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Autore: Jeliza Rose    09/12/2013    3 recensioni
Bianca come il latte e rossa come il sangue: questa è Rozen … una ragazza irlandese di 18 anni dai lunghi capelli rossi e la pelle candida …
Un incontro casuale o forse del destino la legherà al giovane Sorensen, un ragazzo diciannovenne chiuso e misterioso che per colpa di Rozen si ritroverà ad affrontare il suo passato tormentato e segreto…
Una foto scattata di nascosto, due occhi verdi sconosciuti, i caratteri incompatibili e un legame indissolubile saranno da sfondo a questa storia o… favola? un po’ particolare!
Dal prologo:
E lei era lì... i lunghi capelli rossi risplendevano alla luce dei raggi solari che filtravano dagli alberi e la sua pelle era bianca come il latte, leggermente arrossata dal sole.La sua risata rieccheggiava nel silenzio del bosco accompagnata dal rumore del vento e dello scorrere del fiume…
Quello che si presentava davanti a Sorensen in quel momento era un quadro surreale...non poteva essere vera...era come una piccola creatura del bosco...magica e meravigliosa con quei riccioli rossi che le incornciavano il bel viso e che danzavano ad ogni suo movimento...
Sembrava come uscita da un libro delle fiabe...
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Oh, I need this
I need a lullaby
A kiss good night
Angel sweet love of my life
Oh, I need this...








Quella mattina mi svegliai con una strana e piacevole sensazione e percepii un dolce profumo di rose decisamente famigliare ,ma andiamo...non era possibile...

Probabilmente stavo sognando perché ero nel mio letto e l'unica cosa che ricordavo con chiarezza era che la sera prima stavo malissimo ed ero tornato diretto a casa dal Fox.

La luce del sole filtrava dalla finestra costringendomi ad aprire gli occhi anche se con fatica...

Che diavolo era successo?!

Sentii qualcosa (o qualcuno?!)muoversi accanto a me, mi sentii  solleticare il viso e il collo, abbassai lo sguardo strizzando gli occhi  e...

Oddio....omioddio..
OMIODDIO!

Rozen...Rozen Gallagher dormiva aggrappata al mio corpo, la testa appoggiata sul mio petto, i lunghi capelli rossi sparsi sul cuscino...calda e morbida e bellissima e grazie al cielo vestita.
Potevo sentire il suo respiro solleticarmi il collo e pregai il mio corpo di non reagire nella maniera sbagliata perché sarebbe stato davvero imbrazzante....
Il mio braccio l' avvolgeva stretta e le nostre gambe erano incastrate perfettamente...

Come cavolo c'eravamo finiti in quella posizione?!

Non dovevo farmi prendere dal panico o sarebbe stata la fine...
Se Rozen si fosse svegliata in quel momento di sicuro avrebbe tirato su una scenata delle sue, come minimo incolpandomi di aver approfittato della situazione.... 

O forse no.
Forse mi avrebbe solo sorriso e detto buongiorno...
Mmmm decisamente no.

Per un po' rimasi immobile per paura di svegliarla e doverla affrontare.
Avevo una vaga idea di quello che avevo detto o fatto....ma quello di cui ero certo era che le avevo chiesto io di dormire con me,di non lasciarmi solo.

Molte bene...che figura di merda...

Da quando poi mi facevo abbracciare o toccare in maniera affettuosa da qualcuno che non fosse mia sorella?!

Tutta colpa della febbre!
Ma ad essere sinceri, era una vita che non dormivo così bene, era una vita che nessuno si preoccupava per me....
E a quel pensiero la mia mano si mosse da sola, il mio corpo non volle darmi retta evidentemente, perché mi ritrovai ad accazzare i suoi boccoli morbidi che sapevano di rose e a stringerla forte invece che districarmi da quella situazione uscendo dal mio letto più veloce della luce.
Quella stupida ragazzina mi faceva arrabbiare come nessuno mai, ma allo stesso tempo era come se non potessi fare a meno di lei, volevo tenerla con me, ma facevo di tutto per dimostrarle il contrario...

Non me la merito...mi ripetevo....
Non merito niente....continuavo a dirmi...
Tu non hai bisogno di nessuno, tanto meno di lei...
Già..
..

La guardai dormire per un tempo indefinito, le scostai i capelli dal viso combattendo con la mia vocina interiore che  urlava di  scappare il più lontano possibile...ma non volevo...non in quel momento...
E all'improvviso col cuore in gola, mi ritrovai  ad annegare in quel mare verde acqua che erano i suoi occhi...
Rozen si svegliò e dopo aver sbattuto le palpebre ripetutamente mi guardò con gli occhioni spalancati al di sotto delle sue lunghe ciglia , forse credendo di sognare.
Le sue guance erano rosse per l'imbarazzo in contrasto con la sua pelle di porcellana...era così vicina che potevo contare le leggere lentiggini su quel nasino perfetto e delicato...

E la mia mano era ancora nei suoi capelli...

Per un momento non respirai, convinto che si sarebbe messa a gridare e mi avrebbe lanciato dietro  cuscini o qualsiasi cosa avesse avuto tra le mani...ma al contrario  rimase in silenzio, forse non sapendo bene cosa fare, guadandomi incredula.

 -...Hey!-

La mia voce era ancora più profonda e roca del normale, la gola ancora un po' irritata, ma l'intruglio che mi aveva dato  la notte prima aveva funzionato.
MI squadrò il viso senza rispondermi, soffermandosi per un momento sulle mie labbra per poi incatenare i suoi occhi ai miei e infine lanciò un'occhiata divertita ai miei ricci che di sicuro  erano completamente sconvolti e arruffati-non che fosse una novità- mettendomi decisamente a disagio, non sapevo che fare....insomma eravamo incastrati l'uno con l'altro sotto al piumone e per di più mi aveva sorpreso ad accarezzarle i capelli...
Improvvisamente scoppiò in una fragorosa risata, le sue guance erano ancora più rosse e la mano che prima era sul mio petto, ora era sulla sua bocca come per cercare di frenarsi, ma decisamente con scarsi risultati...
Buttò la testa all'indietro sul cuscino continuando a ridere, districandosi dalle mie gambe lasciandomi una spiacevole sensazione di vuoto...
A quel punto mi riscossi dal mio stato di shock, corrugai la fronte confuso...

-Ma che...ma che diavolo hai da ridere?!La smetti?!-

Mi sollevai su un gomito appoggiando la testa sulla mano guardandola come se fosse pazza....

-O-oddio uahahhahahaaah! Dovresti vederti ahahahah!Scusa ma...ahahahhaha!-

-Roze smettila!......SMETTILA SUBITO CAPITO?!-

-E' che...bé con quelle guance rosse, gli occhi gonfi e quei....ahahahah oddio quei capelliii...sembri un muffin ahahahah un muffin al cioccolato!!ahhahahh-

-Sì certo divertente...davvero...wow sto morendo dal ridere...- 

Le risposi in maniera ironica e acida come al solito, ma a dir la verità ero divertito dalla sua reazione...

-Oddio Soren!Se non ti conoscessi direi che sembri quasi adorabile ahhahaha!E quei capelli ahahahhah!Un cupcake!Posso chiamarti Cuppy? Ti prego ahahahahh! Buongiorno Cuppy!-

-Ora basta stai esagerando!Ti sei vista?! Tu sembri una strega hai tutti capelli sparati!!-

-COSA?! IO TI HO DATO DEL MUFFIN CHE E' PURE UNA COSA TENERA E TU MI DAI DELLA STREGA?!COME TI PERMETTI?!-

Si alzò di scatto mettendosi in ginocchio prese un cuscino e iniziò a colpirmi come una furia...

Cercai di difendermi parando i colpi con le mani, iniziando a ridere io stavolta e non so come riuscii a tirarmi su nonostante "Rozen la macchina assassina" continuasse imperterrita a colpirmi...

-TU SEI PAZZA!AHI CAZZO!SMETTILA!AHAHAHHAH!AHIO!!-

Riuscii ad afferrarne uno  anch'io  e iniziai a difendermi con quello e le nostre risate si fusero l'una con l'altra.
A quel punto la camera si riempì di gridolini e risate...
Saltammo sul letto prendendoci a cuscinate fin quando  perse l'equilibrio e cadendo sul letto con un urlo mi trascinò con lei aggrappandosi alla mia maglietta.
Avevo il fiato corto e il respiro pesante...e un sorriso enorme stampato sulla mia faccia...
Cazzo mi ero divertito...ero contento...per una volta mi sentivo bene e normale?! 
Ed era strano davvero.
 Rozen continuava a ridere anche lei col fiatone, le guance rosse e gli occhi lucidi, i boccoli sparsi ovunque abbandonata sul letto quasi senza forza.
Ed io debole per il troppo ridere e lo sforzo, senza nemmeno rendermene conto mi abbandonai su di lei, il mio viso affondato nel suo collo e nei suoi capelli cercando di frenare il mio corpo scosso per il gran ridere...
Piano piano ci calmammo e un silenzio carico di tensione sostituì le risate di qualche istante prima.
In quel momento mi resi conto della situazione ed il mio cuore iniziò a battere furiosamente e di certo non per la battaglia coi cuscini.
Volevo tirarmi su, ma non avevo il coraggio di guardarla, ero davvero troppo imbarazzato.
Mi decisi quasi ad alzarmi e a spezzare la tensione magari borbottando una delle mie solite battute arroganti , quando sentii le sue dita delicate tra i miei capelli.
 La sentii accarezzarli con dolcezza come la sera precedente e a quel punto un gemito sfuggì dalle mie labbra, adoravo quando mi toccava i capelli e non riuscii a controllarmi.
Senza pensarci la strinsi a me, lasciandomi coccolare , tenendo sempre il viso nascosto nell'incavo del suo collo, perché sicuro sarei morto di vergogna se solo avessi incontrato i suoi occhi.

-Se-sembra che la febbre sia passata Soren...n-non scotti più come ieri...-

 Al contrario invece io mi sentivo bollente al suo tocco e le sue parole sussurrate al mio orecchio mi fecero trasalire, così le risposi mugugnando qualcosa di incomprensibile, incapace di formulare una frase di senso compiuto.
Era come una droga, stavo così bene...il problema era che da un'innocente coccola il mio pensiero passò a d un altro.
Un dolore mi colpì al basso ventre e il mio respiro si fece più veloce, il cuore a mille e un' unica idea in mente.
La volevo...dio non avevo mai voluto così tanto una ragazza in vita mia.
Volevo quelle labbra...volevo quel corpo morbido e perfetto...volevo lei.
Volevo farla mia e solo mia...
E questo pensiero mi spaventò a morte, dovevo scendere da quel letto e andarmene subito...
Così, quasi tremante alzai lentamente la testa , districando i miei capelli dalle sue dita e incontrando i suoi occhi che in quel momento erano di una tonalità più scura del solito e  languidi, il suo petto  si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro che si era fatto irregolare...
Ed io non ci capivo più niente, il mio sguardo si alternava dalle sue labbra ai suoi occhi chiedendole come un permesso silenzioso...perché sì cazzo...questa volta l'avrei baciata e fanculo tutto, fanculo le mie paranoie e fanculo il mio passato che mi aveva reso così arido di sentimenti...così immeritevole d'affetto...
Ma proprio in quel momento, la porta si aprì di scatto facendomi balzare dal letto e cadere a terra come un cretino!
Kieran fece la sua grande apparizione con solo un paio di boxer addosso e quelle ridicole pantofole irlandesi ai piedi...

-Porca puttana ragazzi mi avete svegliato!Ma che è sto casino?!Sempre a litigare voi due! Perché invece di discutere non vi fate una sana...-

-KIERAN!-

Un cuscino volò fino all'altra parte della stanza colpendolo in pieno...
Kieran uscì ridendo e poi dalla sua camera lo sentimmo urlare -Pretendo la colazione a letto!!-

Non ci potevo credere...

Non sapevo se ucciderlo o ringraziarlo...forse di più la seconda opzione, insomma che diavolo avevo in testa?!Stavo per fare davvero un casino.

Rozen si alzò in fretta e furia, rossa d'imbarazzo per quello che forse stava per succedere  o dalle parole di suo fratello.
Prese con un gesto veloce una delle mie felpe e la indossò...

-Dai sbrigati Soren... andiamo...andiamo a preparare la colazione!-
 
Ed uscì dalla stanza in un lampo...

Ma che...

-Hey quella è mia!E poi...e poi sono ancora malato voglio anch'io la colazione a letto!!

Si riaffacciò dalla porta con uno sguardo omicida...

-Alza il culo e vedi di venirmi ad aiutare...non hai più la febbre, non hai giustificazione signorino!-

-Non ho più la febbre ma questo non vuol dire che io sia guarito del tutto grazie tante!-

-Si certo...muoviti!-

-Guarda che non ho intenzione di portare la colazione a letto a tuo fratello sia chiaro!-

Il suo sguardo si ammorbidì e le scappò una risata...

-Non ti preoccupare appena sentirà il profumo del pane tostato si catapulterà in cucina in un secondo!-

E con un sorriso uscì e scese giù di corsa le scale...

Quella felpa stava decisamente meglio a lei che a me...

Presi un respiro profondo cercando di calmarmi.
Scesi in maglietta e tuta, ancora sconvolto dal sonno, non mi ero nemmeno lavato la faccia...anche se di sicuro avevo bisogno di una doccia fredda decisi che l'avrei fatta dopo e che potevo benissimo gestire i miei ormoni, non ero un ragazzino di 13 anni.
Entrai in cucina e la vidi mentre preparava il caffé persa in quella felpa troppo grande per lei, i capelli lunghissimi sciolti e arruffati...sembrava così piccola.
Mi fermai un attimo sulla porta a guardarla divertito mentre cercava di prendere lo zucchero che era stato messo su una mensola troppo alta.
Così mi avvicinai  sovvrastandola e presi il barattolo al posto suo sorridendo.
-Sei davvero nana Roze...-le sussurrai nell'orecchio prendendola in giro...
Si girò sorpresa...-Roze?! Da quando mi...Scusa che hai detto?! Io non sono NANA!Sono diversamente alta!1.60 è un'altezza giusta per una ragazza sai?!-
La guardai ancora una volta con espressione scettica ed iniziai a cercare le cose per preparare i pancakes.
La vidi sbuffare nascondendo un sorriso divertito mentre tirava fuori il tostapane.
Preparammo la colazione stuzzicandoci come al solito, ma era diverso, sorridevamo e non c'era cattiveria...
La casa si riempì  del buon profumo dei pancakes e del pane tostato e quando tutto era praticamente pronto Kieran ci raggiunse per mangiare con noi.
C'era una bella atmosfera, con Kieran che raccontava qualche annedoto divertente e la risata di Rozen che riecheggiava per la casa ed io che cercavo di trattenermi, ma mi sentivo troppo bene per non essere me stesso...e poi quella domanda rovinò tutto...

-Uh Soren...Josh mi ha dato la bella notizia...ho saputo che quest'anno vi hanno chiamato per suonare alla festa di Halloween!! Mi ha detto  che è un evento importante qui!Dovresti essere contento vi pagheranno bene!-

Kieran mi guardava sornione mentre si rivolgeva a me con la bocca piena e la voce allegra, inconsapevole delle conseguenze delle suo parole...
Mi bloccai...lasciai andare la forchetta in malo modo provocando un suono fin troppo rumoroso mentre  scontrava il piatto seguito poi da un silenzio glaciale.
Guardai un punto indefinito cercando di regolarizzare il respiro che si era fatto più veloce sentendo lo sguardo perplesso di Rozen e Kieran su di me, probabilmente scossi dalla mia reazione, strinsi le mani intorno al bancone facendo diventare le nocche bianche dallo sforzo.
Dopo un momento di assoluto e imbarazzante silenzio sentii la voce di Kieran chiedermi se andava tutto bene.
Alzai lo sguardo, sapevo di avere un aspetto orribile. Sudavo freddo e un groppo in gola m'impediva quasi di parlare poi non so come la mia voce uscì bassa e roca a malapena udibile e involontariamente cattiva.
-Io non suonerò a quella cazzo di festa...nessuno mi ha detto niente...-
Mi alzai in fretta e furia lasciando il piatto mezzo pieno e me ne andai di corsa in bagno a vomitare tutto quello che avevo mangiato.

HALLOWEEN

Come avevo potuto dimenticare che quel giorno fosse vicino.
Ero talmente preso dall' arrivo di Rozen,  dalla foto, dal casino in cui mi ero cacciato, che non mi ero nemmeno reso conto di quanto il tempo fosse passato in fretta e che il mese di Ottobre era già arrivato e con lui i ricordi dolorosi. 
Il mio inferno personale mi tormentava ogni momento ma mai come in quel giorno maledetto...e di certo lo avrei passato come gli ultimi due anni: al Fiume da solo nella mia tenda e bere, con l'illusione  di cancellare il dolore nonostante  sapessi già che il giorno dopo tutto sarebbe tornato come prima se non peggio.

Entrai nella mia stanza chiudendo la porta a chiave.
Aprii con mani tremanti il lucchetto del cassetto della mia scrivania e tirai fuori la cartellina con le mie foto per poi trovare quella che stavo cercando.
Era una foto di Mery Beth, l'avevo scattata un sera di Luglio proprio qualche mese prima dell'incidente.
Beth era seduta sull'altalena che le avevo costruito, il viso non si vedeva perché l'avevo presa di spalle, ma potevo ricordare ancora perfettamente la sua risata e potevo anora sentire il venticello tiepido estivo sulla pelle, il rumore degli alberi e la luce delle lucciole in mezzo al bosco...sullo sfondo della foto c'era il fiume con le sue montange illuminate dalla luna.
Senza volerlo un singhiozzo strozzato uscì dalla mia gola e con la foto stretta tra le mani mi sedetti sul letto combattento contro i ricordi.

31 Ottobre 2010

Quella sera rientrai tardi da scuola e dal primo momento in cui misi piede in casa sapevo che qualcosa non andava.

Da giorni la situazione era decisamente migliorata, mia madre sembrava essersi un po' ripresa, come se fosse riuscita ad uscire da quel torpore e dalla bolla di sapone che si era creata nella sua stanza.
Sapevo che non poteva durare molto , che era tutto incerto e non ero sicuro che sarebbe stata bene per molto tempo, ma volevo godermi quei momenti finché potevo.
Erano 10 giorni che sembravamo quasi una famiglia normale, e questo grazie al fatto che mio padre pareva essere sparito da 2 settimane e di certo nessuno di noi sentiva la sua mancanza.
Finalmente dopo tanto tempo mia mamma ci preparava la colazione, cucinando i suoi buonissimi pancakes  che a Mery Beth tanto piacevano, canticchiando una delle sue melodie preferite.
Mia sorella rideva tutto il tempo e mia madre ci coccolava e mi arruffava i capelli dicendo che ero il suo bravo ragazzo e che era orgogliosa di me, dei miei voti e del fatto che mi prendessi cura di Beth ed io nonostante tutto il dolore che mi aveva causato non provavo rancore verso di lei.Ero solo felice che le cose parevano essere tornate alla normalità anche se non sapevo per quanto.
I suoi capelli non erano sporchi e arruffati, ma i suoi splendidi ricci color cioccolato erano puliti e  legati in uno chignon morbido e la casa non era in disordine, ma al contrario tutto era pulito e il suo profumo dolce misto a quello dei pancakes aleggiava per la casa proprio come quando ero piccolo e tutto era perfetto.
I suoi occhi, erano ancora segnati dalle occhiaie, ma erano meno evidenti e il loro colore nocciola identico a quelli di mia sorella era luminoso e non spento come giorni prima.
Aveva promesso che avrebbe portato Beth alla festa di Halloween della sua compagna di scuola...ma conoscendola, di questo non ero molto convinto e sapevo che molto probabilmente l'avrei accompagnata io come tutti gli anni.

Ma non m'importava...erano stati 10 giorni tranquilli.
10 giorni senza Frank: niente urla, niente pianti, niente botte...

E quel pomeriggio invece, il profumo dolce di mia madre venne di nuovo sostituito da quello forte di sigarette e alcool e un silenzio glaciale al posto della voce allegra di Beth  e della radio aleggiava nella stanza.
Non ci misi molto a capire che Frank doveva essere tornato.
Iniziai a chiamare mia madre e mia sorella non ricevendo nessuna risposta...
-Mamma?!Mamma!-
MI avvicinai alla porta della sua camera, ma come  giorni prima era chiusa a chiave...
-Mamma ti prego...non puoi di nuovo rinchiuderti qui dentro...-
Nessuna risposta, sapevo che stava dormendo o che stava facendo finta, che era tornata nella sua bolla di sapone.
Mi scostai col magone e mi appoggiai alla porta trattenendo le lacrime cercando di calmarmi, quando pensai a Mery Beth.
Doveva già essere tornata da scuola, di sicuro la madre di Emily, la sua compagna di classe doveva già averla riaccompagnata da ore.
Buttai lo zaino e corsi verso la sua stanza.
Cercai di aprire la porta ma anche quella era chiusa dall'interno.

Che diavolo era successo?!

-Mery Beth apri la porta!-
Avvicinai l'orecchio e sentii dei singhiozzi...e poi..
-NO!NON APRO NON VOGLIO!-
-Beths sono io Soren, ti prego principessa apri la porta!-
Sentii dei passetti leggeri e poi la sua voce più debole e rotta dal pianto...
-Ma...ma papà non c'è?Io io non apro se c'è lui Soren, mi fa tanta paura...ha detto che non posso uscire e mamma si è chiusa di nuovo in camera...-
Presi un bel respiro, la fronte appoggiata alla porta, cercai di controllarmi perché la preoccupazione si stava trasformando in rabbia...rabbia verso quell'uomo che mia sorella ancora aveva il coraggio di chiamare padre.
Con voce gentile e rassicurante le risposi...
-No Beth tranquilla, Frank non c'è, forza apri la porta così se ti va mi racconti quello che è successo e se fai la brava e fai come ti dico ti darò anche un po' di caramelle che ho comprato apposta per te-
Mary Beth non rispose subito, forse intenta a pensare a cosa fare...
-Ma...ma ci sono anche quelle alla fragola che mi piacciono tanto?-
-Sì principessa, apri ci sono solo io.-
Tirai un sospiro di sollievo sentendo il click della serratura,poi la porta si aprì lentamente... Beth aveva gli occhi gonfi e rossi e tremava dal pianto, appena mi vide si lanciò tra le mie braccia saltando e avvinghindosi a me facendomi quasi cadere.
La tranquilizzai, accarezzandole i capelli sussurrandole parole dolci all'orecchio, dicendole che andava tutto bene e che era tutto finito.
Entrai goffamente nella sua stanza con lei ancora ancorata a me e poi con delicatezza la misi sul suo letto staccandola dal mio corpo.
Presi una salvietta dal pacchetto sul suo comodino e le pulii il viso impiastricciato dalle lacrime e dal trucco, solo in quel momento mi resi conto che era vestita col costume da principessa che avevo trovato l'anno prima in un discount ad un prezzo stracciato.
Mia madre doveva averla truccata per la festa probabilmente prima che arrivasse quel bastardo a rovinare tutto.
Mery Beth aveva i capelli spettinati e la coroncina di plastica dorata tutta storta, così mi premurai di pulirle bene il viso, le pettinai i capelli e poi le rimisi con gesto solenne di nuovo la corona in testa.Le dissi che era la principessa più bella del mondo e poi tirai fuori dalla tasca il sacchetto di caramelle dandogli quella alla fragola, lei mi rispose con un sorriso debole, ma pieno di gratitudine.
-Allora va meglio?Vuoi dirmi che cos'è successo?-
Iniziò a raccontarmi con frasi sconnesse e confuse come solo una bambina di sette anni era in grado di fare, ma da quello che intuii mio padre doveva essere tornato nel pomeriggio sorpendendo mia madre mentre preparava Mery Beth per la festa, proprio come avevo immaginato.
Frank era ubriaco,  aveva iniziato ad urlare e a litigare con mia madre.
-Mamma gli ha...gli ha detto di andare via, ma lui...lui l'ha presa per i capelli e poi l'ha spinta ed io...oh Soren è stato terribile..e poi..-
-Beth...ti ha toccato?Frank ti fatto del male?Fammi vedere...-
L'afferrai  e in maniera frenetica, preso dal panico iniziai a tastarla sulle braccia  cercando i lividi notandone uno scuro e viola sul polso e non capii più niente.
Beth continuava a parlare dicendomi che l'aveva afferrata con violenza e sbattuta in camera dicendole di non uscire, che era in punizione e che non sarebbe andata a nessuna festa.
Ma io ormai quasi non l'ascoltavo più, era bastato quel livido a farmi perdere la ragione e il pensiero di mia madre strattonata per i capelli...
 Proprio in quel momento sentii la porta di casa aprirsi e di scatto incazzato come non mai mi alzai dal letto dicendole di chiudersi dentro e di non uscire per nessuna ragione al mondo!
Ma lei si aggrappò al mio braccio seguendomi intimandomi di non andare e di stare con lei in camera!
Ma in quel momento non avevo paura di lui, volevo solo fargliela pagare una volta per tutte, volevo che ci lasciasse in pace e che se ne andasse per sempre.
Quando raggiunsi il soggiorno i miei occhi incontrarono subito quelli di mio padre così verdi e simili ai miei, per un momento ci guardammo senza dire una parola e poi il suo sguardo cadde su mia sorella, che se ne stava lì aggrappata alla mia gamba terrorizzata.
-Mery Beth ti avevo detto di non uscire da quella cazzo di stanza!Come ti permetti di disobbedirmi?!-
Fece un passo verso di noi e a quel punto non ci vidi più....



Un leggero bussare alla porta mi riscosse dai miei ricordi...

-Sorensen... apri la porta per favore, Kieran è preoccupato...-
Alle parole di Rozen sobbalzai e mi asciugai in fretta e furia gli occhi dalle lacrime che  non mi accorsi nemmeno di aver versato...stavo per avere un attacco di panico e dovevo fare di tutto per calmarmi, non era la prima volta.
Feci dei respiri profondi cercando di recuperare il controllo di me stesso, non volevo che capisse...

-VA VIA ROZEN!LASCIAMI STARE STO BENE!-

-NO!Non me ne vado finché non apri questa dannata porta ok?!-

-NO!-

-Ti avviso non me ne vado finché non apri a costo di sedermi qui! E sai benissimo che sono capace di farlo!-

Dio quanto era cocciuta! Perché non si faceva gli affari suoi una buona volta?!

Rassegnato lasciai la foto sul letto e con uno scatto stizzito mi alzai e aprii la porta bruscamente...

-Che c'è?!-

Dovevo avere proprio un aspetto orribile perché i suoi occhi da prima sorpresi mi guardavano con tenerezza e...pena?

Oh no! Io non volevo essere compatito da nessuno tanto meno da lei!

Feci l'atto di richiudere la porta, ma con un gesto veloce la fermò con la mano e colto di sorpresa non riuscii ad impedirle di entrare!
Tra le mani stringeva...era un aspirapolvere quello? Si lo era e dopo averlo appoggiato al muro si girò verso di me con le mani sui fianchi e uno sguardo che non prometteva niente di buono.
Mi passai una mano sul viso esasperato e prima che iniziasse a parlare le dissi a dentri stretti...

-Esci immediatamente dalla mia stanza...-

-NO!-

-Roze per favore non farmi perdere la pazienza non è il momento davvero, mi dispiace se me ne sono andato così ok?Non ce l' ho con Kieran né con te, ma per favore voglio stare da solo!-

-No finché non mi spieghi che diavolo ti è preso in cucina...Kieran pensa che tu sia arrabbiato con lui e sei, Dio sei sconvolto  e non capisco...Ma hai pianto?!-

-Non ho pianto smettila!Non sono affari che ti riguardano!-

-Ma...perché cazzo sei così testardo?!Perché non vuoi mai farti aiutare io non...-

-Perché non voglio!Non l'hai capito?!Non ne ho bisogno quindi lasciami stare!-

Attraversai la stanza velocemente sorpassandola e aprii la porta facendole capire che doveva andarsene...

-Ora esci immediatamente da qui e...-

Le parole si bloccarono in gola...
Rozen teneva tra le mani la foto della mia sorellina fissandola sorpresa...
-Wow Soren...questa...questa foto è davvero incredibile...chi...-
Non le lasciai finire la frase, ero talmente arrabbiato che le parole mi uscirono senza che io potessi fermarle, volevo solo che se ne andasse e che non ficcasse il naso nel mio passato, nel mio dolore, nella mio senso di colpa, nella mia vergogna...non volevo che sapesse...
Non lei che era così innocente e pura, non lei che vedeva solo il lato bello delle persone,mentre invece io mi consideravo un mostro...
 Mery Beth non c'era più ed era solo colpa mia.
Le strappai con forza la foto dalle mani e poi le urlai contro con tutta la rabbia che avevo...

-NON TOCCARE LA MIA ROBA E SMETTILA DI FARE L'AMICA CON ME!NOI NON SAREMO MAI AMICI!MAI!  NON ME NE FREGA UN CAZZO DI TE NON SEI NESSUNO!NON VOGLIO LA TUA PIETA'NE' IL TUO AIUTO MI
HAI CAPITO?!DEVI LASCIARMI IN PACE ROZEN UNA VOLTA PER TUTTE!-

Appena mi resi conto delle parole che avevo urlato e della violenza con cui le avevo dette me ne ero già pentito.Se avessi potuto riprendermele e cacciarle indietro lo avrei fatto.
Mi misi una mano sulla bocca e la fissai con gli occhi sgranati consapevole delle cattiverie che mi erano uscite e del fatto che l'avevo sicuramente ferita e addiritura spaventata.

Lei mi era stata vicina, mi aveva dato un posto dove stare lontano da Frank, si era presa cura di me il giorno prima nonostante i nostri litigi e il mio comportamento ed io come la ripagavo?
Non facevo altro che ferirla e respingerla...

I suoi occhi non mi guardarono come al solito, con lo stesso sguardo fiero e di sfida e la sicurezza che li caratterizzavano, ma erano terrorizzati e feriti e la cosa che mi fece più male  era che stava piangendo.

I suoi occhi erano pieni di lacrime e lo erano per colpa mia, cosa cazzo ero diventato?!

Rozen uscì dalla stanza sconvolta senza dire una parola, sbattendo la porta con violenza.


Ed io rimasi  non so per quanto tempo immobile a fissare con occhi vitrei la porta chiusa, in mezzo a quel casino, il letto sfatto che solo poche ore prima era occupato da nostri corpi abbracciati, i vestiti sparsi per la stanza...  stavolta avevo davvero esagerato,  forse ero davvero riuscito a farmi odiare da lei.


Non era quello che volevo d'altronde?Farmi odiare?Fare in modo che mi stesse lontana?


Mi sedetti per terra appoggiato al letto, la foto di Beth tra le mani e il cuore vuoto...



Take a look at my body
Look at my hands
There's so much here
That I don't understand

Your face saving promises
Whispered like prayers
I don't need them

I've been treated so wrong
I've been treated so long
As if I'm becoming untouchable









Ehm ciao a tutte! O a chiunque abbia avuto il coraggio ancora di aspettare un mio aggiornamento!
Mi dispiace davvero tantissimo, ma diciamo che tra problemi e il classico blocco dello scrittore i giorni sono passati e non mi sono resa conto di quanto tempo in realtà fosse passato!
Spero di essere molti più costante con gli aggiornamenti...ringrazio chi ha avuto la pazienza e chi ancora mi ha tra le sue storie sul serio! 
Un abbraccio a tutte =)

P:S ovviamente se avete voglia di recensire mi fate davvero felice anche se non me lo merito lo so =_=*







  
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