Suicide
La lama scintilla nella semioscurità, riflettendo la poca luce del tardo pomeriggio. A malapena entra dalle finestre, oltrepassa i vetri solo dai fori della persiana.
Sangue.
Cola, giù per i polsi. La stoffa color panna dei nastri che porta legati si sporca irrimediabilmente. Si sporca, come la sua anima si è già sporcata.
La ballerina si alza. I polsi tremano, ma il dolore è la sua vita. Quel dolore che l'ha accompagnata mentre ogni giorno scorreva, lento, ora l'accompagnerà nella morte. Sotto i piedi, nudi, il freddo contatto col parquet non dà sollievo, la gela ancora di più, dentro.
La musica inizia, surreale, da un altro pianeta. E' questa, la morte della ballerina? Una danza fino all'ultimo respiro, la veste chiara e leggera, strappata, macchiata?
Titubante, tremante, poggia la mezzapunta e su con tutto il suo peso, in un perfetto arabesque. Ogni pirouette è perfettamente in equilibrio, i nastri che creano un suggestivo gioco, un vedo-non-vedo, una fitta trama che nasconde la ballerina a qualsiasi sguardo. Ma non c'è bisogno. Nessuno è lì, a guardare quell'ultima danza. O forse la morte, nascosta nell'ombra sotto il suo mantello, la sua falce splendente al suo fianco. Quella morte che diventa scelta unica nella disperazione che la danza alimenta, che la danza esprime.
Quando alza le braccia, il sangue cola anche sul viso, ma è già sporca quella pelle. Il kajal nero è già colato sotto gli occhi verdi, è un angelo triste quello che balla, un angelo dalle ali morbide, dagli occhi tristi, spenti, morenti.
I capelli mori, morbidi e mossi, lunghi, ondeggiano
ad ogni minimo movimento, la veste ondeggia con elegante leggerezza, i lembi
strappati oscillano seguendo il corpo che fugge da un angolo all'altro della
stanza, senza pace. Fugge saltando, fugge correndo, fugge ballando. Ballando,
l'unico modo in cui può fuggire.
Il sole è tramontato, ma una luce surreale la illumina a tratti.
E' perfetto, tutto perfetto. La grazia. Ogni muscolo della ballerina non si muove con fatica. La leggerezza, l'eleganza nei gesti, i nastri, i capelli, tutto, tutto, tutto.
La perfezione. La perfezione che solo
la danza può avere, quella danza che riempie il cuore, di chi guarda,
di chi balla. Quella danza che ti fa sognare, che ti fa esprimere, emozionare.
La danza perfetta.
Il pavimento è una pozza di sangue. Scivola la ballerina, la punta del piede si immerge dolcemente ma cade a terra con un tonfo, con quel suono. L'accento, la morte della ballerina.
Lì, la veste ancor più macchiata.
Negli attimi di silenzio che seguono la ballerina alza la testa e con le dita
lunghe e sensibili, si tocca la faccia per sentire ancora, per l'ultima volta
quelle labbra, quel naso, quel corpo. Ciò che ha odiato.
"Hide from the mirror"
Tutto ciò che ha nascosto allo specchio che ricopriva la parete della
stanza dove ballava, fino a svenire. Quello specchio che la confrontava col
mondo, che la faceva sentire inadatta, imperfetta, indegna.
Lo specchio che ha colpito, che nel giorno della sua morte ha esaudito il suo
ultimo desiderio. Distruzione. Lo ha colpito, lo ha frantumato. Le
schegge ovunque attorno a lei, a ferirla ancor di più, a graffiarle i
piedi.
Col busto ancora a toccare il pavimento, comincia a girare le braccia ,sopra
di lei, sempre più velocemente. I nastri ondeggiano impazziti e c'è
solo quel movimento ovunque. Non esiste l'aria, l'acqua, la terra sotto o sopra,
il fuoco, il fuoco quelle fiamme dell'inferno, no! C'è solo la disperazione
di quell'attimo, il fruscio dei nastri che si intrecciano, le ultime forze che
vengono a mancare.
Alza poi le braccia al cielo, le riabbassa impotente, scivolando e stendendosi,
abbandonandosi contro il freddo pavimento.
Non c'è più niente.
Il buio, la morte.. forse il fuoco? Ma non c'è più la musica, non c'è più quell'equilibrio tra corpo ed aria, quella sensazione di stabilità precaria, quel contatto con gli elementi tra la ballerina e tutto ciò che è. Non c'è più l'ardito desiderio di volare, solo con un salto, con una spinta. Non ci sono le pirouette. Non ci sono i muscoli che si tendono in una posizione piena di grazia. Non ci sono più gli occhi dello spettatore su di lei, a catturare le sue emozioni. Non più quegli sguardi che rubano ogni minima parte di lei, che si cibano dell'eccitazione, della disperazione. E' la fine, la morte.
Il sipario si chiude.
Lo spettacolo finisce.
:: Commento
Questa è la mia ultima pazzia, nata dalla
frase casuale di una mia amica del web, che ha inserito come firma sul forum
^__^. Ed io che non ho resistito e leggendo le parole 'Ballerina Suicida',
ho dovuto creare per forza una frase a riguardo. Grazie, Cassiel!
Ma un grazie va anche alla mia eterna compagna di pazzie, la Lovu,
che leggendo la mia frase mi ha messo la pulce nell'orecchio, sullo scrivere
una fanfic originale. Lei ch ei ha appoggiato. Questa è anche una gift
per te, tesoro ^_^ (anche se lo so che tu aspetti solo quella su Zio Voldie
._.)
La frase quotata viene da Screenager dei Muse. Stavo sentendo
quella canzone mentre scrivevo. Quando per caso ho letto il testo, quella frase
mi ha colpito. Hide from the mirror. Nasconditi dallo specchio.
Perciò grazie anche a loro.
E grazie a Parmenide e al mio prof di filosofia XD che mi hanno ispirato una
delle ultime frasi XD (Ok, questa potevo risparmiarmela ^^;)
L'ho riletta con sottofondo Ruled by Secrecy, sempre dei Muse.
Mi piace come si adatta alle varie parti del testo.
Come avrete capito, io ballo ^^; La danza è una delle parti fondamentali della mia vita. Forse quì dovrei ringraziare chi mi ha fatto crescere in questo campo, chi mi ha supportato quando volevo smettere, chi ha pagato le lezioni (XD)... troppo noioso, forse XD
Ringrazio in anticipo chi commenterà (se commenterete O_O)
Kisses, comunque ^__^
Shikaeru