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Autore: avril1113    10/05/2008    6 recensioni
Jen è una ragazza che ha vissuto una vita difficile e si sente Invisibile quando incontra un ragazzo misterioso che si fà chiamare proprio Mr Invisibile allora le cose cambiano,tra canzoni misteriose,fughe notturne e identità nascoste la vita di Jen cambia radicalmente e non è più così noiosa!!Leggete e commentate,grazie XOXO Avril113
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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MR INVISIBLE

Ciao a tutti!!

Mentre il mio prossimo racconto è in cantiere,ho deciso di dare un occhiata a questo racconto,di aggiustarlo un po’ e soprattutto di aggiungere un paio di capitoli:la storia dal punto di vista di Skate.

Aggiornerò con le modifiche apportate,spero che vi piaccia ancora di più!!!!!!

 

XOXO Avril1113

 

 

“Se pur sia bello l’amore ch’è implorato,

assi più bello è quell’amore che si concede di sua propria volontà”

(W.Shakespeare)

 

 

 

 

1 Capitolo:Miss Invisible

 

 

 

Quando cammino per la strada,cerco sempre uno sguardo che mi faccia sentire meno “invisibile”.Occhi che mi raccontino una storia,occhi da poter sognare la notte quando il resto del mondo è inoltrato nell’oblio del buio e nel caldo di un corpo vicino. Gli altri hanno trovato quegli occhi e io sono così invidiosa di loro e stanca di cercare e non trovare mai,di sentirmi fuori da quella felicità che loro hanno raccolto e custodito. La notte passa più velocemente se riempio una pagina word e l’alba arriva anche per chi non ha trovato quegli occhi. Anche per me.

 

“Jen,svegliati!!!!!!!!!!!,George sta arrivando!”sento la voce di mia madre che urla dal piano di sotto .Alzo il viso,lo schermo del computer è in stand-bye e io mi sono addormentata ancora una volta sulla scrivania.  Cerco di ricordare l’ultima volta che ho dormito nel letto,due settimane,due mesi … “Jeeeeeeeeeeeeeeeen!!!” secondo me mia madre ha doppiato Tarzan,ormai ne sono convinta.

 

“Si,arrivoooo!!”indosso la vestaglia e mi fiondo giù per le scale.

 

“Finalmente,era ora signorina,lo sai che ore sono?”mia madre con dei buffi bigodini e la solita vestaglia color “caccola” mi guarda severa con le braccia sui fianchi,odio quando mi chiama “signorina” mi fa sentire così piccola e cretina. Che poi piccola un po’ lo sono nonostante i miei diciassette anni fisicamente sembro una quattordicenne,tette quasi inesistenti,magrissima e viso come quella di una bambina. Ma cretina no.

 

“OH mi ascolti?!George sarà qui a momenti,vestiti e prendi i libri”i soliti imperativi,fai quello,fai quell’altro.

 

Riempio una tazza di latte e ancora mezza addormentata torno in camera per vestirmi:solita tuta,lego i lunghi capelli cenere con un elastico in uno chignon disordinato,tanti anni di danza buttati all’aria,non riesco a fare neanche un semplice chignon. “Essere sempre ordinate e posate”: regola numero 1 del codice delle ballerine violata.

 

Cinque minuti dopo sono in salone  impegnata in un equazione a par mio irrisolvibile mentre George gioca con il suo palmare come al solito. Quando i miei mi hanno detto che preferivano che io studiassi a casa con un professore universitario(George)non ho capito,insomma alle medie mi ero sempre trovata bene,non potevo definirmi la più popolare ma avevo un paio di amiche e i risultati scolastici erano più che soddisfacenti. Quando poi mi sono ammalata,le cose sono cambiate,ho imparato che gli amici arrivano velocemente ma spariscono altrettanto in fretta. Anche adesso che sto abbastanza bene i miei tendono ancora tenermi sotto una campana di vetro anzi diciamo sotto una cupola simile a quella della Cappella Sistina e studiare a casa non aiuta la mia vita sociale,praticamente l’unica amica che ho a parte il pappagallino Puccio, è mia cugina nonché mia vicina di casa:Allie.

 

“Allora questa equazione?Ci sei?”George prende il quaderno e controlla i calcoli

 

“I soliti errori Jen:i meno saltati,per non parlare delle parentesi,dove sono finite?”

 

Alzo le spalle “Avanti George lo sai che sono una frana in matematica, passiamo a una materia più interessante tipo arte”la mia materia preferita non solo amo disegnare ma mi piace troppo viaggiare con il pensiero in chiese,scavi archeologici,indietro nel tempo.

 

“Jen non possiamo fare solo arte,la matematica è importante e …”Io gli faccio lo sguardo da cucciolo disperato e lui come da copione mi accontenta “ok,ma solo un oretta poi passiamo a fisica”dice rassegnato.

 

L’oretta diventano due e io mi immergo completamente tra chiese,dipinti e rilievi e sono nel mio mondo,sono aria.

                                                  *****************

                                          

Allie bussa alla mia finestra alle sette e un quarto,maledice come al solito la scala di legno che come un arrampicante è addossata al muro,l’abbiamo sistemata così un paio di anni fa così lei può salire da me quando vuole senza passare dall’ingresso e quindi dalle prediche di mia madre: “non dovresti essere a casa a studiare?!”oppure “ti sembra l’ora?!chiamerò tua madre”,la scala è comoda e indolore a differenza di mia madre.

 

“Ciao”dice col fiatone di chi ha appena scalato l’Everest,la solita esagerata!!

 

“Sei più bianca del solito”mi dice come se fosse un complimento.

 

“E tu più gentile”le dico sarcasticamente.

 

“Allora che hai fatto di entusiasmante a parte studiare,tagliarti le vene e studiare?!”dice con la sua solita ironia pungente,non credo che ci sia qualcuno più cinico e schietto di lei, è proprio questo che le invidio:una sincerità a volte imbarazzante ma velata da un trascinante humor,un mix irresistibile soprattutto per i ragazzi che praticamente la venerano come fosse una dea.

 

“Molto spiritosa,comunque domani pomeriggio posso uscire,ti va un giro al centro commerciale??” dico entusiasta e da così tanto che non esco. Da troppo.

 

“Stai scherzando?!!ormai credevo che non uscissi più fino alla prossima era glaciale,sei sicura?guarda che alla luce del sole potresti scioglierti!!”dice prendendomi in giro. Io la guardo scocciata.

 

 “Comunque posso venire,domani esco da scuola alle tre ma poi sono a tua completa disposizione anche perché la prossima settimana ho una festa di scuola e non ho nulla da mettere”dice incline alla disperazione.

 

Si certo,conosco il suo “nulla da mettere”  il suo armadio può fare tranquillamente concorrenza a quello delle ragazze di “Sex and the City”.

 

“E’ la festa di un tipo da paura che poi è il migliore amico di quello di cui ti ho parlato:il più popolare e …..”

 

Parla,parla,parla lei è così,semplicemente logorroica.

 

“Cavolo!! sono già le nove e mezza,il tempo passa se si chiacchiera vero?”dice due ore dopo un incessante blaterare da sola, dato che io mi sono persa alla terza cheerleader che si mette con il belloccio di atletica che le mette le corna con la sua amica e … se c’è una cosa che non mi manca della scuola sono i gossip inutili e ridicoli che mi escludevano dalla vita scolastica motivo per cui mangiavo sempre da sola,sotto le gradinate dove il resto del mondo non mi vedeva piangere.

 

“Devo andare tesoro,ti passo a prendere domani alle quattro”e mi schiocca un bacio sulla guancia.

Io la saluto con lo sguardo e quando lei è fuori dalla finestra mi butto sul letto e mi sento di nuovo sola.

 

La cena è più silenziosa del solito,sembra che ci sia una cappa di tensione che sovrasta la tavola. Mia madre mangia i suoi cavoletti di bruxell e non alza lo sguardo dal piatto mentre mio padre accenna qualche sguardo infastidito e borbotta. I miei genitori non sono stati mai molto sdolcinati tra di loro credo di non averli mai visti darsi una carezza o scambiarsi uno sguardo appassionato ma di certo non gli ho mai visti così distanti,freddi e ho una spiacevole sensazione all’altezza dello stomaco.

Sparecchio il mio piatto e penso che sia meglio che io mi dilegui.

 

La porta è chiusa,la musica è alta e io cerco di sparire con la mente eppure gli sento urlare,la solita storia: mio padre lavora troppo ,mia madre troppo poco, “non c’è tempo per le vacanze”, “non usciamo mai” e così via in una serie di interminabili sciocchezze che gli adulti non riescono a mettere da parte. In fondo gli adulti non sono così diversi da noi,sono capricciosi,isterici e vogliono avere sempre ragione eppure noi ragazzi non ci facciamo tanti problemi come loro forse siamo meno teatrali e più sensibili,abbiamo “l’isola che non c’è”dalla nostra parte. Gli adulti hanno solo un mucchio di regole e tanti pregiudizi,pensano di avere la ragione e quindi di avere tutto ma  la ragione senza cuore non è altro che logica e la  logica non è un granché. Con questi pensieri mi estraneo dalla discussione e aspetto che domani sia un altro giorno.       

                                               ***********************

 

Entriamo lì”dice Allie trascinandomi per un braccio,questo sarà il decimo negozio di abbigliamento in cui entriamo per non parlare dei venti paia di scarpe che Allie è stata capace di provare in meno di un ora.

“Guarda quel pantalone,il colore è perfetto per me”urla non appena vede un pantalone di un celestino anonimo e tristissimo.

Io annuisco è inutile contraddirla.

Mentre lei prova il quinto pantalone “PERFETTO”della giornata,io mi faccio un giro nel negozio è strano,è da così tanto tempo che non esco di  casa che mi sento  fuori posto anche in un centro commerciale pieno di persone. Trovo un specchio a muro che mi guarda e sono così …  pallida, ho gli occhi lucidi e un fisico inesistente,invisibile:quest’ultima parola non la penso ma la sussurro, mi chiedo se  troverò mai un ragazzo tanto idiota da mettersi con una come me … poi sorrido davanti allo specchio pensando che probabilmente non lo troverò ,comunque meglio ridere che piangere. Sempre.

Sapete la sensazione di pelle d’oca che sentite dietro la nuca quando  pensate che qualcuno vi stia osservando?! Be’ io la provo in quest’istante,mi volto e in effetti qualcuno mi sta osservando anzi fissando.

 

E’ un ragazzo,un po’ più alto di me,fisico asciutto ma non magro come il mio, ha il cappuccio della felpa sulla testa e solo un ciuffo biondo che gli ricade sulla fronte. Lo fisso  anch’io pensando che così la smetta di fissarmi ma lui invece mi fissa ancora di più come se mi stesse sfidando,i suoi occhi verdi spiccano sulla felpa nera e non smettono di guardarmi come se fossero attirati da qualcosa in particolare,ma cosa c’è di particolare in me?

Mi volto e stacco la spina a quella strana energia per vedere se magari dietro di me c’è Kate Moss e  quindi quel ragazzo sta  guardando lei  e non me.

Quando mi volto di nuovo verso quegli occhi,lui non c’è più, come sparito.

“Ehi ti sei imbambolata?”Allie interrompe la mia ricerca visiva mettendomi davanti quel paio di pantaloni “PERFETTI”

“No … cioè …”vorrei spiegarle ma non trovo le parole

“Vabbè me lo dici un'altra volta,ti va un gelato??”non ho ancora risposto e siamo già in gelateria.

 

“Cioccolata,caramello,bacio e panna,ma senza biscotto sopra perché sono a dieta”dice Allie alla signorina che la guarda stranita.

 

“Per me solo una granita,grazie”dico pacata.

 

“Eccoti,la solita ,possibile che ti debba costringere sempre a mangiare qualcosa che non sia acqua e zucchero!?mi dice Allie seccata.

 

“Che palle Allie ma non ti scocci di dire sempre le stesse cose??”

 

“No,non è possibile …”dice Allie all’improvviso.

 

“Che c’è???!!!”esclamo preoccupata.

 

“Guarda quel maglioncino,non è perfetto per il pantalone azzurro”urla indicando una vetrina.

 

Sono senza parole.

 

“Sei impazzita!!mi hai fatto prendere un colpo per uno stupido maglioncino!!!!!!!!!!!”

 

“E’ troppo bello e poi mi spieghi come fa un maglioncino ad essere stupido ,può essere brutto,rovinato,assolutamente inadatto ma stupido??!!”

 

Mi stanno davvero saltando i nervi così interrompo il suo inutile soliloquio:

 

“Senti io ti aspetto fuori,raggiungimi quando hai finito” e me ne vado verso l’uscita,ci arriverei intatta e soprattutto asciutta se non fosse che un idiota con lo skate mi viene addosso e finiamo entrambi a terra ,io con la granita tutta versata addosso.

 

“Cavolo!!!mi dispiace” e riconosco nel mio attentatore il ragazzo di prima,quello con il cappuccio.

 

Mi porge la mano per aiutarmi a rialzarmi ma ormai il danno è fatto.

 

“Non ti avevo proprio vista”dice per giustificarsi ma così peggiora solo la situazione.

“Come hai fatto a non vedermi,non sono mica invisibile”gli urlo addosso fradicia di granita.

 

“Già hai ragione,senti mi dispiace,posso fare qualcosa per rimediare??ti compro un’altra granita??”ha un aria decisamente adorabile e io mi sciolgo.

 

“Non ti preoccupare,guarda tanto questo pomeriggio non poteva essere peggio di così”dico rassegnata alla mia sfiga.

 

Lui mi guarda interrogativo e io inizio a spiegare:

 

“…. e quindi dopo un pomeriggio di shopping sfrenato anzi diciamo isterico tu mi vieni addosso”siamo seduti sulla panchina di fuori e io sto raccontando a questo sconosciuto decisamente imbranato ma anche decisamente carino il mio pomeriggio di inferno con Allie sperando di non annoiarlo,ma non sembra,perché segue il racconto delle mie disavventure pomeridiane con curiosità,ride alle mie battute e qualche volta  sfiora con il gomito il mio braccio.

 

“Quindi diciamo che io sono stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso???” mi dice sorridendo quando ho finito il mio racconto.

 

“Già,proprio così,comunque io sono Jen” e li porgo la mano e lui fa una cosa strana invece di stringere normalmente la mia, me la bacia!!!già mi fa il baciamano ma non si presenta.

 

“Jen!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” sento la voce di Allie che mi cerca fuori dal centro commerciale  ma quando sventolo il braccio per farmi vedere da lei,mi accorgo che il ragazzo se ne andato.

 

                                        *************************

 

 

“Finalmente,sai che ore sono Jen?”mia madre e sulla porta,saluta con un cenno Allie che mi ha accompagnato e continua la ramanzina.

“Ti avevo detto alle sette  a casa e adesso sono …”guarda l’orologio in cerca di sostegno “le sette e un quarto”dice soddisfatta.

“Cavolo mamma quindici minuti di ritardo,dovresti mettermi in punizione per un anno!!”dico sarcastica

“Spiritosa!!! comunque i patti sono questi,la dottoressa ha detto ….”

“Si lo so cosa ha detto la dottoressa,mamma,ma io mi sento prigioniera,ti rendi conto che oggi è la prima volta che esco da un mese?!!”

“Si lo so tesoro …”dice più dolce

“No,mamma tu non lo sai”dico dura,le volto le spalle e salgo in camera mia.

Mi stendo sul letto a pancia sotto,il braccio sotto il cuscino e sento qualcosa come un foglio di carta,lo afferro, ed è una busta:mai vista prima,bianca e dentro c’è scritto:

Per Miss Invisible

 

There's a girl                                                              
Who sits under the bleachers
Just another day eating alone
And though she smiles
There is something just hiding
And she can't find a way to relate
She just goes unnoticed
As the crowd passes by
And she'll pretend to be busy
When inside she just wants to cry
She'll say...

Take a little look
At the life of Miss Always Invisible
Look a little closer
I really really want you to put yourself in her shoes
Take another look
At the face of Miss Always Invisible
Look a little harder
And maybe then you will see
Why she waits for the day when you'll ask her her name

The beginning
In the first weeks of class
She did everything to try and fit in
But the others they couldn't seem
To get past all the things that mismatched on the surface
And she would close her eyes
When they laughed and she fell down the stairs
And the more that they joked
And the more that they screamed
She retreated to where she is now
And she'll sing...

And one day just the same as the last
Just the days spent in counting the time
Came a boy that sat under the bleachers
Just a little bit further behind...
*

Traduzione

Lì c’è una ragazza,che sta sotto una gradinata,passa ancora un altro giorno mangiando da sola.

Sebbene sorride c’è qualcosa che nasconde:lei non riesce a rapportarsi,lei passa sempre inosservata anche la folla le passa davanti. Lei fingerà di essere occupata,quando invece dentro vuole solo piangere.

 

Lei dirà:

Dai uno sguardo alla vita di Miss Sempre Invisibile,

guarda un po’ più da vicino,vorrei mettermi nei suoi panni.

Dai un altro sguardo al viso di Miss Sempre Invisibile

guarda più attentamente e forse allora capirai il motivo per cui lei attende il giorno in cui qualcuno chiederà il suo nome.

 

 

All’inizio,nella prima settimana di scuola,lei ha fatto tutto il possibile per adattarsi.

Ma gli altri non vanno oltre l’apparenza e quando chiudendo gli occhi cade dalle scale,loro ancora di più ridono,schiamazzano e lei si rifugia dove è ora.

 

E in un giorno come un altro,trascorsi contando le ore,venne un ragazzo che sedeva sotto la scalinata un po’ più indietro.

 

Da Mr  Invisible.

 

*(Miss Invisible di Marie Digby)

 

 

  
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