Fanfic su artisti musicali > Adam Levine
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Autore: paoletta76    10/12/2013    2 recensioni
Una ragazza, un sogno nel cassetto. Qualcuno che come un'onda ritorna dal passato. Jen sale sul palco ed intona la canzone che la lega come un filo a quell'amore impossibile, senza sapere che l'uomo oltre la poltrona prova per lei qualcosa di mai detto. Che per lei non vuole essere soltanto un collega, un coach, una star. Due persone, due vite, due linee che s'intrecciano fra loro seguendo le note. Riusciranno a trovare l'accordo perfetto?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Voice Is Everything'
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Ventiquattr'ore, l'ennesimo verdetto.
 
America has saved..
 
Rullo di tamburi mentale, le mani strette a quelle degli amici, sempre in meno al suo fianco sul centre stage.
 
Il cuore smise di battere all'impazzata, quando fu chiamato l'ultimo nome.
Neppure questo era il suo.
 
Next plane home, Jen..
Un sospiro, chiudendo gli occhi per un istante. Qualcuno l'abbracciò, qualcuno le mormorò parole di conforto.
 
L'unica cosa che voleva, adesso, era scomparire. Come alla fine del tour, due anni fa.
 
Voci e rumori sembravano provenire da una distanza infinita, oltre le sue spalle. Qualcuno festeggiava, qualcuno rideva.
Passi veloci, decisi, verso il backstage.
 
Via, più in fretta possibile.
 
Il camerino era deserto, silenzioso. Raggiunse il suo angolo, raccolse la poca roba sparsa sul tavolo con lo specchio, la mise in borsa senza neanche fermarsi a pensare.
Nel giro di un paio di minuti indossava di nuovo i suoi jeans.
 
Infilò il giubbino, mise la borsa a tracolla e si diresse verso l'uscita laterale, quella destinata alla crew.
 
Jen. Dì Jen, ti prego..
Adam fissava il centre stage quasi trattenendo il respiro, con gli occhi puntati su quella manina stretta alla mano di una delle compagne di gara.
 
Ladies and gentlemen put your hands together for Jennifer Coulson, whose time on The Voice comes to the end tonight!
 
La stessa sensazione che avrebbe provato precipitando nel vuoto.
 
Là sul palco gli abbracci, la festa, le parole di consolazione. Blake che si alzava, scivolando a confortare la sua concorrente eliminata.
Il posto in cui avrebbe dovuto essere lui.
 
E invece qualcosa lo inchiodava a quella poltrona. Le luci, le telecamere, il pubblico.. cosa lo stava bloccando? Cosa gli impediva di correre in mezzo a quella piccola mischia e stringersela addosso e dirle che non era finita, che per lui non sarebbe mai finita?
 
Non la vide neppure mentre voltava le spalle e lasciava lo studio, in mezzo a tutto quell'indifferente casino. Piegò il viso, puntandosi con la fronte fra le dita, e quando sollevò di nuovo lo sguardo lei semplicemente non c'era più.
 
Il cuore di nuovo a due passi dalla gola.
 
Come alla fine del tour.
 
Quella volta era stato distratto dal brindisi di chiusura, dall'allegra caciara dei ragazzi della band e della crew. Quella volta era rimasto con chi, riconfermato per il prossimo giro, aveva un motivo per festeggiare. Quella volta aveva sollevato con loro i calici, l'aveva lasciata scivolare via senza nemmeno salutare.
 
Merda!
 
Scattò via dalla postazione, ignorando tutto e tutti, e dirigendosi senza meta verso il backstage.
Have you seen Jen? Jen, Jennifer Coulson!
 
Qualcuno scuoteva la testa, un cameraman gli disse che l'aveva vista entrare nei camerini, un paio di minuti prima.
Raggiunse i camerini e li trovò vuoti.
 
Il cuore pulsava tanto forte da poterlo sentire chiaro e limpido in testa, come una rullata di batteria.
 
L'uscita degli addetti. La porta si stava lentamente chiudendo.
La tua ultima occasione, Adam.
 
Levò il passo e scivolò fuori.
 
Il boulevard appariva tranquillo, all'imbrunire. Qualche auto lontano, qualche persona che passeggiava oltre la strada. Un taxi a poca distanza, con le luci accese e qualcuno che s'avvicinava aprendo una portiera.
 
Jen.
 
Non rimase a pensare oltre, levando la corsa e raggiungendo la sua mano sulla maniglia.
 
Don't leave me like this.
 
Jen sollevò lo sguardo, aggrottando le sopracciglia. Come non capisse quello che lui stava dicendo, come fosse stata la prima volta che lo vedeva.
- Don't.. don't leave. Please.- Adam spinse appena la portiera, richiudendola. Il tassista gli rivolse un cenno indispettito.
- She.. just a few minutes, please. I just.. just need to talk to her. I'll pay you whatever you'll ask. Wait a minute.. please.
L'uomo fece appena cenno di sì con la testa e tornò a sedersi al posto di guida.
 
- Excuse me.. I'm..- la ragazza indicò l'auto, ancora confusa.
- Just don't. Yeah, you understood. Don't. Leave. Me.
- This is not my place anymore.
- That's not your place anymore. Maybe. But this..- lui si appoggiò una mano aperta sul petto - this place is yours. Forever.
- Adam..- lei distolse lo sguardo, le guancie in fiamme.
- You sang those songs. Everyone of those songs. Of our songs. You thought I wouldn't even remind you.. how could I forget you..? Every moment.. every single moment we had together.. they were special, to me. I loved them. Just as I love you.
- I'm not one of your supermodels, Adam..- lei scosse appena la testa, le s'incrinò la voce.
- That's why I love you. And I mean it. You're more.. you may not be The Voice..- lui provò a sorridere, facendo segno di aperte e chiuse virgolette in aria - but you're my voice. Don't leave me like this.. not again.
- Adam.. please..
- Sorry, I.. I didn't find words before. I'm not used to that, I.. never told anything like this to anybody before.. I.. For worse or for better..
- We belong together..
- I just.. just tried to tell you once.. by choosing the only way I knew. But you didn't understand, and..
 
Jen abbassò il viso.
Ecco cosa intendeva, Blake, con quel discorso sui musicisti e sul loro modo di esprimere i propri sentimenti..
Non hai mai capito nulla..
 
Lo sentì prendere un respiro, profondo, come avesse cercato di farsi coraggio e trovare le parole.
Strano, per un personaggio sempre tanto ironico e sfacciato..
 
E se fosse sincero..?
Sollevò lo sguardo, incontrò il suo. Verde, limpido, cristallino. Lo stesso che aveva trovato ogni volta, in quegli attimi magici che erano stati soltanto loro.
 
- I'm sorry for everytime I hurt you. I'm sorry for everytime I made you cry. And yes.. I know. Maybe it was 'cause you were tired.. once. But I've seen you crying again.. and again. And then you left, and neither said goodbye. And I missed you. And.. and that was all my fault.
- That was not your fault..- tese una mano a raccogliergli il braccio, ma non lo vide sorridere né scherzare. Non c'era un filo d'ironia, nei suoi occhi.
- That was just my fault.. and now I'm losing you.. again.
 
Che t'importa? Io non sono.. non sono niente..
Ricacciò quella voce dentro la testa, mentre il tassista alle sue spalle sbuffava spazientito.
 
- You won't lose me.- tese appena le labbra in un sorriso - Starbucks, Spring and Crosby, Manhattan. Meet you there.. whenever you want.
 
Le sue labbra lo sfiorarono appena, congelandolo all'istante.
Non aveva mai provato una sensazione del genere. Con nessuna delle donne con cui aveva condiviso il letto.
 
Con Jen aveva condiviso molto di più.
 
Lo sguardo non riusciva a staccarsi dalla figura dell'uomo rimasto sul bordo del marciapiede, sempre più piccolo ed irreale man mano che l'auto si allontanava.
 
Will I see you again..?
 
  
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