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Autore: King_Peter    10/12/2013    2 recensioni
[Attualmente inattiva per mancanza d'ispirazione]
Quattro ragazzi, diversi si ritrovano a dover salvare il mondo di Linphea da un'organizzazione che spadroneggia sulle sue terre e che si fa chiamare "Congrega della Morte".
Presto sangue e dolore bagneranno la terra. Loro sono gli unici a poter impedire lo scoppio di una violenta guerra.
La Congrega sta cercando i Quattro Elementi, grazie ai quali essi potranno attingere alla fonte diretta della vita e controllare la volontà e il sangue di ogni essere vivente di Linphea e degli altri sette mondi ad esso attigui.
L'uomo perderà il proprio libero arbitrio, verrà schiavizzato senza nemmeno accorgersene, compiendo gli ordini dei suoi oscuri padroni.
Scegliere di combattere o consegnarsi ai propri carnefici?
*Il sangue?
L'unico amico di cui ti puoi veramente fidare.
*
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il Sangue? 
L'unico amico di cui ti puoi veramente fidare ...

14. Sotto Scacco
 
*Richard*
 
Per poco non mi affogai con quel maledetto sidro di miele che, per altro, era maledettamente buono. Guardai Caleb, incredulo per ciò che stava succedendo, incredulo che mi fossi sbagliato, incredulo per ciò che sarebbe successo una volta che la luna avrebbe rischiarato la vallata circostante a Salismatra con la sua luce argentata.
"Vuoi dire che la luna piena è stanotte?" chiesi, sgranando gli occhi, sperando che non fosse vero, che mi stessero prendendo solo in giro, ma sapevo, in cuor mio, che quella notte sarebbe stata la notte.
Lui annuì, sorridendo e invitandomi a guardare sopra di me: il lampadario si spense e le candele sulla tavolata si accesero, accompagnate dall'aprirsi di una botola sul tetto, rischiarando la sala con una leggera luna argentea proprio sopra di noi.
Aprii la bocca, estasiato e impaurito allo stesso tempo: dal buco rotondo filtrava la luce della luna, feconda, piena nel grembo del cielo.
"Alla prossima luna piena." mi disse la voce della donna nella mente.
Solo adesso la guardai con disgusto. Mi sembrò che le macchie sulla sua superficie formassero una bocca e facessero si che il globo lunare sorridesse, malignamente.
La sala, all'improvviso mi sembrò più gelida. Cominciai a tremare, ma non so se fosse una reazione al freddo che sentivo o per quel ronzio che aveva preso piede nella mia testa.
Spostai lo sguardo dall'apertura nel soffitto ai cortigiani, impietrito: volevo dire qualcosa, volevo avvertire tutti del pericolo che stavamo correndo, ma le parole mi morirono in bocca.
Bianca mi guardò, con uno sguardo del tipo: "Che diavolo ti prende?".
Le feci un sorrisetto preoccupato.
I cortigiani presero a mangiare: per un secondo la sala fu riempita solo da chiacchiericci, rumore di posate dedite ad infilzare i cibi prelibati che abbondavano sulla tavola. L'alcol che veniva versato, calici e coppe brindavano festosi.
Erano tutti felici, chi ero io per rovinare loro quella serata?
"Sei il Guardiano della Terra, cretino." disse una voce dentro di me.
"Sta zitta!" la rimbrottai io.
Dovevo dirglielo, forse, anche se la luna era sorta ormai. Forse potevano ancora organizzare le difese intorno a Salismatra.
Mi alzai in piedi, sbattendo delicatamente una delle posate sulla superficie del calice che avevo davanti, così forte che il calice si deformò.
Guardai il danno e posai la forchetta, sentendomi al centro dell'attenzione.
Come si chiamavano gli abitanti di Linphea? Linpheiani?
"Membri della Resistenza." iniziai io, scansando l'ostacolo, "Devo dirvi una cosa impor..."
Il ronzio nella mia mente si fece più intenso, accompagnato da bisbigli cupi, sussurri continui. Mi portai le mani alle orecchie, come a bloccarle, ma non ci fu verso.
A questi si accodarono lamenti, urla strazianti, dolore puro. Sentivo i nervi tendersi e spezzarsi, sentivo alzare la temperatura corporea, sentivo la mia carne trafitta da spade e scuri.
Il mio corpo che sembrava colto da spasmi bruschi e improvvisi.
Sentii lo stridere delle gambe delle altre sedie strisciare violentemente sul pavimento lucido di legno, voci sommesse possenti circondarmi.
Urlai.
Si, è questa la verità, urlai con tutto me stesso. La mia vista si venò di rosso, di sangue. Il marchio della Terra bruciava e il dolore pugnalava, nel vero senso della parola, e all'improvviso capii cosa fosse: il dolore puro, primordiale, della terra stessa.
In qualche modo riacquistai il controllo del mio corpo, sentendo la pressione di mani che scivolavano sul mio corpo.
Ebbi solo la forza di dire: "Stanno arrivando."
 
 
Ciò che successe nelle ore successive è solo un vago ricordo: la gente urlava, sentendo i corni di guerra risuonare nella vallata rigogliosa, abbattuta, sferzata dalle fiamme, dalle armi, dalla cattiveria umana.
Gli uomini di Salismatra era nulla in confronto a ciò che ci si stava dirigendo contro: un intero esercito, enorme, composto da demoni, uomini, donne. Da stregoni, da esseri che la terra aveva persino dimenticato.
Macchine da guerra bersagliavano le solide mura del castello, armi oscure spazzavano via le migliaia di vite dedite alla luce. Le porte abbattute, i corridoi devastati, il sangue versato.
Sudavo freddo, seduto su una sedia, cercando di non pensare al dolore che toccava la carne come un eco.
Erano tutti scappati dalla sala dei banchetti, facendo rimanere solo me, Bianca e Caleb che mi si avvicinò.
"Era ancora troppo presto." sussurrò, come a maledirsi, "Avevi bisogno di più tempo." continuò, "Prova a contenere il dolore, cerca di chiuderlo in una scatola nella tua mente. Come una riserva di energia, perchè quel dolore non è altro che Potere." mi indicò.
Persi i miei occhi nei suoi, poi li chiusi, cercando di immaginare che tutto quel ronzio che continuava a tuonare nella mente, si racchiudesse in una cella.
Respirai.
"Va meglio?" mi chiese lui. Annuii leggermente, cercando di rimettermi in piedi per combattere. Potevo vedere Bianca, nel suo abito da sirena nero, combattiva, con i pugni chiusi, con una luce folle negli occhi e Caleb, il re che aveva sguainato la sua spada tempestata di gemme e diamanti dal fodero che portava al fianco. Alla luce sinistra della luna, Caleb sembrava un essere sovrannaturale, un angelo vendicatore disceso su quella terra per portarvi pace, armato di una spada benedetta da Dio.
"Posso rimanere io a proteggervi." stava dicendo lui, ma vidi Bianca scuotere la testa, ricacciando indietro le lacrime, dedita a non perdere il controllo nemmeno in quella situazione di estrema pericolosità.
"No, hai un'armata da condurre." replicò lei, secca, trattenendosi, "Siamo due Guardiani, sappiamo proteggerci da soli." continuò.
Lui sembrò esitare, ma poi annuì, malinconico.
"Sembra un addio." sospirò, rivolto a mia sorella. Gli sorrise.
Ero io che ero mezzo stordito o quei due avevano si guardavano in un modo un pò troppo complice?
"Non..." cominciò Bianca che venne interrotta da lui.
Caleb la baciò, e per baciò intendo sulle labbra, con le loro bocche che si incontrarono, assaporando il sapore dell'altra.
Lei, prima confusa, si abbandonò al bacio.
Tossicchiai, alzandomi. Si staccarono, di malavoglia, Bianca completamente rossa in volto.
"Se avete finito..." dissi, mentre mia sorella si precipitava a darmi una mano, forse più per nascondere il viso da Caleb che per aiutarmi davvero.
Guardai il re, cercando di ignorare che il dolore accumulato volesse uscire dalla prigione nella quale l'avevo rinchiuso.
"Dovete scappare." ci spiegò lui, guardando mia sorella, "Il castello è collegato con l'esterno tramite un passaggio sotterraneo che sguscia proprio al limite della foresta di Diana." disse.
Annuì, piano, mentre lui spostava i suoi occhi cielo da me a Bianca.
"Ti ho passato il segreto." confessò, corrugando leggermente la fronte e arrossendo un pò.
"Il segreto può essere passato tramite uno scambio, ricordate?" ci chiese, "Beh, io e te ci siamo appena scambiati..."
Si bloccò, imbarazzato. "Avete capito, insomma."
Una blocco di dimensioni enormi attraversò la sala da parte a parte, ammassando macerie, blocchi di pietra e sollevando polvere.
"Prendete la Rosa Nera e andate."
Bianca mi aiutò ad alzarmi e io mi appoggiai a lei, ancora debole per la batosta ricevuta poco prima. Lei e il suo re si guardarono negli occhi e io in quegli occhi vidi più di quanto le parole potessero mai dire.
"Questo non è un addio." gli promise mia sorella, suggellando la promessa con un bacio.
"Ma guardali, i due adolescenti!" mi dissi, osservando che stavano avvinghiati come cozze, come due ragazzini davanti scuola.
"Non è il momento per diventare mio cognato!" sbottai io, notando che sembravano non volersi staccare più. Se possibile, Bianca divenne più rossa del suo stesso fuoco.
Uscimmo dalla sala dei banchetti, lasciandocela alle spalle. Un esplosione fragorosa smosse il maniero come una sorta di scossa di terremoto e tutto barcollò pericolosamente, una ragione in più per muoversi.
Caleb ci guardò malinconico, poi scomparve nel buio.
 
 
Bianca seguiva la traccia che luccicava sul pavimento, dopo che avemmo preso le nostre cose dalle stanze. Così diceva lei, ma io non riuscivo a vedere nulla. Immagino sia quello l'effetto del "passaggio del segreto".
Sinceramente non mi importava, mi bastava che trovasse la Sala della Rosa Nera e che uscissimo da quel castello vivi.
E se avessimo incontrato la cattivona che avevo sognato?
Questa era proprio una bella domanda.
 
Più di una volta dovemmo nasconderci per evitare demoni armati, pronti ad uccidere, favorendo della notte e del buio. Osservai quella maledetta luna traditrice, quel globo rotondo alto nel cielo che ora sembrava sorriderci malignamente, dipingendo la battaglia con la sua personale luce macabra e folle, chiedendomi il perché.
 
1. Perché avevo sbagliato i calcoli?
2. Perché tutto ci si ritorceva contro?
3. Perché eravamo così sfigati?
4. Perché eravamo dei Guardiani?
 
I perché erano tanti, troppi forse, e incasinavano la mia mente. Bianca mi teneva stretto a sé, casomai dovessimo nasconderci ancora e lei mi dovesse strattonare per avvisarmi.
"Fermi-dove-siete." ringhiò una voce, meccanica, "Se-non-volete-farvi-male."
Vidi Bianca sorridere, alla luce di un raggio di luna.
Ci bloccammo, mentre lui si avvicinava, a passo svelto. Era un uomo, sicuramente, appesantito dall'armatura di piastre che sbattevano l'una sulle altre. Sentivo il suo respiro affannoso.
Non so cosa avesse in mente mia sorella, ma sperai con tutto me stesso che il suo piano funzionasse.
Poco prima che ci fosse troppo vicino, gli occhi di Bianca scintillarono, no, dico davvero, scintillarono nell'oscurità di una leggera tonalità di rosso.
Sentii un urlo, un tonfo, un rombare di fiamme.
Mi voltai, leggermente, quanto bastava per poter vedere cosa gli avesse fatto: l'uomo, a quanto pare, era sobbalzato all'indietro, come se fosse stato colpito da un onda d'urto, e adesso stava andando a fuoco. Le fiamme crepitavano su di lui, mangiando la sua carne, nutrendosi del suo sangue.
È questo il vantaggio di avere una sorella iperprotettiva: incendierebbe chiunque senza farsi troppi scrupoli.
"Andiamo." sussurrò, "La Rosa è vicina." disse, indicando con il mento il corridoio di destra.
I corridoi iniziarono a mutare, come l'ultima volta che ci eravamo stati, con quelle terrificanti statue di donne che ti guardavano malignamente.
Ed eccola lì, la donna di pietra, dagli occhi lucenti, dai capelli ribelli e dalla veste a brandelli. Mi stava ringhiando contro, ne ero certo, ma Bianca la stava calmando, dicendole qualcosa. Adesso che ci pensavo, sembrava stesse cantando.
Sorrisi, alla statua, in maniera incoraggiante a qualunque cosa le stesse dicendo mia sorella. Bianca mi strinse un braccio, dicendomi in un linguaggio muto che potevamo proseguire, ma proprio quando stavamo attraversando il muro come avevamo fatto la volta precedente, qualcosa mi afferrò alla gamba e la strinse forte.
Buio.


*Angolino autore*
Ma salve, popolo di venticinque lettori xD *come Manzoni che odia a morte +-+*
Come va? Tutto apposto? ù_ù
Ecco il 14° capitolo. Avevo detto che si sarebbe chiamato "Bellezza&Forza", ma poi ho optato per un altro titolo e una trama del capitolo completamente diverso xD 
Come vi sembra? :) Fatemi sapere con una recensione, anche piccolissima ^^

Hasta Luengo! xD

King
  
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