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Autore: Dart of Pleasure    09/12/2013    1 recensioni
Fanfiction ambientata all'inizio della terza stagione. E se Alejandro Goya fosse stato assassinato in Italia, sotto gli occhi di un'osservatrice involontaria? E se questa ragazza, inserita nel programma protezione testimoni, scoprisse che anche il più duro dei cuori può sciogliersi al calore natalizio?
Gli amori più grandi, tuttavia, sono sempre un po' insani. Anche se nati sotto il vischio.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Casey, Chuck, Nuovo personaggio, Sarah
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Come va il programma protezione testimoni?- chiese il generale Beckman.

-Molto bene, generale, la ragazza si adatta ad ogni nostra richiesta.

-Menomale, perché ho l'impressione che questa situazione perdurerà per un bel po'. I nostri agenti non hanno fatto nessun passo avanti, purtroppo.

-Ma generale, vuole dire che Sabrina sarà costretta a trascorrere il natale lontana dalla sua famiglia?

-Mi dispiace molto Chuck, ma è per il suo bene.

-Ma è solo una bambina, sarà molto triste..

-Ebbene Chuck, la tua missione sarà rallegrare il natale di quella povera ragazza!- rispose la Beckman infastidita da quell'agente sempre fuori luogo con i suoi sentimentalismi.- Il rapporto del colonnello qual'è?- domando in procinto di chiudere la video-chiamata.

-Non è stato evidenziato nessun problema.

-D'accordo squadra, tornate a lavoro.

Sarah e Chuck stavano per andarsene quando Casey disse:

-Walker potresti scortare la risorsa a casa? Io devo compilare delle scartoffie.

-Certo, John.- rispose, chiedendosi: quali scartoffie? Ma venne subito distratta dal chiacchiericcio del proprio finto-fidanzato, che facevi programmi per le feste natalizie.


-Che ne dite di pizza e film?- chiese Chuck a Sarah e Sabrina.

-Sabrina ti dispiacerebbe restare sola con Chuck? Sono molto stanca.- disse la bionda scuotendo il capo.

-Perché mai dovrebbe dispiacerle? Sono la miglior compagnia che si possa desiderare!- esclamò il ragazzo offeso.

-Ma puoi anche essere snervante!- rise la bionda.

-Per me va benissimo, che film?


Erano passate due settimane da quando Sabrina si era trasferita nell'appartamento del colonnello e mancavano quindici giorni a natale. Da quattro giorni non piangeva più, perché adesso non era più la nostalgia di casa a tenerla sveglia la notte ma un altro sentimento, che la spingeva a voler restare proprio lì, a Burbank.

In soli sette giorni lei e Chuck erano diventati intimi come fratelli, complici, grazie ai gusti e alle storie famigliari comuni; come lui, anche Sabrina aveva vissuto la lontananza del padre durante l'infanzia.

Quella sera si stavano abbuffando di birra e patatine fritte, tra una risata e l'altra, prendendo in giro Morgan che non riusciva a capire le battute che si stavano scambiando. Quando Morgan se ne andò Chuck rimproverò la ragazza:

-Non dovresti essere così carina quando Morgan è nei paraggi. Caspita, la sua venerazione per te cresce ogni ora di più!

-La sua venerazione? Credo che tu stia esagerando!-rise Sabrina.

-Tu non conosci Morgan!- rise anche lui.

-A me piace Morgan, solo che non mi piace come potrebbe piacermi..

-Come potrebbe piacerti..?

-Un uomo.- rispose lei, confusa.

-Ok. So che a volte non sembra ma..Morgan è un uomo.- rispose lui perplesso.

-Ma non è il mio tipo.- rispose lei arrossendo.

-E sentiamo chi è il tuo tipo..mm..Lester?

Scoppiarono in una sonora risata al solo pensiero, quando ad un tratto qualcuno suonò alla porta.

-Ehi John! Vuoi unirti a noi?- lo invitò Chuck.

Casey, seppur titubante, entrò e si andò a sedere sul divano. E poi, come infastidito, chiese:

-Perché preferite sedere sul pavimento anziché usare le sedie?

Chuck e Sabrina si guardarono interrogandosi: non lo sapevano nemmeno loro.

Il ragazzo scoppiò a ridere, mezzo ubriaco e contento, mentre la ragazza arrossì selvaggiamente, sentendo su sé lo sguardo severo del colonnello.

Chuck vide il rossore della ragazza e subito ricordò la simile espressione che Casey aveva assunto dopo il bacio che l ragazza gli aveva dato al Buy More.

E la cosa lo faceva ridere sempre di più.

-Bartowski offri proprio un pessimo spettacolo!- disse Casey andandosene, infuriato.

Quando chiuse la porta Sabrina colpì il ragazzo con un enorme cuscino:

-Stupido! Lo hai fatto scappare!- era veramente arrabbiata.

-E che t'importa?- rise, guardandola.- Oh, mio Dio. T'IMPORTA!

-Zitto!- urlò lei, soffocandolo con il cuscino

-Non puoi dire sul serio! Cos'è un orribile remake della Bella e la Bestia?

-Senti Chuck, adesso basta. E' meglio che io vada.

-No, aspetta scusami. Sono un idiota ma, capisci, è troppo strano!

-Va bene, scherzavo. Sono veramente stanca. Ci vediamo domani al Buy More.


Entrò nell'appartamento accanto con le chiavi che Casey le aveva dato. Sembrava deserto, ma sapeva che il proprietario sarebbe potuto apparire da un momento all'altro. Spesso mormorava “ricognizione” e spariva per mezzora, apparendo poi dal nulla.

Decise che per farsi passare la mezza sbornia era necessaria una doccia, così salì in camera sua.

La differenza tra la propria camera e il resto della casa era eclatante. Trucchi e vestiti ovunque. E pensare che l'uomo rude era lui. Lui che invece era sempre impeccabile, perfetto, anche con quella stupida maglia verde del Buy More che faceva sembrare chiunque semplicemente ridicolo. Avrebbe dovuto riassettare il tutto per non fare la figura della barbona, dell'inetta. Anche se, a dire il vero, era abbastanza sicura che lui la considerasse già una stupida lagnosa. Ogni tanto le rideva in faccia per qualche suo errore e poi si rabbuiava più di prima.

Se solo non fosse stata così preparato.

Aveva provato a fare la civetta e la cosa aveva riscosso pessimi risultati; aveva ottenuto distacco e freddezza oltre ogni limite. Aveva provato ad ignorarlo ed aveva ricevuto altrettanta indifferenza.

Lei proprio non sapeva che fare. Non aveva nessuna esperienza nel corteggiamento; solitamente erano gli altri a corteggiare lei, e lei a respingerli.

Non il contrario. Per la prima volta nella vita desiderava veramente qualcuno. In tutti i sensi. E il lui della situazione se ne sbatteva altamente o, addirittura, ne pareva infastidito.

Persa in questi pensieri fece la doccia e ne fuoriuscì più calma ma stordita. Scese al piano di sotto per bere dell'acqua e se lo trovò davanti. Lui non poteva vederla, ma la sentì:

-Non si dorme stanotte?- chiese con una punta di insofferenza nella voce.

A quel punto, dentro, le montò una rabbia indicibile.

Non era abituata ad essere tollerata, soprattutto dalle persone che le interessavano.

Era costretta a vivere in una fottuta casa a lei estranea, per una colpa di cui non era responsabile, un po' di gentilezza le era dovuta.

-Non sapevo avessi un coprifuoco!- rispose acidamente.

A quel tono, lui si voltò un po' sorpreso. Lei era sempre educata, spesso ironica ma sempre gentile.

Quando la vide avvolta in un minuscolo asciugamano di spugna ed i capelli bagnati gli cadde la mascella a terra.

Lei restò perplessa, non si era resa conto delle condizioni in cui si era presentata.

-Che c'è? Ti do fastidio? Non ho chiesto io di vivere questa situazione! Credi sia contenta di esserti sempre tra i piedi? Puoi sempre passare questa dannata missione a qualcun altro.- era esaltata, totalmente fuori di sé.

Casey non aveva afferrato una sola parola. La indicò semplicemente, con espressione vuota ed incantata.

In lacrime, la ragazza scappò al piano di sopra singhiozzando e, dopo aver a lungo esitato, John la seguì. La trovò distesa prona sul letto, la faccia affondata nel cuscino.

Confuso, sulla porta, chiese:

-Vuoi che chiami Walker o Bartowski?

-No!-pianse lei.

-Posso.. portarti qualcosa?- in realtà tutto ciò che lui voleva in quel momento era fuggire: consolarla voleva dire esporsi, lasciarla sola una crudeltà.

-No!- disse lei sollevandosi.-Vorrei solo che sopportassi meglio la mia permanenza qui. Vorrei che tu non mi guardassi disgustato ogni volta che do un bacio allo zio. Vorrei che tu non mi scaricassi a Chuck con l'aria di chi si toglie un enorme peso dallo stomaco - lo guardò sconsolata.

Lui ascoltò in silenzio e poi bisbigliò:

-Sei scossa. Era prevedibile che prima o poi avresti avuto un sfogo del genere.- le sfiorò la fronte con le mani- Bruci. Cerca di riposare.- e senza aggiungere altro uscì.

Come un automa si trascinò fino al soggiorno/camera da letto.

Il suo udito addestrato riusciva a percepire i singhiozzi soffocati, provenienti dal piano di sopra. Aveva sempre considerato le lacrime roba da stupidi, deboli, indegni di stare al mondo perché incapaci di affrontarlo. Ma può un bambino che piange essere considerato un debole?

Per quattro notti è riuscita a non piangere. Ma stanotte è stato diverso era..arrabbiata. Mi avrebbe picchiato se non fosse stata così..così..così.

Forse potrei insegnarle la box..no..decisamente no.

Nel buio, un rumore..un fruscio.

Si ritrovò a combattere come un forsennato contro sei uomini. Sentì l'urlo di Sabrina e, quando ebbe finito, silenzio. Si precipitò nella stanza. Un uomo la teneva in ostaggio.

-Butta la pistola o le sparo.- fu l'avviso lapidario.

Casey poggiò cautamente la pistola in terra.

-Il che sarebbe un gran peccato..-continuò il malvivente- un faccino così bello..due gambe così belle..-mormorò accarezzandole.

-Non mi toccare, stronzo!- ruggì lei.

Casey inviò un messaggio automatico all'agente Walker, premendo un pulsante.

-Non fare così, gattina! Preferisci morire? Infondo non sono mica male se collabori..

-Cosa stai cercando? -chiese freddamente Casey.

-Shh..shh..non sono affari che ti riguardano.

-Il mio compito è proteggere i civili, questo è un affare che mi riguarda!

-Lasciaci soli e chiudi la porta.- lo liquidò l'altro.

Sabrina e l'assassino ora si guardavano negli occhi.

-Sì John..lasciaci soli e chiudi la porta- ripeté la ragazza con voce maliziosa.- Non sapevo fossi così dannatamente carino..

Entrambi gli uomini nella stanza restarono a bocca aperta.

-Ah vedo che..cominci a ragionare.- biascicò l'uomo che continuava a puntarle la pistola addosso.

Sabrina cominciò a baciarlo, voluttuosamente, lungo le guance ed il collo.

-Ehi ehi non perdi tempo..-disse l'uomo, facendole scivolare l'accappatoio che la copriva.

Un espressione delusa e disgustata, intanto, si andava dipingendo sul volto di Casey.

-Esci John..ti prego..-disse la ragazza con voce incrinata, mentre trascinava il proprio potenziale assassino a letto.

Casey, come un sonnambulo, uscì dalla stanza e vide che Sarah furtivamente si avvicinava.

-Dov'è la ragazza?- chiese preoccupata.

-E' dentro.. ha..ha appena sedotto l'uomo che la teneva in ostaggio.

-Cosa?- domandò, scioccata, la bionda. Ma dopo un secondo capì ed entrò nella stanza.

-Sabrina..cosa stai facendo?

L'uomo le puntò subito la pistola contro.

-Ferma dove sei!

-Non sono abbastanza carina?-sussurrò lei, con fare seduttivo.

-Oh ma..certo che sì..ce n'è abbastanza per tutte- rise, sguaiatamente, l'uomo.

Walker si tolse sinuosamente la maglietta, si avvicinò e baciò l'uomo con passione. Subito dopo riuscì a disarmarlo.



  
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