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Autore: savemetommo    07/12/2013    2 recensioni
"voglio fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'seasons of love'
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"Che la brezza di primavera soffi nei vostri cuori quell’energia vitale che vi permette di realizzare i vostri sogni!"



“Cosa dicevi ai tuoi amici quando venivi al corso?” gli domandò Louis con tono tranquillo mentre incrociava le gambe. Harry, seduto con le mani dietro la testa e la schiena contro un albero, “non è che abbia più tanti amici Lou” disse lasciando l’altro ragazzo un po’ incredulo.
Harry percepì i pensieri che si formarono nella testa di Louis e “li ho allontanati” aggiunse “e a seconda di come la vedi si può dire se involontariamente o volontariamente” sospirò, “ma io preferisco la prima”.
“Ma cos’è successo?” Louis detestava quando una persona lasciava un discorso a metà, come se lui avesse dovuto afferrare un concetto al quale Harry non aveva mai nemmeno accennato, “cosa hai fatto Harry?”
“Te l’ho detto” e Harry odiava dover spiegare le cose a qualcuno. Lui si sforzava sempre di capire cosa passasse nella testa delle persone, e gli sarebbe piaciuto che almeno una di queste ci provasse con lui, che capisse i suoi modi, le sue motivazioni, senza bisogno delle note a fondo pagina, “li ho allontanati”.
Louis non disse niente, si sentì male, ma non disse niente. Avrebbe voluto che Harry si aprisse con lui, che si sentisse libero di parlargli di tutto, voleva farlo sentire a suo agio al punto da potersi avvicinare a lui nei corridoi della scuola senza la paura che si allontanasse prima che lui potesse raggiungerlo.
“Riuscirai mai a non vergognarti di questo Harry?” e Harry odiava anche questo, che una persona ripetesse in continuazione il suo nome, perché quando qualcuno lo inseriva così apertamente in una frase si sentiva responsabile di un ragionamento che doveva seguirne. E Louis l’aveva capito, perché da qualche settimana a quella parte sembrava che “Harry” fosse diventata la sua parola preferita. E adesso Louis Tomlinson stava aspettando una risposta, lo osservava giocherellare con i fili d’erba vicini alle sue gambe, aveva lo sguardo basso e pensieroso, e lui cominciava a sentirsi di troppo, troppo insistente per i pensieri di Harry e troppo ingombrante per far parte della sua vita. Louis era sempre stato uno dalla parlantina facile, con la lingua sciolta e la risposta pronta, uno che avrebbe sempre voluto sapere cosa la gente pensava e al quale interessavano tutti i fatti degli altri. Una persona invadente che dopo aver riconosciuto in sé stesso dei problemi cercava qualcun altro che li avesse pur di non sentirsi solo, “non importa Harry”, ma questo qualcuno non poteva ancora essere Harry Styles.


Era così grave che non si fosse aperto con Louis? C’era davvero così fretta? Per lui no, lui avrebbe aspettato altro tempo ad aprirsi, se non fino al punto di essere pronto, fino a che non si fosse reso conto che Louis l’avrebbe lasciato solo se avesse esitato ancora. Forse era questo che lo spaventava di più, non sapeva nemmeno che tipo di legame avessero, eppure era sicuro che non poteva che fargli bene averlo intorno. Anche per questo faceva fatica ad essere se stesso, pensava che Louis avrebbe potuto spaventarsi o che provasse compassione di lui, e un rapporto di quel tipo era l’ultimo legame che avrebbe voluto stringere. Eppure lo sentiva. Sentiva che fra lui e Louis c’era un collegamento, una linea sottile ma forte al punto da sopportare i problemi di entrambi.
Il filo che li univa non si sarebbe spezzato solo perché non riusciva a parlare liberamente di ciò che provava, avrebbe resistito quel tanto che bastava a fargli capire, a far capire a tutti.
Harry era una di quelle persone che vorrebbero condividere col mondo tutto quello che hanno in testa, avrebbe voluto urlare qualcosa, si sarebbe fatto sentire. Se il desiderio che qualcuno riuscisse a capirlo non fosse sempre stato più forte.
In quel momento guardava Louis, e pensò che non potesse esistere niente di più giusto. Quella situazione era giusta, il parco era giusto, l’aria fresca era giusta, e Louis era giusto. Allora perché lui si sentiva così sbagliato?
“Va tutto bene Harry?” il ragazzo con gli occhi azzurri gli chiese guardandolo preoccupato, -tutto a posto, ma io sono giusto?- pensò.
“Si” disse Louis, e Harry credette di morire in quel preciso istante, come se fosse riuscito a leggergli nell’anima, “insomma, sembri un po’ perso” e invece Harry era proprio vivo.
Louis lo osservava come fosse la sua pagina preferita di quel libro che non presta a nessuno perché è un tesoro troppo personale che non vuole condividere.
Raccolse una margherita, di quelle che non hanno niente di speciale e che crescono ovunque, una margherita insignificante che se tenuta con l’indice e il pollice della mano destra, sollevata a mezz’aria e guardata strizzando un occhio diventava il fiore più bello del mondo, perché dietro essa potevi vedere Harry Styles sorridere.
“Ti piace la primavera Harry?” chiese Louis guardandosi intorno. Il parco vicino a casa Styles a primavera sfoggiava i suoi colori migliori, per non parlare dei sorrisi delle persone quando sentivano il profumo dei fiori appena sbocciati. Louis aveva trascorso molto tempo su una di quelle panchine, pensò, chissà se Harry lo sapeva.
“Non particolarmente.”
“Ma come no?” domandò quasi dispiaciuto, “in primavera è come se tutto rinascesse dopo il grande gelo, come se le persone ritornassero a respirare. In primavera si ricomincia Harry, è un nuovo inizio.” Harry lo guardò un istante, il tempo necessario per capire che forse aveva ragione, ma “ricominciare cosa Louis? Che senso ha ricominciare una vita che non vale più la pena di essere vissuta? Tempo perso, ecco cosa sono.” E Louis odiava anche questo, quando le persone si arrendevano senza aver mai fatto niente di concreto affinché le cose cambiassero.
“Allora riparti da zero, come se non avessi ancora fatto niente. Riscrivi la tua storia, e se non ti piace rifallo un’altra volta.” E questa volta Harry sembrò pensarci davvero. Nessuno gli aveva mai dato ciò di cui aveva bisogno, ovvero una spinta. Qualcuno che gli offrisse una prospettiva migliore, che gli offrisse un futuro al quale gli sarebbe piaciuto andare incontro.
“Ricomincio da qui Lou” disse, e il ragazzo sorrise, “ricomincio da questa primavera, in questo parco, circondato da queste persone” andò avanti con tono serio, gli occhi fissi in quelli del ragazzo seduto di fronte a lui, “ricomincio da qui, con te”.
Ciò che Louis provò nel momento in cui Harry gli sfiorò la mano era addirittura più importante e prezioso di quello che gli aveva appena detto, un’implicita promessa di un futuro. Un futuro insieme.



seasons of love - primavera

a tutti quelli che aspettano che io scriva una slash rossa.
   
 
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