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Autore: Zhuan    10/12/2013    0 recensioni
I Giochi della Fame stanno per iniziare, di nuovo.
Aedh Sarenth partirà dal Distretto 3 per andare incontro alla morte certa, schiacciato da un destino più grande di lui, mentre Sebastian Esonch partirà per proteggere la sua amata.
Che i sessantottesimi Hunger Games abbiano inizio.
pre!Hunger Games | Aedh Sarenth D3 - Sebastian Esonch D4 |68esimi Hunger Games| Rating destinato a cambiare
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blood fight

Sebastian era ormai stanco e sfinito, era nel deserto e c'era non caldo, bensì caldissimo. Era disperato, senza acqua o qualcosa da mettere sotto i denti. A dir la verità, non aveva nemmeno un posto in cui passare la notte apparente che gli Strateghi avrebbero, dopo poco, creato.
Sentiva che gli sarebbero mancate le forze, quando notò qualcosa, qualcuno, un Tributo, alto, robusto, ma denutrito, uno di quelli che incominciavano sapendo che sarebbero morti, uno di quelli che sopravvivevano al Bagno di Sangue solo per paura. 
Non lo riconobbe come qualcuno in particolare, non è che avesse esattamente famigliarizzato con molti Tributi durante l'addestramento. Fortunatamente, perché poi li avrebbe dovuti uccidere.Sebastian sapeva cosa fare, cosa doveva fare: ammazzarlo.
Incominciò a correre, incurante della milza dolorante, incurante di tutto, anche del rumore che faceva a ogni passo, anche se l'altro non sembrava accorgersene, troppo immerso nei suoi pensieri, doveva farlo passare a miglior vita, e poi saccheggiare il suo corpo, rubando tutte le sue provviste, se ne aveva. Era ormai troppo vicino, quando il Tributo lo notò, impugnando l'arma - una spada - pronto a difendersi, nonostante la paura.
Sebastian prese a due mani il suo tridente e sferrò un colpo, mirando alla pancia dell'altro, quasi sentendo già il sangue del Tributo schizzargli addosso, ma l'altro si difese con la spada, forse deciso ad arrivare almeno al secondo giorno. Il gesto, però gli costò caro, l'impatto lo fece cadere, ed Esonch era stato addestrato sin da giovane, per uccidere, per riempire di gloria il Distretto. 
Il Tributo del 4 lo colpì nuovamente, riuscendo a perforare il suo stomaco con il tridente, e sporcandosi del sangue dell'altro Tributo, rendendo il Tridente da argento a rosso.
Un colpo di cannone fu un rumore inconfondibile, per il diciottenne, aveva ucciso un'altra persona. Ma chi era stato il vero assassino? La capitale, senz'altro.
Vide sulla divisa il numero 11, non aveva affatto sbagliato, pensando che appartenesse a un Distretto remoto.
Prese in fretta lo zaino, così che non venisse ritirato dall'hovercraft già in arrivo, e si allontanò dal cadavere.
La fortuna era davvero dalla sua parte, quel giorno, a giudicare dal contenuto dello zainetto: acqua, anche troppa.
Sebastian camminava ormai da molto quando per caso, notò una roccia cava - una quasi grotta -, un posto ottimo per riposare. Entrò, soddisfatto, lui quel posto lo aveva visto quasi per sbaglio, girandosi, certo di aver sentito un Tributo, e notandò così il fatto che alcune roccie fossero vuote all'interno, ma di certo, di notte, nessuno l'avrebbe notato.
Piccola pecca: era già occupato.
Non era importante, si disse Esonch, aveva ucciso già altre persone, uno in più, uno in meno... non era molto importante.
Avanzò cauto, piegando leggermente la schiena, viste le ridotte dimensioni della "grotta". Ma calciò accidentalmente un sassolino.
L'occupante del nascondiglio, subito si fece leggermente avanti, con come unica arma un minuscolo chopper mal affilato. Cosa voleva fare, lanciarglielo addosso? Però, riconobbe benissimo il Tributo.
«Aedh!» Gridò con voce entusiasta, aveva trovato un pacchetto completo: posto in cui riposare, cibo, acqua, ma sopratutto quello che considerava un amico, nonostante non avesse pensato a lui, all'inizio dei giochi. «Grazie a Dio, sei ancora vivo!»
«Sebastian» Fu la fredda risposta. Tristezza, delusione, tutte ottime parole per descrivere ciò che provò Esonch, sentendo Aedh accoglierlo in quel modo. Si era immaginato più una specie di gran bell'abbraccio tra amici, anche se forse non è esattamente quello che ti viene in mente, durante gli Hunger Games.
«Fa silenzio» Aggiunse, sempre distaccato, al contrario di Sebastian che era troppo eccitato per tacere, come invece gli ordinava l'altro, decisamente meno felice di vederlo.
A giudicare dalle occhiate che lanciava al tridente, aveva paura di fare la stessa fine di quello dell'undici. Temeva di tornare a casa in una cassa di legno, per colpa di quello che aveva - quasi - considerato un amico.
«Dovremmo allearci» Sebastian ignorò Aedh, sempre più eccitato, quasi dimenticando una cosa decisamente importante: negli Hunger Games non c'è spazio per la pietà, non c'è spazio per l'amicizia, c'è spazio solo per la crudeltà, per il sangue. Per la morte. Erano nell'Arena, e la felicità sarebbe dovuta rimanere nella Capitale.
«Allearci?» Ripeté Aedh, decisamente ancora spaventato, continuando a concentrare lo sguardo sul tridente, che continuava a colare sangue, che continuava a essere una minaccia.
«Sì. Sarà utile per tutti e due. Avremo i turni di guardia e ci aiuteremo con quello che da soli non possiamo fare.» Sebastian non doveva nemmeno provare a convincerlo, era certo di averlo già fatto. Lo aveva praticamente convinto durante gli allenamenti.
«D'accordo» Dopo una pausa, che si concese per pensare alla proposta. Forse valutando i pro e i contro, forse pensando al modo migliore per uccidere Sebastian, ma comunque non gli importava. «Ma quando saremo in cinque ci separeremo»
Aedh gli fece spazio, tirando fuori le sue cose, aspettando che lui facesse lo stesso.

This survival of the fittest
this is do or die

[SURVIVAL - Eminem]

  
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