Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Nena13    07/12/2013    0 recensioni
"Eri nervoso anche tu, non è vero?
Il ciao soffocato che ti dissi quando stavi chiudendo la porta risuonò nell'ingresso.
Appena la porta si chiuse, corsi a sentire i tuoi passi farsi sempre più lontani, scendenti per le scale.
Mi rassegnai quando non sentii altro che il vuoto dentro di me.
Ora fa davvero freddo in casa."
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Resta, fratello, resta.

Leggevo. Seduta sul tavolo della cucina, con le gambe penzolanti.
Leggevo un libro pittosto truce, per la scuola, che non mi piaceva affatto.
Così decisi di chiudere, non segnai nemmeno a che punto fossi arrivata.
Lasciai il libro sul tavolo, lanciai un'occhiata all'orologio e mi spostai in camera mia.
Ci sarebbe stato un evento importante quella sera. Era tanto che lo aspettavo. E in quel momento volevo solo che andasse tutto meravigliosamente bene.
Scelsi i miei leggins preferiti, quelli viola a fiori. Misi la sua maglietta preferita, quella che mettevo sempre quando uscivamo insieme per le camminate in campagna. 
Dopo qualche minuto mi guardai allo specchio, e mi sentii davvero carina.
 -Strano- pensai, io non mi sento a mio agio con il mio corpo. Eppure quella sera, ero davvero bella. Pensai che forse era per il fatto che non volevo assolutamente che qualcosa andasse storto. 
Misi le mie scarpe migliori, ripassai tutto l'elenco delle cose da fare e a non fare quella sera, chiusi la porta e scesi per le scale. 
Erano le 6.30, mio padre doveva essere lì da un momento all'altro. 
*Zz-z..z-z* il telefono vibrava. -Ritardo di 5 minuti, traffico- mio padre.
Per lui c'è sempre traffico. Anche alle due di notte, per lui la strada è sempre troppo piena.
Mi sedetti sul gradino del mio portone e aspettai. 
Iniziai a fantasticare su come sarebbe stato il nostro incontro.
No, non con mio padre. Con lui
La macchina rossa si posteggiò in doppia fila, e fece le luci. Finalmente era arrivato, l'attesa incominciava a mettermi ansia.
-Hey papà- lo salutai entrando in macchina. Gli chiesi per che ora saremmo arrivati e mi disse che non lo sapeva, dipendeva dal traffico. Ok, è poprio senza speranze.
Arrivammo per le 7 e un quarto, la prima cosa che feci appena scesa dalla macchina fu correre verso l'edificio in festa.
Era una festa etnica, ricca di cibo, balli, usanze, costumi e persone provenienti da diverse parti del mondo. 
Cercai con lo sguardo dove fosse, non lo trovai subito. Metre mi toglievo la giacca, alcune persone dall'accento straniero mi invitarono a sentirmi a mio agio e mi diedero il benvenuto. 
-Eccolo
Mi avvicinai, ma non mi notò immediatamente. Aspettai che si rendesse conto chi ci fosse dietro di lui. Inizia a mordermi il labbro inferiore, ero parecchio nervosa, chissà come avrebbe reagito vedendomi. 
Poi fu un attimo: lui si voltò e rimase paralizzato. Non so cosa gli passasse per la testa in quel momento, ma nella mia mente si crearono miliardi di punti interrogativi sul perchè non mi avesse sorriso, abbracciato, o per lo meno.. salutato. 
Poi, finalmente, mi gettò le braccia al collo. Lo strinsi forte. Lo sentii sussultare come se stesse piangendo. Chiusi gli occhi e a stento trattenni le lacrime.
-Mi sei mancato- sussurrai. 
-Anche tu- .
Finalmente, lo rivisi, mio fratello.
Girovagammo per la sala, assaggiando cibi e raccontandoci le nostre vite passate lontane per tutto quel tempo.
Mi disse di come andasse male a scuola, di come gli volevano bene i suoi amici e di come si annoiasse a studiare. Io gli raccontai del mio soggiorno a Londra, di come andasse al liceo e che quel ragazzo di cui gli avevo parlato mesi prima, ora non mi degnava nemmeno di uno sguardo. Poi ripensammo all'ultima volta che ci eravamo visti, e fu davvero doloroso. A differenza di ora, prima ci vedevamo due volte alla settimana, era tutto così bello, perfetto, in compagnia di mio fratello. Poi, dopo otto anni di convivenza e mondi incantati, arrivò quella sera che mi portò la notizia più catastrofica della mia vita. Mio padre e la sua fidanzata si erano lasciati. Collegai poco dopo che non avrei più rivisto mio fratello. Piansi per ore, non dormii per giorni. Mio fratello era aria, acqua, vita per me. Era la mia esistenza. E senza come avrei fatto? Per mesi mi disperai per la nostra lontananza, era nei miei pensieri ogni giorno. Pian piano mi ripresi e mi imposi di ricordarlo solo per i momenti belli passati insieme e che non lo avrei collegato mai più a quella sera. C'erano notti in cui piangevo comunque, non riuscivo a impedirlo.
Ora però mi sento in totale pace accanto a te. Siamo legati, da un filo invisibile e indistruttibile. E adoro il fatto che con non abbiamo bisogno di parlare per intenderci. Mi sorprendi ogni volta che fai qualcosa per me senza che te lo chieda e ogni volta tu sai perfettamente quello di cui ho bisogno.
-Tieni, so che ti piacciono-. Mi aveva portato un piatto pieno di pasti che io adoro, e lui li conosceva tutti. Lui mi conosce meglio di chiunque altro. Sa sempre cosa voglio e cosa no. Quando ho qualcosa che non va, mi abbraccia, e mi dice -Andrà tutto bene- nonostante non sappia nemmeno che cosa abbia per la testa. Se gli avessi chiesto di uccidere qualcuno, lo avrebbe fatto, lo avrebbe anche sotterrato e non mi avrebbe mai chiesto il perchè. Lo avrebbe fatto e basta, per me.
E adoravo come ti giravi ogni volta verso di me per vedere se stessi bene. Ed eravamo come una bolla, che fluttuava. Una bolla di diamante e di piume, indistruttibile e leggera. Ci muovevamo tra la gente splendendo, in quel momento avevamo tutto. Tu mi completi, fratello mio.
Dovresti vedere come sorridi. Come potresti non mancarmi quando ti ho lontano, sei così indispensabile. Non voglio essere costretta a starti lontano, mai più.
Ti prometto, che una volta più grande e libera, ti proteggerò ogni giorno, sarò con te sempre. Mi mancavi già quando ti vedevo ballare a qualche centimetro da me, riesco solo a immaginarti lontano ormai, ogni mattina mi sveglio senza di te. 
Resta, fratello, resta.

La mattina dopo mi svegliai con il sorriso. Mi accertai che tu fossi ancora lì e ti trovai sveglio seduto sul mio letto. All'ora di pranzo sei dovuto andare via. 
Grazie per non esserti voltato un'ultima volta. Quando eri sull'uscio di casa ti sei nascosto nel cappuccio della giacca, e ti sei morso il bordo della manica. Eri nervoso anche tu, non è vero?
Sorrisi.
Il ciao soffocato che ti dissi quando stavi chiudendo la porta risuonò nell'ingresso. Appena la porta si chiuse, corsi a sentire i  tuoi passi farsi sempre più lontani, scendenti per le scale. Mi rassegnai quando non sentii altro che il vuoto dentro di me.


Ora fa davvero freddo in casa.




SPAZIO AUTRICE:
Salve a tutti! Sono felice che abbiate letto la mia storia, è la mia prima che faccio qui su EFP. Sono abbastanza contenta di quello che è venuto fuori. La storia non è delle più felici, ma è uno scorcio della mia vita che non dimenticherò mai. Scrivere mi fa bene, per questo ho anche deciso di condividere tutto ciò con voi. Recensite per favore!
Grazie per aver letto <3

-Nena
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Nena13