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Autore: terrastoria    09/05/2008    4 recensioni
"Sas'ke"
Le mani andarono d’istinto a toccare quel viso che era sempre stato così perfetto, in ogni età.
Colse con il pollice una goccia di pioggia colorata (di sangue) e se lo portò alla bocca, succhiandola ad occhi chiusi.
Quel sapore.
Il sapore del traditore.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Sasuke

 

It is raining on him

 

“Sasuke!”

 

Pioveva intensamente.

E lui se ne stava immobile, in piedi sotto la pioggia.

 

“Sasuke!”

 

Non lo udiva, nello scrosciare insistente, né lo aveva ancora visto: teneva il capo alto, rivolto verso un cielo scuro, denso di bubi grigie.

 

“Sas’ke!”

 

Gli corse incontro, avanzando tra fango e pozzanghere: la distanza che da lui lo separava gli parve infinita.

 

“S a s u k e”

 

Aveva la veste squarciata a metà: sul torso nudo le gocce lavavano via il sangue, entrando purificanti nelle ferite.

Non l’aveva mai visto in quello stato.

 

“Perché non vuoi ascoltarmi?”

 

Gli era dietro, forse più vicino di quanto lo fosse stato mai: poteva sentirne il respiro affannato e percepirne il calore umano.

 

Sei…vivo

 

Gli mise le mani alle spalle, coprendole dalla pioggia, rabbrividendo a quel tocco sorto naturale.

 

“Sei tu, Naruto?”

 

La voce suonò bassa, rauca, piatta, come di chi è esausto della vita. Nell’udirla non potè resistere dal stringerlo forte a sé: lo cinse impulsivamente, buttandogli le braccia al collo.

 

“Avanti, perché non reagisci?”

 

Debole, indifeso, per la prima volta perso, osservava il cielo con sguardo vacuo, lontanamente triste; noncurante delle martellanti gocce che si divertivano a rigargli il volto pallido.

 

“Ho ucciso per una vendetta infondata”

 

Lo aveva pensato, in cuor suo, ma non aveva avuto il coraggio di dirglielo, cacciando indietro le ipotesi, dandosi dello stupido.

La vendetta in sé era prerogativa di una qualche falsità, per come la vedeva lui.

 

“…E tu saresti un uomo?”

 

Contava assai poco quel che si era compiuto, proprio perché compiuto; e non gli passò nemmeno per la testa di farsi ricostruire l’accaduto.

 

Dopo tanto, sentiva l’incontenibile bisogno di sentirlo.

Unicamente sentirlo.

 

A questo punto, cosa vivo a fare?”

 

Ma in lui viveva veramente quell’estenuante ragazzino scazzato?

Lo scosse forte, in cerca di un indizio di Sasuke, mentre dentro cresceva la rabbia, focosa, la voglia di averlo.

Era tutto distorto, dannazione.

 

“Ma tu…chi sei?”

 

Lo costrinse a girarsi e fu allora che rivide quegli occhi: non erano cambiati, si erano semplicemente offuscati, in sintonia con la pioggia.

La palpebra sinistra era parzialmente ferita, ne usciva un rivolo di sangue: rosso sulla pelle candida.

 

“Non lo so più”

 

Le mani andarono d’istinto a toccare quel visto che era sempre stato così perfetto, in ogni età. Colse con il pollice una goccia di pioggia colorata e se lo portò alla bocca, succhiandola ad occhi chiusi.

Quel sapore.

Il sapore del traditore.

 

“Ti sbagli”

 

Godette fino all’ultimo a pronunciare tali parole. Parole che, in passato, tanto erano state dette dall’Uchiha.

 

I ruoli si erano invertiti?

 

Quando riaprì gli occhi azzurri, contrastanti con l’atmosfera, incontrò uno sguardo ingenuamente sorpreso, caratterizzato da un battito di ciglia.

Pareva un bambino.

Gli faceva un’insolita tenerezza. Forse non gli sarebbe più capitato di trovarlo così…

 

“Non hai smesso di accanirti con me”

 

Ogni cosa poteva darsi che fosse tremendamente sbagliata, ma in fondo, non era stato sempre così?

 

“E mai smetterò, strano che tu non l’abbia ancora capito”

 

Sotto la pioggia, stavano tornando bambini.

Non era successo nulla prima.

 

Il passato è passato.

Non tornerà più.

 

Lo abbracciò, mischiando le sue tonalità chiare ed abbaglianti a quelle scure e spente di lui.

Aveva sempre desiderato sentirlo.

Risultava monotono, fissato, folle.

Poco importava.

 

“Non cambi mai

 

Sorrise, tra le lacrime, vincendo l’oscurità.

 

Quello che non doveva cambiare, alla fine, era cambiato.

 

“Vuoi restare in eterno nella pioggia?”

 

Lo disse dolcemente, sussurrandoglielo piano all’orecchio.

 

“La vita è una fregatura, Naruto”

 

Nemmeno l’acqua, di certo non il loro elemento, era riuscita ad ostacolare l’avvicinamento dei loro corpi.

Un abbraccio poteva significare molto.

E i gesti valevano più dell’oro, l’aveva capito.

Infine le parole, erano state sempre il suo forte.

 

“La vita è una fregatura.

Konoha è una fregatura.

Io sono una fottutissima fregatura”

E tu… sei quello che va’ incontro alle fregature, quello che le combatte”

E’ sempre stato così.

Tutti ti fottono e tu hai imparato a sbattertene, anche del destino.

Io ti sono stato una fregatura.

Ed eccoti qui.

Assurdo e fedele a te stesso.

Possibile…?

Ma continuerai a fregarti, standomi affianco.

Stupido che non sei altro”

 

Cadde fra le sue braccia.

Bambino.

 

“Andiamo via”

 

Nonostante fosse allo stremo, dopo una corsa di ore; nonostante l’emozione che cercava di immobilizzarlo; nonostante la voglia di urlare al mondo la felicità di un incontro sperato; nonostante l’esasperante pioggia, se lo caricò sulla schiena, e cominciò a camminare, con quel peso così inaspettatamente familiare addosso.

La verità era che Sasuke, fin dal loro primo incontro all’Accademia, gli era sempre stato familiare.

Non aveva mai avuto una famiglia.

Eppure…

Lui era famiglia.

Sakura era famiglia.

Se non erano certezze, queste…

 

“Naruto...pensi che vivrò?”

“Almeno fino quando vivrò io”

 

Pioveva insistentemente.

E lui se ne stava immobile, addormentato sopra il suo corpo bagnato.

 

Scorse una figura tinteggiata, a pochi metri da lui.

 

Il passato s’era concluso.

Sarebbero cambiati solamente gli sfondi.

 

Sorrise ancora, stavolta non solo alla pioggia…

 

“Si riparte da zero”

 

***

 

 

The end…

 

Uhm…

Può sembrare un po’ Sasu/Naru, ma dipende dai punti di vista, vedete voi…

, non ho altre parole al riguardo. Ora altre cose da aggiungere sarebbero inutili.

Spero vi abbia ispirato, come a me quando l’ho scritta…

Dedicata a tutti coloro che, certe volte, hanno bisogno di un po’ di melanconia…

Grazie a chi leggerà /o commenterà.

Affettuosi saluti

terrastoria

   
 
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