Salve a tutti!
Torno con una One-Shot scritta
in questo momento…ispirazione dovuta ad una foto 1
po’ particolare di Tom
Kaulitz, spero vi piaccia, per favore, recensite! Voglio sapere che ne
pensate!
Tom,
come non lo avete mai visto prima…
Una vita che
cambia,una vita che nasce.
Una mattinata come tante.
Tom aveva ancora sonno, tanto sonno. Non ricordava bene cosa avesse
fatto la
sera prima…probabilmente aveva bevuto, poi fumato, poi
bevuto e poi…bè il
continuo si sapeva. Il risveglio non era mai gradito, e per di
più, c’era
sempre qualcosa che lo rendeva ancora più
vulnerabile…il telefono.
>nel sogno di tom<
-sì,
piccola…continua così
che mi fai impazzire!- ancora una nottata focosa per il nostro Tom.
Driiiiiin! Driiiiiiiiiiin!
Driiiiiiiiiiiin
-non adesso, non sul
più
bello!-
Tom e la sua preda
continuavano imperterriti il loro lavoro, mentre al rasta disturbava
moltissimo
quel telefono che squillava.
-ma che palle! Adesso chi
rompe!-
Tom si sollevò dalla
ragazza
sudata e voltò il braccio per rispondere…
>ritorno alla
realtà<
Proprio in quel momento non
si accorse che il letto era finito e subito dopo, il suo sedere
trovò luogo in
un duro pavimento.
oddio ma stavo sognando?
solo poco dopo si accorse
che la dura realtà di un nuovo risveglio lo attendeva, per
di più, il telefono
imperterrito squillava, e aveva anche osato prendere posto nel suo
magnifico
sogno, come se tutta la notte non gli fosse bastata!
Si tirò su da terra
districandosi
dalle lenzuola catapultate giù con lui…
-p…pronto?- disse con
voce
assonnata strappando uno sbadiglio. No, non si era proprio svegliato
del tutto.
-signor Kaulitz?! Qui
c’è
una ragazza che desiderava vederla per il pranzo, mi ha detto di darle
appuntamento al ristorante di fronte all’hotel,-
-c…chi mi cerca?- Bel
risveglio, decisamente, bel risveglio! Telefono nel suo sogno perfetto,
caduta
dal letto, interruzione brutale del sonno e una ragazza sconosciuta che
aveva
voglia di rompere le palle a qualcuno.
-non so, non ha lasciato
nome o cognome, niente-
-ma è andata via?-
-sì, dice che
l’aspetta alle
13.00, poi la scelta è sua, io l’ho avvertita-
-….ok, la
ringrazio…cattiv…ehhm
buona giornata-
Riattaccò il bianco
telefono
dell’hotel mentre aveva ancora gli occhi chiusi non
incastrando la cornetta al
telefono al primo tentativo. Si ributtò sul letto, ormai
erano le 11.00 passate,
nella sua giornata libera era costretto ad andare a un appuntamento con
una fan
che probabilmente si era finta sua parente, che trucco vecchio.
Ricoprì le parti
intime con
il lenzuolo ammucchiato, e infilò le braccia sotto il
cuscino.
I raggi del sole sembravano
tormentarlo! Provava a creare un po’ di buio in qualsiasi
modo, senza successo.
Si girava, si nascondeva sotto le lenzuola, sotto le coperte, sotto il
cuscino…niente!
Ok, era un segno si doveva alzare. Aprì pigramente gli occhi
e trovò una
ragazza ancora dormiente di fianco a lui. Stava ancora dormendo, vuol
dire che
aveva fatto un buon lavoro durante la nottata. Più le
ragazze dormivano più si
stancavano, più si stancavano, più si erano
divertite.
Però, niente male.
Aveva le labbra ancora
arrossate,
un po’ di trucco lievemente sciolto e i capelli ribelli che
ricadevano un po’
sulle gote, un po’ sulle spalle. Decise che doveva alzarsi.
Con un breve
sguardo trovò tutti gli abiti della sera prima. Puzzavano di
fumo mischiato ad
alcool in una maniera disgustosa. Non era il caso. Frugò tra
la valigia e i
primi colori che riuscì ad abbinare li associò
infilandosi cappellino, fascia,
maglietta e jeans…trovò le scarpe finite sotto il
letto. Guardò la ragazza che
ancora dormiva. Ma come faceva con tutto quel macello che stava facendo
lui? Bah…non
se ne curò, si sistemò la visiera davanti allo
specchio, esercitò il suo
sorriso smagliante/malizioso e poi girandosi verso la ragazza un ultima
volta
si chiuse la porta alle spalle.
quando ti svegli capirai che
è ora di andartene
14.50 :per la prima volta in
anticipo.
Come entrò nel
ristorante un
cameriere lo avvisò che il tavolo che gli spettava era
quello in fondo all’angolo.
-grazie mille- rispose
cortesemente andandosi a sedere.
Si sedette e iniziò a
far
tremare una gamba, odiava aspettare, soprattutto se la
curiosità lo logorava! Ma
chi era quella ragazza? Che cosa voleva?
Mentre
era impegnato con queste domande
altrettanto stimolanti alla curiosità sobbalzò
sentendosi chiamare.
-Tom…-
Una voce aggraziata,
giovanile, e soprattutto cortese
Ma che genitle…adesso
quasi quasi ti interrompo e ti
dico un po’ di cose del genere: stai tranquilla, so che sei
qui per dirmi se mi
voglio sposare con te ma per me è presto, quindi se ti va
bene, possiamo
passare una notte insieme, senza rancori poi torni a casa…il
mio sorrisetto ti
piace vero? Come? Come dici? È lo so che sono stupendo
grazie…
Dopo una serie di pazzi
pensieri Tom decise che era ora di accogliere la ragazza con un
caloroso
abbraccio o forse più. Preparò un mega sorriso
malizioso e si voltò. Con sua
grande, forse troppa, sorpresa trovò una ragazza molto
aggraziata, notevolmente
magra con…con…COSA? Aveva un bambino tra le
braccia.
-ehhm…ciao…scusami…ci
conosciamo?-
La ragazza misteriosa con il
bambino misterioso non rispose.
Si sedette di fronte a Tom,
e poggiò delicatamente il piccolo sulla carrozzina
posizionata di fianco a lei.
Un sorriso dolce e tenero.
-scusami…io non so
chi tu
sia…-
A quelle parole lei
sollevò
bruscamente la testa fulminandolo con lo sguardo.
Poggiò le braccia sul
tavolo.
-cameriere, ci porti una
bottiglia liscia per favore-
Il cameriere annuì e
si
congedò.
-non ti ricordi Tom?-
-n…no- ammise con
imbarazzo.
Ma che voleva da lui?
-d’accordo…ti
rinfresco la
memoria…- disse con aria di sfida inarcando un sopracciglio.
Tom si sbracò ancora
di più
sulla sedia e sorrise sfidandola…
-ascolto…-
voglio proprio vedere questa
quante stronzate spara
in un minuto, sentiamo la fiaba, del genere “sono tua
cugina” adesso mi viene a
dire che quel bimbo è imparentato con me…puah!
-allora…-cominciò
-era precisamente il 4 di
giugno, e ci stavamo morendo di caldo in quel locale. Ero una ragazza
come
tante, ma adesso non posso più dirlo…- si
fermò
-bèh? Continua no?-
-era caldo,anche tu ne
avevi, così hai attaccato bottone con quel pretesto. Ero una
tua Fan , scusami,
preciso bene ERO. Eravate appena usciti ad concerto ed ero riuscita a
sapere il
pub della festa, e ad infiltrarmi…- nel suo sguardo
c’era oltre che sfida odio
e rabbia, cominciava a nascere, a crescere.
-sai com’è
finita Tom?-
-…indovino?-
-NO! Te lo dico io! Siamo finiti
al letto, tanto per cambiare, e invece di realizzare il sogno
più bello della
mi avita, è nato l’inferno-
qualche flash nella testa
del rasta cominciò ad arrivare. La festa, quella ragazza
sudata che lo
allettava…poi? Poi non ricordava…
aggrottò le ciglia ed
invitò
la ragazza a proseguire.
-Tom, avevi finito i
preservativi ricordi?-
si metteva male.
-e non ne avevi più,
neanche
io, non ci demmo peso-
Tom rise.
-cazzo ridi Tom?-
-non capisco dove vuoi
arrivare!- ammise con schiettezza e strafottenza tra un sorriso che
tratteneva
una risata e l’altro.
-merda Tom! Non è
difficile!-
-ma cosaaa!?- ora tutti e
due alzavano la voce, sembrava una gara a chi arrivasse più
in alto.
-questo bambino è tuo
figlio!-
No! Non doveva dirlo
così
brutalmente…
-che cosa…?-
-Tom, basta una volta sola
per rimanere incinte…te lo hanno spiegato spero…-
-non ci credo…-
La ragazza abbassò lo
sguardo. Un misto di rabbia e pianto.
-ok, ho capito, si
alzò e
fece per andarsene ma Tom la batté sul tempo, bloccandola
per un braccio e
rimettendola seduta.
-ok, ok, calma…-
-io ho mantenuto la calma
per nove mesi, e non ho avuto il coraggio di venirti a
cercare…-
-cazzo…- Tom si mise
una
mano sulla fronte, non sapeva che fare…ma come la risolveva
questa situazione
adesso?
-p…perché
hai tenuto…il…il
bambino-
bruuutta
domanda…cattivo Tom…
-senti, lascia stare…-
-no aspetta…-
Tom si alzò, e
andò alla
culla vicino alla ragazza.
Scostò il lenzuolino
celeste.
Quello era suo figlio!
-Come hai detto che ti
chiami?-
-Charlotte…- rispose
imbarazzata mentre non perdeva d’occhio Tom.
-e…lui?-
-Julian…ti piace?-
Tom guardò prima il
piccolo,
poi lei.
-certo! Ciao Tom Junior!-
-ho detto Julian!-
-ooook!-
Tom lo prese in braccio con
tutte le cure possibili, il piccolo aveva una manina in
bocca…era piccolissimo
, forse troppo, aprì gli occhietti e gli sorrise…
-ha solo un mese…-
-sai Charlotte, credo che da
domani molte cose cambieranno per noi due…- le disse dandole
un casto bacio
sulle labbra.
Meravigliata,
sorrise.
-ENDE-