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Autore: miss dark    10/05/2008    3 recensioni
Una ragazza innamorata del suo migliore amico.
Lui non ricambia, non subito.
Potranno mai avere una storia, o entrerà qualcun altro nella loro vita?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mai Più Noi-Capitolo 14
CAPITOLO 14

Giulia era appena uscita dal bar. Percepiva appena le gambe, molli, la gola era secca e lo stomaco in subbuglio.
- Non pensavo che la cotta fosse così grave...
Sussurrò a se stessa, perché ormai non aveva più nessuno con cui sfogarsi e a cui chiedere consigli.
- Chissà come se la sta passando quella svampita di Sara...
Le venne quasi da sorridere. D’altronde era felice, perché non lo fece? Non sapeva, non riusciva a sollevare le labbra e a comporre quella strana smorfia che desiderava assumere. C’era qualcosa che la fermava.
- Chissà se oggi verrà a scuola...
Non le veniva proprio più da ridere. Sara il giorno prima non era andata a scuola, lei si era preoccupata e ora la sua domanda principale era “Come starà?”
S’incamminò verso la scuola, riappropriandosi dell’uso delle gambe.
Diede uno sguardo all’orologio che teneva al polso e, quando si accorse di essere in ritardo, si mise a correre, infischiandosene dei complimenti per nulla velati delle persone che osservavano la gonna svolazzare sotto l’effetto del vento.
Arrivò. Percorse il più veloce possibile le scale esterne ed interne che la dividevano dalla sua classe, ma si fermò davanti alla porta dell’aula. Aveva il fiato corto, la gonna mezza sollevata e i capelli ridotti ad un cespuglio informe.
Era la seconda volta in una sola mattinata che si aggiustava l’aspetto.
Tirò un lungo respiro ed entrò in classe, conscia delle parole che la professoressa le avrebbe rivolto entro meno di un secondo.
- Farletti...siamo di nuovo in ritardo...
Abbassò lo sguardo e maledì sé stessa per essersi fermata a pensare a quell’ingrata di Sara, che in quel momento era chissà dove, con chissà quale ragazzo.
- ...è la terza volta, questo mese...
Si diresse a passi svelti, ma cauti, verso il suo banco e aspettò la strigliata della professoressa, furente di rabbia, ma, allo stesso tempo, soddisfatta di poter sgridare quell’allieva che non aveva mai sopportato.
- Giulia...
Giulia?” non l’aveva mai chiamata con il suo nome, lei, al suo cospetto, era sempre stata “Signorina Farletti”, quando andava bene, e “Deficiente”, durante le sgridate.
- Sì professoressa...
- Potresti venire un attimo fuori dalla classe, ti dovrei parlare.
- Certo...
L’espressione di Giulia era molto perplessa. Era arrivata solo con dieci minuti di ritardo, a meno che non si trattasse di qualcos’altro, non avrebbe dovuto esserci motivo per cui la professoressa la richiamasse fuori dalla classe, lontano dai suoi compagni.
A questo punto, in situazioni normali, Giulia avrebbe cercato lo sguardo di Sara, bisognosa di conforto, e avrebbe incontrato solo gli occhi sbalorditi di una ragazza divertita dalla faccenda; ma quella non era una situazione normale. Non c’erano più persone pronte ad accogliere il suo sguardo che necessitava comprensione.
Lei e la professoressa erano fuori dalla classe, una davanti all’altra.
La prima era pronta ad uno scontro mortale, di cui sapeva già il vincitore, e l’altra era calma, dopo aver assunto la normale aria severa ed austera.
Gli occhi facevano quasi raggelare il sangue nelle vene e il portamento, avrebbe messo timore anche ad uno dei più coraggiosi guerrieri.
No, magari detto così, sembra veramente uno scontro mortale, ma agli occhi di Giulia, quella situazione era così strana, che la sua fantasia volò tra mille diverse possibilità.
- Giulia...lo so che questo è un periodo difficile per te...
Un periodo difficile? Ma da dove lo tira fuori il periodo difficile?! Chi è lei per poter sapere della mia vita?”
- ...però volevo lo stesso chiederti un favore.
Adesso la faccenda si stava facendo sufficientemente grave da doversi preoccupare sul serio.
- Un favore?
- Sì, una cosa semplice, ma che
ci sarebbe molto d’aiuto.
Giulia deglutì sonoramente e temette che anche la professoressa l’avesse sentita, ma andò avanti nel suo confuso colloquio.
- Certo...
- Come ti ho già detto, è una cosa abbastanza semplice. Si tratta della signorina Mersi. Sono già due giorni che non si fa vedere a scuola, ma io mi sono astenuta dal chiamare sua madre, non essendo la prima occasione. Però questa volta non è come tutte le altre volte...
La professoressa Ghincetti sospese il discorso per prendere fiato o per farlo prendere alla sua interlocutrice. La ragazza aveva gli occhi spalancati e i nervi a fior di pelle. Aveva pensato che si trattasse di qualcosa di poca importanza, ma se si andava a parlare di Sara, la cosa non era mai di poca importanza.
- Cosa è successo?
Quell’attesa si stava facendo snervante. Perché non continuava il discorso? Sta prof di merda...era sicuramente tutto uno scherzo di pessimo gusto per fargliela pagare. Pagare cosa, poi? Giulia non aveva mai fatto niente di personale alla professoressa, era sempre stata attenta alle sue lezioni, non aveva mai sgarrato dalle regole, eppure ce l’aveva con lei.
- Questa volta, la vostra amica, oltre a non presentarsi alle lezioni, non è neanche tornata a casa, per due notti consecutive.
Il sangue gelò nelle vene di Giulia.
- Sara è in pericolo?!
Ora era la Ghincetti ad essere in imbarazzo.
- No, questo credo di poterlo escludere, ma non posso essere certa allo stesso modo di dove ella si trovi,
E perché lo viene a chiedere a me? Che c’entro io in tutta questa storia?
- Ma se sta bene, allora probabilmente tornerà presto...
- Anche su questo particolare io non andrei troppo sul sicuro. Se non sappiamo dov’è, non possiamo neanche sapere fra quanto potrebbe tornare...
- Scusi la domanda, ma io che cosa dovrei fare per tutto questo?
La professoressa sembrò indignarsi a quelle parole.
- Signorina Farletti, io non voglio fare accuse di nessun tipo, ma desidero essere spiccia con lei, perché so che siete una ragazza molto intelligente...
- Senta professoressa, non vorrei metterle fretta, ma io non capisco niente...
- Giulia, perché non vuoi ammettere di star nascondendo la tua amica!
La ragazza rimase immobile di fronte a quell’affermazione. Non sapeva che cosa fare. Avrebbe voluto ridere, ma in quel caso non si sarebbe comportata molto educatamente; in opposizione voleva anche piangere, perché era venuta a conoscenza della scomparsa di una persona a lei molto cara.
- Mmh...se ho capito bene, lei mi sta chiedendo di dirle dove si trova Sara in questo momento, in modo che lo possa riferire alla madre che si fionderebbe subito e la trascinerebbe a casa vietandole di uscire per tutta la sua vita e mandandola dallo psicologo?
- Beh, magari detta così sembra una cosa orribile, ma devi capire che la sua famiglia è preoccupata, anche molto, per la sua incolumità...
- Se c’è una cosa che le posso garantire, professoressa, è che io e Sara siamo state amiche per molto tempo. Detto questo posso metterla al corrente dei fatti più recentemente accaduti.
La Ghincetti tirò un lungo sospiro e ascoltò quello che Giulia stava per comunicarle.
- Io e Sara abbiamo litigato.
L’aveva detto, ce l’aveva fatta. Era riuscita a pronunciare quella frase tanto amara che non voleva ammettere neanche a se stessa.
- Quindi tu non sai dove lei possa essere?
- No. Credo che potrebbe essere in molti posti, ma non andrò certo a cercarla!
L’espressione della professoressa passò dal meravigliato all’indignato.
- Lei sta scherzando, vero?!
- Assolutamente no!
- Forse lei non ha capito la gravità della situazione...
- Forse è invece lei a non aver afferrato il concetto di quello che le ho detto!
- ...veramente...
- Non mi interrompa, mi lasci finire il mio discorso!
La professoressa la squadrò dall’alto in basso e sembrò diventare sempre più piccola, per poi sprofondare negli abissi della vergogna.
- ...
- Io e Sara abbiamo litigato. Io e la mia migliore amica abbiamo litigato perché quello stupido del suo ragazzo l’ha tradita!
- ...
- Le ha fatto le corna, s’è fatto un’altra, l’ha mandata a cagare...
- Ho afferrato il concetto!
- Ne sono molto compiaciuta. Adesso che ha capito l’antitesi, potrà anche capire il perché vero e proprio della nostra scissione. Sara mi ha fatto esplicitamente capire che lei non ne voleva più sapere niente di me. Ha anche aggiunto che non avrebbe mai più avuto bisogno del mio aiuto.
Riprese fiato. Stava trattenendo a stento le urla. Le lacrime tentavano di farsi spazio negli occhi per uscire e sgorgare fuori.
- Ha detto che io per lei non valevo niente.
- Signorina Farletti, io mi meraviglio del suo comportamento!
Giulia stava veramente urlando, ora. Urlava come una forsennata per i corridoi del liceo, tanto da far uscire i professori delle altre aule.
- Ecco perché io non aiuterò nessuno di quei bambocci della polizia nella sue ricerche! Perché, tanto, Sara non ha bisogno di Giulia e Giulia non vuole rompersi il culo per aiutare una ragazza che se ne fotte altamente degli altri e che pensa sempre e solo a se stessa!
Si voltò. Rientra in casse e si sedette al banco. Tutti i suoi compagni la guardarono in silenzio, attendendo il ritorno della professoressa. Ognuno si stava facendo molte idee sul conto di Giulia e le ragazze più pettegole avevano già iniziato a dilagare per la scuola la notizia delle corna che erano spuntate sulla testa della loro “amica” Sara. Che maledetta invenzione i cellulari!
- Signorina Farletti, sono costretta a chiederle di seguirmi dal preside!
La ragazza alzò lo sguardo.
Sara era davanti al suo viso. Le rideva in faccia.
- Giuli, ci sei cascata! Non ci posso credere, come hai potuto pensare che io e te potessimo litigare!
Un sorriso disegnato sulle labbra che illuminava un viso rigato da lacrime. Allora era tutta finzione...meno male, non ne poteva più di tutte quelle sensazioni che avevano iniziato a montarle dentro.
- Le sembra pure il caso di ridere! Lei è solamente una maleducata.
Tornò alla realtà. Sara non c’era. Non le sorrideva e non l’aveva rimproverata per essere cascata in un suo ennesimo scherzo.
Si alzò dalla sedia e s’incamminò mesta verso la porta della classe.
Meno male che doveva essere una giornata molto positiva...
-*-*-
- Tre birre e due piatti di pasta al pesto per il tavolo là in fondo...Lorenzo, ci sei o dormi in piedi stamattina?
La cuoca del bar richiamò l’attenzione del giovane, intento a vagare nei meandri della sua mente.
- Cosa...?
La vecchietta sbuffò e lanciò i bicchieri e le birre lungo il bancone, rovesciando parte del contenuto.
- Ma che ti è preso? “Chi se ne frega se butto tutto per aria, tanto c’è Lorenzo che pulisce e fa i miei comodi”...ma chi sono io?! Il cameriere o uno sguattero?
- Fa meno casino e servi le ordinazioni! È il primo giorno di ressa da tre settimane, cerca di non farci perdere clienti per le tue lamentele da bambino!
Sempre stata simpatica la proprietaria...”
Lorenzo prese le stoviglie riverse sul bancone e cercò di rendere il loro aspetto un pochino più presentabile.
- Ti sbrighi o ti dobbiamo fornire di un motorino per fare cinque metri di bar?
Adesso le urlo in faccia e me ne vado, tanto qui mi rompo solo e la paga fa pure sufficientemente schifo...”
- Sarebbe un miracolo!
- Piccolo ingrato che non sei altro, adesso vedi che i miracoli te li faccio vedere...
Driiiiiiiiiin...driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin
Salvato dal telefono, il ragazzo si fiondò a servire il fatidico tavolo “in fondo”.
- Ecco le loro ordinazioni, signori.
- Thanks you boy…and…we need a piece of information...how do we get to go to the Mole Antonelliana?
Ci mancavano solo gli inglesi a complicarmi la giornata...”
Lorenzo si allontanò un attimo e poi tornò al tavolo con una piccola cartina della città.
- Mole Antonelliana is here...
I turisti, senza neanche bisogno delle specificazioni del ragazzo, s’impossessarono della cartina e iniziarono a consultarsi nella loro lingua.
Che persone simpatiche...”
Si allontanò.
- Io vado a fumarmi una sigaretta, sostituiscimi un attimo tu, Nicola...
Un sorriso dell’amico ed uscì da un’entrata posteriore.
Chissà se oggi verrà veramente Giulia...però...niente male come ragazza...simpatica, dolce, decisa e neanche troppo appariscente. Una ragazza su misura per me!”

-*-*-

- Sono desolato nel ricevere notizie di questo genere, soprattutto se riguardano una ragazza che, in precedenza, non aveva dimostrato alcuna maleducazione simile a quella che mi è stata descritta oggi.
Ma perché non mi tappo mai la bocca?”
Giulia era in piedi di fronte al preside della scuola, seduto su una comoda poltrona dietro un’antica scrivania di acero. La professoressa Ghincetti era seduta di fronte alla figura impeccabile del direttore, su una sedia imbottita.
- Professoressa Ghincetti, io volevo rivolgerle le mie scuse, non so che cosa mi sia preso prima, ma io non volevo certo offenderla con le mie parole...diciamo che mi sono lasciata trasportare dalle emozioni e mi sono espressa con vocaboli non consoni alla situazione...spero che...
- La pianti con tutte queste moine...so perfettamente che a lei non gliene frega proprio niente che io mi sia sentita o meno offesa dalle parole, senz’altro maleducate che lei mi ha rivolto.
Il preside incrociò le mani e osservò prima la professoressa poi me e, di nuovo la professoressa.
Quello sguardo altalenante tra le due figure non era, certamente, amichevole, ma, almeno, non assomigliava a quello della professoressa, che, invece, sembrava desiderasse a tutti i costi bruciare viva la ragazza.
- Mah...a me sembravano scuse abbastanza convincenti...ma...
- Grazie signor preside, posso giurare che non utilizzerò più simili parole nell’ambito scolastico!
- ...MA...non gliela farò certo passare liscia! Lei non si doveva permettere di rivolgersi in quel modo ad una professoressa.
Ovvio, soprattutto se la professoressa in questione è la sua amante segreta, giusto signor preside?”,
Le parole stavano per sfuggire al controllo della mente di Giulia, ma riuscì a controllarsi, sapendo di non dover peggiorare la situazione.
- Se posso fare una proposta, signor preside, direi che una giusta punizione potrebbe essere farle seguire un corso supplementare alla mia lezione tutti i martedì, compreso oggi stesso.
- Mmh...corso supplementare di matematica...ma sì, potrebbe andare bene...per due mesi, signorina Farletti, lei parteciperà ai suddetti corsi, senza fare alcuna assenza. In questo caso, la punizione aumenterebbe a tre mesi, e così via con l’incremento delle sue assenze...potrebbe andare bene, professoressa?
Sul volto della professoressa si dipinse un sorriso malefico.

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Eh? Neanche voi ci credete? Beh, ve l'avevo promesso e mi sono attenuta al mio giuramento, ed ecco il 14 capitolo....
Piace? Io non so se mi è venuto bene...mentre lo scrivevo non mi convincevo molto del contenuto, ma mi sembrava importante per la storia, vedrete poi in seguito, però, fatto sta, che non mi sembra venuto un granchè....voi che ne dite?
Stronza la prof, verò? E il preside?
Mah...leggerò il vostro parere, poi, dai commenti
Voglio, prima di tutto, ringraziare tutti coloro che hanno inserito la fiction tra i preferiti:
avrilmiky, B r o k e n, birri, blinkina, Cry90, Elly692, francy94, HarryEly, key, kia93, kikikaulitz, linasyan, maecla, Mikiko, miss_miky, Neverwinter, Somoody, swetthings. Un abbraccio fortissimo a tutti voi, grazie mille, non avrei mai sperato che la fic piacesse a così tante persone. Ancora tantissimi grazie! ^^
Grazie anche a coloro che hanno recensito, perchè hanno permesso alla fic di raggiungere quota 50 recensioni (per me è veramente un record!!!!! grazie!!!! ç_ç *commossa*):
Miss_miky: sono molto contenta che la storia continui a piacerti...com'è questo capitolo? ti ha appassionato? spero di sì...grazie delle recensioni che mi lasci tutti capitoli, mi fanno veramente molto piacere^^
HarryEly: ed eccoti accontentata! hai visto la nostra povera Giulia? poveretta, veramente! stronzissima la prof, ma anche lei...va beh...sta veramente male!!!!! Per il fatto che lei abbia dimenticato Daniele...le cose non sono sempre come appaiono (dico solo questo, se no sfocio nello spoiler)...lo so, Lorenzo è proprio stupendo!!!! mentre scrivevo di lui, mi stava venendo da abbracciare il pc!!! °ç° Comunque, per il posto da indovina, puoi ancora candidarti ^^ baci8
Kikikaulitz: mi dispiace veramente molto che tu ti sia preoccupata, non era mia intenzione mettervi in ansia, ma, davvero, non avevo tempo per postare...comunque, ti posso fare una promessa: non smetterò mai di scrivere questa storia, finchè non l'avrò finita!!!! X3
_NovemberThree_: sono molto felice e lusingata dal fatto che tu sia riuscita a leggere la storia tutta in una giornata!!! grazie mille dei complimenti!!!! ^//////^ Comunque, non posso fare nessun'assicurazione sui rapporti dei personaggi, neanche io so come farò finire la storia (anche se una mezza idea ce l'ho già ù_ù). piaciuto questo capitolo? spero proprio di sì! Bacio
Neverwinter: altrochè se ti credo!!!! anche io non sono stata su EFP per un po' (un vero flagello) quindi capisco come ti senti...comunque non ti preoccupare, l'importante è che la storia ti piaccia, prima o poi lo troverai il tempo per leggerla, non c'è fretta!!! ^^ eh, già, il triangolo è bello e formato!!!!! e che triangolo!!!! Per Riccardo e Sara, non il prossimo, ma il capitolo dopo, un'intera parte sarà dedicata a loro e al nostro quasi-dimenticato Michele!!!! bacioni grandissimi
Un ringraziamento speciale anche a tutti coloro che hanno letto la storia!!!!
Non so quando riuscirò a postare il prossimo capitolo, perchè la settimana prossima ho il fine settimana tutto impegnato da partite e compiti...se riesco (io ci proverò, veramente), aggiornerò o il venerdì prima o il martedì della settimana dopo...siggg...mi dispiace...
Alla prossima
la vostra affezionatissima
Miss dark
*_*

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