'omissione, per logica, era parte del mentire ma se era per il bene di Jim, non gl'importava granchè.
Non era solo per Jim, comunque. Provava vergogna per la sua debolezza nel non riuscire a disciplinare la sua parte irrazionale, provava rabbia perchè aveva dovuto assistere nuovamente alla morte di sua madre e non aveva potuto fare nulla ed era triste perchè ricordarlo era semplicemente doloroso.

A volte faceva male rendersi conto che, nonostante tutti gli sforzi fatti, era sempre quel ragazzino che aveva fatto a botte con i suoi compagni, dimostrando loro di non essere degno di stare fra i vulcaniani. Gli sembrava di aver fatto tanta strada per poi ritrovarsi sempre al punto di partenza.
Il rumore lontano della porta che si apriva e di passi felpati che si avvicinavano, lo convinsero ad uscire dalla fase di meditazione, per accogliere il suo compagno. La vista di Jim sembrò tranquillizzarlo perchè rilassò i muscoli che non si era nemmeno accorto di aver irrigidito al punto tale che, se fosse stato umano, si sarebbe fatto veramente male.
"Scusa" disse Jim, sedensoglisi accanto "non volevo disturbare la tua meditazione."
"Non importa. Vedo che il dottor McCoy le ha dato il benestare per uscire dall'infermeria, Capitano."
"Jim e no, sono scappato via. Bones mi ucciderà ma... volevo vederti." Spock avvertì il suo sguardo ansioso, prima che aggiungesse "Mi stai escludendo, vero?"
Il moro strinse le labbra in una linea sottile, rifiutandosi di guardarlo negli occhi: non era un'accusa certo, ma non gli piaceva dover nascondere cose di se stesso al suo t'hy'la quando gli aveva promesso che, nel momento in cui avevano creato il loro legame, il suo essere gli apparteneva per intero e viceversa.
Il calore di Jim era confortante e per un po' rimasero in silenzio, beandosi della reciproca vicinanza. Sembravano passati molti più giorni da quando avevano avuto modo di stare insieme a quel modo.

Un'eternità. Non mi piace quando mi escludi dalla tua mente, Spock.
Mi dispiace, t'hy'la, non volevo farti carico del mio peso emotivo.
Jim sospirò, porgendogli indice e medio. Un bacio vulcaniano.

Spock unì subito le dita alle sue, rendendosi sconto solo in quel momento di quanto fosse affamato di contatto, di vicinanza, di Jim. Solo poche ore prima aveva rischiato di perderlo di nuovo e definitivamente. Istintivamente strinse l'altra mano intorno al polso del biondo, per impedirgli di allontanare le loro mani. Jim non disse nulla, lasciandosi scappare solo un piccolo sospiro. Spock sapeva che anche lui aveva fame.
"Dovresti smetterla di trattarmi come se fossi di vetro, sai?" s'imbronciò "e poi quando hai qualche problema dovresti parlarmene, altrimenti qual'è lo scopo del nostro legame?"
Vergogna. Rimorso. Paura. Rabbia. Tristezza, Preoccupazione.
Spock lasciò che tutte queste emozioni si riversassero nell'altro, concedendogli di scoprire il nodo che turbava la sua mente. Jim trattenne il fiato, cercando di assorbirle e discenderle dalle sue, ma Spock avvertì che molte di queste erano già presenti dentro di lui e si fusero alle sue.

Una felice famiglia Kirk pronta per la cena, suo padre che lo guardava diventare Capitano e poi la scoperta che era tutto finto.
Il ricordo dell'USS Kelvin mentre esplodeva, suo padre morto lasciandogli in dono la vita e il nome...

"Dannazione" Jim imprecò, passandosi una mano sul viso; Spock gliel'afferrò gentilmente, stringendola nella sua.
"Sono sicuro che sarebbe fiero di te." gli sussurrò.
"Anche lei è fiera di te."
"Ne sono consapevole. Non ho mai considerato uno svantaggio essere come lei, per metà, anzi, eppure deideravo dimostrare a tutti che potevo essere completamente vulcaniano. Se questo l'abbia ferita non ne ha mai fatto parola, ma mi ha sempre incoraggiato. E' stato disturbante vedere il Djinn prendere le sue sembianze, più di quanto potrei mai essere disposto ad ammettere e nello stesso tempo ho provato un certo piacere nel poterla rivedere. Inoltre ho trovato quest'esperienza incredibilmente..."
"Interessante?"
"Sì, ed istruttiva." annuì convinto. Jim lo osservò per un attimo prima di scoppiare a ridere. "Non capisco cosa ci sia di umoristico in quello che ho detto, Jim."
"Nulla... solo che mi ero preoccupato inutilmente ed invece tu sei sempre lo stesso. Sono felice."
"Logicamente sono sempre io, Capitano. Dopotutto il veleno né le emozioni sperimentate hanno influito sul mio sistema né sulla mia psiche a livello profondo... ma sono lieto di averne parlato con te."
Jim sospirò, esasperato.
"Non era quello che... aah, lascia perdere. Ed è Jim, Spock, chiamami di nuovo Capitano e giuro che-" ma a Spock non interessava sapere quale sarebbe stata la minaccia che l'altro avrebbe messo in atto e si sporse verso di lui, catturando quelle ultime parole sulle sue labbra, lasciandole scivolare dentro la sua bocca e lungo la sua gola insieme al respiro dell'altro, che mugolò compiaciuto.

Jim lo strinse subito a sè, desideroso di approfondire il contatto. Sospirarono entrambi per la sensazione di pelle contro pelle, il calore confortante della reciproca compagnia, qualcosa che nemmeno l'alieno più forte del mondo avrebbe potuto togliere loro.

Mi sei mancato.

Nessuno dei due pronunciò quelle parole, né a voce né nella propria mente, ma erano presenti in ogni gesto, nel modo che avevano di stringersi l'uno contro l'altro quasi a togliersi aria. Era bello ritrovarsi dopo essersi a lungo cercati nella propria mente, nella coscienza quando tutto sembrava dire loro il contrario di quanto in verità fosse vero.
Jim si allontanò un attimo dalle labbra di Spock cercando di riprendere fiato ma soprattutto controllo perchè non aveva intenzione di venirsi nei pantaloni solo con un bacio, per quanto intenso fosse. Non voleva che tutto finise così presto, voleva riprendersi ogni attimo che aveva passato lontano da Spock, con i dubbi e le incertezze, la rabbia che veniva dall'essere stato così tardo da non averlo riconosciuto e per il vulcaniano ero lo stesso, e lo sconvolse non poco il primordiale desiderio di sprofondare così tanto in Jim da non fargli più dimenticare, per quanto fosse potente l'alieno in questione, che lui era il suo t'hy'la e che si appartenevano e sempre sarebbero stati l'uno dell'altro.
"James, separato da me e mai lasciato; Jim, sempre presente e mai avuto." mormorò mentre gli sfilava rapidamente i vestiti. Jim rise.
"Mai avuto non proprio." gli rispose, e Spock quasi sollevò interamente gli angoli della bocca.
"Davvero." mormorò in risposta prima che tutto diventasse una confusa successione di vestiti che venivano gettati via e sudore, calore, imprecazioni ed ansiti, e il corpo di Jim così perfettamente stretto attorno a lui che si muoveva a ritmo con il proprio.
Il loro orgasmo fu più caldo del sole di Vulcano e più bello dei paesaggi della Terra.
Bentornato a casa.
Sì, era quella casa sua.

 

*°*°



"Coraggio Mr Sulu, vediamo di allontanarci da questo pianeta!" esclamò il Capitano dell'Enterprise, seduto sulla sua poltrona con accanto il suo inseparabile Primo Ufficiale.
"Sìssignore" rispose il pilota, risvegliando la nave stellare da quello stato di torpore in cui era caduta, mentre si attendeva il suo rilascio dall'infermeria, dove un McCoy parecchio irritato l'aveva rinchiuso, ottenendo così la sua piccola vendetta.

Jim sospettava che la cosa non sarebbe finita lì.
"Signor Scott! Il Nucleo di curvatura è pronto?" chiese al capo ignegnere, attraverso il comunicatore.
"Ovviamente, Capitano!"
"Benissimo! Allora allontaniamoci da questo maledetto pianeta, ne ho avuto già abbastanza di questi Djinn!" detto fatto: pochi secondi e la nave viaggiava in curvatura, diretta verso una nuova avventura.
"...e un nuovo mortale pericolo!" sbottò Bones, poco entusiasta di riprendere il viaggio nelle profondità dello spazio.
"Coraggio Bones! Ce la faremo, vero?" ribattè Jim, voltandosi poi verso il suo primo ufficiale.
"Probabile ma non sicuro, Capitano. Abbiamo il 60,5% di possibilità di completare la nostra missione quinquennale senza morire."
"Dannazione Spock!" urlarono gli altri due, all'unisono.
"Lei è di gran conforto" ringhiò il medico "se volete scusarmi credo che andrò a vomitare." e si congedò, barcollando per la plancia.
Il vulcaniano aggrottò le sopracciglia.
"Non capisco il significato del suo gesto."
"Lascia stare, Spock, è un gesto... scaramantico, sulla Terra."
"E' illogico la fortuna non c'entra affatto in una missione come la nostra, Capitano."
"Non è per quello... è per le tue parole, un modo per scongiurare l'eventualità."
"Continuo a non capire."

Jim scosse la testa, palesemente esasperato.
"Lascia stare, ok? E' solo una cosa terrestre, dirò a Bones di tenersele per sè, certe cose."
Però stasera potrei mostrarti esattamente come si fa...
Jim, non quì.

Il Capitano scoppiò a ridere, mentre le orecchie del suo primo ufficiale divennero di una leggera tonalità verde.

Nessuno dei due notò che l'equipaggio si era scambiato un eloquente sguardo divertito e comunque, anche se l'avessero fatto, non ci avrebbero dato molto peso.
Che si abituino, pensò Kirk, ricevendo la curiosa perplessità del suo partner.
Quei cinque anni di avventura si prospettavano davvero...
emozionanti.

 

 

the end.





 

Diario del Capitano, data astrale 06122013, supplemento:
La missione sul pianeta di classe M, soprannominato Djinn, si è conclusa nel migliore dei modi.
Il sottoscritto Capitano e il suo Primo ufficiale, il signor Spock, hanno totalmente recuperato le loro piene forze e sono pronti a partire verso il prossimo pianeta.
Kirk, chiudo.



 

 
   
 
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