Fanfic su artisti musicali > BTOB
Segui la storia  |       
Autore: MartaKim    10/12/2013    1 recensioni
Questa è la storia di una ragazza di ventanni, il suo nome è Martina Solazzo e racconterà di come la sua vita sia cambiata da quella monotona di nullafacente a quella di indaffarata aiuto-segretaria del manager di un gruppo coreano molto famoso, composto da 7 bellissimi principi asiatici. Cosa succederà a questa ragazza? Si farà soggiogare dalla bellezza stupefacente dei 7 ragazzi con cui, ahimè, dovrà convivere? Sono tante le avventure, (o disavventure?), che dovrà affrontare, ardui gli ostali da superare, per non parlare di un'avventura amorosa piena di nuove sensazioni, sorprese strane e tanto altro!
Se la storia vi interessa, leggete i miei capitoli!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sogno o realtà?





Quando mi risvegliai, notai che era ormai tardo pomeriggio. Non avevo neanche pranzato. Sospirai, tirandomi su a sedere, ancora più distrutta di prima per i miei sogni su MinHyuk.
Decisi di uscire per una passeggiata e fermarmi in qualche bar a bere qualcosa di caldo. Mentre camminavo, notai un bar tanto carino così decisi di fermarmi proprio lì. Entrai, guardandomi intorno, trovando un bel posto proprio vicino la finestra. 
Mi sedetti su una poltroncina e guardai il menù per poter scegliere cosa bere. 
"Salve, deve ordinare?" mi chiese qualcuno, in italiano e con una voce famigliare. Alzai lo sguardo e mi trovai Rose davanti, vestita da cameriera e con uno dei suoi bei sorrisi.
"Rose?..ma che.." feci per dire io, ma mi ricordai del suo bigliettino. "Hai trovato lavoro qui?" le chiesi, sorridendole felice.
"Esatto. Non trovi che mi stia davvero bene questa divisa?" ridacchiò lei, facendo un girò su stessa. Mi unii alla sua risata ed annuii.
"Ti sta d'incanto." concordai con lei, facendola ancora più contenta. Come sempre, per renderla contenta bastava davvero poco, ma sempre fatto con il cuore.
"Allora, cosa ordini, Marta?" mi domandò lei, recuperando un taccuino dalla tasca del suo grembiule.
"Fai un po' tu, portami qualcosa di buono, i miei gusti li sai. Qui non si capisce nulla e non sono in vena di tradurre tutto.." dissi io, poco interessata.
"Cosa è successo?" mi chiese lei, dopo aver annuito e segnato qualcosa su un foglietto. Mi prese lentamente il menu per perdere tempo.
"Nulla di che, sono solo stanca." le sorrisi io, nascondendo la verità. Era a lavoro e non volevo farla preoccupare, magari la sera glielo avrei detto.
"Va bene, spero che almeno tu abbia mangiato qualcosa oggi." disse lei, osservandomi attentamente. Merda, non le sfuggiva nulla.
"Certo che ho mangiato! Mi conosci, sai come sono fatta. Non potrei mai saltare un pasto!" le risposi io, emettendo una risata del tutto finta.
"Mh...va bene, per questa volta ti credo. Se scopro che non è così, ti farò passare i guai, sappilo." mi avvertì lei e se ne andò, sparendo dietro il bancone.
Feci un sospiro lungo e sonoro. Che razza di amica sono? Mentire così spudoratamente. Sospirai ancora ed appoggiai il capo chino sul palmo della mano, soffermandomi a guardare fuori dalla finestra.
Non guardo nessuno di preciso, fissavo solo il vuoto. Avevo quella fastidiosa sensazione di sentirmi osservata, ma ero così stanca delle mie paranoie, che neanche indagai. 
Dopo poco arrivò la mia ordinazione, un semplice cappuccino come piace a me. Sorrisi appena tra me e me, prendendo a giocare con il liquido nella tazza.
"Ma guarda un po' chi si vede." sentii una voce maschile pronunciare quelle parole in inglese. Non credevo fossero a me, per questo mi girai. Non lo avessi mai fatto. Mi bloccai e schiusi appena la bocca. Il ragazzo di fronte a me era proprio lui, Min Hyuk. 
Lo avrei riconosciuto tra mille, anche se portava un enorme capello, coperto dal cappuccio della sua felpa, ed una sciarpa enorme. Roteai gli occhi e mi voltai dalla parte opposta alla sua.
"Non sono in vena di giocare con te, Mr. ghiacciolo." sbuffai io, iniziando a sorseggiare la mia bevanda. Speravo tanto che sparisse, ma, come ogni volta, non si avverava mai quello che speravo. 
"Cosa ti è successo, piccoletta?" mi chiese lui, sarcastico e beffardo come sempre, sedendosi davanti a me. Non mi andava proprio di litigare con lui, così decisi di ignorarlo e fare i fatti miei.
"Oh, usi la tecnica dell'ignorarmi, ora?" rise di me, avvicinandosi ancora di più. Feci una smorfia, ma cercai di nasconderla, continuando ad ignorarlo.
"Suvvia, non fare la bambina." tentò ancora lui, sfiorandomi le dita della mano. Un brivido mi attraversò la schiena, facendomi ritirare subito la mano. Lessi nel suo sguardo lo stupore, ma non capivo se fosse riferito al suo gesto o al mio.
"Sei patetico. Mi infastidisci. Sei solo un bambino in cerca di un nuovo giocattolo. Mi hai davvero delusa. Avevo molta stima per te. E dire che avevo deciso di farmi tutto questo viaggio proprio per incontrarti. Mi fai schifo." gli sputai addosso tutto il veleno che avevo dentro, per poi accorgermi di quel che avevo appena detto.
Sgranai gli occhi e me ne andai, senza finire il mio cappuccino. Lasciai i soldi con la mancia a Rose e scappai via, imbarazzata da morire e sul punto di scoppiare a piangere. Ma che diavolo mi prendeva? Non era da me reagire così! Avevo appena dimostrato la mia parte più debole a colui che doveva essere il mio più grande nemico.
Mentre correvo via, iniziò a piovere ed io, al posto di accelerare, rallentai sempre di più, fino a fermarmi. Iniziai a piangere, portando una mano a tapparmi naso e bocca per non singhiozzare come una bimba. 
Alzai lo sguardo verso il cielo e, mentre tutti si mettevano a riparo, io rimasi ferma lì, sul marciapiede, a guardare il cielo, facendo mischiare le lacrime alla pioggia.
Ad un certo punto mi sentii afferrare da un braccio e tirare, ma non opposi resistenza, ormai troppo debole. Fui praticamente trascinata via, in una stradina e messa contro il muro. Due braccia mi bloccarono ogni via di scampo ed io rimasi lì, ferma e vulnerabile.
***
Ero allibito. Non riuscivo più a capire quello che mi stava succedendo intorno. Ero in giro per una passeggiata, quando avevo visto la fonte dei miei mille dubbi seduta in un bar, con lo sguardo perso nel vuoto. Ero entrato e mi ero avvicinato a lei, ma quello che era successo dopo mi aveva totalmente sconvolto.
La stavo solo prendendo un po' in giro, come ho sempre fatto in quei 2 giorni che le avevo parlato. Ma questa volta tutto era andato in frantumi. Le avevo sfiorato le dita e la sua reazione era stata capace di immobilizzarmi e farmi sentire una merda.
"Sei patetico." aveva iniziato lei, ritirando di scatto la mano. "Mi infastidisci. Sei solo un bambino in cerca di un nuovo giocattolo. Mi hai davvero delusa. Avevo molta stima per te. E dire che avevo deciso di farmi tutto questo viaggio proprio per incontrarti. Mi fai schifo." aveva continuato lei, dicendomi quello che mai nessuno mi aveva detto.
Dopo quelle parole, taglienti e affilate come un coltello, se ne era andata via di corsa. Aveva perfino iniziato a piovere. Ma che diavolo le prendeva a quella scema? Era così interessante quando stava al gioco! Adesso era diventata frignona come le altre ragazze.
Mi alzai, innervosito dalla sua reazione, e feci per andarmene, quando mi sentii tirare per la manica. Mi voltai, ritrovandomi una ragazza straniera davanti. Era alta, con una corporatura in carne, ma abbastanza magra, con un seno prosperoso e i capelli rossi e lunghi, con una frangetta che le copriva la fronte fino alle ciglia lunghe.
"Tu sei Min Hyuk, non è vero?" sussurrò lei, capendo che non sarebbe stato il caso farmi riconoscere dagli altri. Cos'era lei, una fan? Mi limitai ad annuire.
"Avevo visto bene, allora." mi sorrise lei, tendendomi la mano. "Mi chiamo Rose e sono la coinquilina di Martina. Siamo amiche da tanto e veniamo entrambe dallo stesso paese in Italia." spiegò lei, presentandosi. 
"Oh, com'è possibile? Il tuo sembrerebbe un coreano quasi perfetto." obbiettai io, anche se si sarebbe potuto vedere da lontano che era straniera.
"La ringrazio." mi sorrise lei. "Vorrei chiederle un favore..sono preoccupata per Marta." disse lei, sospirando e abbassando lo sguardo. "Oggi è molto strana e persa nei suoi pensieri, quasi sul punto di scoppiare. Credo che oggi non abbia neanche mangiato. So che non sono nessuno per chiedervi questo, ma...potrebbe andarla a cercare e controllare se sta effettivamente bene?" mi chiese infine, quasi supplicandomi.
Non sapevo che dirle, la sua preoccupazione mi faceva capire quanto ci tenesse all'amica e le informazioni che mi aveva dato mi aveva fatto un po' preoccupare. Annuii appena ed uscii dal locale, andando a cercarla. Camminai a lungo, senza alcuna traccia della ragazza.
Ma dove diavolo era finita? Mentre camminavo, fui attratto da un'immagine strana. Una ragazza che veniva trascinata via da un uomo che pareva abbastanza maturo. Una brutta sensazione mi invase e notai subito chi fosse quella ragazza.
Iniziai a correre, seguendoli, trovandoli poi in una stradina. Lei era contro il muro e lui era così vicino, da far venire la nausea anche a me. 
"Tu!" urlai subito, andando loro incontro di corsa. L'uomo, alla mia vista, si diede alla fuga, lasciando Martina lì che lentamente si accasciava sull'asfalto. Corsi da lei, inginocchiandomi.
"Martina, Martina! Stai bene?" la scossi appena, alzandole il volto notando gli occhi rossi e lucidi, segno che aveva pianto. Mi si spezzò quasi il cuore. Le toccai il volto, ritirando subito la mano.
"Ma tu scotti! Dio mio, ma non la smetti mai di comportarti in modo sbagliato?" esclamai io, anche se sapevo di non essere sentito da lei. La presi in braccio e mi incamminai verso il nostro dormitorio, portandola con me.
Appena arrivati, la portai in camera mia, coprendola per bene. Mi sedetti vicino a lei, guardandola in volto e, accarezzandola, le spostai una ciocca di capelli umidi per la pioggia. 
"Sciocca, sciocca, sciocca Martina. Quando la smetterai di farmi preoccupare?" sospirai e le baciai appena la mano.
***
Non sapevo cosa mi stesse succedendo intorno, l'unica cosa che riuscii a capire fu che qualcuno mi aveva salvato e portato via con se. La mia mente andava e tornava dal buio, rendendomi debole ed incapace di ragionare. 
La persona che mi aveva portato via con se, mi portò al chiuso e mi distese da qualche parte, su un letto forse. Non riuscivo a parlare, non riuscivo a capire più nulla. Mi sentivo a pezzi, accaldata ma infreddolita allo stesso tempo. 
Sentii una mano sul mio volto e tra i miei capelli. La cosa mi tranquillizzò e, aprendo gli occhi, mi permise di mettere leggermente a fuoco chi si stesse prendendo cura di me. Era lui. MinHyuk.
"Sciocca, sciocca, sciocca Martina. Quando la smetterai di farmi preoccupare?" lo sentii mormorare, sospirando e baciandomi la mano. Era davvero lui? Non riuscivo a crederci. Feci per parlare, ma nessun suono riuscì a fuoriuscire. 
"M-min...Hyuk..." mormorai appena, prima di cadere nel buio più totale, perdendo i sensi in quello che non sapevo essere un sogno o la realtà. 


 
Ecco a voi il sesto capitolo di questa mia storia!
Spero che vi piaccia!!
-Kimmie.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > BTOB / Vai alla pagina dell'autore: MartaKim