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Autore: Verdeirlanda    09/12/2013    1 recensioni
**Beatrice ammirava il cielo con la bocca quasi spalancata,e sorrideva ad ogni stella che vedeva cadere.
A un certo punto prese la mano di Zoroastro: "Hai visto Zo? Le vedi? Sono bellissime!"
Il ragazzo si girò verso di lei che ancora fissava il cielo e sorrideva a quelle stelle cadenti, e sorrise anche lui: "Sì, sono davvero bellissime Bea."
Strinse forte la mano della ragazzina nella sua e tornò a guardare in alto, da dove piovevano le stelle.**
Tutto era iniziato così, in una notte d'estate.
Molti anni dopo Beatrice, suo fratello Leonardo e il loro più caro amico Zoroastro si troveranno ad affrontare eventi di cui non avrebbero mai potuto immaginare né l'arrivo nè l'entità.
Entreranno in contatto con antichi misteri e dovranno fare i conti con le trappole e gli intrighi orditi da Riario,
Leo dovrà lottare per giungere alla verità, Bea e Zo per aiutarlo rischieranno di perdere molto, ma non il sentimento celato che il lega da sempre, da quella notte.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zoroastro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La serata alla taverna del Corvo nero era trascorsa tranquilla e tra le risate.
Zoroastro dovette accompagnare Nico a casa, il biondino aveva esagerato col bere e non si reggeva in piedi.
Lo lasciò alle cure della madre, la donna era piuttosto seccata per le condizioni in cui il figlio era rientrato.
Zoroastro si apprestò a raggiungere la bottega del Verrocchio.
Le strade erano semi deserte, non mancava molto al coprifuoco.
All'improvviso sentì un rumore, qualcosa che si muoveva sui ciottoli.
Zo si fermò e si voltò in direzione di quel rumore, non vide nulla.
Continuò a camminare, ma sentì di nuovo qualcosa.
Si voltò di nuovo, portando la mano al coltello, poteva benissimo trattarsi di un borseggiatore.
Rimase immobile fissando ogni angolo poco illuminato, dopo qualche istante dal buio uscì velocemente un gatto bianco.
Zo sospirò e rise, un falso allarme. 
Si allontanò velocemente, ormai certo che fosse stata la sua immaginazione a prenderlo in giro sulla gravità di quel rumore.
Ma non era così.
Dalla stessa oscurità da cui era uscito il gatto emerse un uomo incappucciato, il quale attese  alcuni istanti per poi muoversi sulle tracce di Zoroastro.

"Siete sicuro di stare bene Girolamo? Devo chiamare un medico..."
"Sto bene!" rispose seccato Riario, si abbottonò la camicia pulita, sul torace aveva alcuni lividi e graffi "Mi chiedo dove abbia trovato quel maledetto sasso appuntito! E dove diamine erano le altre guardie!! La fuga gli è stata più facile del respiro!"
"Ha calcolato i tempi, sapeva quando ci sarebbe stato il cambio della guardia. È furbo, molto furbo."
"Lo so che è furbo! Perché credete che Vi abbia detto di tenerlo sempre sotto controllo?? Ci era già sfuggito il Turco, lo sappiamo che sono imprevedibili e scaltri!" urlò Riario. 
Il capo delle guardie entrò nella stanza in quel momento: "I Vostri ordini signore?"
Riario lo guardò con occhi furiosi: "Primo, fate frustare le due guardie che hanno ritardato il cambio, c'è un motivo se l'alternarsi non deve richiedere più di pochi minuti! 
Secondo, fate controllare i boschi qui attorno, ogni casa, ogni locanda, ogni rudere! E poi allargate le ricerche a Firenze, potrebbe cercare rifugio lì. 
E anche i conventi e i monasteri, le chiese, le pievi, ovunque possa chiedere ospitalità!
Dovete trovare il fuggitivo e riportarlo qui vivo!"

Lucrezia si stava preparando per andare a dormire.
La casa era silenziosa, suo marito era fuori città e per la notte erano rimasti solo un paio di camerieri.
Si si pettinò i capelli, si lavò il viso.
Stava per cambiarsi quando sentì uno scricchiolio sulle scale.
Rimase immobile, il rumore continuò, leggerò ma percepibile nel silenzio totale.
Il legno scricchiolava, era evidente: qualcuno stava salendo le scale.
Lucrezia si avvicinò alla porta socchiusa, sentiva i passi avvicinarsi ma non vide nessuna luce.
Che fosse un ladro, o peggio, un sicario di Girolamo? Forse aveva scoperto il suo tradimento, l'avrebbe fatta uccidere?
Dal cassetto del comodino prese un coltello affilato, si sedette sul letto e attese.
I passi si fermarono davanti alla sua porta, lentamente un mano la spinse per aprirla, Lucrezia trattenne il respiro, l'intruso varcò la soglia.
La donna sgranò gli occhi, non poteva credere a ciò che stava vedendo.
L'uomo la guardò, le sorrise.
Lei deglutì e sentì delle lacrime pungere gli angoli degli occhi.
"Papà..." riuscì a mormorare prima di correre ad abbracciarlo.
"Va tutto bene Lucrezia, bambina mia, va tutto bene."
"Ma come hai fatto..."
"Riario mi ha fatto condurre qui, voleva estorcermi informazioni...è una storia lunga tesoro mio...e non posso restare qui, casa tua sarà il primo posto dove mi cercheranno. Volevo solo vederti prima di scappare." strinse forte la figlia "Ti prego Lucrezia, non cedere più ai ricatti di Girolamo. Io starò bene, tu devi vivere libera dal suo giogo."
"Ho già preso questa decisione..." disse lei, e suo padre le sorrise orgoglioso "Dovevo spiare un uomo, ma alla fine gli ho detto la verità e sto cercando di aiutarlo contro Riario. Papà sei ridotto uno straccio. Non puoi scappare adesso, non andresti lontano! Devi riposare e metterti in forse prima di andartene."
Lucrezia riflettè un attimo, poi prese dei vestiti del marito e li porse al padre: "Cambiati. Forse posso aiutarti a trovare un posto sicuro dove passare alcuni giorni."

Zoroastro arrivò alla bottega, vide il suo amico Leonardo in cortile: "La mamma di Nico ti informa che discuterà col marito se farti ancora fare da tutore al figlio."
"Ahahah. Per una sbronza?" rise Leo.
"Dovresti insegnargli la cultura e l'arte, non a bere e a divertirsi come un volgare ubriacone. Parole sue. Secondo me stai facendo un ottimo lavoro!" rise Zoroastro. 
Leonardo scosse la testa: "Cercherò di migliorare lo stile dei miei insegnamenti allora! Se cerchi Beatrice è in camera sua."
Zo sorrise, fece per andare da lei ma con la coda dell'occhio intravide qualcosa vicino all'entrata della bottega, si voltò ma non c'era niente.
"Ma che cazzo..."
"Cosa?"
"È tutta la sera che mi sembra di essere seguito ed osservato, a dire il vero ho avuto questa sensazione anche qualche giorno fa." disse Zo a bassa voce "Forse è paranoia dovuta alla rivelazione di Lucrezia ma..."
All'improvviso sentirono una voce, era Giovannino,  un senza dimora del quartiere: "Ehi signore, dammi un soldino. Dai, dammi un soldino! Ti prego...AHI AHIA! NO AHIA!"
Leonardo e Zoroastro corsero in aiuto del povero Giovannino.
Lo trovarono per terra, faceva fatica ad alzarsi.
"Giovannino! Ma che succede?"
"Quello! Quello lì! Volevo un soldino per mangiare! Ma lui mi ha detto di stare zitto, poi mi ha buttato per terra. Gli avevo solo preso la mano, non volevo rubargli niente!"
Zoroastro si guardò attorno, riuscì a scorgere in lontananza una figura incappucciata, ormai troppo lontana per poterla raggiungere.
"Cosa faceva quell'uomo?"
"Era qui fermo, in piedi, guardava nel vostro cortile."
Leonardo prese dalla tasca una moneta e gliela diede: "Dai, vai al forno all'angolo, staranno già sfondando il pane per domani."
Poi si avvicinò a Zoroastro: "Forse non era solo una sensazione amico mio. Qualcuno ti sta seguendo."

"Chiunque fosse è lontano, ho controllato ogni vicolo nei dintorni e non c'è. Credo che per stanotte non tornerà." decretò Zoroastro.
Beatrice, Leonardo e Verrocchio lo avevano aspettato nel cortile: "Siete sicuri che fosse una spia e non un ladro?" chiese la ragazza.
"No, non siamo sicuri di niente." rispose Leonardo "Meglio stare attenti."
"Come sempre da quando Riario è in circolazione." scherzò Zoroastro.
"E quello chi è?" chiese Verrocchio.
Un uomo ben vestito era entrato rapidamente nel cortile, guardandosi attorno.
"Chi siete signore?"
"Io...cerco Leonardo."
"Sono io. Non so cosa possa fare per Voi a quest'ora tarda..."
L'uomo si avvicinò, bisbigliò: "Sono Benedetto Donati, mi manda Lucrezia."
A queste parole calò lo stupore sugli sguardi dei presenti. 
"Il padre di Lucrezia?" mormorò Zoroastro "Vi credevamo nelle mani di Riario!"
"Lo ero." spiegò Donati "Sono fuggito stanotte, devo trovare un posto sicuro. Lucrezia mi ha condotto qui, ha detto che Girolamo non ha motivo di sospettare che io sia a casa Vostra, e che mi avreste aiutato." 
Leonardo annuì: "E lo faremo. Ma adesso ci sono troppe guardie che vigilano sul coprifuoco. Rimarrete qui stanotte signor Donati. Domattina cercheremo un posto tranquillo e nascosto e Vi ci porteremo."
L'uomo gli sorrise grato e lo seguì nel suo studio, gli indicò il letto: "Potete dormire qui signore."
"Grazie, a tutti voi." rispose Donati "Ho molto da raccontarvi Leonardo. Ci sono delle cose che dovete sapere sul Libro delle Lamine."
Leo annuì, gli disse che il giorno dopo avrebbero avuto modo di parlare, poi lo lasciò solo.
Tutti andarono a dormire, nella bottega ora regnava il silenzio.
Intanto l'uomo incappucciato, nascosto sul tetto della casa accanto, aveva visto tutto.
Scese dall'edificio e si allontanò per avvisare Riario.

Era da poco spuntato il sole quando Beatrice andò a portare del tea e della frutta a Benedetto Donati.
L'uomo era sveglio, stava guardando i disegni di Leonardo. 
Si voltò e sorrise a Beatrice: "Quanta premura. Voi siete Beatrice vero? La sorella di Da Vinci. E il ragazzo moro è Zoroastro se non sbaglio. E poi c'era Andrea Verrocchio ieri sera."
"Ebbene sì." gli sorrise sorpresa appoggiando il vassoio sul tavolo "Vi hanno parlato di noi?"
"È stato Al-Rahim. Mi ha raccontato di tutti voi." si sedette, la ragazza si mise accanto a lui.
 Lo sguardo del Donati si posò su un ritratto di Lucrezia: "Sono innamorati vero?"
Bea sorrise: "Credo proprio di sì."
"Mentre mi portava qui Lucrezia mi ha raccontato tutto...è terribile ciò che Riario ha fatto. Sono felice che lei ora sia libera."
"Dicevate che il Vostro amico turco Vi ha parlato di noi. Ma io pensavo che foste prigioniero da prima che lui arrivasse a Firenze."
"È vero, Riario mi ha sequestrato molto prima. Purtroppo qualche tempo fa è riuscito a catturare anche Al-Rahim. Lo ha rinchiuso insieme a me e lo ha torturato per carpirgli informazioni, ma grazie al cielo il mio amico è fuggito. Non so dove si nasconda ora. Nelle settimane di prigionia mi ha raccontato di Vostro fratello e di tutti voi. Mi ha detto di avervi affidato la ricerca del Libro delle Lamine. È fiducioso che lo troverete, lo sono anch'io."
Mangiò qualche spicchio di mela poi continuò: "Il Libro deve essere tenuto al sicuro Beatrice. Voi lo terrete al sicuro."
"Dobbiamo trovarlo prima. E Riario purtroppo ci tiene in pugno." sospirò lei.
"Riuscirete a liberarvi di lui. Lo so. Voi siete forti, e nel giusto. Il destino ha scelto tutti voi per questo compito."
"Il destino...anche Al-Rahim ha parlato di destino. Ha detto a Leonardo che solo alcune persone possono leggere il Libro, dei prescelti, e che queste persone e i loro discendenti cambieranno il mondo." ricordò Beatrice.
"È vero! E Voi custodirete il Libro per i prescelti." si fermò, forse stava dicendo troppo in così pochi minuti.
Beatrice lo guardò incuriosita: "Noi saremo i custodi del Libro delle Lamine? E poi come faremo a trovare i prescelti per consegnarglielo?"
"Vi spiegherò meglio quando avremo trovato un nascondiglio sicuro mia cara." le prese la mano "È un discorso lungo, e difficile. A proposito, Vostro fratello?"
"Lui e Zoroastro sono usciti prima dell'alba, stanno ispezionando un palazzo abbandonato. Se è sicuro Vi porteranno lì. Ma ditemi ancora, Vi prego. Ho così tante domande!"
Donati rise: "Il mio amico aveva ragione, avete un animo gentile e una mente curiosa!"
"Solo una domanda! Abbiamo trovato la mappa dell'ebreo..."
Lui la interruppe: "Non so dove porti. In realtà nessuno lo sa. Il Libro è stato nascosto secoli fa, il luogo è sempre stato mantenuto segreto per proteggerlo. Chi ha nascosto il Libro ha lasciato degli indizi nelle mani delle famiglie più devote e degne di fiducia, perché li custodissero e li utilizzassero quando sarebbe giunto il momento, quando il male sarebbe diventato così potente da rendere necessario dare inizio alla profezia."
"La profezia? Intende l'arrivo dei prescelti?" chiese emozionata Beatrice, le sembrava di essere tornata una bimba che ascolta le favole del nonno.
"Sì." le sorrise Donati, la curiosità della ragazza era piacevole, gli sembrava di parlare con una figlia "È giunto il momento che il mondo inizi a cambiare mia cara, è giunto il momento che si inizi a contrastare il male."
"Quando abbiamo studiato la mappa...ecco, io credo di aver capito una cosa...ma non so se sia un'intuizione corretta." Bea si morse il labbro "La mappa non ci indica solo dove cercare, non è vero?"
Donati annuì: "Siete molto intuitiva. La mappa contiene un luogo, ma non solo, è vero. Contiene in sé l'essenza della profezia. Mi fa piacere che lo abbiate intuito. Sarà più facile per me spiegarvi tutto..."
All'improvviso sentirono dei passi veloci, qualcuno che correva in cortile, un rumore metallico. Erano soldati.
"Oh no." mormorò Donati "Mi hanno trovato!"
Entrambi balzarono in piedi, guardando verso l'entrata.
E videro apparire sulla soglia Lupo Mercuri.

Quando Leonardo e Zoroastro rientrarono dalla loro ispezione rimasero scioccati, incapaci di parlare, pietrificati per ciò che trovarono in cortile.
I corpi gettati a terra, il sangue, un'immagine che difficilmente avrebbero cancellato dalla memoria.
I due uomini non riuscivano quasi a respirare, sentivano il dolore e la rabbia montare nei loro corpi.
Non potevano essere morti, no, non potevano averli uccisi.
Leonardo si dovette appoggiare a una delle panche, dovette sedersi, le gambe non reggevano più tutta quella angoscia. Si prese la testa tra le mani e inizio a piangere.
Zoroastro si inginocchiò e prese Beatrice tra le braccia.
Le accarezzò i capelli e le baciò il viso coperto di sangue, la strinse forte.
Non poteva esserci perdono, no, non dopo ciò che aveva fatto oggi.
Riario avrebbe pagato, avrebbe pagato caro per questo.




  
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