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Autore: thatswhatfriendsarefor    07/12/2013    11 recensioni
E se Rick fosse andato negli Hamptons senza Gina?
Una versione alternativa del rapporto fra Castle e Beckett a partire dalla fine della seconda stagione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'E se l'inizio fosse stato diverso?'
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CAPITOLO 10 Dr. Motorcycle Boy

 

Avvicini il cellulare alle tue labbra e stampi un bacio sul display. Appena lo riallontani, vedi lui che ha afferrato quel bacio virtuale e se lo sta spalmando su tutto il viso.

Ha il potere di farti sorridere anche a km di distanza.

Questo è uno dei motivi per cui hai perso la testa per uno così. 

 

La mattina è iniziata al meglio. Sei di ottimo umore tanto che stavi per telefonare a Castle da sotto la doccia seguendo il suo consiglio. Ti sei trattenuta perché ti sembra troppo, almeno per adesso. La chiamata successiva ti ha comunque rallegrata: davanti al caffè, insolitamente preso a casa per avere un momento di pace, hai flirtato un po’ con il tuo scrittore prima di rituffarti nella tua giornata al distretto. In realtà devi passare al Morgan Stanley Children's Hospital per incontrare il medico che sembra aver visto per ultimo la vittima.

Non ti piacciono gli ospedali, quelli pediatrici in particolar modo. Li frequenti da anni per la tua attività di volontariato. Tua madre lo faceva e dopo la sua morte hai pensato che proseguire il suo lavoro e il suo impegno sarebbe stato un bel modo per onorare la sua memoria, per far vivere ancora il suo cuore e il suo lato più nobile. Ti raccontava di quegli incontri, di quanto straziante e innaturale fosse vedere dei piccoli soffrire, ma al tempo stesso ti parlava della loro incredibile forza, del loro coraggio e della loro voglia di vivere e di sorridere comunque. Bastava distrarli, offrire loro un gioco, un piccolo diversivo dalla routine dolorosa e noiosa che questi bambini emaciati si trasformano in un attimo in bimbi ridenti e sprizzanti di gioia, nonostante tutto. E quale migliore terapia del riso? Prendi un grande respiro, catturata dai ricordi legati ai racconti di tua madre e ora dalla tua esperienza diretta, ed entri nell’ospedale andando a passo deciso verso la reception.

“In cosa posso esserle utile?” dice una signora di mezza età, obesa e dalla voce molto suadente.

“Detective Kate Beckett, NYPD” dichiari sicura, scostando la giacca per mostrare il distintivo attaccato alla cintura dei pantaloni, “Avrei bisogno di parlare con il dottor… aspetti …” cerchi di leggere meglio il primo nome dalla lista dei possibili medici informati dei fatti ”Con il dottor Davidson, Joshua Davidson.”

“Non so se è ancora in sala operatoria, un momento per favore”.

Ti ritrovi a pensare a quante persone, chiamando quell’ospedale per chiedere informazioni, si siano trovati a parlare con una voce sexy e calda. Chissà quanti di loro si sono lascati andare con la fantasia, durante il suono metallico della melodia di attesa, ad immaginare quale bella donna avessero dall’altro capo del telefono. 

“Mi sbagliavo, il dottor Davidson ha terminato l’intervento un’ora fa e sta per finire il suo turno. Può raggiungerlo nell’ambulatorio. Deve prendere il corridoio di destra, salire al terzo piano e seguire le indicazioni per Cardiologia. Lo studio medico del Dr. Davidson è la stanza n° 47”. Ti sorride cordialmente per porre fine alla conversazione e per congedarsi mentre risponde ad una nuova telefonata.

Segui le indicazioni che ti sono state date, entri in Cardiologia spingendo una pesante porta in cristallo. Ti ritrovi a pensare che le belle porte automatiche a fotocellule si trovano solo negli ospedali delle serie tv: la realtà è molto più prosaica della finzione.

Bussi ed entri.

Rimani sorpresa nel trovarti di fronte un bell’uomo sulla quarantina, alto, uno sguardo profondo e deciso. Davvero un tipo affascinante. Ma quello che noti subito è che deve essere un appassionato di moto. In mezzo ai testi di medicina che si trovano nella scaffalatura alle sue spalle, noti due foto in lucenti cornici d’argento che lo inquadrano mentre è a cavallo della sua due-ruote. In una è addirittura ad un raduno di Harley. Provi immediatamente un moto di simpatia innata per lui e ti senti anche vagamente attratta dal suo sguardo magnetico che ti fissa senza batter ciglio.  

Dopo esserti appurata che non ti sei lasciata travolgere dai tuoi pensieri per più di pochi secondi, ti ricordi il reale motivo per cui sei al cospetto del Dr. Motorcycle Boy. Non sai perché ma ti viene istintivo soprannominarlo così.

Il vostro colloquio sarebbe potuto durare molto di meno. Il dottore è collaborativo e in pochi minuti hai avuto tutte le informazioni che ti servono, però dopo aver concluso con le domande non hai resistito a non chiedergli di che anno fosse la sua FXDB STURGIS. Il cardiologo ti guarda con stupore e non può non notare la tua competenza in fatto di moto. Iniziate a parlare del vostro comune interesse scoprendo che nel 2004 avete partecipato entrambi al decennale delle Harley d’epoca a New York. Chiacchierando, scoprite che ne avete tutti e due una del 1994.

Rimarresti lì a conversare per ore di quella che è stata una tua passione fortissima ma ti sei trattenuta pure troppo e devi rientrare al distretto. Non puoi fare a meno di pensare che se Castle fosse stato presente a quell’incontro sarebbe scoppiato dalla gelosia per poi negarlo senza ritegno. In ogni caso reclini l’invito che ti ha fatto, neanche troppo velato, a far rombare insieme due motori del ’94. Devi ammettere che sei rimasta colpita. Un caffè o una cena l’avresti rifiutati senza rimpianto, ma Dr. Motorcycle Boy ti ha sorpreso con una proposta insolita quanto allettante. Non accetti pensando che l’unico motore che vorresti sentire a breve è quello della tua SOFTAIL, magari nel lungomare degli Hamptons, con uno scrittore inesperto in fatto di moto che ti si avvinghia addosso per la paura.

 

Le luci del distretto sono tutte spente.

Solo tu sei rimasta.

Sei seduta sul bordo della tua scrivania e sei concentrata sulle foto e sulle scritte nella lavagna degli indizi.

Sei stanca.

Gli ultimi quattro giorni sono stati molto intensi. Dopo il primo omicidio ce n’è stato un altro. Sempre un dottore di Medici senza Frontiere. Non riesci a capire la connessione tra i due delitti, sembra che l’unica cosa in comune sia il loro impegno nel sociale nell’organizzazione umanitaria più famosa al mondo. Entrambe le vittime hanno operato per la ONG nello stesso periodo ma in parti del mondo differenti. L’unico collegamento che hai trovato è il dottor Joshua Davidson, che ha frequentato dei corsi di aggiornamento con entrambi, ma non gli stessi. Sei stata altre due volte a parlare con il Dr Motorcycle Boy ma è decisamente sconvolto e teme di essere il prossimo. Possibilità tra l’altro che non ti senti di escludere.

Ti avvicini alla lavagna e sposti la foto di una delle vittime per osservare meglio un particolare che ti era sfuggito fino a quel momento. 

La vibrazione del tuo cellulare sul tavolo ti fa sobbalzare nel silenzio surreale che ti circonda. Avevi tolto la suoneria quando eri entrata in sala interrogatori questo pomeriggio ed evidentemente ti sei dimenticata di riinserirla. Ti volti e un sorriso ti si allarga in volto quando distingui la foto di Castle sul display. Non c’è nessuno al distretto quindi puoi parlare in libertà.

“Beckett” è più forte di te, rispondi così, anche con lui.

“Ciao Kate! Devo assolutamente raccontarti una cosa che mi è successa oggi, mettiti comoda” è eccitato e parla veloce come una macchinetta.

“Ok mi siedo” esclami divertita dalla voce allegra che ti giunge all’orecchio.

“No, no. Kate stenditi sul letto, mettiti pure comoda in libertà… anzi puoi switchare sulla videochiamata nel frattempo” ti dice con voce sexy e ammiccante.

“Non posso Rick, sono ancora al distretto!” non puoi fare a meno di pensare a quanto ti piacerebbe stare a casa in questo momento per assecondare la sua richiesta. Ma che razza di vita hai fatto fino ad ora? Senza neanche rendertene conto ti sei completamente dedicata al tuo lavoro, dimenticando di avere anche un lato privato.

“Kate, ma è quasi mezzanotte…” il suo tono di voce non riesce a dissimulare il dispiacere di saperti ancora lì.

“Lo so, sto impazzendo, infatti”. Una stretta allo stomaco ti ricorda quello che vorresti davvero: dare giustizia alle vittime ma onorare anche la tua vita. Per un momento, immagini fugaci di te che torni a casa e trovi qualcuno ad aspettarti si fanno largo nella tua mente. E hai anche una vaga idea di chi vorresti trovare, pronto ad accoglierti in un abbraccio confortevole. Il calore e il tepore del focolare domestico non ti hanno mai affascinata come in questo momento.

“Kate, per favore, vai a casa. Puoi ragionare con più calma a mente fresca domani mattina. Un po’ di riposo ti ci vuole”.

“Non mi va di andare casa, che ci torno a fare? Non c’è nessuno ad aspettarmi!” il tono della tua voce si è fatto improvvisamente triste e malinconico e la cosa non è sfuggita a Castle. “Insomma Rick, cosa ti è successo oggi?” chiedi cercando di mostrarti allegra.

“Non è importante. Kate, ti prego, vai a casa, riposa almeno qualche ora. Ti voglio in forma per quando torno a New York”.

Sospiri.

Non vedi davvero l’ora.

Tu non puoi muoverti.

Lui, che potrebbe farlo, è vincolato dalla scadenza contrattuale.

Gli manca ancora qualche capitolo per finire Naked Heat e non può non scrivere a tempo pieno. Solo nell’ultimo anno ti sei resa conto di quanto uno scrittore professionista abbia dei tempi di lavoro molto simili a quelli di qualunque altro impiegato.

“E’ strano” dici con un sospiro.

“Cosa?”

“Quello che è accaduto tra noi! Abbiamo trascorso mesi interi, passando ore e ore a stretto contatto e poi, stiamo tre giorni insieme… succede quel che succede e a malapena riusciamo a sentirci per telefono!!!” esclami con una buona dose di frustrazione.

“L’attesa rende il desiderio più appagante” sentenzia sicuro.

“Non confondermi con le tue parole da scrittore, Castle” lo riprendi con tono deciso.

“Sai una cosa? Per come la vedo io, sometimes the hardest things in life are the things most worth doing. Buonanotte Kate, cerca di dormire un po’ e chiamami domani quando puoi.”

Until tomorrow, Rick” rispondi sorridendo al pensiero che vi siete salutati a battute inverse questa volta.

 

Angolino delle autrici:

Ed ecco che anche Dr Motorcycle Boy entra nella nostra storia! Non poteva mancare! La nostra detective rimane molto affascinata da questo attraente cardiochirurgo con cui condivide la passione per le Harley: quali conseguenze avrà questo incontro per Rick e Kate? Il loro rapporto è ancora solo telefonico. Riusciranno a resistere?

Pochi giorni di pazienza e lo saprete!

Grazie di cuore a chi continua a seguirci con tanto affetto!

Debora e Monica

  
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