Libri > Fallen
Segui la storia  |       
Autore: ann_luce    08/12/2013    2 recensioni
Fiamme.
Ancora fiamme.
Fiamme bluastre divamparono dinanzi a lei.
Non capiva bene dove fosse. Era come immersa in un mare di fuoco, da cui non c'era via di scampo.
Si guardò intorno. Tutto le sembrava così familiare... Dannatamente familiare...
Il calore la investì come un vento caldo, e la paura di non sopravvivere crebbe, sempre di più; la confusione e l'incertezza si limitarono ad occupare quel vuoto creatosi nella sua mente.
Un guizzo blu. Una figura immersa nelle fiamme.
Se quello non era l'Inferno, allora non sapeva cosa fosse...
Genere: Fantasy, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel Grigori, Luce Price, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 3 Why love hurts? Non aveva intenzione di distogliere lo sguardo da lei. Era impossibile al solo pensiero, era ormai prigioniero dei suoi occhi. Era prigioniero della sua perfezione. Una perfezione che gli provocò una dolorosa fitta al cuore. Bruciava, e faceva male. Aumentava sempre di più, divampava in tutto il corpo. E ne conosceva la causa. In lei, in ogni gesto che compieva, in ogni sorriso che lasciava, in ogni lacrima che versava… c’erano troppi ricordi. Straripavano nella sua mente senza fermarsi, senza avere la minima pietà nei suoi confronti. A loro non importava delle ferite inflitte, di quelle che neanche il tempo può riparare. A loro non interessava un amore che non si può vivere. Lancinante al solo respiro o bacio, pericoloso al minimo sguardo, distruttivo al solo tocco. E in quel momento, lui corse, iniziò a scappare da qualcosa che lo attirava e che non lo lasciava andare. Luce si irrigidì, rimase pietrificata da quel gesto. Quel ragazzo stava correndo via, non si era preoccupato minimante di… non sapeva nemmeno lei di cosa. Era shoccata, non riusciva a muoversi e il suo cuore mancò di un battito. All’improvviso, il mondo intorno a lei vorticava, le persone e le cose le apparivano confuse e sfocate. Nella sua mente, comparve un’ immagine, comparve un oggetto. Non lo sapeva definire per bene, a mala pena distingueva i suoi contorni. Man mano, prese forma, acquisì maggiormente somiglianza. Forse, un po’ troppa somiglianza. Chiuso per tanto tempo nella cassaforte nella sua camera, il ciondolo era ricomparso di nuovo nella sua vita. No, non riusciva a sopportarlo, le incuteva paura. Un terrore che non si spiegava, che non aveva un preciso e determinato significato. Lei sapeva soltanto che doveva stargli lontana, ma non riusciva a sbarazzarsene e distruggerlo definitivamente. C’era come un legame tra loro. Un legame che stranamente non poteva essere annullato. - Luce? – qualcuno la chiamò. Era Daniel. Sul suo volto era dipinta un’espressione preoccupata, quasi avesse percepito anche lui la tensione nell’aria. - Chissà chi era quel ragazzo – disse poi, riferendosi sicuramente al fuggitivo. - Non lo so – erano le uniche parole che Luce riuscì a pronunciare. Sbattè furiosamente le palpebre per riacquistare quel tanto di lucidità che le mancava. - Stai bene? Ti vedo un po’ pallida – le chiese Daniel posandole una mano sulla spalla. Un tocco leggero come una piuma, sebbene la pressione che attingeva su di essa. - Vedrai che sarà solo l’effetto incredibile della “ misteriosa scomparsa del professor Jorumm”! - esclamò Luce cercando di tranquillizzarlo. Lui rise di gusto, come se davvero quella fosse stata una battuta da crepapelle. - Speriamo che sia scomparso sul serio – e le prese la mano. Luce, a quel punto, manifestò con noncuranza il rossore che stava totalmente riempiendo le sue guance. Era strano, eppure non si vergognava. Erano accadute così tante cose assurde, che la ragazza voleva dimenticare, voleva anche semplicemente… sorridere. Desiderava trascorrere quel tempo insieme a Daniel in modo piacevole e rilassato, senza turbamenti. Allegria o no, Luce non riusciva a spiegarsi la visione, se così si poteva chiamare, del ciondolo. Ancor meno della figura riflessa sul vetro del negozio mezz’ora prima. Daniel la accompagnò fino a casa, stando bene attento alle indicazioni che Luce gli dava. Si fermarono davanti la porta, con le dita ancora intrecciate. - Daniel ti ringrazio tanto, davvero – disse Luce con gli occhi fissi in quelli di lui. - E di che? Per averti accompagnata fin qui? Non ti preoccupare, non c’è di che. È stato un piacere farlo – il ragazzo era un tantino titubante. La voce gli tremava, quasi fosse spaventato da qualcosa. A Luce, per una frazione di secondo, sembrò che tutti sapessero qualcosa e che non volessero dirglielo. - In realtà mi riferivo a… lascia perdere - . - Sai, solo ora ci sto facendo caso -. - A cosa?- domandò Luce curiosa. Negli occhi di Daniel guizzò uno scintillio di complicità, che alla ragazza non dispiacque per niente. - Che ci stiamo ritirando dalla nostra “ fuga” troppo in fretta. Guarda, mancano due ore al cambio insegnante. Che ne diresti se andassimo a prenderci un bel gelato in quel bar laggiù? – Daniel indicò un piccolo chiosco non molto lontano dalla loro postazione ed insieme si affrettarono a raggiungerlo. Corsero contro una modesta brezza, che allo stesso tempo scompigliò i capelli corvini di Luce. La ragazza si ritrovò a ridere di gioia, come se fosse spuntata da chissà dove. - Allora, cosa vuoi? – le domandò Daniel. Luce ammiccò con lo sguardo e i due scelsero un gustoso cono al cioccolato, come nei vecchi tempi dell’infanzia. - Non ci crederai, ma questo è lo stesso gelato che mangiavo quando ero bambina – quella di Luce sembrava proprio un’esclamazione. Il ragazzo la osservò di sottecchi, attratto vivamente dalle leggere onde dei suoi capelli. Ogni notte, provava l’istinto frenetico di disegnarli su un foglio, per quanto fossero belli e…incredibili. Quella parola era l’unica e sola con cui Daniel avrebbe descritto Luce. - Non credevo… - disse ad un certo punto il ragazzo – che qui ci fosse un fiume -. Più che fiume era un piccolo corso d’acqua, che scorreva in quel quartiere da parecchio tempo. Luce si avvicinò all’acqua, con l’irrefrenabile desiderio di nuotare come un delfino. Sin da quando aveva quattro anni aveva preso lezioni di nuoto in una piscina comunale, distante solo qualche chilometro. La ragazza si accovacciò sull’erba, quel poco che ne era rimasto, e silenziosamente osservò l’acqua scorrere piano. Si sentiva ipnotizzata da quel lieve suono che produceva, quasi fosse una melodia. Strabuzzò gli occhi quando sentì una voce. All’inizio non era chiara, ma poi crebbe sempre di più, fino a diventare un rumore. In quegli istanti di comprensione, Luce capì solamente: “ Non farlo. Non distruggerlo…”. Solo questo, solo quest’insieme di parole. - Sarà meglio andare, non vorremmo certo beccarci una nota ad inizio anno. Non trovi? – chiese Daniel che si era voltato verso la direzione di Luce. Lei annuì con un cenno del capo e si avviarono in fretta e furia a scuola. L’intero pomeriggio, dopo una giornata semi divertente e semi stressante, lo trascorse in parte studiando e in parte chiacchierando a telefono con Nora, che nel frattempo era rimasta in compagnia di certi ragazzi di un anno più grande. Nei pochi minuti che precedevano la cena, Luce si soffermò sulla voce al fiume, che la esortava, anzi, supplicava di non gettar via qualcosa di cui sicuramente era in possesso. Ma non riusciva a capire cosa. Stava per girare il pomello della porta di camera sua, quando la risentì di nuovo. Risentì di nuovo la voce. “ Non farlo. Non distruggerlo…”, diceva, ripetutamente. Solo ora, Luce comprese a cosa si riferiva ed automaticamente rispose: “ No. Non lo distruggerò -. ANGOLO AUTRICI Ciao ragazze!!!!! Allora che ve ne pare questo capitolo? Speriamo sia stato abbastanza misterioso XD. Continuate a seguirci, ci raccomandiamo!!! Alla prossima Ann_luce
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fallen / Vai alla pagina dell'autore: ann_luce