Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Wolfass_    07/12/2013    2 recensioni
-Dovresti tornare dentro, fa freddo qui fuori- Fu l'unica cosa che le dissi, prima di alzarmi e porgerle un mano.
Poi, senza che me ne accorgessi, lei si alzò senza il mio aiuto e, inizialmente titubante, mi abbracciò senza stringere troppo.
Fu un gesto inaspettato ma decisi comunque di ricambiare la stretta, le posai una mano sui capelli e mi accorsi che era piuttosto bassina.
Aveva posato la testa sul mio petto involontariamente, era lì che mi arrivava, proprio dove batteva il cuore.
-
Un’altra lacrima solcò silenziosa la mia guancia e lui, prontamente, allungò la mano per asciugarla.
Il contatto con la sua mano calda contro la mia pelle fredda e bagnata mi fece rabbrividire appena, forse perché quel gesto fu del tutto inaspettato ma comunque piacevole e rassicurante.
 
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti/e!
Come promesso ho aggiornato di Sabato, il capitolo era già pronto e non ho resistito a postarlo ora
Questa volta ho pensato di scrivere qualcosa fuori dalle solite righe, qualcosa di comico e non riguardante i Leviatani e Dick Roman.
Mi sembrava simpatico e perfetto per alleggerire un po’ la storia che stava diventando troppo
drammatica.
Questo sarà il punto di vista di Alanis, voi chi volete come prossimo “pov.”?
Spero vi piaccia e mi scuso per eventuali errori di battitura.
Buona lettura..
 
Runnin
 
Alanis ‘ pov.
 
Lo dovevo ammettere, nell’ultimo periodo la mia mente era stata costantemente soprafatta da mille problemi.
I Leviatani che non ci davano pace, costringendoci a vivere come profughi, nascondendo la nostra vera identità.
Shirley rischiava di morire a causa dei miei stessi fratelli ma dopotutto loro stavano solo seguendo gli ordini di nostro Padre, quello che avrei dovuto fare anche io.
Non ero più il Guardiano di una volta, avevo ucciso, disobbedito e ora stavo anche dando la caccia ai miei simili.
Sarei stata punita per quello, ma non avevo altra scelta.
Non puoi combattere il male cercando di convertirlo nel bene, bisogna eliminarlo e basta.
Ma Shirley era ancora buona, ogni volta che la guardavo non riuscivo a vedere altro che una ragazza innocente vittima di un destino troppo crudele.
Davvero mio Padre, l’uomo più umile del mondo, avrebbe voluto la sua morte?
Lui non avrebbe mai voluto la morte per nessuno, quindi era compito mio difenderla.
Ma il compito più grande spettava a lei, doveva restare forte e combattere contro se stessa, contro la parte maligna che la affiancava.
I Nephilim erano creature incredibilmente malvagie e senza scrupoli, uccidevano come fosse niente solo per il piacere di farlo e se Shirley fosse diventata così, sarei stata io stessa ad ucciderla.
Fino a quel momento però era compito mio vegliare su di lei, non bisogna mai fasciarsi il braccio prima ancora che si rompa, quindi avrei lottato anche contro i miei stessi fratelli se avessero provato a sfiorarla anche solo con un dito.
Sapevo che ad aver ucciso i suoi genitori era stato Isaac, lo conoscevo bene e sapevo che tra noi era quello più irascibile quindi ero certa che se avessi trovato lui, il Leader, avrei trovato anche il resto del gruppo.
Yael era stata sempre una buona compagna, un ottimo Guardiano, cordiale e pacifista.
Come aveva potuto unirsi a Isaac nel momento della caduta, perché era andata con lui?
La stessa cosa per Leah, sempre disponibile e affidabile aveva preferito unirsi a ciò che avrei dovuto combattere.
Non riuscivo a capacitarmi del fatto che mi avessero lasciata da sola, mi avevano abbandonata ma se avessero chiesto scusa sarei stata costretta a porgere l’altra guancia.
Eravamo scesi sulla Terra per far si che il mondo non venisse distrutto, non per uccidere chiunque ci capitasse a tiro.
Troppo volte nelle ultime settimane facevo questo ragionamento, ci pensavo in continuazione ma non riuscivo mai a trovare una conclusione.
Dovevo riordinare le idee o altrimenti sarei impazzita, strano a dirsi perché difficilmente perdevo il controllo.
Mi capitava di dare qualche scappellotto a Vex di tanto in tanto ma non lo facevo con rabbia, lo facevo per farle capire che certe cose andavano prese seriamente.
Ma dopotutto lei era ancora parecchio inesperta, avevo provato ad allenarla più volte ma lei aveva proprio la testa dura.
Ogni volta che provava a sferrare pugni o calci si ritrovava con il sedere a terra dolorante o con una sbucciatura ad un ginocchio.
Mi chiedevo se quell’Angelo riuscisse a coordinare cervello-arti senza rischiare di ferire se stessa o chiunque le si trovasse ad un metro di distanza.
L’ultimo problema di un interminabile lista era il fatto che mi stavo lasciando andare forse un po’ troppo, cercavo di negarlo ma non potevo nascondere la verità a me stessa.
C’era qualcosa, o meglio dire qualcuno, che mi stava facendo provare emozioni nuove per la prima volta.
Ogni volta che incrociavo lo sguardo di Sam inevitabilmente mi perdevo nei suoi occhi, dolci e rassicuranti, di un grigio insolito che alla luce mutava in un colore ancora più chiaro, quasi azzurro.
Anche quando, non facendolo apposta, le nostre spalle si sfioravano sentivo che il ritmo dei miei battiti cardiaci aumentava a dismisura.
Quando la sera prima lo avevo visto stare male mi venne spontaneo cercare di farlo stare meglio, cercai di convincermi che era quello che facevano gli Angeli, aiutare la gente a ritornare sulla giusta strada.
Ma quella non ero io, ero sempre stata fredda e distaccata quindi quei comportamenti sembravano  insoliti persino a me.
Quella mattina poi non mi ero svegliata nei migliori dei modi, Vex mi si era avvicinata lentamente ed aveva iniziato a scuotermi come fossi una Maracas.
-Alanis, stai dormendo?- Chiese con tono innocente.
-Cinque minuti fa si, cosa ti serve?-
-Mi aiuti a preparare la colazione?-
Ormai mi ero abituata alle sue richieste insolite quindi acconsentì prima che potesse iniziare a piagnucolare come una bambina piccola.
Mi alzai e andammo entrambe in cucina, almeno inizialmente quella mattina sembrava piuttosto normale, senza casi a cui dar troppo peso.
Sam era seduto al tavolo insieme a Dean, stava leggendo il giornale e sembrava parecchio assonnato, con ogni probabilità non aveva dormito neanche quella notte.
Dean aspettava la sua colazione con impazienza, mentre Shirley arrivò poco dopo con addosso ancora il pigiama.
La mattina lei e Vex sembravano due adolescenti come le altre, affamate di cereali e serie televisive con protagonisti maschili niente male.
Sorrisi quando entrambe le ragazze si diedero il buongiorno e, sedendosi sul divano a gambe incrociate iniziarono a commentare The Vampire Diaries.
-Santo Cielo, se i vampiri fossero davvero così non esiterei a farmi mordere neanche per un istante!- Diceva Vex indicando furiosamente un ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri.
Sapevo con certezza che si chiamava Damon da quando una mattina sbagliai il suo nome chiamandolo Stefan ed entrambe si girarono verso di me come due furie per rimproverarmi di aver invertito i personaggi.
Shirley invece non faceva altro che ripetere quanto un certo Klaus fosse estremamente sexy e che se fosse stata al posto di Caroline sarebbe immediatamente scappata con lui per Cuba.
Quando finì di preparare la colazione per tutti, ci ritrovammo seduti al tavolo come una vera e propria famiglia.
-Sono caramelle gommose quelle?- Chiese Vex indicando gli orsacchiotti colorati immersi nei cereali e nel  latte di Shirley.
-Si e non ti azzardare a fregarmeli!-
Ormai tutti in casa sapevano che Vex aveva il brutto vizio di fregare da mangiare agli altri, le patatine fritte dal piatto di Dean, le caramelle gommose da Shirley e i pop-corn dalla ciotola di Sam.
Ci eravamo anche abituati alla sua goffaggine, tant’è che quando iniziò a dondolarsi con la sedia finì rovinosamente a terra con le gambe all’aria.
-Tranquilli, sto benissimo, tutto apposto!-
Shirley iniziò a ridere così tanto che rischiò di strozzarsi con un orsacchiotto blu, era diventata tutta rossa e se Dean non le avesse dato diverse pacche sulla schiena sulla sua lapide ci sarebbe stato scritto:
Morta per soffocamento da caramella gommosa a forma di orsacchiotto Fruit-Tella
Quella mattina Vex propose a tutti di andare a fare la spesa ad un Market li vicino, le sue idee erano una peggiore dell’altra ma alla fine accettammo per farla contenta.
Dopotutto cosa sarebbe potuto succedere di così orribile?
Povera me, non sapevo a cosa andavo incontro, se c’èra di mezzo Vex tutto poteva andare storto.
Shirley e Dean avevano riempito il carrello di schifezze e quando Sam aveva provato a prendere un pacchetto di insalata a momenti Dean non gli tranciava una mano.
Nel frattempo Vex, a cui spettava il compito più facile cioè andare a prendere i rotoli di Scottex, riuscì a farseli cadere tutti addossi guadagnandosi anche l’occhiata inviperita della cassiera.
Iniziò a rimetterli apposto ma fu bloccata da una vecchietta e il suo bastone che le arrivò dritto in testa.
- Ma porca miseria la sfiga mi perseguita! Scusi, Signora, potrebbe stare più attenta con quella spada Laser? Se non lo avesse notato, mi ha quasi spaccato la testa!-  
Massaggiandosi la parte dolorante tornò da noi con un pacco di Scottex e il muso talmente lungo che avrebbe potuto toccare il pavimento se solo ci fossimo trovati in un cartone animato.
-Che è successo?- Domandò Shirley passando alla cassa tutto quello che avevamo depositato nel carrello.
-Le vecchiette sono pericolose!- Rispose Vex, gettando lo Scottex nelle braccia di Dean e uscendo furiosamente dal negozio con i pungi stretti e la camminata svelta.
Quella ragazza era impossibile, combinava sempre guai e si faceva male in continuazione.
Quando tornammo al Motel la trovammo sdraiata sul divano a pancia in su e la testa a ciondoloni, stava guardando una soap-opera drammatica con i lacrimoni agli occhi.   
-Julio, perché hai tradito Fernanda per quella poco di buono di Alejandra? Lo sapevi pure che lei se la faceva con Juanito! E poi tu, Dolores, devi dire a tutti i costi a Edmundo che aspetti un figlio da lui!- Ripeteva Vex agitando le mani in aria per enfatizzare il concetto.
-Oh Gesù dimmi che Palmira non si è sposata con Gilberto, non sa che lo zio di lui, Ignazio, ha ucciso sua sorella, Verdad! E poi Dolores sta mentendo, il figlio non è di Edmundo ma di Salvador!-  Replicava Shirley con l’appoggio di Dean..un attimo, anche Dean seguiva quella serie televisiva Spagnola?
Pochi istanti dopo scoprì che anche Sam non si perdeva neanche una puntata.
A darci la buonanotte fu Vex che, dopo essere inciampata nella solita gamba del solito tavolinetto in legno, decise di scaraventarlo fuori dalla finestra con aria vittoriosa.
 

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Wolfass_