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Autore: Hydrogen96    10/12/2013    2 recensioni
Una storia ispirata ad una canzone dei Linkin Park.
IRIDESCENT.
Genere: Malinconico, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Iridescent






When you were standing in the wake of devastation
When you were waiting on the edge of the unknown
And with the cataclysm raining down
Insides crying, “save me now”
You were there impossibly alone


Le coperte che la ricoprivano erano gelide.
La notte non era stata indulgente con nessuno.
Infondo era inverno.
Era inverno fuori come anche dentro di lei.
Sentì il rumore della pioggia che batteva sui vetri.
Le gocce scivolavano facendo a gara su chi arrivava prima.
Come le lacrime sul suo volto, prima di addormentarsi la sera.
Si sentiva sola. Era sola.
Sola e triste.
Si alzò dal letto, dirigendosi verso la cucina.
Era in pigiama.
6:45
Era tardi, lo sapeva.
Bevve la sua tazza di cioccolata calda, ormai fredda.
Corse in camera, era tutta sottosopra.
Dopo aver trovato i vestiti per la giornata li indossò.
Si strinse i capelli con la sua forcina preferita, si lavò ed uscì.

Do you feel cold and lost in desperation ?
You build up hope
But failure’s all you’ve known
Remember all the sadness and frustration
And let it go
Let it go


7:23
Correva nella pioggia.
Non aveva l'ombrello, non c'era stato più tempo.
I capelli lunghi e mossi ora erano dritti e bagnati.
Fradici.
Come anche la giacca, i vestiti e la borsa.
E probabilmente anche i libri.
Quando arrivò in quell'edificio chiamato "Scuola" sospirò.
Un po' rassegnata al fatto che fosse la sua gabbia quotidiana.
Un po' rasserenata del fatto che almeno fosse al coperto, e all'asciutto.
Andò in bagno e strizzò i capelli nel lavandino.
Si asciugò con una montagna di carta, era ancora umida, ma almeno non come prima.
Infine entrò in classe. Nessuno l'aveva notata.
Questa era una di quelle volte in cui ringraziava del fatto che nessuno la prendesse mai in considerazione.
Appoggiò la borsa di fianco alla gamba del tavolo. Tirò fuori un libro e il quaderno.
Appese la giacca sull'attaccapanni.
La professoressa non era ancora entrata.
Guardò il banco vicino al suo. Lei sedeva dalla parte della finestra.
Il suo compagno di banco non c'era.
Non veniva mai a scuola.
Mai.
Sarebbe stato bocciato, aveva fatto così tante assenze.
Ma a nessuno importava.
Ecco arrivare l'insegnante di Economia.

And in a burst of light that
blinded every angel
As if the sky had blown
the heavens into stars
You felt the gravity of tempered grace
Falling into empty space
No one there to catch you in their arms


Prese la penna e il quaderno di Economia.
Era l'unica che prendeva appunti in quella classe di menefreghisti.
Lei stava indifferente a tutti, tranne quando agli altri serviva una mano a studiare.
Erano passati ben quattro anni. Ora erano in quinta.
Erano partiti in 28 ed erano arrivati in 19.
Tuttavia quel clima apatico non si era ancora diradato.
Ognuno aveva la sua vita al di là delle mura scolastiche.
Tranne lei.
Lei stava sui libri, a leggere, a fantasticare, a studiare.
Non a caso lei era la prima della classe.
Scrisse i suoi appunti ordinati, finché per sbaglio inclinò male la penna.
Ne uscì una sbavatura di inchiostro.
Un lampo saettò nel cielo nuvoloso. La luce brillò per un istante.
Infine si sentì il rombo del tuono, che si abbatté violentemente sul tetto della casa vicina alla scuola.
Si spaventò. La penna correva disegnando le parole che uscivano di bocca della prof.
Dopo quel tuono scivolò di traverso. Un'altra sbavatura.
Alzò il suo sguardo verso la lavagna.
Un sospiro.
Prese le cuffie e si mise ad ascoltare una canzone.
Iridescent.
Linkin Park.
E il temporale scomparve.
La voce della professoressa sparì.

Do you feel cold and lost in desperation ?
You build up hope
But failure’s all you’ve known
Remember all the sadness and frustration
And let it go
Let it go


Era brava a scuola. Ma non nella vita.
Lì aveva fallito miserabilmente.
Non era colpa sua.

Do you feel cold and lost in desperation ?
You build up hope
But failure’s all you’ve known
Remember all the sadness and frustration
And let it go


La penna correva lungo il foglio, tracciando linee e curve.

Let it go
Let it go
Let it go
Let it go


Si rilassò. Aveva il ripetitore attivato.
La canzone rimbombava nelle cuffie, nei suoi timpani, nel suo cervello.
Nel suo cuore.

Do you feel cold and lost in desperation ?
You build up hope
But failure’s all you’ve known
Remember all the sadness and frustration


Prese un pennarello, due, tre. Quelli che aveva.
Erano passate ben quattro ore. Tanto era comunque brava, nessun professore si era mai lamentato.
Pertanto era esonerata dal seguire le lezioni. Tranne Diritto.
Tutta la cattiversia del mondo era concentrata dentro a quel professore.

And let it go

Aveva ormai finito il disegno. Fuori tornò a splendere il sole.

Quando il docente vide che non stava seguendo, e che per di più faceva altro si alzò.
Fece qualche passo, posizionandosi davanti alla cattedra e si schiarì la gola.
​Tutti si girarono verso di lei.

Let it go.

La ragazza se ne accorse, si tolse le cuffie.
La canzone si poteva sentire, se ci fosse stato completo silenzio.
Gli occhi cinici del professore si posarono su di lei.
Che diavolo stai facendo?! chiese, la sua voce le ricordò il tuono.
Lo guardò, mettendo da parte timidezza e paura.
Il suo sguardo incontrò quello del docente.
Alzò sfacciatamente il disegno:
Un arcobaleno, un prato.
Un mondo che lei non avrebbe mai conosciuto.
Gli occhi del severo professore si riempirono di lacrime.
Fu la prima volta che prese "2" in una materia.
   
 
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