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Autore: Eynis96    09/12/2013    1 recensioni
"I've tried to go on like I never knew you
I'm awake but my world is half asleep
I pray for this heart to be unbroken
But without you all I'm going to be is Incomplete"
Katniss e Peeta nel Distretto 13 tra liti, baci rubati e parole sussurrate a notte fonda.
Buona lettura
p.s. recensioni costruttive molto gradite :)
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I’m sorry if I say, I need you
But I don’t care, I’m not scared of love
‘Cause when I’m not with you I’m weaker
Is that so wrong? Is it so wrong?
That you make me strong

Think of how much love that’s been wasted
People always trying to escape it
Move on to stop their heart breaking
But there’s nothing I’m running from
You make me strong

-Strong, One Direction

 

 

-Vuoi parlarne?- Prim era entrata nella loro stanza di soppiatto.

Katniss era sdraiata sul suo letto con le braccia dietro la nuca e lo sguardo rivolto al soffitto.

-Cosa c'è da dire?-mormorò la giovane senza voltarsi:-Non c'è soluzione-.

Prim era stupita:-A cosa?-

-Non riesco a smettere di pensare a Peeta anche se passo tutto il mio tempo con Gale e quando sono con lui...desidero solo essere vicina al mio ragazzo del pane, io lo so che ha bisogno di me, ma...-

l'espressione di Katniss divenne tormentata.

Prim le si avvicinò turbata, aveva compreso solo in quel momento l'entità della divisione interiore della sorella maggiore.

Non l'aveva mai vista in quello stato perché la ragazza celava sempre i suoi sentimenti agli altri, ma in quel momento non ne aveva la forza, perciò Prim decise per una volta soltanto che sarebbe stata lei a salvare Katniss da se stessa come poteva, prendendo esempio dalla migliore.

Le strinse la mano e sorrise:-Io so che vuoi bene a Gale, sei cresciuta con lui e si è preso cura di noi quando tu non c'eri- a queste parole il corpo di Katniss si irrigidì- ma ricordati che non devi niente a nessuno, tu sei tormentata dal pensiero di ridare indietro quello che ti è stato donato, perché non sopporti di essere in debito con qualcuno, ma le cose stanno diversamente- l'intensità dello sguardo di Prim colpì la sorella maggiore:- Per favore Katniss smetti di fare quello che devi e comincia a vivere per te stessa, non per me, non per la mamma e non per Gale, solo per te-.

La giovane era rimasta sbalordita dalle parole uscite dalla bocca della sua sorellina: la guerra l'aveva cambiata, era cresciuta, ma per lei sarebbe rimasta per sempre la sua piccola paperella da proteggere, non poteva farci nulla.

Katniss le sorrise dolcemente:- Forse hai ragione Prim, ma io ho combinato un gran pasticcio ed ora devo capire come risolverlo, accidenti, è tardi devo scappare, Gale voleva vedermi-.

Le diede un bacio sulla fronte per ringraziarla ed uscì dalla stanza pensierosa.

 

 

Gale la aspettava appena fuori dalla sala dove si era appena tenuta una riunione dei capi del distretto 13.

-Perchè ci hai messo tanto?- chiese visibilmente indispettito e sospettoso.

-Prim voleva parlarmi di una cosa...-rispose Katniss evasiva.

-Oh ti prego non dirmi che sei tornata di sotto dal dolce e psicolabile Peeta!-

-Ma cosa cavolo stai dicendo Gale?- domandò la ragazza punta sul vivo.

-Esattamente quello che hai sentito, lui è cambiato, non è più capace di provare dei sentimenti, è pericoloso-. Lo sguardo di Gale era implacabile.

-No, non è vero, lui ha solo bisogno di aiuto e tornerà normale, potrà avere un futuro dopo questo delirio!-il tono di Katniss salì di alcune ottave.

-Ah certo, e fammi capire, il suo futuro comprenderà anche te per caso?-il ragazzo ormai urlava frustrato.

-Gale stai esagerando ora!Non so nemmeno se arriverò alla fine di questa dannatissima Rivolta!-non era pronta a rompere con lui, non in quel momento, non così.

Aveva bisogno di conforto, chi le rimaneva se avesse allontanato anche Gale?

Non resisteva più, ovunque andava c'erano solo urla, lacrime e rimorsi, smise di cercare di convincere il giovane, il quale aveva stretto i pugni lungo i fianchi e scuoteva la testa guardandola negli occhi.

Katniss sapeva che lui voleva qualcosa che lei non poteva darle: il suo amore.

Per la seconda volta nel giro di pochi mesi ella comprese di chi veramente non poteva fare a meno.

Questo pensiero la spaventò, e poiché il silenzio tra lei e Gale stava diventando insostenibile, gli rivolse un'ultima occhiata addolorata e si voltò per andarsene.

 

 

 

Peeta e Cèline nel frattempo erano tornati indisturbati nella camera riservata al ragazzo, ella lo aiutò ad adagiarsi sul letto ed in silenzio lo lavò come era solita fare ogni giorno passandogli addosso una spugna intrisa di infuso di rose e margherite, dopodiché gli applicò l'unguento, ma quando stava per andarsene Peeta la chiamo:-Céline...mi dispiace, io non avevo assolutamente intenzione di ferire i tuoi sentimenti, mi sono comportato da perfetto stronzo e ti prego di perdonarmi- lo sguardo di Peeta bruciava per il rimorso.

Non era da lui comportarsi così, non era mai stato un ragazzo a cui piaceva spezzare il cuore delle donne, ed onestamente non aveva mai desiderato esserlo, era qualcosa di troppo lontano dalla sua natura.

Però Cèline non parlava, era pericolosamente sul punto di piangere e non aveva intenzione di farlo davanti a lui, quindi scosse la testa lasciando che alcune ciocche di capelli sfuggite dallo chignon morbido le ricadessero sul volto così da coprirlo, dopodiché si avviò velocemente fuori dalla stanza sotto lo sguardo mortificato del giovane.

Cèline una volta fuori cominciò a correre fino a che non si fermò in un angolo poco distante dalla mensa, avrebbe atteso lì per una mezzora il fratellino che, così come altri, dava una mano nella cucina del Distretto.

Scivolò lentamente a terra e fece cadere lacrime silenziose: gocce che sapevano di frustrazione e di fastidio per se stessa, ma anche di un vuoto che non riusciva a colmare.

Poi persino il suo pianto la infastidì e decise di smettere e farsi forza mentre attendeva il suo fratellino dodicenne Ben.

Quando arrivò si abbracciarono e per la prima volta in quella giornata Cèline si sentì bene e decise che quella sera l'avrebbe trascorsa con l'ultima parte della sua famiglia che le rimaneva.

E mentre se ne andava tenendolo per mano pensò che per loro era nuovamente ora di ricominciare daccapo.

 

 

 

Quando la porta si aprì Peeta pensava che fosse la sua amica che per qualche assurdo motivo aveva deciso di perdonarlo, tant'è vero che si protese sul letto già con il nome “Céline” sulle labbra, ma la delusione per non averla trovata venne immediatamente rimpiazzata dalla sorpresa.

Infatti dalla porta spuntarono due paia di occhi chiari incorniciati da due trecce bionde.

-Ciao Prim!?- esclamò Peeta non sapendo bene se fosse un saluto o una domanda.

Non si erano mai frequentati granché ma spesso la bambina passava davanti al suo negozio nel Distretto 12 e si incantava ammirando i piccoli dolcetti di zucchero esposti nella vetrina della panetteria, era allora che Peeta, stando attento a non farsi notare dalla madre, usciva e le regalava un piccolo muffin e dei biscotti da portare a casa per sua madre...e forse anche per qualcun altro.

-Ciao Peeta- rispose cordiale Prim.

Anche se si erano parlati poche volte era come se conoscessero tutto l'uno dell'altra, per via delle ore che avevano trascorso a chiacchierare con Katniss, e probabilmente lo sapevano entrambi dato che si sorrisero amichevolmente e Prim cominciò a parlargli come se fosse un suo amico da lungo tempo.

-Senti Peeta, io devo chiederti scusa per il comportamento di mia sorella, tu la conosci, lei cerca continuamente di salvare tutti mettendo sempre gli altri davanti a sé, però allo stesso tempo ha una sorta di istinto di autoconservazione che la fa chiudere in sé stessa e che la fa sembrare egoista e senza cuore- il volto corrucciato della piccola suggeriva che aveva riflettuto molto sull'argomento prima di parlare con lui.

Dalle sue parole traspariva un certo orgoglio per l'indagine psicologica appena compiuta e soprattutto il grande amore che provava per la sorella.

Ella continuò:-Ma io ti assicuro che lei ti vuole bene e ...- Peeta la interruppe:-Prim, Prim io non voglio assolutamente obbligare Katniss a stare con me, io lo so che questa situazione è complicata, ma vorrei che capisse che io senza di lei non sono niente, e che, nonostante tutto, rispetterò qualsiasi decisione vorrà prendere- fece una pausa:-Ma voglio anche che sappia che dovrò rifarmi una vita prima o poi-sorrise mesto infine.

Prim nella sua sensibilità da preadolescente, era quasi commossa dalle parole del ragazzo, poteva vedere nei suoi occhi la sincerità dei suoi sentimenti e si sentiva come se avesse appena conosciuto il Principe Azzurro: da grande avrebbe voluto che ci fosse qualcuno che la amasse così come Peeta amava sua sorella.

Cosa diavolo passava per la testa di Katniss?

-Posso abbracciarti?- la giovane era soddisfatta dopo questa conversazione anche perché in fondo...tifava per Peeta.

-Certo, vieni qui- Peeta sorrise, lei gli ricordava così tanto i suoi fratelli che aveva perso.

Però prima di andarsene Prim indugiò un momento accanto all'orecchio del giovane e gli sussurrò:-Sai una cosa? Io scommetto su di te-.

Dopodiché se ne andò di soppiatto così com'era venuta, lasciando nella stanza un Peeta sorridente e nuovamente pieno di speranza per il futuro.

 





Angolo Autrice:
Scusate il ritardo ma la scuola non mi dà tregua, ringrazio quelle povere anime che mi hanno lasciato recensioni (vi adoro!) e avverto che il prossimo sarà l'ultimo capitolo ma questo fandom riospiterà presto le mie storie assolutamente Everlark ;)
Baci ;)
  
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