Film > Sherlock Holmes
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Autore: BlueFlame    10/12/2013    2 recensioni
Dal testo:
"Ho sempre saputo che c'erano cose che il mio amico Sherlock Holmes non mi diceva. Fatti riguardanti la sua vita e la sua infanzia, ma non avrei mai sospettato che il mio amico nascondesse un segreto così grande, fino a quando non la incontrammo, quel giorno scoprii il suo segreto più grande."
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

Era un piovoso pomeriggio di settembre, e Mary, dopo aver girato per tutto il pomeriggio per negozi alla ricerca del suo abito da sposa, si era rintanata in una graziosa pasticceria a bere un buon the caldo per riscaldarsi un po'.
La pasticceria non era molto grande, e tutti i tavolini erano occupati, così Mary stava pensando di uscire e trovare un'altra pasticceria dove fermarsi, ma prima di uscire, al lato della stanza, notò una giovane donna, seduta da sola, intenta a leggere un giornale e a sorseggiare tranquilla del the. Fuori aveva iniziato a piovere ancora più forte, così si avvicinò al tavolo della donna.
-Scusi, è da sola o sta aspettando qualcuno?-chiese Mary un po' titubante.
La giovane donna alzò lo sguardo verso Mary, e dopo averla osservata per pochi secondi con intensità, come se la stesse analizzando, fece un sorriso prima di parlare.
-No, non sto aspettando nessuno, ma prego, si sieda pure.- la donna si rivolse a Mary in tono garbato.
Mary si sedette, mentre la persona di fronte a lei chiamò una cameriera. Dopo che Mary ebbe ordinato, si rivolse alla donna di fronte a lei.
-Mi chiamo Mary Morstan, volevo ringraziarla, mi dispiace averla distolta dalla sua lettura.
-Non si preoccupi, stavo solo leggendo il caso di omicidio che hanno risolto l'altro giorno, e poi mi sembrava scortese rimandarla fuori, sotto quel diluvio... nn c'è neanke bisogno che mi dia del lei, chiamami Lili e mia dia pure del tu.- Lili continuò a sorridere.
Aveva una voce gentile e dal tono utilizzato si capiva che aveva avuto un'istruzione privata, segno che apparteneva ad un rango sociale più alto rispetto a Mary, eppure le aveva detto di rivolgersi a lei dandole del tu. Mary osservò attentamente quella giovane donna. Aveva lunghi capelli neri con riflessi blu, i suoi occhi erano scuri, tendenti al nero, a fare contrasto con essi c'era la sua carnagione chiara, molto chiara. Indossava un grazioso abito sull'azzurro.
Mary iniziò a sentirsi a disagio, non sapeva di cosa parlare con quella sconosciuta.
Si ricordò poi, che lei stava leggendo di un caso di omicidio, e pensò quindi di parlare dell'amico del suo futuro marito.
-Prima hai detto che stavi leggendo la risoluzione di un omicidio, il mio fidanzato è il miglior amico di un brillante investigatore privato, anzi, lui preferisce definirsi consulente investigativo.
-Interessante, anch'io, quando avevo vent'anni, conoscevo un ragazzo che voleva diventare detective ... ma comunque, come si chiama questo fidanzato che ha questo amico detective?- domandò Lili sempre sorridendo.
-Il mio fidanzato si chiama John Watson, è un dottore, anche se il più delle volte segue il signor Holmes, l'amico detective che ti dicevo, nei suoi casi.
Lili parve perdere un attimo il sorriso e diventare titubante quando Mary nominò Sherlock Holmes, ma era stato solo un secondo, poi era tornata sorridente come prima.
-Quindi sta per sposare un buon partito, sono felice per lei.
-Si, beh, non lo sposo perché è un dottore, ma perché lo amo ... poi, non darmi del lei, come io devo darti del tu e chiamarti Lili, vorrei che anche tu facessi lo stesso.
-D'accordo, allora ti chiamerò Mary- disse semplicemente lei.
-Bene.
Il silenzio ricalò a quel tavolo. Mary era tornata a sentirsi a disagio, non sapeva più cosa dire, ma poi, mentre sorseggiava il suo the, che una cameriera le aveva portato poco prima, mentre era intenta nelle conversazione, le venne in mente una domanda.
-Scusa se sono inopportuna, ma sei fidanzata o sposata?
-Nessuna delle due- rispose lei.
-Una bella donna come te? Mi sembra impossibile che nemmeno un uomo ti corteggi- disse Mary stupita.
-No, di uomini ce ne sono, a anche molti. Ma io ho fatto una promessa ad un uomo, l'unico che abbia mai amato, promettendogli che l'avrei, diciamo aspettato, anche se nn è proprio il termine giusto, e la sto mantenendo- il sorriso di Lili parve spegnersi nuovamente mentre pronunciava quelle parole, come se fossero dolorose.
-Ti stai riferendo al ragazzo che voleva diventare detective?- domandò Mary.
Lili, per tutta risposta, fece un semplice cenno di assenso con la testa. Stavolta il suo sorriso non tornò, e Lili si mise ad osservare la pioggia che scendeva dalla finestra a fianco.
Mary si sentì terribilmente in colpa per avergli chiesto se era sposata o fidanzata, dalla quale erano affiorati ricordi tristi per quella donna. Ma in fondo non poteva sapere che quella domanda potesse risvegliare in lei tristi ricordi, in fondo l'aveva conosciuta solo quel pomeriggio.
-Scusami io non volevo, non pensavo che ...
Lili la interruppe con un cenno della mano prima di parlare.
-No, non preoccuparti, tu non hai detto niente di male, mi sono solo venuti alla mente un po' di ricordi del passato, mi è venuto in mente il giorno in cui facemmo quella promessa, tutto qui.
-E non l'hai più rivisto da allora?- Lili tornò a guardare fuori dalla finestra, e Mary si maledisse per aver fatto quella domanda.
-No, da allora non ci siamo più rivisti, o meglio, lui non mi ha più rivista, mentre io, una volta ogni tanto, da lontano lo noto, ma subito cambio direzione ...-Lili aveva gli occhi fissi sempre fuori da quella finestra- gli ho fatto una promessa, e fino a quando non potremmo stare insieme, noi non ci vedremo, anche se continuerò a vegliare su di lui nell'ombra.- alla fine di quella frase, Lili si voltò verso Mary sorridendole, ma notò subito che quel sorriso era carico di tristezza.
Fuori aveva smesso di diluviare, ora scendeva solo una leggera pioggerellina. Lili si fece portare il conto da una cameriera e pagò per entrambe.
-Grazie, ma non dovevi, avrei pagato tranquillamente la mia parte, e poi mi hai già fatto sedere al tuo tavolo- le disse Mary.
-Non preoccuparti, e non angustiarti per avermi fatto ricordare momenti tristi, dopo tanti anni, avevo bisogno di parlarne con qualcuno, o meglio, qualcuno che mi ascolta c'è, ma conosce i fatti avvenuti e ci conosce entrambi, conosce le nostre situazioni, avevo bisogno di parlarne con qualcuno che ne era estraneo, e ora mi sento meglio, quindi mi sentivo in dovere di offrirti il the.- Lili sorrise nuovamente, poi si alzò dal tavolo, ma prima che potesse avviarsi alla porta, aggiunse qualcosa- Ci rivedremo presto!- poi si girò e uscì dalla pasticceria.
Mary rimase un po' interdetta da quelle parole, poi si alzò ed uscì anke lei dal locale, chiamò una carrozza che la riportò a casa.
 
"Quella sera, Mary mi raccontò della giovane donna che incontrò quel pomeriggio. Durante il suo racconto, la interruppi qualche volta per saperne di più, sapendo bene che avrei raccontato ciò al mio amico Sherlock Holmes. Non che gli raccontassi tutto, soprattutto i fatti riguardanti la mia fidanzata, ma quella donna mi era apparsa strana, e poi, la frase con la quale salutò Mary:- Ci rivedremo presto- mi suonava strana, e volevo sapere solo che mi sbagliavo e che non c'era da preoccuparsi. Ma più avanti scoprii che nominare quella donna al mio amico fu un enorme errore, che capii solo quando anch'io la conobbi."
  
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