Fanfic su artisti musicali > Muse
Ricorda la storia  |       
Autore: manubibi    09/05/2008    3 recensioni
Le mie dita corrono veloci sulle corde, in una serie di picchettii lievi e precisi, mentre i suoni che non siano quelli profondi e cupi del basso che tengo fra le mani mi arrivano ovattati come se venissero da un’altra stanza: acclamazioni, grida, strilli e cori. Vedo la massa senza forma davanti a me in un mare di teste, mani e sorrisi, Dom alle mie spalle starà sicuramente facendo una delle sue smorfie mentre tiene il tempo rullando...e poi ci sei tu. Fanfiction di due capitoli in prima persona, penso sia la prima Chris/Matt...un pò azzardata come accoppiata, ma io l'adoro *_____* se volete recensite, sennò pazienza xD
Genere: Triste, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Altri, Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chris Wolstenholme (oh, me tapina!!!!!!) non è mio (ma perchéééé?!? ç____ç) quindi non penso di poterlo costringere a fare cose simili (anche perché DI SICURO se fosse possibile non le farebbe con Matt, e approposito non è mio nemmeno lui >.<), e chiaramente l'unica cosa che ci guadagno è l'orrore di chi legge u.u quindi buttate via i frutti e gli ortaggi andati a male prima di leggere xD


Controlling my feelings for too long...
forcing our darkest souls to unfold
and pushing us into self-destruction...

Muse-Showbiz

Le mie dita corrono veloci sulle corde, in una serie di picchettii lievi e precisi, mentre i suoni che non siano quelli profondi e cupi del basso che tengo fra le mani mi arrivano ovattati come se venissero da un’altra stanza: acclamazioni, grida, strilli e cori. Vedo la massa senza forma davanti a me in un mare di teste, mani e sorrisi, Dom alle mie spalle starà sicuramente facendo una delle sue smorfie mentre tiene il tempo rullando...e poi ci sei tu. Ti lancio un’occhiata mentre sei concentrato sull’assolo che nasce fra i tasti bianchi e neri del pianoforte e ti sorrido raggiante, ti faccio questo sorriso pieno di significati, ma tu come sempre ne recepisci solo uno e sorridi anche tu di rimando. Fa niente, in fondo forse nemmeno voglio che tu colga anche tutte le altre mille sfumature della mia espressione. Mi faccio coinvolgere di nuovo dalla melodia e mi preparo a riprendere i miei picchettii dove li avevo lasciati. Il tempo scorre piuttosto velocemente e un pezzo dopo l’altro arriviamo all’ultimo della scaletta. Io come sempre faccio scattare la testa avanti e indietro, perché mi dà un lieve senso di vertigine, è come viaggiare sulla musica che creiamo insieme, e mi ci fa entrare dentro seguendo il ritmo.
Alla fine dò l’ultima pennata di sollievo, saluto velocemente il nostro pubblico che grida e rumoreggia affettuosamente e mi dirigo verso il backstage. Dom comincia subito a bere, tu arrivi e mi dai un pugno sulla spalla più forte del solito, credo per l’adrenalina. Beh, fa male ma meno delle altre volte in cui mi ferisci senza saperlo. Poi accendi il cellulare e trovi una chiamata, tu richiami e io so che dall’altra parte c’è Gaia, la tua ragazza. All’inizio la saluti allegramente, poi ti fai serio perché c’è qualcosa che non va, rimani in silenzio per quelli che sembrano minuti mentre il tuo viso assume varie espressioni che vanno dallo shock al dolore fino alle lacrime. Alla fine riattacchi e fissi il display come se quello potesse darti le risposte che cerchi e poi i tuoi occhi azzurri si fissano nei miei, e non riesco a non sussultare perché qualcosa ti ha rapinato dalla scintilla di gioia ed eccitazione di qualche minuto fa.
-Chris...-, mormori, ma io apro le braccia senza parlare e tu mi vieni incontro. Ti sento tremare nel mio abbraccio e ascolto angosciosamente i tuoi singhiozzi, i monosillabi, le frasi spezzate, cerco di trasmetterti tutto il mio affetto e la mia vicinanza stringendo ancora di più quel tuo corpo minuto e tu mi dici che lei non ti vuole più.
Stupida.
Voglio dire, avrà i suoi motivi, ma non sa quanta fortuna aveva, non sa che ha avuto cento volte quello che io vorrei da te.
-Chris...cosa faccio?-, mi chiedi con la voce che trema.
E che ne so, io?
-Cerca di parlarci a quattr’occhi appena puoi, vedrai che per allora avrà già cambiato idea-, rispondo io dandoti colpetti sulla schiena.
Ho appena detto una frase di circostanza ma tu sembri crederci, e ti sento mentre dici da qualche parte sulla mia spalla:
-Sì...-. -
E poi alzi lo sguardo investendomi della tua rabbia e cominci lo sfogo:
-...Non può lasciarmi così, al telefono! Dopo tanto tempo! Cinque anni! E pretende che non chieda chiarimenti! Ci dev’essere qualcosa, non può semplicemente essersi stufata, avevamo anche parlato di matrimonio, capisci?! Volevamo vivere per sempre insieme e adesso mi dà il benservito, così? No, no, non esiste! Chris...verresti da lei con me? Non lo chiedo a Dom perché lui è più impulsivo e credo finiremmo a picchiarci in tre...tu sei più pacato e mi puoi trattenere-.
Cioè mi stai chiedendo di essere lì mentre vi riconciliate e anche la più piccola scintilla di possibilità se ne va davanti a me, perché certo, è questo che succederà, figuriamoci se voi due vi separerete mai. E mi stai facendo male ancora una volta.
-Ok, Bells, adesso calmati-, bisbiglio al tuo orecchio, e istantaneamente ti rilassi e tremi un pò meno.
-Grazie, Chris-, dici con un filo di voce e tirando su col naso come un bambino, e sento il petto che si gonfia di tenerezza, gli occhi farsi lucidi e una voglia pazzesca di sorridere, trattenendomi perché farlo in questo momento non è una buona idea, però ti accarezzo i capelli umidi di sudore e dico piano:
-Non ci pensare.
Ma sì, Matt, non è la prima volta che mi ferisco da solo per te.
-Sei un amico, Chris.
Eh, hai proprio ragione...sono un amico e sarebbe davvero una cazzata ridicola immaginarsi di essere qualcosa d’altro.
-Andiamo-, dico io prendendoti per il gomito e ti accompagno in macchina. Appena saliamo tu mi abbracci di nuovo appoggiando la testa al mio petto, e prima resto sorpreso ma poi chiudo gli occhi circondandoti le spalle col braccio.
-Ehi, che cos’è tutto questo amore?-, interviene Dom scherzando. Io apro gli occhi per fulminarlo e lui strabuzza i suoi arrossendo, sembra che dica “dopo mi spieghi”. Sì, come ti pare.
Restiamo in silenzio fino all’arrivo in albergo, con Dom che tamburella nervosamente sulle ginocchia come se non ne avesse avuto abbastanza, io guardo fuori dalla finestra accarezzandoti distrattamente il braccio e tu rimani in silenzio maturando chissà quali pensieri. Sembri esserti tranquillizzato ma quando riapri gli occhi hai un’espressione che non mi piace nemmeno un pò.
Una volta entrati facciamo il check-in e ci affrettiamo verso le camere ignorando tutto lo splendore della hall luminosa, con svariati quadri colorati alle pareti e il profumo persistente di fiori freschi nell’aria. Arrivati davanti alle rispettive porte saluto te e Dom ed entro nella camera spaziosa, con un grande letto al centro, un paio di puff, una terrazza alla mia sinistra che si apre su un paesaggio pieno di edifici e su un cielo straordinariamente pieno di stelle. E mi piace pure il colore, un arancione spento della tonalità rilassante della quale avevo disperatamente bisogno, non avrei sopportato un altro bianco neutro...mi butto sul materasso che cigola quasi infastidito e chiudo gli occhi tirando un lungo sospiro di sollievo, poi prendo la macchinetta fotografica con le foto che ho fatto in questi due giorni e sorrido di colpo vedendo il tuo viso schiacciato contro il sedile della macchina mentre russavi di brutto, ieri, ma poi entri tu e spegnendo la macchinetta vedo davanti a me la versione reale di quella stessa faccia assonnata. Ti osservo mentre ti siedi sul bordo del letto e mi dici con aria abbattuta:
-Dimmi che non devo lasciarmi distruggere, dimmelo-.
Io mi metto a sedere accanto a te guardandoti con aria grave e rispondo:
-No, chiaro, Bells, non devi assolutamente lasciare che questa cosa ti distrugga! Te l’ho detto, parlaci. Se vuole tornare con te hai risolto, sennò, beh...-. Lascio la frase in sospeso perché non voglio che tu sappia cosa vorrei succedesse in tal caso...
Tu mi guardi e annuisci, poi fai per alzarti e io meccanicamente ti prendo per il braccio, non capisco perché. Che cazzo faccio?! Anche tu sembri chiederti la stessa cosa, a vedere il modo in cui ti giri e mi guardi, così deglutisco e cerco qualcosa da dire.
-Cerca di dormire.
Ti rassereni, annuisci e sorridi anche se comunque so che stanotte farai tutto tranne dormire. Appena esci mi butto indietro di nuovo e mi tiro uno schiaffo sulla fronte.
Che pensavo di fare, eh?! La risposta mi si disegna automaticamente nella mente ma io la scaccio via come fosse una zanzara, prima che cominci ad affogare in fantasie assolutamente inutili. Subito la porta si riapre ed entra Dom, esistante e capisco subito che vuole spettegolare, così gli scocco un’occhiata scocciata e roteo gli occhi andando subito al dunque:
-Gaia l’ha mollato al telefono.
Lui mi guarda sconvolto e fa solo un “Oh”. Poi ci ripensa e chiede:
-Ma perché l’ha detto e...-. E a te no? Uffa, Dom!
-Perché al momento tu stavi appiccicato ad una birra ed io ero lì con lui.
-Oh-, ripete, -dici che è il caso che ci parlo?
-No-, sbotto scuotendo la testa, -è il caso di lasciarlo dormire, Dom, lasciamolo in pace a cuocersi nel suo brodo e poi magari gli facciamo il terzo grado, ma non adesso.
Lui sembra poco convinto ma annuisce e poi dice:
-Anche tu sembri parecchio abbattuto, Chris...a te invece che è successo?
Io lo guardo e vorrei rispondergli, ma non posso mica dirgli che sto impazzendo di confusione, gelosia e chissà cos’altro.
-Niente, penso di essere stanco. Per favore, và a dormire pure tu...
Il mio batterista mi fissa ancora meno convinto di prima e decide di insistere:
-Ma ti prego, non mi raccontare balle! Sei a terra e non è per stanchezza. Sembra che Gaia abbia mollato pure te! Posso sapere qualcosa e rimanere tranquillo, almeno un pò?!-. Sembra irritato e un pò lo capisco, così raduno qualche palla e sospiro dicendo:
-Dom...sono veramente stanchissimo. E adesso devo anche fare da sostegno morale a quello scemo di Bellamy.
Cioè, non sono tutte balle, diciamo che c’è una grossa omissione, e infatti Dom non mi crede ancora ma ha capito che da me non otterrà nulla di più, e mi augura la buonanotte.
Beh, forse adesso posso deprimermi in pace...e invece no. Questa è la giornata dei visitatori notturni? Chissà che non sia Nicole Kidman. Naaa, troppo basso e magro per essere lei. Matt, che ci fai ancora qui?
-Ho bisogno di sfogarmi ancora-, rispondi alla mia domanda senza che abbia aperto bocca. Beh, era chiaro, sei sempre stato uno che deve buttare tutto fuori, non riesci a tenerti le cose dentro...in questo siamo abbastanza diversi. Mi alzo e ti faccio cenno di venire fuori in terrazza con me. Tiriamo entrambi un sospiro sentendo l’aria fresca della sera e prendo una sigaretta dal pacchetto che tengo sempre in tasca come un portafortuna. L’accendo, aspiro la prima boccata e sento subito un gran sollievo, mentre tu mi squadri dubbioso chiedendoti probabilmente se sia il caso di chiedermi di fare un tiro. Ti passo la sigaretta soffiando fuori il fumo e guardando placidamente le luci delle macchine che passano chiedo:
-Allora?
Tu non mi rispondi ancora, e mi ripassi la sigaretta, così aspetto che tu dica qualcosa, intanto ascolto il rumore dei motori ronzare e poi dissolversi e le urla di qualche ragazzino ubriaco.
-Forse è meglio che mi abbia mollato-, dici infine guardando le insegne che lampeggiano in basso e riflettono a intermittenza la loro luce sul tuo viso. Il mio cuore fa una capriola ma cerco di suonare dispiaciuto chiedendo:
-Perché?!-. Non ci posso credere, meglio non illudersi subito.
-Ecco...-, cominci nervosamente, -ecco, forse a ragione lei, forse ci eravamo sbagliati-.
Mi mostri indice e medio chiedendo un altro tiro e io te lo concedo, cercando di non far tremare la mano passandoti l’involto di nicotina.
-E poi-, continui facendo una pausa per aspirare profondamente, -non mi ero mai sentito così bene, dopotutto...davvero, forse è meglio che abbia chiuso con me. E’ un peso in meno-.
Ti fisso sempre più sbalordito, quasi mi aspetto che da un momento all’altro tu scoppi a ridere gridando: “maddai, Chris, scherzavo, ti pare?!”. E invece continui a fissare la strada con aria per niente allegra, e sembra davvero che pensi davvero quello che hai appena detto. Ma no.
Tu sei quello che passava ore e ore a parlare di lei rompendo le palle a me e a Dom e ne spendevi altrettante a lambiccarti sul regalo da farle a Natale.
Questo non è il Matthew Bellamy a cui sono abituato. Rimango a squadrarti incapace di dire qualcosa e poi parli ancora:
-Sai...è come quando ti accorgi che una band non ti piace più come prima...smetti di ascoltarla e senza neanche che te ne accorga perdi la passione che avevi prima...e poi trovi un album di un altro gruppo, magari completamente diverso, che però ti attira. E non sai se quello è uno dei gruppi che citi soltanto fra le tante influenze musicali o magari diventerà il tuo gruppo preferito-.
E chiudi gli occhi sentendo i polmoni riempirsi di fumo.
Io sono rimasto definitivamente di pietra, non riesco a credere alle ipotesi flebili che cominciano a nascere nella mia mente, perché fra le tante cose che ho sperimentato e imparato c’è anche il fatto che i sogni rimangono tali nella quasi totalità dei casi. Quasi tutti. Ma deglutisco e indago:
-E hai trovato un’altra band? Quel cd interessante?
Eh, si, Chris, sei tu. Si, certo, domani...
-Non ne sono sicuro-, rispondi. E’ imbarazzo il tuo, per caso?!
-Capisco-, dico tanto per dire, perché non ho capito niente. Cerco in tutti i modi di costruirmi delle cose nella mente, ma ogni volta resetto tutto perché sto ricadendo nella fantasia. Ormai quella sigaretta è ridotta al filtro, ma devo approfondire perché sento che questo è uno dei sporadici momenti “confidenza-intima” e se aspetto che ne arrivi un altro potrebbe diventare troppo tardi.
-Ma quindi hai incontrato qualcuno.
Tu impallidisci un pò ma poi fai un mezzo sorriso enigmatico e dici con aria vaga:
-Può darsi...-. Dio, odio essere tenuto sulle spine, specialmente in questo momento! Faccio uno sbuffo di impazienza e ti fulmino come le tante volte in cui dici qualcosa di decisamente inappropriato in tv. Mi guardi negli occhi ma io abbasso prontamente lo sguardo prima che tu veda cosa c’è dentro, questa sera non c’è il velo neutro che copre la mia anima di giorno.
-Ok, ok, me lo presenterai questo nuovo cd, prima o poi!-, dico in tono scherzoso.
Tu fai un altro sorriso ancora più strano del primo. Tenero. Davvero, non me lo sto immaginando, sei intenerito da me. Faccio di tutto per non arrossire, ma provvidenzialmente una moto si schianta con una macchina proprio davanti all’hotel, così ho un pretesto per guardare altrove, fare un pò di commenti e lasciare che il momento passi. Poi mi tocchi la spalla dicendomi che comincia a fare freddo e che rientri. Rimango qualche secondo nella terrazza indeciso sul da farsi e poi torno dentro anch’io buttando il filtro bruciato. Tu mi guardi per quelle che sembrano circa due ore e infine balbetti:
-Quel cd...in effetti l’ho trovato...era un disco che conoscevo da tantissimo, lo sapevo a memoria, mi era sempre piaciuto abbastanza ma non tanto da pensare seriamente di essere anche lontanamente il mio preferito...e adesso l’ho riscoperto.
Io non so che dire, una vocetta impazzita urla frasi eccitate e sconnesse nella mia mente, ma aspetto.
-Vedi, ti sembrerà strano, perché insomma, fra tutto quello che mi sarei aspettato, proprio questo...-. Vai al dunque, Matt, cazzo! -...insomma...il mio...il mio nuovo gruppo preferito potresti essere tu.

---------------------------------------------------------------------

Strano eh? ghghgh...a me piacciono *ç*
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Muse / Vai alla pagina dell'autore: manubibi