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Autore: Kim_Fire    08/12/2013    2 recensioni
...è la prima volta che scrivo su una coppia della nuova generazione, e la seconda che scrivo una one-shot, quindi criticate a più non posso, non sono esperta x)
Dalla prima parte:
-Ripeti, non ho capito.- disse Albus serio, con sguardo concentrato, fissando gli occhi sul libro. Su una pagina bianca, del libro.
-Si tratta diScorpius..- pronunciò un po’ meglio la rossa, iniziando a sbattere un piede a terra.
-Disobus? Il capo squadra di Corvonero?-
-No, maledizione! Ho detto Scorpius, Scorpius!- scandì alzando la voce la ragazza.
-Cosa provi per lui?-
-Non è quello che provo per lui.. è quello che non provo per nessun altro, eccetto che per lui.-
Beh, questo è un piccolo assaggio, spero non vomitiate alla fine D:
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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3° anno

Rose spiò il ragazzino che girovagava tranquillo nei corridoi di Hogwarts, circondato dai suoi amici, a fare il buffone, come al solito. Una ciocca dei lunghi capelli rossi e ondulati le ricadde sul viso, nascondendo i bellissimi occhioni azzurri e sognanti.
Lui era così staccato dal mondo, menefreghista nel modo più totale e assurdo. Possibile che lei fosse lì, in quel momento, a inseguirlo? Sua madre non ne sarebbe mai stata fiera, no.
-Che stai facendo, Rosie?- la fece sussultare suo cugino James, sorridendo.
-Fatti i fatti tuoi, Al. Non hai nessun altra ragazza da importunare oggi? -
-Importunare?- scoppiò a ridere il ragazzo, gli occhi vispi e curiosi. –Non starai seguendo qualcuno, Rosie?-
-Dov’è Albus?- chiese disperata la rossa, che ormai si sentiva messa alle strette dal cugino più grande.
-Credo sia in biblioteca. Ma tu non andrai da nessuna parte, finché non mi dici chi stai seguendo.-
-Non sono affari tuoi, James. Sparisci.- lo strattonò Rose con una gomitata, e, ignorando totalmente gli sguardi divertiti degli altri, gonfiò il petto e lo oltrepassò. Arrivata in biblioteca, fu contenta che James non avesse mentito riguardo ad Albus.
-Albus, ho un problema.- sbottò, sedendosi accanto a lui e fingendo di leggere un libro. La bibliotecaria non le disse nulla, quindi il ragazzo con gli occhi azzurri incontrò il suo sguardo.
-Che succede? James?-
-Tuo fratello James è un idiota, ma non fa niente. Non è questo il problema.-
-E allora qual è?-
Rose divenne rossa quanto i suoi capelli, e iniziò a dire:- Beh ecco, c’è un ragazzo che.. insomma, ho notato. Ma non è che mi interessi, voglio dire.. l’ho notato e..e basta. Niente, dimentica.-
-Non tergiversare, Rose. Arriva al punto.-
-Certe volte ti odio, dico sul serio.- mormorò l’adolescente, tornando a sedersi, rassegnata. Doveva prevedere che una volta stuzzicata la curiosità di Albus, non sarebbe potuta tornare indietro e cambiare idea. Né tantomeno raccontargli una bugia, perché lui se ne sarebbe accorto.
-Allora, chi è?-
-Si tratta..sitrattadiScorpius..- disse in un soffio, facendo accavallare le parole per il nervosismo.
-Ripeti, non ho capito.- disse Albus serio, con sguardo concentrato,  fissando  gli occhi sul libro. Su una pagina bianca, del libro.
-Si tratta diScorpius..- pronunciò un po’ meglio la rossa, iniziando a sbattere un piede  a terra.
-Disobus? Il capo squadra di Corvonero?-
-No, maledizione! Ho detto Scorpius, Scorpius!- scandì alzando la voce la ragazza.
-Cosa provi per lui?-
-Non è quello che provo per lui.. è quello che non provo per nessun altro, eccetto che per lui.-
Albus la fissò esterrefatto, puntando i suoi occhi in quelli della cugina, che però guardava da un’altra parte, leggermente imbarazzata.  

***
7° anno

L’aria sapeva di Natale, la neve sapeva di Natale. Tutto sapeva di Natale, nel mese di Dicembre. E fra le decorazioni meravigliose e la neve, Rose perdeva spesso la concezione del tempo e dello spazio. Il periodo natalizio era per la giovane rossa di fondamentale importanza, perché adorava il calore che si creava. Tutti si stringevano più forte, perché faceva freddo. Tutti si abbracciavano spontaneamente. O almeno, questo avrebbe pensato se non avesse avuto niente da fare, nel gelido pomeriggio di due settimane che precedevano le vacanze natalizie. Ma Rose doveva allenarsi per bene. Era diventata una giocatrice di Quidditch da quasi un anno, ma non si era presentata mai l’occasione per affrontare i Serpeverde. Non fino a quel pomeriggio, almeno. E Scorpius Malfoy le doveva un favore, da quando l’aveva presa in giro alle selezioni, dicendo che non sarebbe stato possibile nemmeno in un’altra vita, che una Weasley sarebbe diventata una vera giocatrice di talento. E invece, Rose voleva a tutti i costi dimostrargli il contrario.
Da quando giocava a Quidditch aveva provato una nuova grinta, una nuova sensazione che mai aveva provato in precedenza.
-Andiamo a distruggerli.- disse il capitano della squadra, dopo il suo solito e celebre discorso rassicurante pre-partita. Mano a mano, ognuno dei giocatori dalla divisa fiammante uscirono nel gelo. Il vento era martellante e pungente, arrivava fin sotto ai vestiti e sotto la pelle. Un brivido di freddo puro attraversò la schiena di Rose, ma poi, incontrando gli occhi azzurri del cugino in mezzo a tutti gli altri, le si riscaldò il cuore. I tribuni erano immensi, e infreddoliti, quindi non fecero il solito gran baccano. Però era una partita importante, e dovevano esserci tutti quanti.
-Rose, sputa in faccia a questi Serpeverde e fa vedere chi sei.-
-Lo so, James.-
Il rapporto con James era diventato di rispetto reciproco, da quando anche la rossa era entrata a far parte della squadra perché se lo meritava, e non perché, ricordò all’improvviso Rose, come aveva detto Malfoy, era raccomandata dalla parentela con il cugino. Altra rabbia si sovraccaricò nel cuore puro ma aggressivo della ragazza. Aggressivo per il freddo, aggressivo per la cattiveria subita senza motivo, aggressivo perché, perché..
Il fischio d’inizio interruppe i suoi pensieri, e, meccanicamente si librò nell’aria fredda, alla ricerca della pallina dorata che svolazzava in campo. Incrociò lo sguardo gelido di Scorpius, che stava cercando la sua stessa cosa.
-Hai già perso in partenza, bocconcino! Se vinciamo, io ti devo un favore. Se vincete, tu mi dovrai un favore. Accetti?- la provocò.
-Non ha senso come patto!- replicò la ragazza, senza smettere di cercare con lo sguardo.
-Non deve aver senso, o forse hai paura che io vinca? Così chiunque perda, poi avrà una ricompensa.-
-Non ti facevo così altruista, Malfoy.-
-Non sono altruista, voglio solo farti capire che non mi dispiace aver pietà dei perdenti!- urlò lui.  
Lei fece una finta, precipitandosi in picchiata verso il campo, ma poi si rialzò, cinque metri prima, perché lo intravide davvero, il boccino d’oro. Era alle spalle di un giocatore Serpeverde, e lei si buttò verso di lui, sempre inseguita da Malfoy, che, vedendo sul serio la pallina, la precedette. Ma Rose, più leggera di lui, tagliò il campo e raggiunse la pallina svolazzante. La impugnò prima di Scorpius che, nel medesimo tentativo, racchiuse la sua mano intorno a quella della ragazza. Il tempo si fermò per un secondo, mentre il commentatore dichiarava la vittoria dei Grifondoro. Il momento di gloria di Rose e il suo sguardo fiero, furono distrutti da una mazza da Battitore (Serpeverde) che colpì in piena faccia la rossa, che cadde giù in picchiata dal campo.
Si aspettava un colpo, un colpo brutto e dolorosissimo, che non sarebbe riuscita ad attutire. Ma il vento che le faceva svolazzare i capelli si fermò di colpo. Lei aprì un occhio, osservando un viso perfetto. Un po’ di barbetta da figo, il naso dritto e sottile, gli occhi grigi, i capelli scompigliati platino. Era tra le braccia di Scorpius Malfoy, che guardava il campo dove stava per atterrare.  Terminò l’elenco dei ‘perché’ del suo cuore aggressivo, mentre le sue guance prendevano sempre più colore, e il freddo diventò caldo e bollente.
‘..perchè dopo averne parlato con Al, due anni prima, aveva sempre negato il sentimento che provava per Malfoy. L’orgoglio, la spingeva a negare, e le si era congelato il cuore.’
Ma qualcuno, con un semplice atto gentile (le aveva solo salvato la vita), aveva trovato la chiave per scongelarlo.
Quando tornarono a terra, la ragazza scese dalle sue braccia, abbastanza intontita dal colpo. Prima che tutti le andassero incontro per vedere se stesse bene, ebbe il tempo di dire: -Non finisce così, Malfoy.-
E le sembrò anche che il ragazzo le rispose scandendo: -Spero che tu abbia ragione, Weasley.-
Rose si voltò, ma non riuscì a cogliere la sua espressione, perché la folla la stava già portando ad Hogwarts.
Ma non nella Sala Comune, dal momento che aveva praticamente il viso esangue, cosa che constatò mentre, litigando con l’Infermiera, sosteneva di essere in perfetta forma. Toccandosi il viso, non solo la mano divenne rossa, ma provò un dolore acuto, per cui la diede per vinta alla donna, e la seguì.
Prese una medicina che faceva abbastanza schifo, e si fece medicare il viso. Erano le undici e mezzo. Mezz’ora dopo sarebbe stato il 13 Dicembre: il compleanno di Scorpius. Le dispiaceva un po’ averlo rovinato, i suoi genitori non sarebbero stati contenti.
Scoppiò a ridere dentro di sé, rendendosi conto di sapere la data di nascita di un ragazzo che aveva odiato per più di cinque anni a questa parte. Albus entrò in Infermeria, sorridendo.
-Come va campionessa?- mormorò, sedendosi sul lettino.
-Mi sento come una ballerina..- iniziò a dire lei, ridacchiando.
-Ballerina?- chiese incuriosito Al.
-Si..spaccata.- scoppiò a ridere sonoramente lei. Albus si diede un colpo in testa, e poi mormorò:
-Sai, credo di dover tornare in campo a cercare il cervello che hai perso con il colpo.-
-Ma no dai, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente.-
-Scorpius ti ha salvata.- affermò Albus, con sguardo divertito.
-Avevi proprio bisogno di ricordarmelo?- sbuffò lei, alzando gli occhi al cielo.
La voce dell’infermiera che iniziò a imprecare iniziò a echeggiare nell’Infermeria, ma un ragazzo alto, dalla spalle larghe e biondo, entrò, chiudendole la porta in faccia, con un sorriso stampato sulle labbra.
-Tanto vale lasciarvi da soli..- mormorò malizioso il ragazzo con gli occhi azzurri, ignorando lo sguardo di preghiera che lei gli stava rivolgendo scuotendo la testa più volte.
-Oh, ciao Potter. Ho interrotto qualcosa?- chiese, ritornando serio il biondo.
-Malfoy. Figurati, stavo proprio per andar via..-concluse Albus, alzandosi dal lettino e chiudendosi la porta alle spalle.
Scorpius attese che ogni rumore (e grida) si placasse, dopodiché si sedette dov’era seduto prima il cugino di Rose.
-Vuoi vendicarti della nostra vittoria? Perché sei qui?- chiese schietta lei, alzandosi sullo schienale, e senza staccare lo sguardo dagli occhi grigi ed elettrizzati.
-Io credo che tu mi debba un favore.- mormorò. E dopodiché, con nonchalance, le si avvicinò e le diede un bacio. Rose sentì un calore bollente pervaderle il corpo, e andare su e giù, il sangue nel cervello, il cuore che le batteva all’impazzata, cosa che non succedeva da tempo.
Ma il bacio non terminò lì. Lui iniziò a ‘scavare’ con la lingua nel solco delle sue labbra, di conseguenza lei strinse le braccia attorno alle sue larghe spalle, con tanta forza che lui dovette alzarsi per non gravare con il suo peso su di lei. Poi cambiò idea, e, a gambe aperte si sedette con leggerezza sulle gambe di lei, mettendole le mani gelide sotto la maglietta. Al tocco, lei rabbrividì e Scorpius la baciò ancora con più entusiasmo, sfilandole la maglietta rossa e sporca. Anche lei gli riservò lo stesso trattamento. Lui le morse le labbra, sorridendo, e lei gli tirò i capelli biondi, già scompigliati.
Poi Scorpius si infilò sotto le coperte del letto, senza staccarsi dalle sue labbra per un solo istante, e poi, quasi spontaneamente, le sue mani sfilarono anche il pantalone e gli slip della rossa, che arrossì, imbarazzata. Ma non voleva fermarsi, no. Anzi, lei gli sfilò tutto in un colpo solo, a dirla tutta.
E iniziarono a muoversi insieme, con quella passione e violenza che aveva creato l’odio di entrambi l’un l’altro. Sempre  più forte, fino all’esplosione dei sensi.
***
La mattina seguente, Scorpius svegliò Rose mordicchiandole un lobo, e lei gli diede un pugno in pieno petto.
-Io non avevo accettato la tua proposta, razza di porco.- disse con tono severo.
-Non mi sembrava ti stesse dispiacendo, non proprio.- rispose lui creando dei cerchi intorno all’ombelico di lei con le dita ghiacciate.
-Giù le mani. Piuttosto, pensa ad andare con le altre cretine come me che si lasciano ammaliare da te solo per un istante e con cui ti diverti a giocare la notte, su.- disse a malincuore, sapendo che si trattava della verità.
-Non potrei, non ora. Sai, ci sono due categorie di donne, e l’ho scoperto l’anno scorso. Ci sono quelle con cui fai del sesso e te ne vai mentre sta dormendo, e ci sono quelle che dopo averlo fatto, vogliono essere coccolate, e che io principalmente voglio coccolare.-
-Beh?-
-Lasciati coccolare.-
-E perché mai?-
-Perché tu non mi scappi, piccola Rose Weasley.- concluse il biondo, sfregando il naso contro il collo di Rose, e baciandola due, tre, quattro, infinite volte.
E per la prima volta nella sua vita, Scorpius provò l’essere innamorato. Era innamorato di lei, di ogni singola lentiggine, e di ogni singolo capello. La trovava perfetta.
-Sai, ho scelto di volere te. – mormorò piano. Lei si voltò e lo guardò dritto negli occhi.
-Ma io sono un disastro.-
Lui scoppiò a ridere, per poi tornare serio, strattonarla a sé e dire: -Non sono bravo in questo genere di cose, quindi cerca di capirmi. Non sei un disastro: sei tu. Con i tuoi pregi, i tuoi difetti e cazzi vari, ma sei tu.
Determinata, seria, impulsiva, originale, completamente fuori di testa per molti versi, e hai avuto modo di dimostrarmelo durante la ronda da Prefetto. Sei tu. E sei l’unica che voglio. -
Lei sorrise arrossendo e lui pensò che non c’era lavoro più gratificante, più importante, del riuscire a farla ridere e sorridere ancora.
  

 
  
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