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Autore: Shari Deschain    10/12/2013    2 recensioni
[Lucy/Mina; Spoiler 1x06]
Un ricordo improvviso nel buio: l'abitudine di sua madre di cantarle una ninnananna prima di metterla a letto.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Warnings: Angst, spoiler 1x06.
N/A: Scritta per il kink meme @ nbcdracula_ita, prompt “Lucy/Mina - dormire nello stesso letto” & per la maritombola #5 @ maridichallenge, prompt #9.






Full dark, no stars





Un ricordo improvviso nel buio: l'abitudine di sua madre di cantarle una ninnananna prima di metterla a letto. Aveva una bella voce e mani gentili che le accarezzavano i capelli con una dolcezza che, a ripensarci adesso, aveva un che di straziante. Ma Lucy, avendo sviluppato il gusto di rendere le cose più difficili del necessario già nel suoi primi anni di vita ─ questo a sentire sua madre, perlomeno ─ raramente lasciava che la donna la facesse franca così facilmente e pretendeva anche una storia.

Allora sua madre ─ che di amore per lei ne aveva parecchio, ma di pazienza giusto un po' meno ─ ricorreva a quel vecchio, infallibile trucco che aveva terrorizzato generazioni di bambini prima e dopo di lei: mostri. Demoni nascosti sotto il letto, gnomi deformi nell'armadio, fate cattive pronte ad entrare dalla finestra e rubare i bambini ancora svegli dai loro lettini.

Il cinismo Lucy lo avrebbe imparato solo parecchi anni più tardi, quindi quelle storie, ai tempi, la terrorizzavano davvero. Ben presto si era perso il conto delle notti in cui la piccola si era svegliata urlando, tirando giù dai letti genitori, servitù e, in qualche caso, perfino un paio di vicini. Per cercare di rimediare al danno, allora, sua madre le aveva detto di guardare le stelle perché ce ne sarebbe sempre stata una in particolare ─ la più brillante, la più bella ─ pronta a vegliare su di lei.

Un po' aveva funzionato, Lucy doveva ammetterlo. Ma l'inquietudine di fondo rimaneva, e le uniche notti tranquille che riusciva a ricordare erano quelle in cui i genitori di Mina le concedevano di rimanere a dormire da lei.

Già più logica e razionale da bambina di quanto Lucy sarebbe mai stata da adulta, Mina la rassicurava parlando di cose reali, tangibili, per niente spaventose. E Lucy non sempre capiva i discorsi della sua amica del cuore, ma non le importava più di tanto finché poteva stringersi contro di lei e passare quelle lunghe ore di buio mano nella mano con qualcuno che i demoni, gli gnomi e le fate cattive non avrebbero mai potuto toccare ─ e la fonte di questa convinzione Lucy non sapeva proprio quale fosse, ma era un fatto più che certo per lei: i mostri non si sarebbero mai azzardati a prendere Mina, perché Mina era coraggiosa e intelligente e li avrebbe messi in fuga con la coda tra le gambe.

Mina era la sua stella.

Poi il tempo si era portato via i terrori infantili, e da adulta Lucy aveva dovuto fronteggiare altri mostri. Demoni diversi, più intimi, più nascosti. Le fate cattive erano i pettegolezzi sussurrati, gli gnomi deformi erano le regole accettate da tutti e a cui lei non riusciva ad adattarsi.

La paura era ancora lì, e la soluzione era ancora la stessa: Mina, la sua dolce Mina, che le parlava di cellule e di organi interni e altre cose disgustose che non avevano alcun interesse per lei, ma venivano dalle sue labbra, e la sua voce era così dolce, e dopotutto che importava di cosa parlasse visto che era così vicina, la testa posata sullo stesso cuscino, riccioli bruni mescolati a lunghe ciocche bionde, braccia allacciate intorno alla vita, sorrisi assonnati e respiri sempre più lenti?

Mina era ancora la sua stella.

Brillante e bellissima e dolorosamente lontana.

Quando di preciso quella lontananza avesse iniziato a farle male, Lucy non avrebbe saputo dirlo. Sapeva però che diventava ogni giorno più insostenibile, e ogni notte era una nuova, piccola e deliziosa tortura averla così vicina eppure mai abbastanza da poter osare niente di più di una carezza rubata nel sonno.

Era stata una sciocca. Avrebbe dovuto accontentarsi.

Invece ora piange, sola, su quel letto in cui non dormirà mai più un'altra persona tanto amata. Piange e le ore passano, e la notte arriva in punta di piedi, tingendo il cielo di un nero così denso da dare l'impressione dello spalancarsi di un abisso.

Con la notte, ovviamente, arrivano puntuali anche i mostri, e Lucy piange ancora più forte, con la consapevolezza che d'ora in poi non ci saranno più stelle a proteggerla.



   
 
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