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Autore: angelikakiki    09/12/2013    6 recensioni
Dal primo capitolo:
“ Tu non hai amici” sussurra. Resto di sasso. Ma come…?
“ E hai sofferto tanto. È per questo. Hai difficoltà ad aprirti con le persone, ma quando lo fai, gli dimostri chi sei veramente, senza censure. La gente, allora, si spaventa. Non è facile adattarsi al cambiamento che fai. Quindi scappano tutti. È normale, sai? Lo fanno anche con me” ammette alzando le spalle. Non riesco a rispondergli. Come diamine fa a sapere… mi ha capita meglio lui in dieci minuti che le persone che mi conoscono da una vita. Non è possibile. Al mio sguardo stupito, mi risponde con un sorriso radioso.
“ Quando hai sofferto tanto, impari a riconoscere la sofferenza altrui!”mi spiega velocemente Finnick. Abbasso lo sguardo.
“ Ti riferisci agli Hunger Games?”
La storia di Finnick e Annie.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“ Mamma, io esco” dico subito dopo cena infilandomi gli stivali all’ingresso. Mia madre impallidisce, mentre i miei fratelli mi guardano male.

“ Dove vai?” chiede Alexander. Sospiro.

“ Vado al faro. Con Finnick” dico apertamente. Vedo la mascella di Amadeus contrarsi.

“ No, Annie, non penso proprio” sussurra amaramente. Alexander mi fissa intensamente, come se volesse studiarmi meglio.

“ Non è sempre pieno di Pacificatori, lì?” mi domanda.

“ Non stasera, da quello che dice Finnick. Lui li conosce, , è uno dei Vincitori e va e viene da Capitol City. Finché starò con lui, non mi succederà niente” dichiaro prendendo il giacchetto dalla potrona. Alexander sospira, guardando mia madre, pallida in volto. I suoi occhi azzurri saettano da una parte all’altra.

“ Tu che dici, la mandiamo?” domanda lei a mio fratello. Sbuffo. Alexander non è mio padre, io faccio quello che voglio.

“ Sì, possiamo mandarcela. Ma solo per questa volta. E non fare tardi” mi dice calmo. Amadeus è in procinto di dire qualcosa, ma, a uno sguardo di Alexander, si blocca. Con un sorriso tirato, esco di casa sbattendo la porta e mi avventuro per la spiaggia. È così calma, così pacata e buia. Ma è accogliente. Mi incammino verso sinistra, nella direzione del faro. Sono dieci minuti a piedi, che non mi pesano per niente. Anzi, adoro quell’aria un po’ pungente che viene a quest’ora. Mi fa dimenticare i problemi, le frustrazioni. Vedo Finnick ai piedi del faro. Mi sta aspettando. Effettivamente, ci aveva preso: non c’è nessun Pacificatore in giro. Di solito è il loro luogo di ritrovo.

“ Perché non c’è nessuno?” chiedo io.

“ E’ mercoledì. Si beve a casa di Arrew, il mercoledì” mi spiega semplicemente. Mi domando mentalmente come fa a saperlo, ma, prima che possa formulare la domanda, lui tira fuori un mazzo di chiavi e apre la prta del faro.

“ Allora… entriamo?” domanda. Mi blocco.

“ E’… è una cosa sicura?” gli chiedo. Lui si avvicina a me e mi guarda dritta negli occhi. Ancora quei brividi.

“ Le cose che faremo insieme sono tutte sicure al cento per cento. Mi credi?” mi domanda. È impossibile non fidarsi di Finnick Odair. Quindi annuisco velocemente, prima di addentrarmi con lui nel faro. Saliamo delle piccole scale a chiocciola, in silenzio. Arriviamo in cima, in una specie di balconcino cicolare con una grande fanale al centro. Da lì proviene da luce del faro, quando è acceso. Finnick si siede e i suoi occhi percorrono il mare. Io lo imito, meravigliata. Da qui su è tutto… magico. La luce della luna e delle stelle illumina il mare lievemente increspato, dando vita a tanti piccoli riflessi argentati. Anche le nuvole assorbono quei raggi, diventati quasi fluorescenti. La spiaggia è lattea e spettrale allo stesso tempo. È uno spettacolo davvero suggestivo.

“ E’… bellissimo” dico meravigliata. Finnick annuisce.

“ Già, lo è. E me ne accorgo solo ora” afferma.

“ C’eri già stato?” gli chiedo.

“ Sì. Da solo. E mi disgustava” dichiara con una nota amara nella voce. Rimango allibita.

“ Perché?” gli domando.

“ Perché invidiavo le stelle” mi spiega come se fosse la cosa più semplice del mondo. Non so se ridere o indagare più a fondo. Opto per la seconda strada.

“ Invidiavi le … stelle?

“ Sì. Loro sono lontane da tutto ciò, dal tutti i problemi, dal Distretto, dalla vita in generale. Il loro unico compito è brillare ed essere guardate. Sono bellissime, ma nessuno può usare la loro bellezza per ricattarle o ferirle. Sono belle, quindi brillano. Non c’è cosa più facile di questa. E non sono mai sole. Si fanno compagnia a vicenda, brillando insieme, condividendo una stessa bellezza superiore. Le odiavo, fino ad ora. Adesso capisco che forse ho anche io trovato qualcuno con cui brillare” sussurra con la voce tremante. Non capisco il significato delle sue parole. Ma percepisco che esse nascondono più di quanto potrò mai capire. E la cosa mi spaventa.

“ Finnick…” bisbiglio avvicinandomi. Lui si scansa.

“ Solo… solo un secondo…” mi chiede con voce impastata, allontandosi. Intravedo uno luccichio nei suoi occhi. Lacrime. Sospiro a fondo. Gli voglio concedere un minuto per riprendersi da qualcosa che mi sfugge, ma che capisco essere più grande di me. Dopo qualche istante di sospiri e di strani rumori nasali, si calma. Mi onora di un grande sorriso, e mi afferra la mano.

“ Ti va di… nuotare?” mi chiede. Guardo l’acqua. Sembra un enorme pozzo nero. Ed è pericoloso nuotare di notte. È per questo che è vietato. Alzo gli occhi verso Finnick: ha ripreso quel calore irresistibile, quindi non sono stupita dal fatto di pronunciare un debole “ sì”. Scendiamo velocemente le scale verso la spiaggia. È tutto buio ora, ancora più di prima. Lui si spoglia velocemente e si tuffa. Io, non proprio così spavalda, faccio tutto lentamente, guardandomi intorno. Ma, alla fine, riesco ad entrare in acqua. La sua pelle liscia riflette la luna, mentre nuoto verso di lui.

“Posso chiederti una cosa, Annie?” mi domanda.

“ Sì. Certo” gli dico affabilmente. Lui si volta e mi guarda dritta negli occhi.

“ Se dovessi scegliere tra te e i tuoi cari, chi sceglieresti?” mi chiede. Sembra una domanda come un’altra. Ma io so che è più importante di quanto non lasci intravedere.

“ Io… non lo so. Non ci ho mai pensato” affermo sinceramente.

“ Non ti è mai capitato di fare qualcosa di molto… brutto… solo per tenere al sicuro le persone che ami?

“ No. Io… ho i miei fratelli che, bene o male, hanno sempre badato a me e a mia madre. Dopo la morte di mio padre, hanno lavorato duramente per farci vivere nel migliore dei modi. Certo, io contribuisco, ma senza di loro saremmo perse. Una volta hanno persino tentato di comprare una delle medicine per mamma… per quanto la cosa sia difficile, ecco” concludo frettolosamente. Ma che mi è preso? Perché gli ho detto una cosa del genere? Praticamente gli ho raccontato la mia vita in poche frasi. Io e i miei fratelli ci eravamo promessi di essere molto discreti nel parlare della situazione di mamma. Se la notizia fosse giunta alle orecchie sbagliate, potevano anche buttarla in un manicomio, o portarcela via in altri modi. Finnick mette su un’espressione stupita e allarmata.

“ Perché, cos’ha tua madre?” mi domanda. Sospiro. Ormai è tardi per tornare indietro.

“ Soffre di qualcosa che i medici hanno definito… schizofrenia. È una specie di malattia mentale, il punto è che la porta a fare cose che potrebbero… ucciderla. Tipo sbattere la testa contro la teiera… una volta l’abbiamo trovata così. E il cuore gli batte a mille, rischia un infarto. E… E le medicine costano, costano troppo. Non possiamo permettercele” gli spiego provando a restare calma. Non voglio che capisca la mia ansia, la mia preoccupazione. Lui mi abbraccia di getto.

“ Gliele comprerò io” mi annuncia. Scuoto la testa staccandomi.

“ No, Finnick, non posso accettare. Seriamente. Hanno un prezzo troppo elevato, e, anche se costassero pochissimo, sono sempre soldi tuoi e non voglio…

“ Annie, io sono ricco da far schifo, davvero. Non so neanche come utilizzare i soldi che ho, se non farli ristagnare nella cassaforte fino alla mia morte. Ma se posso aiutare tua madre…

“ Non voglio farti pena. Capito?” gli dico provando a fare l’espressione più dura che ho.

“ Non c’è niente di male ad ammettere quanto ci si sente fragili. Guarda me prima” ammette con un sorrisino. Ed è qui che accade. Scoppio a piangere fragorosamente al suono delle sue parole. Lui mi stringe forte e mi bacia la testa. Io non conosco Finnick Odair. Ma in qualche modo, mi sta aiutando. Mi ci aggrappo, con tutta la forza che ho. Capisco ora quanto mi sovrasta in altezza e per corporatura, sembro una bambina. Mi accarezza la schiena. Prego che non avverta i miei brividi.

“ C’è qualcos’altro che ti turba?” mi domanda con dolcezza. Annuisco.

“ Mio fratello vuole offrirsi volontario agli Hunger Games…

“ NO!” esclama staccandosi. Vedo i suoi occhi… impauriti. Non ne capisco il motivo.

“ No, Annie, promettimi che proverai a fargli cambiare idea!

“ Dice che solo così riusciremo ad avere le medicine per mamma…

“ Vi pagherò tutte le medicine del mondo, digli questo, ma non può farlo! Annie, sto dicendo sul serio, non permettergli di rovinarsi la vita!” esclama. Arriccio il naso.

“ Potrebbe vincere, però, sai? È forte, è molto astuto e…

“ Preferirei che morisse lì dentro, piuttosto che vederlo vincere agli Hunger Games!” afferma lui portandosi una mano sulla fronte. Rimango allibita.

“ Scusa, cosa hai detto?” chiedo. Non posso aver sentito bene.

“ Quello che hai sentito! Annie… quei giochi… sapendo quello che mi sarebbe aspettato dopo, avrei fatto di tutto per morire il prima possibile! È un inferno vivere così, Annie… E non solo per me, ma anche per tutti quelli che mi circondano… ti prego, devi accettare i miei soldi! Se non vuoi farlo per orgoglio, fallo per tuo fratello, ti supllico!” grida. Rimango di sasso a cercare di capire il significato delle sue parole. Non ci riesco proprio. Misteri, solo misteri. E io mi sono stufata di sentirlo parlare per enigmi. Ma mi costringo a cercare di decifrare la sua espressione. È davvero spaventato a morte. Ed è sincero. Mi devo fidare di lui, di Finnick Odair.

“ Ok. Ci proverò” prometto. Lui pare rilassarsi. Mi abbraccia di nuovo.

“ Lo so che ti sembro indecifrabile. Lo capisco. Ma sappi che c’è un motivo. Ti prego, credimi” mi supplica. Annuisco tra le sue braccia. Il battito del suo cuore è veloce. Sì, Finnick mi sta nascondendo qualcosa. Ma non voglio mettergli pressione. Me la dirà, prima o poi. Siamo amici, no? Poggia le sue labbra sulla mia fronte. Non so perché permetto a un mezzo sconosciuto di fare tutto ciò. Ma mi piace. Mi sento… calma. Calma come il mare che ci circonda. Alzo lo sguardo verso le stelle.

“ Sì, sono proprio belle, le stelle” ammetto. Lui sorride.

“ Sì, bellissima” dichiara. Distolgo i miei occhi dal cielo per posarsi sui suoi. Mi fissa quasi… estasiato. Sento le mie guance farsi rosse.

“ Io… devo tornare a casa” affermo borbottando. Lui annuisce senza cancellare il sorriso sulle sue labbra e nuotiamo verso la riva. Ho il cuore a mille. E davvero, tutto questo non ha senso. Ma è fantastico. Come lui.

  
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