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Autore: Birra fredda    10/12/2013    3 recensioni
“Dimmi Matt” disse.
“Brian Val... Val... oddio...”
Brian si mise a sedere. Matt era emozionato, quindi o Valary gli aveva detto di sì per il matrimonio o era uscita la nuova versione di Call Of Duty.
“Matthew, respira. Calmati, rimetti in ordine le idee, costruisci un discorso sensato nella testa e poi parla” continuò Brian mettendo il vivavoce per far sentire la conversazione anche agli altri che si erano raccolti attorno a lui, curiosi più che mai.
“Avanti Matt non tenerci sulle spine” lo esortò Jimmy. “Cos’è successo?”
“Valary è incinta.”
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You will always be my heart.'
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Una volta usciti all’aria aperta, Brian crollò. Fino a quel momento aveva avuto solo voglia di picchiare Zack, mentre non appena sentì Jimmy che chiudeva la porta di casa, si rese conto di ciò che era effettivamente accaduto.
Synyster Gates si mise a piangere come un bambino, con tanto di singhiozzi soffocati tra le mani premute contro la faccia.
Jimmy avvolse le spalle del suo migliore amico con un braccio e lo condusse, camminando dietro Matt, fino alla panchina di fronte casa loro. Su quella panchina aveva passato lo scorso sabato sera, il batterista, dopo essere tornato a casa troppo sbronzo per avvisare gli altri e farsi aprire la porta.
“Avresti potuto fargli male sul serio” disse Matt dopo un po’, mentre Brian piangeva ancorato a Jimmy.
“Mi dispiace di averlo picchiato” borbottò il chitarrista. “Non ho riflettuto mentre lo facevo, mi dispiace...”
“Ssh” cercò di calmarlo il batterista accarezzandogli la testa e stringendolo più forte tra le braccia. “Stasera abbiamo la festa a casa dei miei, cerca solo di non pensare a Zack, svagati e bevi, che al resto ci penseremo dopo.”
 
Erano ormai le tre di notte e Zack era a letto da più di un’ora. Dopo avergli retto la fronte mentre vomitava per tre volte nel secchio dell’immondizia, Matt aveva deciso che sarebbe stato meglio portare l’amico a dormire, nella speranza che crollasse subito tra le braccia di Morfeo e non gli passasse per la testa di scendere nuovamente nella zona giorno della casa per cercare altri alcolici.
“Hai per caso visto Brian?” domandò Jimmy a Johnny, che se ne stava spaparanzato sul divano fumando una canna.
“Brian?” ripeté il bassista alzando un sopracciglio. “Non lo vedo da un bel po’” asserì subito dopo, espirando il fumo dal naso.
“Allora muovi il culo e aiutami a cercarlo” disse Jimmy afferrandolo per un braccio e costringendolo ad alzarsi in piedi. “E, per l’amor del cielo, basta droga, è già la terza canna che ti vedo in mano.”
“Ma...” cercò di discolparsi Johnny mentre vedeva l’amico che gli toglieva la canna dalle mani e la passava a una ragazza bionda che non conosceva.
“Saliamo al piano di sopra, magari è con Matt a controllare che Zack stia bene” propose Jimmy trascinandosi dietro il più piccolo su per le scale.
Andarono in camera del batterista, la sua camera da letto che sua madre, benché adesso non vivesse più lì, non aveva cambiato neanche di una virgola. Tutto era ancora al suo posto, compresi i giornalini di Playboy nascosti sotto il letto e lo strato di oggetti inutili sotto la scrivania.
Zack dormiva tranquillo nel letto abbracciato al cuscino, come se fino a all’ora prima non si trovasse a rigettare anche l’anima per via della sbronza colossale che si era preso. Matt era al suo fianco, seduto all’altezza dei suoi piedi, e si voltò di scatto sentendo la porta aprirsi.
“Come sta?” chiese Johnny in un bisbiglio alludendo a Zacky.
“Meglio, si è addormentato da una decina di minuti” rispose Matt alzandosi lentamente per non far rumore. “Brian dov’è?”
“Piacerebbe saperlo anche a noi” rispose Jim vagamente sarcastico. “Andiamo a cercarlo e il primo che lo trova fa uno squillo agli altri, siamo d’accordo?”
Matt e Johnny annuirono e così in meno di un secondo uscirono dalla vecchia camera da letto del batterista e si misero in moto per trovare Brian.
Non ci misero molto a trovarlo, in realtà, e per fortuna.
Jimmy andò immediatamente in bagno, aprì la porta e lo vide. Quell’immagine non se la sarebbe mai più tolta dalla testa. Anche a molti anni di distanza il suo sonno sarebbe stato tormentato dagli occhi semichiusi del suo migliore amico in quella notte, dalla vasca da bagno piena a metà di acqua rossastra, dai polsi sanguinanti di Brian e dalla sua pelle lattea.
The Rev cacciò, spontaneamente, una bestemmia, prima di correre verso il suo migliore amico. “Brian ma che cazzo hai combinato?” sussurrò affondando le mani nell’acqua e afferrandolo per tirarlo fuori dalla vasca.
“Aiuto!” urlò passandosi un braccio del chitarrista dietro il collo.
“Jim...” articolò a fatica Brian scosso dai tremiti di freddo.
“Aiutatemi!” urlò di nuovo il batterista riuscendo, con uno sforzo non indifferente, a far mettere in piedi l’amico e a sorreggerlo per qualche istante.
Istante che non durò a lungo, poiché non appena Jim abbassò lo sguardo per constatare se l’altro fosse effettivamente completamente nudo, l’occhio gli cadde su un altro particolare: sui polsi incisi e sanguinanti.
Se Matt e Johnny non fossero arrivati proprio in quel momento, probabilmente Brian sarebbe caduto indietro e avrebbe sbattuto la testa contro lo spigolo della finestra lasciata aperta.
“Cazzo” sputò fuori Matt correndo verso i suoi amici e riuscendo ad afferrare Brian un secondo prima che Jimmy si lasciasse cadere con sedere al suolo per non svenire totalmente.
Johnny bestemmiò, afferrò un ampio asciugamano e ci avvolse il chitarrista mentre Matt lo teneva ben stretto tra le braccia muscolose e lo aiutava ad uscire fuori dalla vasca per sedersi sul bordo.
“Che cazzo ti è saltato in mente?!” strepitò il cantante dopo qualche istante di sbigottimento generale. “Hai idea di ciò che sarebbe potuto succedere se non fossimo arrivati in tempo?”
Nessuno si sarebbe aspettato una risposta da Brian. Non in quel momento, non mentre si trovava nudo, bagnato da capo a piedi, col sangue che gocciolava sulle mani e Johnny che gli strofinava i piedi per non farlo ammalare; in quel momento nessuno si aspettava che Brian rispondesse sarei morto.
Jimmy sospirò e si impose di non affogarcelo con le sue stesse mani in quell’acqua colorata di sangue. “Perché l’hai fatto?” chiese cercando di mantenere un minimo di calma.
Brian non rispose, scoppiò solo a piangere e tentò di alzarsi, tentativo che Matt non gli permise di portare a termine abbracciandolo e tenendolo inchiodato col culo al bordo della vasca.
“Sei un fottuto idiota, Gates” borbottò il cantante all’orecchio dell’amico, mentre lo sentiva singhiozzare sulla sua spalla. “Sei un fottuto idiota che morirà assiderato se non si riveste immediatamente.”
Shadz si staccò dall’amico solo per andargli a prendere i vestiti. Aiutato da Johnny, lo rivestirono, gli asciugarono i capelli e gli medicarono le ferite mentre Brian sembrava aver perso ogni forza vitale, ogni capacità di muoversi autonomamente e di comandare al suo corpo cosa fare.
Alla fine di tutto, quando Brian si ritrovò seduto sul divano di casa dei genitori di Jimmy solo in compagnia del suo migliore amico e troppi pop-corn lasciati sui cuscini, pensò a Zack.
“Zacky come ha passato la serata?” chiese con un filo di voce lasciando cadere la testa sulla spalla di Jimbo.
“Si è ubriacato.”
“Bene.”
Jimmy si stese meglio sul divano portandosi dietro Brian per fargli posare la testa sul suo petto e cullarlo fino a farlo addormentare.
“Jim...”
“Cosa?”
“Credi che io e Zack torneremo insieme? Credi che si pentirà di avermi lasciato nonostante mi ami?”
Silenzio.
“Jim?”
“Non lo so Brian. So solo che vi amate troppo e andare avanti così, divisi senza che nessuno dei due lo voglia davvero, sarebbe distruttivo.”
***
 
Brian schiacciò a terra il mozzicone della sigaretta consumata fino all’ultimo. Ripensare a quel giorno faceva male, gli ricordava quanto l’amore tra lui e Zacky fosse stato tormentato e, nonostante tutto, sempre vero e forte.
Ripensare a quel giorno gli ricordava quanto entrambi soffrissero quando non stavano insieme, quasi che la consapevolezza di non avere l’altro fosse troppo pesante per pensare a una vita normale anche senza quei piccoli gesti giornalieri da coppia di fatto.
Lui non se la immaginava una vita senza Zacky. Un’esistenza senza le sue labbra carnose premute contro la sua pelle, non s’immaginava qualcuno da prendere, quando facevano l’amore, come prendeva Zack, qualcuno a cui sorridere sinceramente come sorrideva a lui.
Si amavano e basta, a prescindere dagli anni e a prescindere dalle loro famiglie. Quando un amore è così grande non si può far nulla, solo comprenderlo. Quando un amore è tanto grande, quando due persone sono immedesimate una con l’altra tanto da affermare di non poter vivere più come prima in assenza dell’anima gemella, non si può fare molto, se non star fermi e osservare.
Brian vide Johnny comparire da lontano, camminare lentamente verso di lui fumando una sigaretta e sorrise. Sorrise perché proprio in quel momento ripensò a quanto sia Johnny che Matt e Jimmy avessero ogni giorno lottato insieme a lui e a Zack per portare avanti il loro amore nel miglior modo possibile.











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Non commento nulla di questo capitolo, lascerò che lo facciate voi. Sono MOOOOLTO curiosa di sapere le vostre impressioni a riguardo.

Grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono e hanno messo questo Long tra le preferite e/o le seguite,
Echelon_Sun

 
  
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