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Autore: Cocomero_    07/12/2013    2 recensioni
-Brutto stronzo, se il tuo unico scopo è quello di portarmi a letto, sappi che hai fatto male i tuoi calcoli, perché io ormai mi sono innamorata-
...
- Non so quali siano i tuoi piani malefici, ma sappi che se il tuo intento è quello di farmici credere, ci stai riuscendo benissimo -
E' una delle mie tipiche OS da Liam, ma questa volta ho preferito Louis, perchè in fondo il mio Liam è anche un po' Louis...
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COLAZIONE
 
 
Brutto stronzo, se il tuo unico scopo è quello di portarmi a letto, sappi che hai fatto male i tuoi calcoli, perché io ormai mi sono innamorata. -
 
Da: Louis
 
Io in biblioteca non mi ci chiudo neanche se mi paghi
 
A: Louis
 
“Non ho intenzione di pagarti per studiare
 
Da: Louis
 
“Quindi esci, c’è un sole bellissimo e l’erba qua fuori ispira tanto cazzeggio”
 
A: Louis
 
“Devo studiare. Devi studiare.”
 
Da: Louis
 
“Non passerò mai al lato oscuro della forza!”
 
Da: Louis
 
“non fare finta di essere secchiona. Ripeto: c’è il sole e mi hanno dato tutti buca”
 
A: Louis
 
“Arrivo”
 
Effettivamente c’era il sole constatò Anna lanciando uno sguardo fuori dalle vetrate della biblioteca e effettivamente non aveva nessuna intenzione di finire il capitolo di storia aperto alla stessa pagina da almeno un’ora.
La ragazza chiuse il libro, si infilò gli occhiali e li appoggiò sul tavolo stropicciandosi gli occhi incurante del trucco che l’avrebbe fatta assomigliare a un panda.
 
“Lascia perdere Louis – gli sembrava di risentire il discorso di Niall di pochi giorni prima – lo conosci, è un tipo da una botta e via, gli importa solo del fumo e dell’alcol”. E pensare che lei neanche gli aveva detto niente, stavano solo giocando ad abbinare i loro amici in coppie come facevano spesso sdraiati sul divano a cazzeggiare, arrivati a Louis, Niall se ne era uscito in quel modo senza sospettare niente, o forse si, era rimasta con il dubbio, troppo codarda per indagare meglio
Anna infilò i libri nella borsa e riconsegnò le chiavette ad un annoiato segretario: “Grazie.” Sussurrò per non rovinare il silenzio che aleggiava nello stanzone stipato di scaffali. “Di niente” Rispose lui porgendole il documento.
Uscì dall’edificio sistemando il portafoglio nella borsa e stringendosi nel maglione colorato: “Ci sarà pure il sole, ma all’ombra fa un freddo cane!” Constatò Anna mentre si dirigeva verso la loro collinetta.
Era un posto sacro, la maggior parte degli studenti si fermava dal lato che affacciava sulla facoltà, in pochi giravano intorno all’albero in cima e scendevano sul versante opposto, tra cui, lei, Louis e la loro combriccola di amici.
 
Effettivamente c’era il sole e Louis se ne stava sdraiato ad occhi chiusi sull’erba con le gambe accavallate e un braccio dietro alla testa. Anna si fermò un attimo sulla cima per riprendere fiato: “Devo fare più sport” si appuntò mentalmente mentre osservava il ragazzo: maglietta a maniche corte, jeans strette e VansOldSchool grigie, come al solito; cartella semivuota sotto alla testa e cuffie infilate, come al solito.
Il sole sembrava giocare con i riflessi ramati dei capelli mentre Louis teneva il tempo di chi sa quale canzone che risuonava nelle sue orecchie muovendo impercettibilmente le labbra per seguire le parole.
Il braccio piegato faceva risaltare il bicipite scolpito frutto di ore e ore di nuoto e il cellulare poggiato sulla pancetta da bevitore di birra rifletteva i raggi del sole mandando intorno bagliori di luce come se fosse uno specchio.
 
Mentre gli si avvicinava il ragazzo sembrò riscuotersi, perese in mano il telefono e cominciò a digitare qualcosa sul display; Anna sentì vibrare la tasca dei jeans mentre  lanciava la borsa per terra e si sedeva sull’erba fortunatamente asciutta.
“Ehi…”
“Ehi, ciao, ti ho appena scritto un messaggio, sei dovuta resuscitare per riuscire ad uscire dalla biblioteca?” Le chiese sorridendo.
“Ah ah ah, spiritoso, il tempo di arrivare, niente di più.. che ascolti?”
Every you, every me - rispose per poi aggiungere di fronte allo sguardo interrogativo della ragazza- Placebo” mettendo pausa.
 
“Ooooook…” E lo sguardo di Anna si posò sul viso del ragazzo sdraiato accanto a lei, gli occhi brillavano, le sfumature verde acqua delle iridi risaltavano colpite dal sole, sopprimendo quasi completamente quelle azzurre che normalmente prevalevano nei giorni freddi e nuvolosi; la barba non fatta di due giorni ombreggiava la mascella spigolosa e le labbra sottili continuavano a muoversi per canticchiare le parole inglesi.
 
“Hai già pranzato?” Le chiese Louis mettendosi seduto e sorridendole mentre afferrava la cartella per aprirla.
“No..” Rispose Anna guardando veloce l’orologio obbligandosi a distogliere lo sguardo dal sorriso spettacolare del ragazzo.
“Perfetto, così possiamo fare colazione!” La informò lui tirando fuori un sacchetto di carta da forno.
“Come scusa? Colazione? Ma è mezzogiorno!”
“E allora? Fino a che non si pranza è ancora mattina, e la colazione si fa di mattina, quindi… - constatò come se fosse un’ovvietà, porgendole il pacchetto bianco – te cioccolata giusto? Io marmellata”
 
Anna lo afferrò e lo aprì rivelando due cornetti strabordanti di ripieno, il profumo di pasticceria fresca le riempì le narici mentre le sue labbra si aprivano in un sorriso incredulo, non sarebbe più riuscita a non associare quell’odore a Louis, non sarebbe più riuscita ad entrare in un forno senza pensare a lui, fottuto adorabile bastardo.
Infilò la mano e afferrò il cornetto alla marmellata avvolto nei tovagliolini e sfilandolo dalla bustina glielo porse, poi prese il suo tirandolo fuori cercando di non far uscire la nutella da tutti gli angoli e alzò lo sguardo: “Grazie, beh…buona colazione.” Rivolse a un Louis che la fissava sorridendo con gli occhi che brillavano.
 
“Di niente…e scusa…” Le bisbigliò riempiendo d’aria le guance e soffiando sul dorso dorato del suo cornetto.
“Di cos…? Ah! Ma sei stronzo!” Esclamò Anna ridendo nella nuvola di zucchero a velo che si era alzata.
“Ahahahahah – scoppiò a ridere il ragazzo guardando la sua espressione – sei tutta bianca!” e si sporse per passarle l’indice sulla guancia: “Fatto! Pulita!” Esclamò passando il dito sui jeans senza accorgersi delle guance bordeaux della ragazza.
“Grazie” Bisbigliò lei.
 
“Di niente, Musica? - Le chiese porgendole una delle cuffiette e addentando il cornetto – Devi farti una cultura!” Decretò poi mentre Anna si avvicinava per infilarsela nell’orecchio.
 
Louis cliccò su play: “Like the naked leads the blind./ I know I'm selfish, I'm unkind./ Sucker love I always find, / Someone to bruise and leave behind.” cantava nelle loro orecchie il tizio triste dei Placebo e Anna sarebbe voluta rimanere così per sempre, seduta sull’erba di quella collinetta, sole in faccia, una canzone mai sentita nelle orecchie, cornetta alla nutella in mano e Louis seduto accanto a lei che sorrideva verso il cielo ricominciando a canticchiare sottovoce.
 
- Non so quali siano i tuoi piani malefici, ma sappi che se il tuo intento è quello di farmici credere, ci stai riuscendo benissimo. -
 


Secondo i miei soliti schemi, dovrebbe esserci Liam al posto di Louis, perchè questa è una delle mie tipiche Os Liammose; solo che è venuta fuori con Louis, non so perchè ma Liam sdraiato sulla loro collinetta non avrebbe reso l'idea come può invece può farlo Louis. E poi povero Louis, non lo uso mai, invece mi piace così tanto *.*
E infine tanto per essere precisi il Mio Liam è anche un po' Louis in fondo :)
Non ci avete capito un cavolo di questo spazio autrice, tranquille, è normale, in poche capiranno...
Bacioni, xmela
  
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