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Autore: metaldolphin    10/12/2013    2 recensioni
Prequel di "Grazie a Chopper", ma può essere letto anche come una storia indipendente.
Grande letteratura per la nostra Ciurma preferita, anche se non tutti sono d'accordo con i grandi maestri: certi pirati sono troppo indipendenti per apprezzarli senza senza portarli sul personale.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Comunque insieme'
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“… poiché non ci fu mai storia più pietosa di questa di Giulietta e del suo Romeo.”*
Nami chiuse il libro e sospirò.
Aveva la bocca asciutta dopo tanto leggere e pensò di chiedere al Cuoco un qualche cosa, come un succo di frutta o qualcosa di simile, per darsi sollievo.

Attorno a lei, i vari componenti della Ciurma, che fino a quel momento avevano ascoltato in silenzio, iniziarono a commentare, naturalmente ognuno secondo la propria indole.
-Oh, Nami-swan! Solo la tua celestiale voce poteva dare vita in questo modo così meraviglioso a questa romantica e straziante storia! Ma sarai stanca, lascia che vada a prepararti qualcosa di fresco da bere!- esplose in un tripudio di cuoricini, Sanji, prima di avviarsi verso la cucina.
La Navigatrice sorrise, di fronte all’empatia del biondino: non aveva neanche avuto il bisogno di dirgli che aveva sete... lo guardò passare accanto ad un lacrimoso Franky.
-N-non sto piangendo!- singhiozzò il Cyborg -È che questa storia è così… così.. tragica!

Rufy sembrava aver scambiato il suo naso per le catacombe di Verona, ed era ancora in piena esplorazione… era muto, ma sembrava stesse elaborando qualcosa di importante, mentre Chopper, colto da un improvviso lampo di genio, corse in infermeria al grido di: -Questa cosa della morte apparente me la voglio studiare per benino!
Nami non ebbe il tempo di fermarlo :-Chopper, è solo una storia!- gli gridò dietro, ma il piccolo Medico era già scomparso, mentre Brook mormorava: -Eppure lo spunto per una nuova canzone potrebbe dare una lettura moderna della storia…- e Robin ridacchiava alla vista del viso sconvolto dell’amica a quel putiferio nato da un semplice racconto.
Triste, Usopp andò via con gli occhi umidi: -Vado a scrivere a Kaya…-

Zoro, stranamente sveglio, scuoteva il capo.
-E tu cos’hai?- gli domandò, spazientita, la Rossa, seduta di traverso sulla sdraio, i piedi nudi tra l’erba del prato, la mano sotto al mento a reggere il capo e il libro chiuso vicino, sorseggiando il succo di frutta portatole da Sanji.
Lo Spadaccino scrollò le spalle.
-Sono stati due idioti- affermò, lapidario e sicuro di sé, riferendosi a Romeo e Giulietta.
Nami soffocò nella bevanda e le schizzarono gli occhi fuori dalle orbite: come poteva quell’ominide ignorante denigrare in quel modo un’opera dall’immenso valore universalmente riconosciuto?
-Sei proprio un cavernicolo! Sentiamo, sua signoria, perché mai dice questo?- gli chiese, acida come mai.

Lui aprì gli occhi e la inchiodò con il serio sguardo gelido.
La ragazza fu percorsa da un brivido: era uno sguardo strano, dalla luce diversa, che sembrava venire da lontano, dal profondo di quell’imperscrutabile animo… nel tempo trascorso a navigare insieme, lei non lo aveva mai visto e non capiva se averne paura o lasciarsene affascinare, mentre il cuore le perdeva un battito.
Ascoltò in silenzio il timbro basso che le rimescolava lo stomaco: -Se ami qualcuno, non ti nascondi con sotterfugi ed espedienti ridicoli: combatti, per stargli vicino! E se non puoi combattere, lo porti con te anche in capo al mondo, se sei ricambiato. Non si può morire, nemmeno per finta, se si ha vicino la cosa più importante.- concluse.
Rimase a guardarla, in attesa di una risposta o, in alternativa, del solito pugno tirafuoribernoccoli.

Ma Nami era basita da quelle parole inaspettate: non poteva averle udite dal buzzurro di bordo!
-Cos’hai, donna?- le chiese, ruvido, ma lei non rispose… quel tono sentito, quasi partecipato, udito dallo Spadaccino, l’avevano riportata indietro nel tempo, a qualcosa di dimenticato fino a quel momento, a Thriller Bark, quando Zoro era rimasto incosciente per tre giorni e lei l’aveva vegliato, preoccupata.
Al suo risveglio, con un sorriso, debole e stanco, e guardandola negli occhi, aveva mormorato quel qualcosa che le era rimasto scolpito nella mente, ma che doveva aver messo da parte in una sorta di  autodifesa: -Non potevo… morire… lo sapevo… che eri accanto a me.

Solo adesso, dopo tutto quel tempo, Nami aveva capito il senso di quella frase.
Zoro parlava con cognizione di causa: aveva combattuto per lei, ad Aarlong Park e non si era lasciato morire, anche se era stato a meno di un passo dal farlo, a Thriller Bark, quando lo avevano trovato, coperto di sangue, in seguito ad uno scontro di cui non aveva mai voluto parlare.

Lei, per Zoro, era importante?

-Oi, Nami! Stai bene?- le chiese, preoccupato per il muto sguardo assente della Navigatrice, che si riscosse solo in quel momento.
-Zoro…- mormorò guardandolo negli occhi color del ghiaccio -Io non… avevo capito
Lui sorrise, con il volto un poco colorito dall’imbarazzo, sollevò una mano e le poggiò un indice sulla fronte.
-Ce ne hai messo di tempo, eh?- disse, spingendo piano il dito.

Un violento pugno lo appiattì sull’erba.
-Idiota! Ma hai mai pensato, invece, di parlare chiaro?- gli urlò contro, indispettita e troppo orgogliosa per dargliela vinta.

Contemporaneamente, in cucina, i presenti ascoltarono l’inasprirsi dei toni e Sanji, esasperato, slacciato il grembiule, se lo sfilò di dosso.
-Ora vado da quel Marimo e gli insegno io come si trattano le signore!- sibilò furibondo, con l’immancabile sigaretta tra i denti.
Pregustando un nuovo combattimento, il Capitano lo seguì, ma sulla soglia, il Cuoco rimase bloccato. Rufy allungò il collo per spiare da sopra la sua spalla per vedere cosa stesse accadendo.
Mentre Nami e Zoro si baciavano con passione , l’Archeologa venne verso loro.
Poggiata una mano sulla spalla di Sanji, declamò: -”Galeotto fu il libro e chi lo scrisse…”** disse qualcuno, tanto tempo fa. Non pensarci, Cuoco: quei due hanno in sospeso questa vicenda già da troppo tempo, fin dai tempi di Thriller Bark.

Alla rievocazione di quel momento, Sanji rilassò le spalle tese ed annuì.
Guardò il Capitano ridere mentre fissava lo Spadaccino e la Navigatrice ancora avvinghiati.
Solo lui e Robin erano al corrente di quanto accaduto allora, con Zoro che aveva guardato in faccia la morte e sopravvivere… sapeva che era riuscito in quell’impresa soltanto grazie alla sua promessa e alla presenza amorevole di Nami.

Tornò indietro.
-Vieni, Rufy, finisco di preparare la cena. Ti va di pulire la pentola?


*W. Shakespeare, Romeo e Giulietta
**Dante, Divina Commedia, V canto dell’Inferno, Girone dei lussuriosi, episodio di Paolo e Francesca.
   
 
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