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Autore: Frozen tear    09/05/2008    6 recensioni
(...)Ed è solo il mio terzo giorno di lavoro.
Chissà perché il capo già mi odia.
Mi metterei a piangere se potessi, se continuo così mi verrà una crisi isterica, mi cadranno tutti i capelli, il capo mi caccerà fuori a calci minacciandomi con una mazza da baseball di non tornare più, insomma, succederà qualcosa di brutto.
(...)-Frankie sei sempre il solito, ma com’è possibile che non ne fai una giusta?- dice un ragazzo seduto al tavolo dell’ordine. Dopo qualche secondo di silenzio scoppiano tutti a ridere, tranne la mia rovina che mi guarda con aria colpevole abbozzando un sorrisetto.
(...)Sento dei passi avvicinarsi velocemente per poi fermarsi nella mia visuale. Delle Etnies, carine.
-Senti, Crystal, giusto? Veramente, non volevo combinare questo casino…-
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6

 

 

 

 

8. Tra una cosa e un’altra era passato più di un mese dall’ultima volta che mi ero vista con i ragazzi. Stava di fatto che loro erano comunque una band famosa e stavano riscuotendo il loro meritato successo, quindi il tempo per lo svago diminuiva a vista d’occhio, Lynz anche era occupata con il suo gruppo, Alicia nei suoi vari viaggi e Jamia era presa nei preparativi in attesa del grande giorno. Dall’altra parte io mi ero finalmente trovata un lavoro stabile e di conseguenza anche il mio tempo libero era piuttosto limitato. In tutto ciò riuscivamo solo a sentirci sporadicamente al telefono, beh per essere precisi via messaggi di segreteria telefonica.

Marina, la proprietaria del mio fidato negozio di cd aveva deciso di allargarsi comprando anche il locale accanto per aggiungere anche un parte dedicata ai libri di musica. Di conseguenza aveva dovuto prendere altro personale, e così quando ero andata a vedere le novità mi aveva offerto il posto.

 Lavorando lì avevo stretto amicizia anche con gli altri due commessi, Drew e Keelin.

Drew il classico bravo e bel ragazzo, biondino con gli occhi chiari e un fisico che avrebbe fatto invidia a qualsiasi uomo, Keelin una furia rossa di origini irlandesi, una delle ragazze più matte che avessi mai conosciuto.

 

 

-Oddio Crys sei di nuovo in ritardo!- sbuffo Keelin quando mi vide varcare di corsa la soglia del negozio.

-Lo soo! Scusami, la svegl…- cercai di giustificarmi ma mi interruppe prima che riuscissi a finire.

-Sisi vabbè, la sveglia non ha suonato, non trovavo la matita, il gatto ha vomitato sul tappeto, le solite storie!-

-Ma io non ho un gat…- riprovai ma neanche questa volta mi lasciò finire

-Cry, basta sei in torto, non cercare di giustificarti. Ringrazia semplicemente che la principale non ci sia, altrimenti…ahi ahi- disse abbassando la voce con fare furtivo

-Oddio Keelin, quante volte ti devo dire di non chiamarmi “la principale?” ho un nome!- sbuffo una voce sotto il bancone

-Ciao Marina- salutai ridacchiando mentre appendevo il cappotto nel camerino.

-Drew non è ancora arrivato?- chiesi guardandomi intorno

-Eh no, anche il principe azzurro è in ritardo, chissà che non arrivi su un cavallo bianco- mi rispose Kee poggiando la testa sulle mani e guardando fuori dal negozio con aria sognante

-Kee hai mai preso in considerazione l’idea di fare l’attrice? Ti si addice decisamente di più che fare la commessa- notai

-Crystal invece di chiacchierare con quell’altra nullafacente della tua amica potresti andare a sistemare i cd che hanno portato stamattina? Sono giù in magazzino- disse Marina mentre sfogliava delle scartoffie

-Agli ordini, capo!- dissi scendendo le scale

-Andrà a finire che mi scorderò il mio vero nome di questo passo- borbottò a bassa voce.

 

Mentre riponevo al loro posto i cd dei Dark Tranquility, Volbeat, Within Temptation e simili il tanto atteso principe azzurro entrò facendo tintinnare la porta.

-Oh no! Niente cavallo bianco!- esclamò Keelin fingendosi delusa

Drew la fissò perplesso e mi guardò come in cerca di spiegazioni ma io mi limitai al alzare le spalle.

-Kee lo sai che ti fa male stare troppo dietro la cassa. In ogni caso, colazione per tutti!- disse posando sul bancone quattro caffè e delle ciambelle.

-E vabbè , niente cavallo, ma le ciambelle vanno bene lo stesso- dichiarò Keelin afferrandone una.

-Tu ne vuoi Crys?- mi chiese

-No grazie, ma il caffè volentieri- affermai allungandomi verso la mia droga

-Non sarai mica a dieta- disse la rossa sgranando gli occhi così che sembrava una specie di orsetto con le guance piene e gli occhi  spalancati a rivelare quanto fossero azzurri.

-Guarda che non abbiamo mica tutte il tuo metabolismo! Non mi posso permettere di mangiare come un maiale, a differenza tua io se mangio troppo ingrasso- dissi indignata

Lei mi lanciò un’occhiataccia e continuò a mangiare.

-Io non mangio come un maiale- aggiunse poco dopo guardandomi male.

 Io risi e ripresi a sistemare i cd.

Quando tirai fuori dallo scatolone le copie di “The black parade” mi venne una stretta al cuore.

-I My Chemical Romance sono richiestissimi, abbiamo dovuto riordinare tre volte l’ultimo cd- commentò Marina passandomi accanto

-Eh si, questo cd è fantastico- dissi accarezzando la copertina.

-Eh poi il cantante è troppo fico. Cioè se me lo trovassi davanti potrei stuprarlo, insomma fa venire certi pensieri solamente sentendolo cantare,pensa dal vivo…-

-Oh Kee!- la rimproverai indignata –intanto si chiama Gerard e poi dai è sposato. Ammetto che sia un bel pezzo di figo, ma…è Gerard-

-Oddio Principessa, ne parli come se fosse tuo fratello. Sei proprio una fangirl-

Io la guardai e risi, effettivamente l’impressione era quella.

 

 

-Di chi è la margherita?- chiesi aprendo i cartoni delle pizze appena portate dal fattorino

-Mia!- rispose la voce di Drew dal salotto.

Eravamo tutti e tre a casa mia, avevamo organizzato una maratona di film ad alto contenuto di zuccheri. Era il turno di Kee per scegliere il genere,e a quanto pare amava le cose molto, anche troppo, romantiche. Da qui si capiva la sua passione per i principi. Anche se tutto sommato era divertente vederli con lei che sospirava ad ogni cosa zuccherosa mentre io e Drew commentavamo con frasi ciniche notando questo o quell’altro difetto.

-Quindi deduco che quella peperoni e salsiccia sia tua Kee- dissi guardando la pizza con una smorfia di disgusto mentre le sistemavo sul tavolino davanti alla tv.

-Oh si!- rispose allargando un sorriso a trentadue denti.

-Ma adesso silenzio che inizia!- aggiunse facendo partire il dvd.

-Non aspettavamo altro- commentò Drew

Avere loro come diversivo quando stavo troppo male pensando che non potevo vedere Gee e gli altri mi faceva bene, ma non per questo erano la mia seconda scelta, anzi, stavano diventando veramente importanti nella mia vita.

Quando qualcosa entra a far parte dell’abituale circolo di tutti i giorni alla fine è difficile che ne possa uscire. L’idea di vedere loro due tutti i giorni al lavoro e almeno una sera a settimana era decisamente entrato nel mie azioni quotidiane, come lavarmi i denti, anche se vedere loro forse era un tantino più divertente.

Io e Kee soprattutto ci chiamavamo per qualsiasi stupidaggine come: “Ti va di accompagnarmi al supermercato?” oppure “Ci andiamo a fumare una sigaretta insieme?”.

Drew invece era il mio accompagnatore ufficiale per andare in libreria. Era pauroso come riuscisse a fare tutto quello che voleva, aveva un lavoro stabile, andava in palestra, due volte a settimana si vedeva con gli amici per giocare a tennis, si vedeva con noi e in tutto ciò aveva anche tempo di leggere e farsi una cultura. Un specie di Clark Kent, con l’unica differenza che lui era biondo e decisamente carino. Non poche volte nelle nostre uscite mi ero tirata dietro occhiatacce delle sue ammiratrici e ammetto che questo mi divertiva parecchio.

 

 

 

In tutto quel tempo avevo vissuto un po’ con la testa fra le nuvole, pensando solo ad essere contenta per quello che mi capitava, in questo modo avevo perso la cognizione di quello che mi stava succedendo intorno.

-Cry- mi chiamò sussurrando Keelin una sera in cui eravamo rimasti noi tre a chiudere il negozio.

-Si?-

-Io me ne vado così voi rimanete un po’ da soli-  disse ammiccando

-Ma di che parli?- chiesi scettica

-Si dai, così magari finalmente…- lasciò la frase sospesa lasciando ad intendere il seguito

-Kee! Non ho assolutamente intenzione di fare nulla con Drew, è solo un amico- esclamai

Pensando che fosse tutto frutto della mente malata di Kee non diedi troppo peso alle sue parole, ma poco dopo mi pentii di non essere scappata via come aveva fatto lei.

Si, Drew era una bravo ragazzo, come amavo definirlo, ma non avevo mai pensato di vederlo sotto un’altra ottica che non fosse quella dell’amicizia.

-E Kee dov’è finita? Non vorrei chiuderla in negozio, anche se la tentazione è forte…- disse Drew con una risatina

-Ehm, è andata via di corsa, aveva da fare- risposi in modo molto poco convincente

-Ah, va bene- disse, ma non sembrava dispiaciuto, anzi. Cominciavo a preoccuparmi.

-Senti, dato che siamo qui volevo chiederti una cosa- affermò mentre armeggiava con le chiavi.

-Dimmi pure- dissi, anche se non ero sicura di voler sentire.

-Ti volevo proporre di uscire domani- disse diventando improvvisamente serio

-Ehm, ok! Poi lo dico a Kee, dove andiamo?- chiesi con aria innocente. Non doveva essere per forza una cosa seria, no? Un’uscita tra amici.

-Non è come pensi, intendo a cena, solo io e te. Consideralo un appuntamento.-

 

 

                                                                       ***

 

Sapevo che dopo quello che era successo qualcosa nel rapporto si sarebbe rotto inevitabilmente, anche se speravo che la cosa sarebbe passata inosservata. Non c’era motivo che non fosse così. Ma sbagliavo, io ero cambiato, i miei sentimenti non erano più gli stessi e non potevo farci nulla.

Non avevo idea se anche per Jamia il tempo dell’amore unico e incontrastato fosse finito o semplicemente essendo venuta a sapere tutto avesse giocato d’anticipo, fatto sta che la storia non poteva continuare. Avremmo proseguito a costruirla su monti di bugie lasciando credere al resto del mondo che eravamo sempre “Jamia e Frank” la coppia perfetta, quella che mai niente e nessuno avrebbe potuto sciogliere.

Cazzate. Tutte cazzate. Bisogna diffidare dalle coppie perfette, perché sono quelle che scoppiano meglio. Era devastante dover continuare a dire che lei era il mio unico amore anche quando sapevo che non era più così, mentivo agli altri e a me stesso. E il giorno, il grande giorno, si avvicinava sempre di più e non sapevo come uscire da quella situazione. Tutti e due sapevamo di sapere, ma non ne parlavamo. Continuavamo a distruggere il nostro rapporto giorno dopo giorno. Era lecito avere paura, tutti e due eravamo spaventati di fare il primo passo per sciogliere qualcosa che ci legava da tantissimo tempo, ogni ricordo era condiviso. La mia vita prima di Jamia neanche la ricordavo. Lasciarmi con lei voleva dire rinunciare ad un pezzo di me stesso, quella parte di cuore che le era appartenuta sin dal primo momento e che bene o male ancora le apparteneva.

Ma prima di qualsiasi movimento dovevo vedere una persona.

 

 

                                                                         ***

 

Temendo che col dire di no avrei rovinato il nostro rapporto avevo finito per accettare l’appuntamento di Drew, così mi ritrovai due ore prima a piagnucolare davanti all’armadio.

-Oddio Kee! Cosa mi metto? Lo sai che è dai tempi del liceo che non ho un vero appuntamento con un ragazzo? E’assurdo! Perché devo farlo? Perché non posso vestirmi come tutti i giorni?-

-Crys, pensi che io possa andare in bagno senza che ti venga una crisi isterica?- mi urlò lei dalla stanza accanto con voce scocciata

-Va bene, va bene-

Mi sedetti sconsolata sopra un mucchio di vestiti buttati per terra senza cura e sbuffai.

Non avevo idea di quali fossero i miei sentimenti, era successo tutto così in fretta che ero stata travolta senza avere il tempo di pensarci.

Cercarmi un ragazzo era l’ultimo dei miei problemi, ma a quanto pare Drew mi aveva scelta, quindi adesso era il caso di capire se anche io volevo scegliere lui. L’idea a dire il vero non mi dispiaceva, solo che non avrei mai pensato che io potessi piacere ad un ragazzo come lui.

Al liceo lui sarebbe stato il classico giocatore di football che se la fa con le cheerleaders, uno di quei ragazzi che vedi per strada e pensi “Mmh, quanto mi piacerebbe stare con un tipo così!”. Quindi per quale motivo ero indecisa? Beh, è che quando pensi quelle cose in verità non prendi in considerazione il fatto che lui possa veramente voltarsi a guardare te.

Decisi che avrei scelto solamente uscendoci insieme, così mi rimisi alla ricerca di qualcosa da mettere.

Kee tornò in camera e mi trovò che fissavo un vestitino blu e dei jeans che avevo posato sul letto.

-Non ci pensare neanche, niente jeans stasera-

La guardai supplichevole, ma lei per tutta risposta si voltò tornando all’armadio.

-E questa?- disse tirando fuori una maglietta rosa che riconobbi subito.

Mi lanciai su di lei levandogliela di mano e richiudendo in fretta le ante.

-Non è nulla- dissi in modo poco convincente

-Eddai! Racconta, cosa mi nascondi? Che storia ha?- disse lei guardandomi con gli occhi accesi dalla curiosità

-Kee ti ho detto che non è niente. Solo un regalo poco azzeccato- risposi fredda reputando chiuso il discorso.

-Direi che va bene questo- cercai di distrarla indicando il vestitino per poi pentirmi subito della scelta affrettata –O forse no-

-Ma si dai! E’ delizioso-

-No ma dico, hai notato la scollatura? Non posso mettere questo al primo appuntamento!-

Primo appuntamento, quanto suonava male.

-E se ci mettessi questo sopra?- chiese lei mostrandomi un copri spalle blu notte.

Andammo avanti così per un’altra mezz’ora fino a quando finalmente optai per un vestito nero, decisamente più sobrio, con delle ballerine bordeaux e una borsetta abbinata.

 

 

Ero nervosa come non mai, tanto che Kee mi aveva ficcato la matita negli occhi parecchie volte prima che capissi che era ora di starmene ferma e buona.

Forse alla fine non era un male tutta questa storia di Drew, era l’occasione per costruirmi una vera vita.

Quando suonò il campanello il cuore mi arrivò fino in gola e lei con una risatina si andò a rintanare in cucina per non farsi vedere.

Io aprii la porta e mi ritrovai davanti il suo maglione nero.

-Non mi ero mai accorta che fossi così alto- commentai con una risatina

Indossava per l’appunto un maglione nero con lo scollo a v e dei jeans a vita a bassa. Guardai questi ultimi con invidia cercando -inutilmente- di coprirmi le gambe tirando giù il vestito.

-Sono contento di averti invitata, non so se in altri casi avrei avuto l’occasione di vederti con un vestito- scherzò, anche se dal suo sguardo potevo capire che stava cercando di farmi un complimento senza mettermi in imbarazzo.

-Si, si, va bene biondo, adesso andiamo-  dissi uscendo tirandomi dietro la porta ma lui mi bloccò prima che riuscissi a chiuderla.

-Ciao Keelin!- salutò dentro l’appartamento e ricevette per risposta una delle sue tipiche risate.

 

Mi portò a cena in un locale al centro, un posto molto carino, stile luci soffuse e buona musica di sottofondo.

L’atmosfera non era per niente tesa, anzi. Gli argomenti di conversazione di certo non mancavano, ma anche i silenzi, nonostante furono pochi, non erano imbarazzati.

Sorseggiando dal mio bicchiere lo studiai mentre leggeva il menù, indeciso su quale dessert ordinare.

I capelli né troppo lunghi né troppo corti erano di un biondo come se ne trovano pochi, ma la cosa più bella di lui erano gli occhi, color verde-azzurro, veniva voglia di perdercisi dentro.

Quando notò che lo stavo fissando mi sorrise per poi accarezzarmi leggermente la mano che tenevo sopra al tavolo.

 

Da bravo gentiluomo mi riaccompagnò fino alla porta e quando si avvicinò per baciarmi non feci nulla per impedirlo.

L’incontro con le sua labbra mi riportò bruscamente indietro nel tempo, ma fu questione di un secondo.

Mi accarezzò dolcemente i capelli per poi augurarmi la buonanotte, io rientrai in casa e in uno stato di semi-deficienza mi buttai sul letto guardando il soffitto. Ero felice, felicissima, ma c’era comunque qualcosa che non andava.

 

 

Salve a tutti! Chiedo umilmente scusa per il ritardo, e pure questa volta il capitolo era finito da un pezzo ma mi pesava postarlo xD

Spero che vi sia piaciuto *eeeeh beh* ci sono un po’ di novità e per questo è un capitolo succoso! *rodolfo’s face*

Ah! Ora mi ricordo che nel capitolo precedente mi sono scordata di dire una cosa assolutamente importantissima, quando Frankie chiama Bob Bop non è solo uno sclero da ubriaco, ma l’invenzione della mia mora! Poiché tutto partì da lei secoli e secoli fa xD

Detto ciò posso anche passare ai ringraziamenti:

Sadsong: E lo so, tutti lo vogliamo T.T Ma basta aspettare un po’ e chissà che non succeda qualcosa u.u Grazie! I tuoi commenti mi fanno sempre piacere^^

Vampirejunkie: Nonnina mia *___* Grazie senza di te non so come farei!

Jessromance: Grazie millee^^

Vampireknight: Ma grazie Ale!!^^ Io aspetto impaziente il tuo aggiornamento invece! *___*

AnAngelFallenFromGrace: O geme, che fatica scrivere tutto il tuo fantastico nick xD Rispondere a tutto quello che mi hai scritto sarebbe una specie di suicidio mia piccola mora, ma ti dico solo un grosso GRAZIE! Ti voglio tanto bene <3

  
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