Fanfic su artisti musicali > Muse
Segui la storia  |       
Autore: BJgirl    08/12/2013    2 recensioni
Kawai è un'azienda giapponese specializzata nella produzione pianoforti e tastiere, tra le più rinomate nel suo campo (cit.wikipedia). Matt ama la musica. Matt ama il suo pianoforte. E un pianoforte più cambiare le cose.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: i Muse non mi appartengono, non fanno queste cose e non mi pagano per scrivere queste storie.

Infilo la chiave nella toppa e apro il portone. Vado in cucina e poggio le buste della spesa sul tavolo. Mi dirigo in salotto e mi appoggio al muro, guardando quel pianoforte con occhi sognanti. E’ assurdo quanto la mia vita sia cambiata in poco più di un giorno.
Non vedo l’ora di tornare da lui, perciò mi decido ad andare in cucina e sistemo la spesa il più velocemente possibile.
E’ vero che ora sto da Dominic e non so nemmeno per quanto tempo ci resterò, ma mi sembrava comunque doveroso rifornire la mia dispensa con qualcosa di commestibile, poco importa che siano solo biscotti e latte.
Mi affretto ad uscire e chiudere a chiave il portone; salgo in macchina e accendo la radio.
 
“Dom?”
Lo chiamo entrando il casa sua.
Nessuna risposta.
“Dominic?” chiamo più forte, ma il risultato è lo stesso.
Metto il naso in ogni stanza del piano terra, ma niente.
Salgo e non appena entro nella sua camera da letto lo trovo sotto una –letteralmente- montagna di coperte.
Faccio il giro del letto e mi siedo sul bordo.
“Ehi, che hai?” chiedo, cercando di mantenere un tono della voce basso; mi sembra che stia dormendo, non vorrei svegliarlo.
“Sto morendo” mi risponde biascicando, con una voce roca.
Poi tossisce.
“Non dire cavolate!” Rispondo ridacchiando.
Si alza leggermente puntellandosi sui gomiti e cercando di assumere uno sguardo serio.
“Matt, scotto tantissimo, ho difficoltà a respirare, ogni volta che parlo sento che nella mia gola ci sono almeno tremila gradi, mi fanno male tutti i muscoli del corpo. Qual è l’unica spiegazione per tutto questo? E’ che sto morendo!”
Avevo quasi dimenticato quanto Dom fosse pessimista e catastrofico. Quasi.
“Andiamo Dom, sarà un semplice colpo di freddo!”
“No, invece no. Per lo meno è broncopolmonite ma nessun medico lo capirà in tempo ed io morirò. Devo smettere di fumare. Se è per quello Matt?”
“Magari puoi imputare al fumo il mal di gola, ma cosa c’entra la febbre?”
“E’ tutto collegato Matt, è tutto collegato…”
Sospiro annuendo, ormai rassegnato: quando si impunta su una cosa, non c’è modo di fargli cambiare idea, quindi tanto vale accontentarlo – o almeno fargli credere di essere della sua stessa opinione.
 
Poggio la tazza sul piattino che ho già riposto sul vassoio. Prendo anche il termometro e mi dirigo verso le scale.
Salgo come un imbecille cercando di non far cadere niente e una volta scalata quella rampa interminabile di scale –d’accordo non saranno più di 10 gradini, ma l'equilibrio non è mai stato il mio forte- tiro un sospiro di sollievo.
Apro con il gomito la porta della camera di Dom e lo trovo nella stessa e identica posizione in cui l’ho lasciato.
“Ehi moribondo. Come stai?”
“Hum”
Davvero una gran bella risposta.
“Ti ho portato un po’ di the, dai sollevati così lo bevi prima che si raffredda”
“Non ce la faccio a sollevarmi” si lamenta, peggio di un bambino capriccioso.
“Vuoi vedere che ce la fai?” lo sfido.
“Hum”
“Ti odio quando fai quel verso!” Gli dico mentre mi sporgo verso di lui. Le mie labbra toccano le sue e poco dopo anche le nostre lingue si incontrano,al diavolo la febbre o qualsiasi cosa abbia. Però devo ammettere che caldo lo è sul serio. Mi sollevo leggermente e noto con piacere che si solleva anche lui. Quando ormai è quasi seduto mi stacco improvvisamente.
“Vedi che riesci a sollevarti?”
“Stronzo” mi apostrofa ridacchiando.
Gli passo il the “Dai bevi, ti aiuterà per la gola”
“Sicuro?”
“Guarda che tra i due chi canta da anni sono io. Qualcosa l’avrò pure imparato, no?”
“Giusto, giusto…” annuisci mentre soffi leggermente sulla bevanda e ne prendi alcuni piccoli sorsi.
“Poi misurati la febbre, perché un po’ scotti davvero”
“Va bene, mamma”
“Dai, che dopo guardiamo un film insieme. Prima però ti fai una doccia così ti senti meglio, d’accordo?”
“Tu sei pazzo Matt!” mi urla quasi addosso “Tremo come una fogliolina appena metto un dito fuori dalle coperte e tu mi vuoi trascinare in bagno!?”
“Fogliolina eh… quanta grazia e raffinatezza oggi!” lo prendo in giro, al che lui annuisce divertito
“Forza, misurati la febbre” gli dico mentre mi alzo per andare a recuperare il mio telefono; credo che sia opportuno mandare un messaggio a Chirs e riferirgli che Dominic sta male – se non diamo segni di vita è capace di ucciderci sul serio.
Scrivo velocemente un messaggio raccontando a molto sinteticamente i fatti essenziali e poi butto di nuovo il telefono sul comodino della mia stanza.
“Matt!” Sento la voce nasale di Dom che mi chiamarmi.
“Allora?” chiedo rientrando nella sua stanza.
“Trentotto e mezzo. Matt, ho paura. Se sale, se non si abbassa?”
Per tutta risposta apro il primo cassetto del comodino e gli lancio ( molto poco delicatamente, va riconosciuto) una scatolina di cartone addosso.
“Tieni sempre un pacco di aspirine nel comodino e non te ne ricordi mai. Mandane giù un paio e vedi che tra una decina di minuti strarai già meglio”
Guarda per un paio di secondi la scatola, poi la apre, prende un paio di compresse e le manda giù con lunghi sorsi di the.
“Staresti sdraiato un po’ con me? Ho bisogno di coccole”
“Non è che vuoi mischiarmi la febbre? Guarda che non ho nessuna intenzione di passare il Natale malato, ci siamo capiti? E smettila di guardarmi con quell’aria da cucciolo bastonato!”
Niente, continua imperterrito a mantenere il broncio.
“D’accordo!”
Rispondo scivolando sotto le coperte accanto a lui che mi si fionda addosso stringendomi in un abbraccio.
“Ti amo Matt, grazie” Mi sussurra all’orecchio.
“Ti amo anche io” rispondo circondandolo a mia volta con un braccio. E' incredibile quanto sia felice in questo momento. Non mi capitava da molto, moltissimo tempo. Niente più ansie, niente più sensi di colpa, niente più stress. Solamente feste, calore e amore. Merda, ma tra un paio di giorni è Natale! E non ho ancora organizzato neinte... Dom deve assolutamente aiutarmi. 
“Vedi di rimetterti subito, che dobbiamo ancora organizzare il pranzo di Natale” lo informo, dando voce ai miei pensieri.
“Ehi, quello bravo a cucinare e organizzare sei tu!”
“Non ci provare nemmeno. Mi aiuterai.” Lo minaccio.
“Uff. Almeno ci ho provato” Sorride
“A proposito, mi spieghi quando ti sei ammalato? Voglio dire, stamattina prima che uscissi eri in gran forma e non ho impiegato più di due ore per fare la spesa, eppure quando sono tornato eri morente..”
“Ma che ne so! Ho iniziato a respirare sempre peggio, nel senso, mi sembrava che avessi un peso sul petto, non so come spiegarti… capisci?” Si interrompe e mi guarda, per assicurarsi che abbia capito
Annuisco, quindi continua “E poi quando mi sono alzato sembrava che la mia testa stesse esplodendo..Non lo so davvero.”
“Mah. Sei sempre più un mistero, sai?” Gli dico, dandogli un bacio sulla tempia e lasciando che si accoccoli sul mio petto.



 



 

Chi non muore si rivede eh? A quanto pare si.
Dunque, colgo l'occasione per fare (ovviamente in ritardo) gli auguri ad un certo batterista di nostra conoscenza :]
Questo capitolo è un po' demeziale, lo ammetto, però mi ha fatto sorridere scriverlo, quindi spero abbia fatto sorridere anche voi, almeno un pochino.
Spero di aggiornare presto.
Passatevela bene, mi raccomando! ;)
See you soon
XxX

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Muse / Vai alla pagina dell'autore: BJgirl