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Autore: LuceBre    08/12/2013    2 recensioni
Devo andare a fare la spesa. Mi è venuta voglia di fare il pasticcio. Pane, affettato, pasta, cioccolata, latte, taralli, macinato, passata, sfoglia.
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Si tratta di un monologo interiore diretto, o almeno ho provato a crearne uno. Si tratta di un esperimento.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Devo andare a fare la spesa.


Oggi devo andare a fare la spesa. Pane, affettato, pasta, cioccolata, latte. Il latte mi serve per colazione. Sono come i bambini. Ho 24 anni e faccio colazione come i bimbi. Chi l'avrebbe mai detto? Io no di sicuro. Non mi dico mai niente. O almeno non indovino mai niente di me. Come quella volta che ho preso quel libro. Ho odiato quel libro. Una storia patetica. Bianca come il latte, rossa come il sangue. Tutti mi dicevano: “Leggilo che è bello.” Sì, come no. Penso di non essermi mai annoiata così tanto. Anzi, c'è stata un'altra volta. Quando andavo a fare la spesa con mia mamma era una noia. Si fermava a parlare con tutti, un tutti che io non conoscevo, e non mi faceva mai prendere niente. Stronza. Ti odiavo perché non mi prendevi mai il Duplo. Poi ho smesso. Ho smesso di mangiarlo e l'ho sostituito con i Tronky. Quellì sì che sono buoni. Grazie Carlo per potarmene uno tutte le volte che non sono dell'umore adatto. Sono fortunata ad avere un fidanzato come lui. Mi fa stare bene e mi conosce. E mi porta sempre i Tronky. Parlando di cibo mi è venuta fame. Devo andare a fare la spesa adesso. Prendere i taralli. Quelli all'olio non al finocchio. Non mi piace il finocchio e non mi piace soprattutto quando la zia ne mette a quintali nel suo pasticcio. Penso sia l'unica che lo usa per fare le lasagne. L'ho sempre detto che è fuori di testa. Me la vedo ancora girare a casa scalza con un fiore tra i capelli mentre lo faceva. Fuori, completamente fuori. La mamma mi raccontava che la zia a sedici anni è andata a lavorare perché era stufa di studiare. Era stufa di quell'ambiente che lei riteneva ostile. Voleva essere grande. Io a sedici anni stavo con Alessio. È una vita che non lo vedo. Mi manca quasi. Magari dopo guardo se ho ancora il suo numero sul telefono. Ma dove l'ho messo? Non trovo mai niente. Questa casa è un buco, il mio buco, ed io continuo a perdere di tutto. Non ho mai avuto una grande memoria. Per questo devo ricordarmi di andare a fare la spesa. Pane, affettato, pasta, cioccolata, latte, taralli. Ad Alessio piacevano i taralli. Devo chiamarlo. Devo assolutamente chiamarlo. Mi manca. Alla fine era una brava persona. E adesso siamo diventati grandi e ragionevoli. E se non sbaglio ieri ha compiuto gli anni. Devo anche comprare un regalo per Giulia. Due anni di puro terrore. Mio terrore. Distrugge tutto. E mi fa paura. Volevo prenderle quella giraffa verde e grande che avevo visto, ma se gliela regalo oggi, domani non esiste già più. Io non so cosa è successo quella sera mentre mia sorella si dava da fare. Quella bambina è un mostro. Avrà preso sicuramente da Matteo. Io e Serena non eravamo così da piccole. Eravamo brave. E brava era la mamma col suo pasticcio. Non come la zia. Devo andare a fare la spesa. Mi è venuta voglia di fare il pasticcio. Pane, affettato, pasta, cioccolata, latte, taralli, macinato, passata, sfoglia. La besciamella non mi piace. Mi si brucia sempre. Allora non la metto.

   
 
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