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Autore: tokio miky    09/05/2008    2 recensioni
Tom kaulitz come non lo avete mai visto. Finalmente qualcosa che potrà cambiare il suo classico atteggiamento da SexGott...fosse la volta buona? certe volte, dei fatti importanti,prendono al cuore anche i ragazzi un po' apparentemente duri come lui. E' solo una One-Shot quindi, neanche tanto lunga o pesante da leggere! spero che piaccia a voi lettori! recensite ps: il raiting è giallo a causa di qualche parolacce, comunque è del tutto tranquillo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Torno con una One-Shot scritta in questo momento…ispirazione dovuta ad una foto 1 po’ particolare di Tom Kaulitz, spero vi piaccia, per favore, recensite! Voglio sapere che ne pensate!

Tom, come non lo avete mai visto prima…

Una vita che cambia,una vita che nasce.

Una mattinata come tante. Tom aveva ancora sonno, tanto sonno. Non ricordava bene cosa avesse fatto la sera prima…probabilmente aveva bevuto, poi fumato, poi bevuto e poi…bè il continuo si sapeva. Il risveglio non era mai gradito, e per di più, c’era sempre qualcosa che lo rendeva ancora più vulnerabile…il telefono.

>nel sogno di tom<

-sì, piccola…continua così che mi fai impazzire!- ancora una nottata focosa per il nostro Tom.

Driiiiiin! Driiiiiiiiiiin! Driiiiiiiiiiiin

-non adesso, non sul più bello!-

Tom e la sua preda continuavano imperterriti il loro lavoro, mentre al rasta disturbava moltissimo quel telefono che squillava.

-ma che palle! Adesso chi rompe!-

Tom si sollevò dalla ragazza sudata e voltò il braccio per rispondere…

>ritorno alla realtà<

Proprio in quel momento non si accorse che il letto era finito e subito dopo, il suo sedere trovò luogo in un duro pavimento.

oddio ma stavo sognando?

solo poco dopo si accorse che la dura realtà di un nuovo risveglio lo attendeva, per di più, il telefono imperterrito squillava, e aveva anche osato prendere posto nel suo magnifico sogno, come se tutta la notte non gli fosse bastata!

Si tirò su da terra districandosi dalle lenzuola catapultate giù con lui…

-p…pronto?- disse con voce assonnata strappando uno sbadiglio. No, non si era proprio svegliato del tutto.

-signor Kaulitz?! Qui c’è una ragazza che desiderava vederla per il pranzo, mi ha detto di darle appuntamento al ristorante di fronte all’hotel,-

-c…chi mi cerca?- Bel risveglio, decisamente, bel risveglio! Telefono nel suo sogno perfetto, caduta dal letto, interruzione brutale del sonno e una ragazza sconosciuta che aveva voglia di rompere le palle a qualcuno.

-non so, non ha lasciato nome o cognome, niente-

-ma è andata via?-

-sì, dice che l’aspetta alle 13.00, poi la scelta è sua, io l’ho avvertita-

-….ok, la ringrazio…cattiv…ehhm buona giornata-

Riattaccò il bianco telefono dell’hotel mentre aveva ancora gli occhi chiusi non incastrando la cornetta al telefono al primo tentativo. Si ributtò sul letto, ormai erano le 11.00 passate, nella sua giornata libera era costretto ad andare a un appuntamento con una fan che probabilmente si era finta sua parente, che trucco vecchio.

Ricoprì le parti intime con il lenzuolo ammucchiato, e infilò le braccia sotto il cuscino.

I raggi del sole sembravano tormentarlo! Provava a creare un po’ di buio in qualsiasi modo, senza successo. Si girava, si nascondeva sotto le lenzuola, sotto le coperte, sotto il cuscino…niente! Ok, era un segno si doveva alzare. Aprì pigramente gli occhi e trovò una ragazza ancora dormiente di fianco a lui. Stava ancora dormendo, vuol dire che aveva fatto un buon lavoro durante la nottata. Più le ragazze dormivano più si stancavano, più si stancavano, più si erano divertite.

Però, niente male.

Aveva le labbra ancora arrossate, un po’ di trucco lievemente sciolto e i capelli ribelli che ricadevano un po’ sulle gote, un po’ sulle spalle. Decise che doveva alzarsi. Con un breve sguardo trovò tutti gli abiti della sera prima. Puzzavano di fumo mischiato ad alcool in una maniera disgustosa. Non era il caso. Frugò tra la valigia e i primi colori che riuscì ad abbinare li associò infilandosi cappellino, fascia, maglietta e jeans…trovò le scarpe finite sotto il letto. Guardò la ragazza che ancora dormiva. Ma come faceva con tutto quel macello che stava facendo lui? Bah…non se ne curò, si sistemò la visiera davanti allo specchio, esercitò il suo sorriso smagliante/malizioso e poi girandosi verso la ragazza un ultima volta si chiuse la porta alle spalle.

quando ti svegli capirai che è ora di andartene

14.50 :per la prima volta in anticipo.

Come entrò nel ristorante un cameriere lo avvisò che il tavolo che gli spettava era quello in fondo all’angolo.

-grazie mille- rispose cortesemente andandosi a sedere.

Si sedette e iniziò a far tremare una gamba, odiava aspettare, soprattutto se la curiosità lo logorava! Ma chi era quella ragazza? Che cosa voleva?

Mentre era impegnato con queste domande altrettanto stimolanti alla curiosità sobbalzò sentendosi chiamare.

-Tom…-

Una voce aggraziata, giovanile, e soprattutto cortese

Ma che genitle…adesso quasi quasi ti interrompo e ti dico un po’ di cose del genere: stai tranquilla, so che sei qui per dirmi se mi voglio sposare con te ma per me è presto, quindi se ti va bene, possiamo passare una notte insieme, senza rancori poi torni a casa…il mio sorrisetto ti piace vero? Come? Come dici? È lo so che sono stupendo grazie…

Dopo una serie di pazzi pensieri Tom decise che era ora di accogliere la ragazza con un caloroso abbraccio o forse più. Preparò un mega sorriso malizioso e si voltò. Con sua grande, forse troppa, sorpresa trovò una ragazza molto aggraziata, notevolmente magra con…con…COSA? Aveva un bambino tra le braccia.

-ehhm…ciao…scusami…ci conosciamo?-

La ragazza misteriosa con il bambino misterioso non rispose.

Si sedette di fronte a Tom, e poggiò delicatamente il piccolo sulla carrozzina posizionata di fianco a lei.

Un sorriso dolce e tenero.

-scusami…io non so chi tu sia…-

A quelle parole lei sollevò bruscamente la testa fulminandolo con lo sguardo.

Poggiò le braccia sul tavolo.

-cameriere, ci porti una bottiglia liscia per favore-

Il cameriere annuì e si congedò.

-non ti ricordi Tom?-

-n…no- ammise con imbarazzo. Ma che voleva da lui?

-d’accordo…ti rinfresco la memoria…- disse con aria di sfida inarcando un sopracciglio.

Tom si sbracò ancora di più sulla sedia e sorrise sfidandola…

-ascolto…-

voglio proprio vedere questa quante stronzate spara in un minuto, sentiamo la fiaba, del genere “sono tua cugina” adesso mi viene a dire che quel bimbo è imparentato con me…puah!

-allora…-cominciò

-era precisamente il 4 di giugno, e ci stavamo morendo di caldo in quel locale. Ero una ragazza come tante, ma adesso non posso più dirlo…- si fermò

-bèh? Continua no?-

-era caldo,anche tu ne avevi, così hai attaccato bottone con quel pretesto. Ero una tua Fan , scusami, preciso bene ERO. Eravate appena usciti ad concerto ed ero riuscita a sapere il pub della festa, e ad infiltrarmi…- nel suo sguardo c’era oltre che sfida odio e rabbia, cominciava a nascere, a crescere.

-sai com’è finita Tom?-

-…indovino?-

-NO! Te lo dico io! Siamo finiti al letto, tanto per cambiare, e invece di realizzare il sogno più bello della mi avita, è nato l’inferno-

qualche flash nella testa del rasta cominciò ad arrivare. La festa, quella ragazza sudata che lo allettava…poi? Poi non ricordava…

aggrottò le ciglia ed invitò la ragazza a proseguire.

-Tom, avevi finito i preservativi ricordi?-

si metteva male.

-e non ne avevi più, neanche io, non ci demmo peso-

Tom rise.

-cazzo ridi Tom?-

-non capisco dove vuoi arrivare!- ammise con schiettezza e strafottenza tra un sorriso che tratteneva una risata e l’altro.

-merda Tom! Non è difficile!-

-ma cosaaa!?- ora tutti e due alzavano la voce, sembrava una gara a chi arrivasse più in alto.

-questo bambino è tuo figlio!-

No! Non doveva dirlo così brutalmente…

-che cosa…?-

-Tom, basta una volta sola per rimanere incinte…te lo hanno spiegato spero…-

-non ci credo…-

La ragazza abbassò lo sguardo. Un misto di rabbia e pianto.

-ok, ho capito, si alzò e fece per andarsene ma Tom la batté sul tempo, bloccandola per un braccio e rimettendola seduta.

-ok, ok, calma…-

-io ho mantenuto la calma per nove mesi, e non ho avuto il coraggio di venirti a cercare…-

-cazzo…- Tom si mise una mano sulla fronte, non sapeva che fare…ma come la risolveva questa situazione adesso?

-p…perché hai tenuto…il…il bambino-

bruuutta domanda…cattivo Tom…

-senti, lascia stare…-

-no aspetta…-

Tom si alzò, e andò alla culla vicino alla ragazza.

Scostò il lenzuolino celeste.

Quello era suo figlio!

-Come hai detto che ti chiami?-

-Charlotte…- rispose imbarazzata mentre non perdeva d’occhio Tom.

-e…lui?-

-Julian…ti piace?-

Tom guardò prima il piccolo, poi lei.

-certo! Ciao Tom Junior!-

-ho detto Julian!-

-ooook!-

Tom lo prese in braccio con tutte le cure possibili, il piccolo aveva una manina in bocca…era piccolissimo , forse troppo, aprì gli occhietti e gli sorrise…

-ha solo un mese…-

-sai Charlotte, credo che da domani molte cose cambieranno per noi due…- le disse dandole un casto bacio sulle labbra.

Meravigliata, sorrise.

-ENDE-

  
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