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Autore: Lily_and_the_Marauders    08/12/2013    4 recensioni
SLASH! Larry Stylinson.
Un piccolo regalo di Natale anticipato, enjoy!
Dal testo: «Allora» esordì Harry dopo aver acceso la candelina, «prima che la cera coli, soffia ed esprimi un desiderio». Louis lo vide sorridere come un bambino di fronte a quella scena e si rese conto di quanto Harry fosse ancora piccino per certi versi.
Chiudendo gli occhi, solo un desiderio gli invase la mente e concentrò tutte le sue forze su quello. Poi soffiò.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Lily_and_the_Marauders
Titolo: Promise Ring.
Fandom: One Direction.
Pairing: Louis Tomlinson x Harry Styles, accenni alla coppia Zayn x Perrie.
Rating: Verde.
Avvertenze: >>> Slash! <<< One-shot ad alto contenuto di fluffosità.
Desclaimer: Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro ma per puro svago. Tutto è puramente inventato da me e, ahimè, nessuna delle persone presenti in questa OS mi appartiene.
 
Note autrice: Beh, che dire? Volevo scrivere una cosuccia natalizia e ultimamente ho tanti di quei feels Larry che non ho saputo resistere e, niente, that’s all.
Buona lettura e, vi giuro, non mi lamenterò se, nello spirito del natale, decideste di lasciarmi qualche recensione lol
Larry Christmas a tutti c:

 


Promise Ring.
 
 
Il vento gelido di dicembre che penetrava attraverso lo spiraglio della porta era particolarmente fastidioso. Si insinuava tra le pieghe delle coperte e, sfidando ogni ostacolo, riusciva a pungergli la schiena nuda. Se avesse avuto un minimo di forza nelle braccia di sicuro si sarebbe spostato di lì ma era ancora troppo insonnolito per muoversi consciamente, gli pareva di essersi addormentano neanche tre ore prima. Perchè diamine Harry aveva lasciato la dannata porta aperta, poi?
Louis aprì un occhio controvoglia e si ritrovò nella penombra.
La sola luce proveniva dal triste lampione in strada. Fuori era buio. Che razza di ore erano, allora? Il ragazzo - con non poca fatica - allungò la mano verso il comodino per afferrare il cellulare. Gli ci volle un po' per mettere a fuoco i numeri sul display ma quando riuscì ad assimilare l'orario strabuzzò gli occhi: perchè era sveglio alle tre del mattino? E, in particolare, perchè era sveglio alle tre del mattino il giorno del suo compleanno senza Harry accanto? Louis sbuffò, tutte a lui capitavano le stranezze. Non aveva la forza - né mentale, né fisica - di alzarsi così si rituffò tra i cuscini. Probabilmente Harry era solo andato in bagno. Però, quando un quarto d'ora dopo Harry non riapparve, Louis decise di alzarsi, preoccupato.
Preso da una sensazione orribile, si precipitò in bagno, magari era svenuto o chissà cosa. Fortunatamente - per il cuore di Louis che minacciava di scoppiare - non era lì, morto nella vasca. Perchè gli venivano in mente immagini così inquietanti?
Quando poi lo trovò addormentato in salotto ebbe l'impulso di picchiarlo o di ucciderlo lui stesso. Accidenti, gli aveva fatto prendere un colpo. Si trattenne per un solo motivo: Harry si era addormentato stringendo l'orsacchiotto che per Natale avrebbero dovuto regalare a Lux ed era così buffo e dolce che non ebbe il coraggio di vendicarsi. Notò che il pavimento era cosparso di pacchi e pacchetti, probabilmente stava finendo di svolgere il suo compito da Elfo di Babbo Natale. Effettivamente, Louis si ricordò che poche ore prima che andasse a letto, Harry l'aveva avvertito che sarebbe rimasto ad impacchettare i regali rimasti. Si diede dello stupido per non averci pensato prima.
Se il più piccolo - per modo di dire, infatti - fosse stato più basso ed esile, forse avrebbe potuto anche prenderlo in braccio e portarlo in camera senza svegliarlo ma, dato che era più alto di lui di circa una spanna, a Louis non restò altro che avvicinarsi, sfilargli l'orso dalle braccia e posargli un bacio leggero sulla tempia. «Harry» lo chiamò quando l'altro non diede segno di voler aprire gli occhi. «Harry, ti sei addormentato sul divano, devi alzarti, è tardi. Dobbiamo andare a letto» gli parlò cautamente e quello, mugugnando, obbedì. In una sorta di trance, Harry si rimise in piedi. «Dobbiamo mettere la panna sui cupcakes, Boo» borbottò. Louis rise piano, Harry diceva sempre cose senza senso quando si trovava tra il sonno e la veglia. Senza farlo inciampare, lo condusse in camera e lo stese sul letto. Gli sdraiò accanto e, una volta coperti dal piumone, Harry si spostò automaticamente verso di lui, abbracciandolo. «La panna, Boo» ripeté. Louis ridacchiò, «Sì, Harry, la panna. Ce la mettiamo domani, promesso. Ora dormi.» 
 
~
 
Louis si risvegliò sei ore dopo ritrovandosi ancora accoccolato ad Harry. Sorrise perchè non gli era capitato spesso, in quel periodo, di svegliarsi serenamente accanto a lui.
«Buongiorno» gli sussurrò Harry all'orecchio facendolo rabbrividire.
«Buongiorno a te, sunshine. 'Sta notte mi hai fatto impazzire e non nel modo in cui avevo sperato» aggiunse poi con una nota maliziosa.
Harry ridacchiò. «Ho solo una vago ricordo ma mi dispiace.»
«Tranquillo» fece Louis voltando il viso verso Harry. «Ci rifaremo».
Harry sorrise e gli baciò la punta del naso. «Buon compleanno».
«Grazie» rispose Louis sorridendo sulle labbra di Harry mentre lo baciava.
Rimasero lì, stesi sul letto, per un po'. Volevano godersi ogni secondo perchè negli ultimi mesi avevano passato molto più tempo separati che insieme. Il lavoro era stressante e li costringeva a stare distanti nonostante si trovassero sempre sotto lo tesso tetto. Se non fosse stato per gli altri ragazzi, Louis avrebbe mollato tutto pur di stare con Harry. Le domande della stampa si facevano sempre più imbarazzanti e inappropriate specialmente per il più piccolo perciò, se avevano l'occasione di stare insieme senza sentirsi osservati, ne approfittavano.
Fu Harry il primo ad alzarsi. «Dai, andiamo di là» lo invitò, tendendogli una mano che Louis non esitò ad afferrare.
«Ta-daaaa!» esclamò il riccio appena varcata la soglia della cucina. Sul tavolo c'era un piatto pieno di uova alla Benedict - le preferite di Louis - e bacon, un succo d'arancia e un'adorabile cupcake con una candelina. Avvicinandosi, Louis notò che Harry l'aveva decorato scrivendoci sopra “22” con la glassa.
Il cuore di Louis fece una capriola felice. «Oh, Harry, non dovevi...»
Harry si strinse nelle spalle e sorrise. «Volevo. Era da troppo che non facevo una cosa del genere per te e questa mi sembrava una buona occasione per rimediare» spiegò. Louis lo guardò come si guarda l'amore della propria vita perchè, a conti fatti, Harry era proprio questo per lui da ben tre anni. Era l'amore della sua vita e se ne rendeva conto sempre di più ogni giorno, specialmente in momenti come quello.
«Ti ringrazio, babe» mormorò prima di baciarlo. Harry gli diede un buffetto sulla guancia e rispose al bacio.
«Mangiamo?» propose poi Louis, quando ebbe ripreso fiato.
Harry annuì e si sedettero insieme. Mentre Louis divorava le sue uova, Harry optò per dei cornflakes. Lasciarono il dolcetto per la fine.
«Allora» esordì Harry dopo aver acceso la candelina, «prima che la cera coli, soffia ed esprimi un desiderio». Louis lo vide sorridere come un bambino di fronte a quella scena e si rese conto di quanto Harry fosse ancora piccino per certi versi.
Chiudendo gli occhi, solo un desiderio gli invase la mente e concentrò tutte le sue forze su quello. Poi soffiò.
 

 
25 Dicembre 2013, 11:30 a.m.
 
«Buon Natale!» urlò Niall quando Louis gli andò ad aprire la porta.
«Per l'amor di Dio, perchè devi urlare così?» lo rimproverò Louis.
Harry, nell'altra stanza, alzò gli occhi al cielo sorridendo.
«Gesù, Louis, non smontare il mio spirito natalizio!» e detto questo, il biondino abbracciò Louis fino quasi a farlo barcollare. L'altro rispose all'abbraccio con altrettanto entusiasmo perchè quello era Niall e, per quanto rumoroso e fastidioso, non poteva odiarlo.
«Ci volete lasciare qui, o...?» chiese una voce fuori dalla porta.
I due si staccarono permettendo a Zayn, Liam e Perrie di entrare. Louis abbracciò i due amici e diede un bacio sulla guancia a Perrie che gli scompigliò i capelli affettuosamente.
«Uh, che profumino!» esclamò Niall.
«Se tocchi anche solo una patata al forno prima che inizi il pranzo, ti taglio le mani» lo avvertì Harry mentre entrava nella stanza per salutare tutti.
«Okay, okay» borbottò Niall, risentito.
«Le ragazze passano dopo a fare un saluto, se riescono» li informò Perrie. Louis annuì e Harry sorrise. «Anche Lou, Tom e la bambina verranno dopo pranzo insieme a Robin e mamma, credo. Gemma dovrebbe essere qui a minuti» spiegò il riccio.
«Beh, allora metto i regali sotto l'albero, intanto»  disse la ragazza - le cui punte dei capelli biondi erano state eccezionalmente tinte di rosso per l'evento -, e si diresse verso il salotto per posizionare i pacchetti.
Circa mezz'ora dopo suonarono al campanello e l'altra Styles fece il suo ingresso. «Scusate il ritardo, ho dovuto lasciare i bagagli in Hotel e c'era una coda assurda sull'autostrada per via della neve. Comunque, Londra è bellissima tutta addobbata» spiegò tutto d'un fiato Gemma mentre si catapultava ad abbracciare il fratello.
«È bello rivederti, scricciolo» gli disse, pizzicandogli la guancia per infastidirlo.
«Idem, nana» la salutò lui schioccandole un bacio tra i capelli.
«Siete tremendamente dolci, voi due» commentò Niall, sorridendo. Louis si schiarì la voce e Gemma sorrise. «Scusa, Lou, affetto tra fratelli. Ora è tutto tuo, promesso.»
Louis le sorrise «Che hai capito? Io sono geloso di te, non di lui!» scherzò andandola poi a salutare con un abbraccio stritola-costole. Con calma, Gemma salutò anche gli altri e poi si buttò a capofitto in una conversazione sulle tinte per capelli insieme a Perrie.
Louis amava il Natale per questo motivo. Era un giorno speciale per riunirsi ed essere felici, prendere una boccata d'aria. Era uno dei primi veri giorni di libertà che avevano, quello, dopo la fine del Take Me Home Tour.
«Hey» lo richiamò Harry sedendosi sul divano accanto a lui.
«Hey» rispose l'altro, sorridendogli. «Tutto okay?»
Harry annuì. «È come essere ritornati a respirare, non credi?» gli domandò mentre faceva scorrere lo sguardo sulle persone che popolavano la stanza. Parlavano rilassati, per una volta, senza sentire quel senso di oppressione dovuto dalla costante presenza delle telecamere. Louis annuì alla domanda di Harry. «Ci volevano un paio di giorni così» confermò. Harry gli posò un bacio sulla tempia e Louis, istintivamente, chiuse gli occhi respirando un po' più a fondo. Il momento di tenerezza venne interrotto dal trillo del timer del forno che solo l'orecchio esperto di Harry parve sentire.
Con l'arrivo del pollo - «Oh, finalmente si mangia!» - cucinato da Harry sotto l'occhio vigile di sua madre che quella mattina presto era venuta per aiutarlo, tutti si spostarono verso la tavola e si abbuffarono fino a quasi scoppiare.
«Harry, so che c'è lo zampino della mamma, ma bravo lo stesso» gli disse Gemma, scherzando. Harry le lanciò addosso un tovagliolo.
«È Ashton» li avvertì Liam quando il suo telefono vibrò sul tavolino, segno che era appena arrivato un messaggio. «Dice che vi salutano tutti e vi augurano un Buon Natale» li informò rispondendo poi al messaggio.
«Dovrebbero tornare a Londra per Capodanno...» disse Gemma. Harry le lanciò un'occhiata obliqua e lei alzò le spalle come per giustificare la cosa. Sua sorella era molto legata ai quattro australiani - ad Ashton in particolare - e stavano girando alcuni rumors in quel periodo... L'istinto fraterno di Harry gli consigliava di entrare in modalità “protettivo”, in quei momenti.
Per cambiare discorso, Gemma propose di giocare a scarabeo mentre aspettavano l'arrivo degli altri.
«Che razza di parola è “crag*”, Niall?» chiese ad un certo punto Zayn, sospettoso.
«Esiste!» si difese subito l'irlandese, «è l'equivalente di “roccia” in celtico» spiegò.
Tutti scoppiarono a ridere.
«Guardate che è vero!» esclamò lui, offeso.
«Anche se fosse - e sto rivalutando l'opzione “Niall è nato da una coppia di Lepricani” - non possiamo tenerla» gli disse Zayn.
«Povero, dai, sta perdendo...» lo difese Perrie ridacchiando. Zayn le lanciò uno sguardo da “dovresti essere dalla mia parte, tu” ma poi sbuffò e lasciò cadere il discorso. Discutere con Niall durante un gioco era impossibile. Il biondo gli fece la linguaccia e guardò Perrie con riconoscenza.
«Comunque» fece poi Louis con aria altezzosa, «Tomlinson vi batte tutti con “australopiteco” e regna su di voi» annunciò, posizionando fieramente le sue tasselline e guadagnandosi un'occhiataccia da tutti.
«Tu bari, Tommo» lo accusò Zayn.
«No, la verità è che non volete ammettere che sono nettamente più bravo di voi in questo gioco».
«Figurati, potrei batterti ad occhi chiusi, se volessi» ribatté Zayn, ridendo.
«Okay, va bene, basta così» li fermò Liam, «o si farà male qualcuno».
Nessuno fece in tempo a replicare perchè il campanello suonò di nuovo.
Harry si alzò di scatto correndo alla porta.
«Buonnata'e!» lo investì la voce squillante di Lux che gli si tuffò praticamente tra le braccia.
Harry le stampò un bacio in fronte «Buon Natale anche a te, piccola.»
Salutò Lou e suo marito invitandoli a seguirlo fino al salone. La piccola Lux si fece scappare un “oh” di ammirazione alla vista della gran quantità di regali sotto l'albero.
Tutti la salutarono riempiendola di baci ma lei parve essere interessata solo al grande pacco con la carta colorata che troneggiava su tutti gli altri pacchettini.
«Non riceverai la sua attenzione fin quando non glielo darai» disse allora Louise ad Harry.
Lui annuì e prese per mano la bambina per accompagnarla accanto all'albero. «Indovina? Il tuo è quello più grande» le disse inginocchiandosi così da averla di fronte. «Corri a prenderlo!»
Lux lo guardò con tanto d'occhi e poi, saltellando, corse ad afferrare il grande regalo che la aspettava.
Iniziò a scartarlo con l'aiuto di Harry e, alla fine, ne tirò fuori un morbidissimo e grande orso.
«Oh, è bellissimo!» esclamò, estasiata. Abbracciò l'orso e poi guardò Harry. «'azie» gli disse con gli occhi che le luccicavano dalla gioia. Harry la prese in braccio e la abbracciò. «Tutto per la mia bambina preferita». Quando la lasciò andare, Lux si precipitò a ringraziare anche Louis che la strinse a sé con lo stesso affetto di Harry. Poi, ordinatamente, aprì anche i regali che le avevano portato gli altri e, alla fine, toccò ai ‘grandi’ scambiarsi i propri.
Verso sera, più tardi del previsto, arrivò anche la madre di Harry - i parenti di Louis li sarebbero andati a trovare la mattina dopo, a Doncaster - e, a sorpresa, anche Ed si presentò giusto in tempo per la cena.
Alla fine, tutti lasciarono l'appartamento di Harry e Louis a mezzanotte passata.
«Sto per morire» si lamentò Harry buttandosi sul divano, stremato.
«Prima che tu muoia devo darti il mio regalo» scherzò Louis.
«Boo, avevamo detto niente regali!» lo rimproverò lui.
Louis sbuffò, «Dai, alzati, scemo».
Harry lo raggiunse accanto all'albero ma il suo regalo non era lì. Louis tirò fuori il pacchetto dalla tasca della felpa che l'aveva ospitato tutto il giorno, in attesa.
Titubante, Harry lo prese. Era molto piccolo, sembrava una scatola di... «Non allarmarti!» esclamò Louis non appena Harry strappò la carta. «Non è un vero anello, Harry. O almeno non uno come lo intendi tu.»
Harry non potè dire se era sollevato e leggermente deluso, una parte di lui voleva che fosse quel tipo di anello ma sapeva che, in quel momento, sarebbe stato impossibile.
«È un anello-promessa» lo informò Louis.
Harry annuì e aprì la scatolina. Conteneva un semplice anello d'argento che si sarebbe confuso tra quelli che già portava ma che, sapeva, era decisamente di un valore affettivo maggiore.
Louis continuò: «Con questo anello, Harry, voglio prometterti fedeltà e amore. Nei periodi che verranno, se saranno come quello che abbiamo passato, dove tutto viene completamente messo in crisi, devi sapere che io ti amo, okay? Devi costantemente ricordare che non c'è persona più importante di te nella mia vita e che, se potessi, manderei al diavolo tutto pur di essere finalmente felice con te anche alla luce del giorno. Ma non posso, non possiamo, non ora. È per questo che ti do questo anello, affinché tu sappia che, anche nei momenti peggiori, io ci sarò sempre in qualche modo. Sarò sempre tuo e ti amerò sempre, accada quel che accada. Intesi?»
Ad Harry tremavano le mani e quando alzò il viso dall'anello, Louis notò che due o tre lacrime gli erano scese a bagnargli le guance così alzò una mano per asciugargli le lacrime e lo baciò, dolcemente. «Grazie, Lou» disse Harry con voce rotta. Si tolse tutti gli anelli che aveva per infilarsi quello di Louis, la sua promessa sarebbe rimasta lì. «Ti amo» farfugliò poi sorridendo.  
Louis lo strinse a lui con un abbraccio. «Hai presente il desiderio che mi hai detto di esprimere ieri per il mio compleanno?»
Harry annuì, sciogliendo l’abbraccio per guardarlo negli occhi.
«In realtà non ho chiesto nulla. Ho già tutto quello che desidero proprio davanti a me.»
Harry sorrise, se possibile, ancora più di prima e alla fine lo baciò, di nuovo.
«Buon Natale » gli disse Louis, quando si separarono.
«Buon Natale anche a te, Boo».




*Più che celtico è un termine che le popolazioni Germaniche portarono in Inghilterra al momento della conquista. Un termine del cosiddetto 'old english' parlato dai Celti dopo l'arrivo, appunto, dei popoli Germanici. Significa realmente 'roccia'. Ho preferito dare i 'diritti' del termine ai Celti per via di Niall e la sua amata Irlanda, una pura questione di trama.

 
   
 
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