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Autore: HOPE87    08/12/2013    2 recensioni
Un cielo pieno di stelle... e la consapevolezza di non appartenere a nessuna di esse. Quanto luminosa può essere la strada di chi sa di dover brancolare nel buio totale?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Mu, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Virgo Shaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Missing pieces

 

 

 

 

 

 

 

Il sole d’Atene oggi è cocente. O forse è solo il mio continuo andirivieni che mi sta facendo sudare in modo tanto osceno. Sarà almeno la quinta volta che percorro i gradini che conducono dalla quinta alla sesta casa. Avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro.
Ad un certo punto mi sono pure seduta su uno di essi, essendo tanto psicolabile da contarli tutti e scegliere esattamente quello centrale, incrociando gambe e braccia e mettendomi a contemplare il cielo alla ricerca di un’illuminazione. Che ovviamente non è mai arrivata.
Ieri Mu è uscito dalla casa del toro nel momento esatto in cui io tentavo di non morire soffocata e ripassavo la sigaretta a Milo. Non ha torto un solo capello a quest’ultimo, ma il modo in cui Milo è sbiancato, inventandosi di sana pianta di essersi ricordato improvvisamente di un impegno, deve averglielo fatto veramente temere. Chissà quali terribili minacce gli ha fatto telepaticamente, il tanto pacato e gentile cavaliere di Aries.
Mi sono precipitata da lui subito, seguendolo alla prima, mentre Shaka faceva ritorno alla sua casa, senza voltarsi a guardarci.
Una volta dentro mi sono trovata costretta a pedinarlo, cercando allo stesso tempo allo stare attenta a non mettergli troppa pressione ond’evitare altri spiacevoli fraintendimenti. Ma ero curiosa. L’ansia non era scomparsa e non credevo affatto che i due si fossero messi a giocar a sasso, carta, forbici per decidere chi dovesse sorbirmi per tutto quel tempo.
Ho provato a sondare il terreno partendo mooooolto alla larga, chiedendogli di non esser troppo duro con Milo, considerando che l’avessi quasi praticamente costretto a cedermi quella robaccia. Lui allora mi ha chiesto di cosa stessi parlando ed io per un attimo ho davvero creduto di essermi sbagliata, se non che Mu, in realtà, mi stava solamente mettendo alla prova, dicendomi poi che difficilmente si sarebbe avvicinato a me, sentendomi quello sgradevole odore addosso. Io allora gli ho promesso solennemente che si era trattata solo di curiosità e che non sarebbe accaduto più, soprattutto perché stavo per lasciarci le penne.
Tutto questo mentre lui non mi guardava. Aggirandosi per la prima casa a recuperare pezzi di armatura di vari cloth lasciati da diversi cavalieri, alcuni dei quali non erano dorati, ragion per cui ho immaginato dovessero essere dei bronzes. Finchè non mi è capitato l’elmo di Death Mask tra le mani, che lui, per pura combinazione – avendolo osservato – stava cercando. Gliel’ho allungato sotto al naso, sottraendoglielo di nuovo poco prima che lo afferrasse, costringendolo a guardarmi. E l’ha fatto a lungo, sostenendo il mio sguardo, che cercava di comprendere il suo, avvolto in quell’ermetismo che sempre lo ha contraddistinto, in silenzio.
Poi se n’è accorto, deviando così l’attenzione da sé. Avevo ancora gli occhi rossi per la sbraitata con Milo e lui, manifestando un accenno di sincera preoccupazione su quel bel volto imperturbabile, mi ha chiesto cosa fosse successo.
Gli ho detto la verità, omettendo i dettagli, spiegandogli che avevamo discusso e che ci ero rimasta male per come mi aveva trattata, vedendo subito un lampo scuro passare negli occhi chiari di Mu, che ho provveduto a spegnere chiedendogli di non interferire, poiché gli stavo raccontando la cosa solo per non dar modo a nessun fraintendimento d’insinuarsi tra noi, ma che me la sarei cavata benissimo da sola.
Dopodichè è toccato a me chiedergli cosa fosse successo. Lui ha deviato di nuovo lo sguardo. Facendomi incazzare e inquietare allo stesso tempo. Nonché sospirare profondamente, vedendolo allontanarsi, in direzione, questa volta, del bagno.
L’ho seguito, approfittandone per guardare il mio riflesso allo specchio e reprimere un moto d’orrore, mentre lui scompariva nel vano doccia.
Gli ho detto della mia intenzione di parlare con Shaka per chiarire una volta e per tutte il nostro rapporto – o quello che ne era rimasto – avvertendo il cosmo di aries incrinarsi pericolosamente.
L’ho raggiunto al vano doccia, spalancandovi la porta e trovandolo con la fronte appoggiata al muro, di spalle, con un getto d’acqua apparentemente bollente a scorrergli sul corpo.
Non ho saputo che fare.
Poi si è girato, prendendo a guardarmi con quello sguardo tipico dei momenti in cui si parla di Shaka. Mi addolorava vederlo così, sebbene poco dopo lui si sia girato, avvicinandosi a me, continuando a stare nel vano doccia mentre io continuavo a restarne fuori. Mi ha chiesto cos’avessi intenzione di dirgli. O meglio, il senso che ne ho tratto è stato quello. La sua è stata più una domanda camuffata, ma la mia risposta non ha tardato ad arrivare.
Gli ho detto che, al di là di dirgli di non permettersi più di superare certi limiti, gli avrei chiesto, secondo lui, che senso avesse quello che mi era successo immediatamente dopo. Che dovevo farlo. Anche se l’espressione di Mu era mutata di nuovo, in un modo che oserei definire preoccupato.
E’ passato un po’ prima che annuisse, senza spiccicare parola, passandosi una mano sul volto per allontanare delle gocce d’acqua che evidentemente lo stavano infastidendo, finchè il suo sguardo non si è posato di nuovo su di me… trasmettendomi i brividi.
Mi ha ricordato cosa gli avessi chiesto quella mattina, facendomi vistosamente arrossire. Avevo voglia di raggiungerlo nel vano doccia, ma desideravo molto di più cancellargli quell’espressione pensierosa ed enigmatica dalla faccia. Ho provato a dirglielo, ma lui ha chiuso la mia bocca con la sua, trascinandomi con sé con addosso ancora tutti i vestiti, richiudendo la porta del vano doccia, che stava disperdendo calore.
Adesso mi ritrovo a dover andare da Virgo, completamente indecisa sul cosa dirgli. O meglio, da dove iniziare.
Sospiro profondamente, decidendomi finalmente ad alzarmi e raggiungere a grosse falcate la casa della vergine.

Non so se ho fatto bene ad entrare qui… ma d’altronde è da qui che proviene il suo cosmo… ed io voglio parlargli… quindi…
Deglutisco sonoramente, avanzando nello Sharasojo… la sua figura è al centro dei due alberi gemelli… un leggero vento gli scompiglia appena i capelli… è nella classica posizione del loto… ed i suoi occhi sono chiusi, ermeticamente.
Non li riapre neanche quando mi ci avvicino, nonostante abbia reso nota la mia presenza… e il mio cuore stia martellandomi nel petto incessantemente.
M’innervosisce questa situazione. Da morire.
     - Non dovresti essere qui. - .
Riapro
gli occhi di scatto – precedentemente chiusi, lasciandomi cullare dalla tranquillità del posto – e vado a poggiarli nuovamente sulla sua figura, che non si è mossa di una virgola.
     - Mu sa, che sono qui. - .
La
mia risposta non sembra sortirgli alcun effetto… e il silenzio ritorna a impadronirsi di quell’incantevole posto.
     - Shaka, io… - .
Io
, cosa?
Richiudo gli occhi per disperazione, sentendomi completamente fuori luogo… avvertendo quelle dannatissime lacrime raggiungermi nuovamente gli occhi. Perché mi sento sempre alla completa mercè delle mie sensazioni quando sono con lui, perché?
Ad
un certo punto mi viene in mente che potrei comunicare con lui in tutt’altro modo… non ci riesco, verbalmente. Così gli apro la mia mente, lasciando che tutto ciò che penso, che provo e che desidero possa essere letto da lui così com’è, senza alcun filtro… ma il suo sguardo, improvvisamente, s’indurisce…
     - Smettila, Reiko. – mi ordina perentorio, facendomi rialzare di botto le barriere mentali… lasciandomi completamente interdetta. – Tu non dovresti essere qui. – mi dice ancora una volta. E questa volta… giurerei di aver avvertito la sua voce incrinarsi lievemente. Ma a giudicare dal cipiglio severo che ha su ancora, devo essermelo sicuramente immaginato…
     - Sono una lurida stronza egoista. E che questo posto sacro possa perdonare le mie parole fuori luogo… ma… - mi mordo un labbro, mentre lui rimane completamente immobile, per niente scalfito. - …temo non possa esserci un futuro in cui riesca a dirti tutto questo, Shaka. Non vi sono parole sufficientemente adatte ad esprimere ciò che vorrei realmente comunicarti, che vorrei tu capissi… e tutto quello che è successo tra di noi non aiuta. So solo che… mi dispiace… - dico, mentre le prime lacrime cominciano a solcarmi il volto, senza lasciare che la voce subisca delle modifiche. – …Mi dispiace tanto. - .
Una
folata di vento attraversa i nostri corpi, muovendo le foglie degli alberi sacri, dalle cui chiome alcune foglie si staccano, andando a creare una danza, tutt’attorno a noi.
     - So che quanto ti sto dicendo può farti male più di quanto non te ne abbia già fatto… così come so che potresti odiarmi, arrivando a maledirmi per quello che forse faresti a meno di sentirti dire… ma la guerra si avvicina, e… - . Traggo un profondo respiro, lasciando andare le parole tanto temute. – Anche se non ti amo come tu vorresti… non significa che tu per me non sia importante. E non immagini quanto… - dico tutto in una volta, voltandomi appena per scacciare una lacrima adagiatasi troppo a lungo sulla mia guancia. – Te ne prego… resta vivo. - .
Gli
volto le spalle e me ne vado, sentendo i passi farsi sempre più pesanti man mano che mi allontano dalla figura del cavaliere della vergine che, così come l’ho trovato, non ha accennato a muoversi.


     - Allora? - .
Quasi
sobbalzo nell’avvertire la voce di Milo, così, all’improvviso, che sento il cuore accelerare di botto, calmandosi poi non appena mi rendo conto che si tratta effettivamente di lui.
Vedo i suoi occhi scrutare a lungo i miei, alla ricerca di una risposta che impiega un po’ ad arrivare.
     - Stavo ritornando da Mu… - mi lascio sfuggire mestamente, riprendendo a scendere gli scalini che separano la sesta casa dalla quinta, quando lui scuote la testa.
     - Con quegli occhi lì? – chiede retoricamente, facendo riferimento alle lacrime che ancora li bagnano. – Meglio di no. – mi suggerisce… ed io capisco perfettamente cosa intenda dire.
Sospiro.
     - Che ci fai qui? – gli chiedo, tentando di cambiar discorso, sebbene immagini che la sua presenza sia conseguente alla mia visita alla sesta.
     - Sono passato a trovare Aioria e ti ho vista salire. – giustifica la sua presenza lì, mentre io prendo a dondolarmi su un piede, le mani in tasca, lo sguardo basso. Sono ancora reduce della mega litigata del giorno precedente… non mi va di parlare di Shaka con lui. – Gli hai chiesto… spiegazioni? – azzarda, ed io mi trovo costretta a scuotere la testa negativamente, senza aggiungere nulla. Sospira. – Comunque ci ho pensato, sai? -.
Mi
volto lentamente verso di lui, perplessa, chiedendomi se per caso non mi sia persa un passaggio.
I suoi occhi si fissano su un punto alle mie spalle.
     - A voi tre. – mi risponde allora, continuando a tenere lo sguardo rivolto altrove, mentre la mia mandibola cade.
     - Scusa? - .
     - Ti faccio una domanda così, a freddo:… - . Oh, no… - …Se Mu non ci fosse, tu proveresti a stare con Shaka? - .
OH
, ATHENA.
     - Milo… - .
     - Sì o no? Non ti ho chiesto di articolare alcuna risposta particolare. -.
A
quel punto decido di giocarmi la mia carta.
     - Io credo che tu debba seriamente iniziare a impicciarti degli affari tuoi… - gli dico seria, vedendolo sorridere.
     - Forse. Ma tu non hai risposto alla domanda. - .
Mi
porto entrambe le mani sui fianchi, piazzandomi in faccia un’espressione di disappunto.
     - Vuoi litigare di nuovo? – gli chiedo semplicemente, vedendolo farsi serio.
     - Assolutamente no. Sto solo cercando di… - .
     - Stai solo cercando qualche altro pretesto per puntarmi il dito contro e giudicarmi. - .
A
quel punto la sua espressione si fa grave, conducendosi le mani sul petto e scendendo i pochi gradini che ci separano,  per piazzarmisi davanti.
     - Potessi tornare indietro non rifarei quello che ho fatto, te lo giuro su Athena. - .
Resto
a guardarlo per un periodo di tempo indefinibile. E’ più forte di me. Mi ha fatto troppo male.
Devio lo sguardo dal suo e riprendo a scendere le scale che mi separano dalla mia meta, dribblandolo quasi come non esistesse, intravedendolo sottecchi voltarsi per seguire la mia figura, che ora gli sta dando le spalle.
     - Però così facendo stai evitando te, non me… - .
Mi
blocco di colpo, prendendo a voltarmi lentamente nuovamente verso di lui, scorgendolo osservarmi con un sorriso canzonatorio sul bel volto greco, le braccia incrociate, la postura eretta e sicura, lo sguardo alto.
     - Ma tu che cazzo vuoi? – gli chiedo allora senza mezzi termini, non riuscendo più a comprendere il suo comportamento sfacciato.
     - Ci staresti o no con Shaka? - .
E
’ un attimo. Non faccio nemmeno in tempo a capire che la rabbia che sento ribollirmi dentro mi appartenga solo in parte, che sento i palmi delle mani diventare roventi. Li alzo entrambi contro la mia volontà, vedendo lo sguardo di Milo farsi perplesso e allarmato… assistendo subito dopo ad uno spettacolo raccapricciante.
     - NO!!! – urlo con tutta la voce che ho in corpo, vedendo il corpo del cavaliere di Scorpio dimenarsi tra le fiamme che l’hanno avvolto. Cerco di correre verso di lui, vedendo il fuoco divampare ad ogni passo che faccio verso la sua direzione, costringendomi, così, ad indietreggiare e continuare ad urlare disperata.
Finalmente sopraggiungono Aioria e Shaka, e con quest’ultimo Dohko, contemporaneamente, il primo afferrandomi per le spalle e innalzando il suo cosmo a di difesa – non riesco a capire se perché non abbia compreso la natura del fuoco o il contrario… - e gli altri due utilizzando il loro per aiutare il compagno dell’ottava casa, che non accenna a smettere di dimenarsi per contrastare l’energia che lo sta avvolgendo, finchè Dohko non smette di usare il cosmo di Libra, sfilandosi velocemente il sari che indossa e prendendo a batterlo violentemente su Milo che, per fortuna, dopo un po’ di tempo, sorprendentemente, smette di bruciare.
In tutto quel tempo non mi sono neanche accorta di essermi letteralmente aggrappata alle braccia del cavaliere del leone… e a giudicare dalle striature nerastre che ho lasciato sulle maniche dei suoi abiti… sono stata davvero io, a fare tutto quello.

     - Cosa diamine è successo? – sento chiedere improvvisamente da Shaka. Gli occhi sbarrati, domanda retorica di chi immagina, di chi sa, di chi ha capito, eppur vuole accertarsene.
     - No-… non sono stata io… io… - . La voce rotta, le lacrime che scorrono copiosamente. Come ha osato quella lurida bastarda di una divinità fare questo a Milo? Non riesco a smettere di singhiozzare… così come non riesco a non notare di come le braccia di Aioria non abbiano smesso di tenermi. In modo decisamente diverso, rispetto a prima.
     - Certo che non sei stata tu! – l’esclamazione di Scorpio arriva forte e chiara, mentre il suo corpo si scrolla per liberarsi della cenere che è andata a depositarsi sulla sua schiena, in prossimità delle ustioni che lo ricoprono seppur, sembrerebbe, in maniera per niente grave. Alzo appena lo sguardo verso di lui… vedendo il suo… trionfante? – La gentil signora che ospiti non vuole assolutamente che si tocchi un determinato argomento. Non vuole che ti s’insinui il dubbio. – i suoi occhi si girano esplicitamente verso Shaka, che ha richiuso da un bel pezzo i suoi, mentre Dohko – che non ho la più pallida idea da dove sbuchi fuori – continua ad osservarlo interessato.  – Sapevo non sareste riusciti a parlare di niente, ho preferito confutare personalmente il dubbio sortovi. E’ esattamente come avevate pensato, signori. Adesso ne abbiamo la conferma. -.
… Quello scellerato avrebbe messo alla prova Parvati?
Shaka
è immobile, apparentemente impassibile, davanti a Milo, che ha su ancora l’espressione di prima, mentre mi guarda intensamente e Aioria… non accenna a lasciarmi andare.
     - Lasciala, Cavaliere. – chiede confidenzialmente Libra al cavaliere del Leone, che sembra essersi perso in chissà quali pensieri, allungando una mano per intimarlo a gesti, mentre quest’ultimo – finalmente – mi lascia… ed io arretro di un passo, prima che la mano di Milo mi raggiunga e la sua espressione si faccia grave.
Chiudo gli occhi e scuoto la testa, abbassando quest’ultima e ricacciando indietro altre lacrime che sembra vogliano prendere ancora il sopravvento, mentre nessun altro dei presenti accenna a muoversi o aggiungere altro..
     - Reiko… - pronuncia dolcemente Milo, cercando di attirare la mia attenzione… ma io non ho alcuna intenzione di lasciarmi avvicinare di nuovo.
     - Potevo ucciderti… - biascico, stringendo gli occhi ancor di più e portandomi una mano alla bocca per impedire a un conato di riaffacciarmisi alla bocca.
     - Non l’avresti fat-… - .
     - POTEVO UCCIDERTI! – urlo sconvolta, ignorando la risposta di Milo, voltandomi e prendendo a correre… verso una direzione che non vedo più.

 

**********************************************

     - Che succede ancora?! - .
Quasi
non odo la voce di Aldebaran, preso come sono dal far le scale quattro a quattro, sorpassando la casa del Toro per dirigermi alla quinta. Erano i cosmi di Shaka, Milo, Dohko, Aioria e Parvati quelli intervallatisi poco fa. Non oso immaginare cosa sia accaduto, adesso è quello di Reiko a turbarmi di più. Si sta avvicinando. Devo riuscire a bloccarla prima che riesca a fare ciò che ha già fatto ripetutamente in passato. E stavolta non intendo permetterglielo.
Arrivo alla quarta col cuore in gola… ed è lì, che mi si ferma completamente.
Riversa sul pavimento, piegata sulle ginocchia, sta dimenandosi per liberarsi dalla presa di Cancer, che, sebbene nel suo caratteristico modo, sta cercando palesemente di calmarla. E’ completamente fuori di sé.
     - Potevi spezzarti l’osso del collo, scimunita! – esclama Death Mask, senza smettere di tenerle i polsi, che lei sta agitando ripetutamente contro di lui, per colpirlo. – Ha fatto un volo da rimetterci le penne! – tenta di giustificarsi non appena mi vede arrivare trafelato, allontanandola da sé per sottolinearmi le sue intenzioni e rimettendosi in piedi, con lei. – L’ho afferrata prima si fracassasse la testa! E’ indemoniata, non si capisce un cazzo! – la spinge, lasciando che sia io ad occuparmene. Le sue spalle toccano il mio sterno e lei si volta di scatto, inviperita, digrignando i denti e guardandomi ad occhi sbarrati.
Non mi vede davvero.
     - Reiko… - tento, cercando di avvicinarmi quanto basta per stabilire un contatto fisico con lei. – Tesoro… - riprovo, incurante degli occhi di Death Mask fissi su di noi, sinceramente costernato per ciò a cui sta assistendo. Ogni passo indietro che lei fa di fronte a me è un pugno allo stomaco… finchè decido di smettere d’incassare e avventarmi letteralmente su di lei, cingendole il corpo con entrambe le mie braccia, bloccando le sue, lasciandomi cadere con lei sul pavimento esterno della quarta casa.
     - NO! – urla disperata. Sento lo stomaco contorcersi e mi costringo a deglutire, imponendomi di mantenere la calma. – Ucciderò anche te… UCCIDERO’ ANCHE TE! - .
Una paura irrazionale si fa largo in me e, sebbene non sia facile, mi concentro per raggiungere col cosmo l’intero Santuario.
Non manca nessuno all’appello.
Solo allora mi concedo di espirare e rendermi conto che si tratta di un attacco di panico… molto diverso dal solito.
     - Calmati… - provo a dirle, sebbene debba essere io a farlo per primo. Non riesco più a capire dove finiscano i suoi battiti e inizino i miei… finchè non riacquisto la compostezza che sempre mi ha contraddistinto. – Calmati, Reiko. – riesco a imporre un tono più fermo alla mia voce e avverto il suo corpo vibrare un po’ in più, prima di riprendere a tremare, questa volta meno, rispetto a prima. Solo adesso mi rendo conto che ha le mani… stranamente calde. Mi riprometto di controllargliele in seguito, mentre lei le conduce verso il suo petto, come a volerle nascondere alla mia vista e alla sua e, infine, la crisi raggiunge il suo picco.
Mi ritrovo, impotente, a vederla annaspare, alla ricerca di aria, mentre il mio cosmo va ad avvolgerla completamente per cercare di calmarla, fallendo miseramente.
Mi ritrovo a chiudere gli occhi nel momento in cui lei inizia a boccheggiare, poggiando il mento sulla sua testa e stringendola forte a me.
Athena, ti prego…
Il suo corpo in preda agli spasmi riprende a tremare. La voce di Dohko mi raggiunge ovattata.
Ti supplico, mia Dea…
Le mani del cavaliere della bilancia mi cingono gentilmente le spalle. Ha compreso in che mare stavo perdendomi e me l’ha impedito, invitandomi ad alzarci.
     - Questo non è un luogo dove sostare. – mi dice, riferendosi alla casa di Cancer e ai turbamenti che vi dimorano. – Ho mandato Milo ad avvertire Kanon. Vieni. - .
Tentenno
a lungo, abbassando lo sguardo per osservare la donna rannicchiata tra le mie braccia. Ha un aspetto tanto fragile da farmi temere di poterla spezzare al solo sollevarla.
     - Mu. - . La voce di Dohko mi riscuote di nuovo dai miei pensieri. – Coraggio… -.
Faccio
un profondo respiro e mi alzo, mettendomi a correre più veloce che riesco verso la terza casa.

     - Venite! -. Kanon appare sinceramente preoccupato quando ci vede arrivare, e non so se sia per i rantoli di Reiko o per l’aspetto che devo avere io in questo momento. Individuo immediatamente la camera che il cavaliere della Terza ha destinato al nostro arrivo e mi ci fiondo, adagiando immediatamente, con estrema delicatezza, il corpo della donna che ho tra le braccia sul letto.
Avverto vagamente Kanon chiedere a Dohko se può essere in qualche modo d’aiuto e quest’ultimo tranquillizzarlo lievemente, conducendolo fuori dalla sala e chiudendosi la porta alle spalle.
Erano ustioni quelle sul corpo di Milo, non posso fare a meno di ricordare, afferrando delicatamente una mano di Reiko e portandomene il palmo dinanzi agli occhi. Parvati ha attaccato il cavaliere di Scorpio. E l’unico motivo per cui deve averlo fatto è perché quest’ultimo deve averla provocata.
     - Io vi ucciderò… ti ucciderò… vi ucciderò… - .
I
miei occhi si soffermano sui suoi, a lungo, mentre conduco la mano che stavo osservando alle mie labbra, perdendomi in riflessioni profonde e diverse… finchè non sono costretto a fermarla per l’ennesima volta, afferrandola per le spalle per fare in modo che non si precipiti giù dal letto. Avverto distintamente le sue unghia entrarmi nella pelle delle spalle attraverso i vestiti, ma non me ne curo. I suoi occhi non hanno smesso un attimo di lacrimare.
     - Potevo ucciderlo… - dice, ed io capisco che si sta riferendo al cavaliere di scorpio… e a nulla valgono i miei tentativi di tranquillizzarla… lei non vede nient’altro, non sente nient’altro… che ciò che pensa possa avvenire tra breve. – Io ti amo… - mi confessa, singhiozzando più forte. – Ti amo, Mu… io… io non voglio… Oddio… - .
La stringo forte a me, portandole la testa nell’incavo del mio collo, una mano a carezzarle i capelli, l’altra a cingerle la schiena.
Se solo sapesse, se solo immaginasse… il modo in cui mi sento dilaniato dallo scorrere degli eventi…
Ma non deve.
Assicuro il mio cosmo attorno a lei, protettivo, cercando di essere un’ancora su cui fare affidamento per non andare alla deriva.
A volte provo a immaginare a come sarebbe stata la mia vita se non l’avessi mai incontrata… e non ci riesco.
Ho camminato per le strade dell’India, della Grecia e di altri luoghi di cui i miei piedi non ricordano nemmeno più il nome, incrociando occhi femminili di ogni genere, di ogni colore, di ogni fattezza, di ogni razza… senza mai vincere il confronto con i suoi.
Sorrisi ammalianti, aggraziati, seducenti… ma mai neanche lontanamente paragonabili al suo.
Mai ho avuto modo di conoscere un ideale femminile che racchiudesse grazia, forza, intelligenza, dolcezza e determinazione in un sol corpo. Un corpo che il mio ha imparato a fare suo, come solo e unico, e che a sua volta ha imparato a fare altrettanto col mio… rianimando ciò che gli anni trascorsi tra guerre e battaglie credevo avessero annullato, relegandolo in un anfratto che il tempo, poi, avrebbe fatto sparire del tutto.
Il mio cosmo è sempre bruciato per la Dea Athena. E mai si spegnerà per servirla. Mai.
Ma questa donna, inconsapevolmente, ha acceso dentro di me qualcosa che credevo di non avere nemmeno io. Qualcosa di simile, sebbene per niente comparabile. Qualcosa che arde con la stessa intensità crescente della devozione che ho per la mia dea.
Questo ed altro ancora vorrei poterle dire per cercare di tranquillizzarla… ma non ne sono capace. Non sono mai stato abile con le parole in materia di sentimenti umani estranei, figurarsi adesso che mi riguardano e coinvolgono più di quanto avessi mai potuto immaginare…
L’unica cosa che sono in grado di fare è continuare a stringerla, lasciando che le sue lacrime scorrano su di me, trovando conforto.
Ti scongiuro, Dea Parvati.
Qualunque progetto tu abbia in serbo per questa donna, abbi pietà di lei.
Farò tutto ciò che è in mio potere per assecondare il corso degli eventi, affiancandoti e sostenendoti, in nome della Dea che servo.
Ma ti prego.
Se i tuoi progetti esigono un sacrificio… che non sia il suo.
Te ne prego.

***********************************

Non si è incazzato.
Ho appena raccontato a Shaka di aver provocato la gentil signora che dimora in Reiko proponendo a quest’ultimo di riflettere sui suoi sentimenti… e non si è incazzato.
E Dohko non mi ha tirato alcuna occhiataccia e Aioria nessun calcio nei calcagni.
Anzi.
Sembrano aver raggiunto tutti la fase zen. Ognuno immerso nei suoi pensieri, placidamente.
Il primo rigorosamente ad occhi chiusi, una tazza di schifosissimo thè verde tra le mani.
Il secondo coi gomiti appoggiati sul tavolo della cucina della quinta, le mani congiunte, il mento poggiatovi sopra, gli occhi ugualmente chiusi.
Il terzo a braccia conserte, espressione persa nel vuoto, rigorosamente seria.
Non riesco a non avvertire una punta di disagio. L’aria qui potrebbe tagliarsi con un coltello.
     - Cavalieri. – decido di rompere il silenzio, cercando di dar voce alle perplessità di tutti. – Parvati ci ha chiaramente presi per il culo tutti, reincarnazione compresa. – Dohko sospira pesantemente, senza però spostarsi di una virgola. – Avrebbe potuto disporre di Reiko a suo piacimento e non l’ha fatto, dandole libero arbitrio. Relativamente, considerando che ha deciso di… - mi schiarisco la gola. - …d’impicciarsi. E ancora non riesco a spiegarmi perché diamine stia facendo tutto questo! – esplodo infine, vedendo che le tre statue di cera, di fronte a me, sembrano non respirare nemmeno più. – Questa benedetta divinità dei miei stivali la vuole fermare o no la reincarnazione di Kalì? Siamo sicuri che non sia, in realtà, una manifestazione di quest’ultima anziché, a questo punto, la controparte buona, come ci ha fatto credere? -.
     - E’ fuori discussione, Milo. – si decide a rispondermi finalmente Dohko, scuotendo vistosamente la testa.
     - E che gliene frega se Reiko sta con Mu anziché con Shaka o viceversa? -.
Sorprendentemente
, sebbene Dohko abbia un’espressione severa e Aioria scandalizzata per l’ardire che ho avuto nel pronunciare quella domanda, è Shaka a rispondermi. Seraficamente.
     - Shiva non si reincarna. -.
che centra adesso Shiva?
     - La Dea Parvati non ha espresso alcuna preferenza, Scorpio. – mi viene in soccorso Libra, calibrando le parole. – Piuttosto… coerenza. - .
Mi
sto perdendo.
     - Chiedervi di essere meno enigmatici è pretendere troppo? - . Fanculo.
     - Milo. – interviene a quel punto nuovamente Dohko, abbandonando la sua posizione concentrata e rilassandosi brevemente, voltandosi finalmente verso di me. – Tutte le domande che ti poni tu, ce le poniamo anche noi. - . Solleva una mano prontamente non appena faccio per aprir bocca… a me non sembra affatto che abbiamo le stesse perplessità. Loro delle risposte ce le hanno. E a giudicare dal modo in cui lo sta osservando Leo deve esserne convinto anche lui. - Ti sembreremo giunti chissà a quali tipi di conclusioni. -. Appunto. – Ma non è così. Mai ci siamo trovati di fronte al pantheon indiano e tutto ciò che sappiamo sui membri che lo compongono è attinto da inchiostro su carta. Nient’altro. Non riusciamo a comprendere come sia stato possibile che le vicende attribuibili precedentemente ai thugs e Kalì non ci siano giunte mai prima d’ora. - .

     - Se Mu e Shaka non avessero condotto Reiko al Santuario quando il tempio del maestro Shin è stato attaccato, con ogni probabilità non avremmo mai saputo che Parvati si fosse reincarnata… né che Kalì stessa lo stia per fare. - .
     - E’ solo un caso? Intendo… Reiko prima di conoscere il resto, conosceva due cavalieri d’oro… anche se a sua insaputa. - . La domanda che ha sporto Aioria è una di quelle che non ha mai smesso di frullarmi in testa. Io dico che un senso tutto questo ce l’ha.
     - Questo lo si deve al maestro Shin. E’ grazie a lui se la sua allieva è cresciuta tessendo dei rapporti di un certo tipo. Anche se non comprendeva tutto a fondo, sapeva in un certo senso a cosa stesse andando in contro. L’ha fatto per tutelarla. - .
E
’ incredibile di come Shaka riesca a fingersi ancora una volta per niente turbato da tutto questo… E comunque ha ragione. Questa cosa la spiegò anche Mu durante un synagein, ora che ci penso. Quindi, almeno questo, un caso non è stato.
     - Le divinità indiane sono davvero… particolari. – aggiunge improvvisamente Dohko dopo un momento di silenzio, stropicciandosi gli occhi con una mano, apparentemente provato. – Ognuna di esse ha un significato polivalente. Finchè non assisteremo al vero e proprio manifestarsi degli eventi, non potremo mai sapere in che modo si svolgeranno le cose. Se Parvati ci ha mentito, se Ganesha è un nemico, se Kalì mai si reincarnerà e come. L’unica cosa che possiamo fare è tenerci pronti a qualsiasi evenienza… e so perfettamente che non è facile. -. Dohko si alza, poggiando entrambe le mani sul tavolo e scostando la sedia dietro di sé. Io, Aioria e Shaka lo seguiamo a ruota, sancendo la fine di quella pseudo riunione.


Chissà se Mu sarà riuscito a calmarla.
Athena… a volte ci penso e mi vien la pelle d’oca. Sapere che la persona che ami potrebbe morire o ucciderti o fare entrambe… No. Non lo invidio affatto.
Faccio schioccare le nocche dal nervoso, intravedendo Shaka, con cui sto ripercorrendo le scale che ci separano dalle nostre case, voltarsi appena verso di me.
     - Dovrai tenere i nervi saldi, Scorpio, se vorrai avere qualche chance di sopravvivere. - .
Non
posso fare a meno che voltarmi a guardarlo. Lentamente. In silenzio.
Quest’uomo non riuscirò mai a comprenderlo.
Pieno di passione per la donna che ama e completamente asettico per il resto del mondo.

Chissà che l’amore di Reiko non avrebbe fatto più bene a lui…
…Ma che vado a pensare??
Scuoto la testa, sconvolto dai miei stessi pensieri. La verità è che non mi sono ancora abituato all’idea che il cavaliere della vergine… abbia dei sentimenti. Cioè. Che sappia manifestarli, ecco.
Per esempio… io, lui che bacia Reiko non riesco proprio a immaginarlo. Per ben due volte, per giunta!
     - Il cosmo di Parvati è nullo e quello di Reiko si è placato… - Dohko risponde ad una domanda che non ho posto, ma che evidentemente deve leggermisi in faccia.
Mi ritrovo a sorridere amaramente…
     - E dire che quella sciocca in India ci vuole tornare… - mi lascio sfuggire, continuando a sorridere mentre Shaka prosegue la sua salita, apparentemente incurante, e Dohko si volta appena verso di me, palesemente incuriosito. Scuoto la testa, divertito. – Una volta le ho chiesto se… - mi mordo la lingua appena in tempo per omettere di aver chiesto a Reiko se dopo tutto quel casino lei e Mu sarebbero convolati a nozze, trattenendo una risata al ricordo del rossore che avessero assunto entrambi i volti dei miei interlocutori. - … se avesse dei progetti, conclusasi tutta questa situazione. – Riprendo a sorridere, questa volta intenerito. – Lei mi ha risposto che, semmai riuscirà a sopravvivere, è nelle sue intenzioni ritornare in India per rimettere in piedi la scuola del suo maestro, riprendendone i principi ma accogliendo solo e unicamente donne. -.
Sul
volto di Dohko si allarga un sorriso.
     - E’ veramente una nobile intenzione. – giudica. – Sebbene piuttosto impegnativa… ma una persona come lei ha dimostrato di saper muovere le montagne… - spalanca gli occhi, poi, resosi conto del doppio senso che può esser attribuita alla sua frase, lanciando un’occhiata preoccupata a Shaka, che è davanti a sé. – Quindi dubito fortemente che non possa farcela. - .
Annuisco
, d’accordo.
     - A parte. Senza contare che fortunatamente può contare sull’aiuto di qualcuno… - .
Questa
volta Dohko si volta verso di me… spalancando gli occhi quel tanto che basta da lasciarmi intendere di non proseguire, indicando col capo Virgo per sottolineare la cosa.
Ma no.
     - …Quel suo amico, lì. – riprendo, questa volta sperando di spiegarmi meglio senza dar adito a fraintendimenti. – E’ stato lui a proporre di rimettere in piedi la scuola del maestro Shin. -.
Questa
volta l’espressione di Dohko si fa perplessa e il suo sguardo indagatore.
Effettivamente, presi come sono tutti dall’imminente apocalisse, nessuno deve aver pensato di fare una domanda del genere a Reiko. Io per primo non ricordo nemmeno più quand’è che gliel’ho chiesto.
     - Quel suo compagno di corso… com’è che l’ha chiamato? – Mi chiedo a voce alta, fermandomi un attimo per portarmi una mano al mento, sforzando di ricordarmi.
     - …compagno di corso? – chiede a quel punto di nuovo Dohko, fermandosi sul mio stesso scalino e prendendo a osservarmi insistentemente.
     - Sì, insomma! Un altro degli allievi del maestro ShinJa-… Ya-… Bah! Non mi ricordo! – concludo, arrendendomi, risalendo giusto uno scalino prima di accorgermi… che Shaka è voltato verso di me, immobile, a guardarmi… con gli occhi aperti.
     - Di cosa stai parlando, Scorpio? – mi chiede, con quella che sembra essere una certa urgenza.
Resto a guardarlo un attimo confuso e spaesato. Sembra stia trapassandomi con quello sguardo severo che si ritrova, per giunta aperto!, ed io, mai come stavolta, non ho la più pallida idea di cosa posso aver detto per provocargli quella reazione.
     - Reiko ti ha confessato di voler ritornare in India per aprire una scuola d’arti marziali femminile improntata sulla scia del maestro Shin… aiutata da chi? – mi viene allora in soccorso Dohko, non smettendo, però, di perforarmi anche lui con lo sguardo.
     - …Un altro allievo del maestro Shin. – quasi sussurro, avvertendo improvvisamente un brivido percorrermi la schiena e tutti i pezzi del puzzle mischiarsi vorticosamente per andare a ricomporre velocemente l’intero quadro della situazione.
     - Reiko esclusa, tutti gli allievi del maestro Shin sono stati massacrati dai thugs, Milo. – pronuncia Shaka, scandendo meticolosamente le parole. O forse è questo l’effetto che procura a me.
     - Reiko a parte, non c’è stato alcun superstite… - aggiunge Dohko, ugualmente informato sui fatti, scuotendo la testa come si fa con un bambino che ha appena detto una bugia e lo si è preso in castagna.
     - Ehi, ehi, ehi! – faccio infatti, sentendomi attaccato sebbene non lo stia facendo nessuno e infastidito da quella situazione che non riesco a capire. – Io in quel momento ero perfettamente sveglio e sobrio. Reiko ha esplicitamente parlato di un tale sopravvissuto miracolosamente – sue testuali parole - … - . Perché più vado avanti e più capisco che tutto ciò non suoni affatto bene? - … al massacro. Che per giunta lei ha incontrato più volte quando è ritornata in India da sola… è con lui che lei ha intenzione di riaprire la scuola e mi sembra di aver capito che lui abbia già attuato delle opere di ricostruzione… Oddio. – convengo infine, sconvolto da ciò che sto raccontando e ricordando le parole di Shaka, che non ha smesso un attimo di fissarmi ad occhi piuttosto spalancati. – Aspetta un attimo. – gli faccio, sollevando una mano verso di lui per sottolineare il gesto e portandomi l’altra alla testa, che sta per scoppiarmi, ricordandomi improvvisamente che sia Mu che lui misero piede nel Tempio del maestro Shin potendo, automaticamente, accertarsi della situazione. – Un momento. – ripeto, racquisendo un briciolo di lucidità. – E se quel giorno uno o più allievi fossero stati via per missioni, commissioni o fatti vari? Ciò darebbe una bella spiegazione, no? - . Non fa una piega!
     -  Cerca di ricordartene il nome, Milo, potrebbe essere importante… - mi chiede improvvisamente Dohko, facendomi innervosire. Ma non è realmente lui la mia fonte di nervosismo. Maledizione!
     - Non mi ricordo, dannazione! – infatti sbotto, battendo perfino un piede per terra per stizza. Come ho potuto essere tanto negligente, superficiale e stupido? – Era un certo… Ja- … Ya-… Ja-… - . CAZZO.
     - Yami. - .
     - Sì!!! – quasi urlo, schioccando le dita, sorridendo trionfante, sollevando lo sguardo vittorioso… per andare a incontrare quello funereo di Shaka, mentre il mio cuore perde un battito.
     - Sono stato io a seppellire il suo corpo. -.






















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Angolo dell’autrice…

Ennesimo trasloco: CHECK!
Fiuw.
Un camaleonte. Ecco cosa devo farmi tatuarmi sulla clavicola sinistra. Altro che fenice! Ahahahahahahahahahah
Come state??
Immagino abbiate temuto fossi scomparsa nuovamente.
E invece no.
Per rispondere a più di una persona: il proseguio di questo progetto va al di là di qualsiasi non commento che la storia otterrà. Le visualizzazioni son tantissime. E poi non c’è mai il tempo per far nulla. Se la mia vita è cambiata drasticamente in questi ultimi tre anni, chissà la vostra.
Tranquilli <3 Tanto lo so che ci siete
J E dopo i titoli di coda vi ringrazierò anche uno per uno.
Si sta avvicinando la parte tosta. Ed io non so quanti segni della croce mi sia già fatta, per prepararmi a questo momento.

Grazie a tutti per star seguendo la storia che abbia scritto a cui sia più che affezionata.

HOPE87

p.s.: Per chi se la fosse persa e non avesse intenzione di farlo, qui trovate un missing moment di “Somebody – The begin”, collocabile all’interno del capitolo 27, quando Mu incontra Milo in prossimità della prima casa in piena notte e riesce a carpirgli da quella mente bacata che si ritrova che Shaka ha baciato Reiko (la prima volta, nello Sharasojo). Rating espressamente ROSSO.
<3


   
 
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