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Autore: feilin    11/12/2013    2 recensioni
Comincio col dire che questa storia è... mh, diciamo un altro punto di vista della storia che sta scrivendo un altra autrice, che ha caricato la storia nella categoria dei SS501. Quindi, voi potete anche non leggere il suo, ma se volete capire la storia a 360 gradi, allora fatelo ( è consigliabile la seconda opzione XD) oltre a questo ovviamente questa storia si concentra sugli SHINee, ma troverete parecchi altri personaggi come i SS501, Hongki, Suju ecc ecc XD è una storia molto carina, che consiglio a tutti. Buttateci un occhio :D
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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salveee :D al solito. Flashback e ritorno alla realtà u.u ENJOY!


Capitolo XI
 
25 Maggio
 
Penso che morirò prima di andare a quella benedetta cena. I tacchi mi fanno male, i capelli non stanno al loro posto, il vestito è spiegazzato e il trucco non sta venendo!
Aish, ma che ho fatto di male? “ mi raccomando, vestiti bene “ maledetto! È vero, è il nostro primo appuntamento serio, ma che diamine!
Sbuffai per l’ennesima volta davanti a quel benedetto specchio che mi ricordava quanto non mi piacessi. Mancava quasi un mese alla fine della scuola e Jonghyun ed io avevamo cominciato a vederci spesso come facevamo prima del mio compleanno, uscendo da soli o con gli altri. Nelle ultime settimane però, la nostra vicinanza era aumentata, ed aumentò ancora di più quando mi chiese se volevo cenare con lui. Rimasi sorpresa, perché non mi aveva mai chiesto di cenare con lui la sera, da soli, ma accettai di buon grado, sapendo quanto potesse pesare quella cena. Il nostro primo e vero appuntamento.
- Oh, Dio potrei piangere, la mia bambina al suo primo appuntamento - disse mia madre cogliendomi di sorpresa. Non l’avevo sentita entrare.
- Mamma, non so assolutamente come comportarmi stasera, mi sento in imbarazzo fin da adesso - commentai mentre lei mi sistemava una ciocca dei capelli.
- Ma non devi fare niente di strano dal solito. È un appuntamento, è vero, ma devi essere te stessa.  Devi divertirti e stare bene con lui. - disse lei sorridendomi, guardandomi con quegli occhi che mi ricordavano tanto Taemin.
- Taemin dov’è? - chiesi, ricordandomi di non averlo visto per quasi tutto il giorno.
- Ha detto che aveva da fare con i suoi amici. -
Venimmo interrotte dal rumore del campanello che mi fece schizzare il cuore in gola. Guardai con aria terrorizzata mia madre che mi disse a gesti di affrettarmi, mentre lei scendeva ed apriva la porta per accoglierlo.
- Buonasera signora Lee - lo sentii dire dal piano di sotto, mentre mi davo un ultima occhiata. La mia faccia bianca e spaventata sembrava volesse dire “ scappa”, eppure il mio cuore urlava “ scendi, scendi! SCENDI!”.
Non è mai arrivato in orario in vita sua, e adesso è persino cinque minuti in anticipo!
Presi un grande respiro, e dopo aver ripreso un minimo di colore scesi al piano di sotto dove trovai Jong proprio accanto alla porta intento a parlare con mia madre e mio padre che lo guardava con circospezione.
Puntarono tutti gli occhi su di me per colpa di quei mini tacchetti che facevano un rumore infernale su quelle scale.
Adesso inciampo, sono sicura. Inciampo e farò una di quelle solite figuracce che faccio sempre.
Guardai Jonghyun, che aveva gli occhi puntati sui miei con un sorriso che mi fece davvero rischiare di sfracellarmi al suolo, ma riuscii a restare in piedi fino all’ultimo gradino.
- Ciao Feffe - mi salutò lui.
- C-ciao Jong… -
Oh!! Andiamo! Non posso sembrare così patetica ad un misero e insulso appuntamento!
- Vogliamo andare? - chiese lui facendo un cenno con la testa. Mi schiarii la voce prima di rispondere.
- Si andiamo. Mamma, papà, ci vediamo più tardi - commentai guardandoli.
-Jonghyun, riportamela intera - commentò mio padre guardandolo.
- Papà… - mormorai con una grande voglia di sbattermi una mano sulla faccia, ma evitai per non distruggere fin da subito quel misero trucco che avevo messo per restare nella decenza umana.
- Non si preoccupi Signore - disse Jong con disinvoltura, ma potevo ben vedere la sua tensione a stare davanti ai miei genitori.
- Divertitevi ragazzi - sorrise mia madre lasciandoci finalmente uscire. Tirai un impercettibile sospiro di sollievo appena misi un piede fuori dal cancello.
- Ce la fai a camminare con i tacchi fino a Seoul? - chiese lui guardandomi i piedi.
- Sopravvivrò - commentai annuendo.
- Sei bellissima - sorrise facendomi avvampare.
Allora no, se comincia così non arriverò a fine serata. Non può uscirsene così!
- Grazie… -
- Sbaglio o sei particolarmente tesa stasera? -
- Tu non lo sei? - chiesi guardandolo in quei secondi di silenzio in cui sembrava pensarci.
- Pensavo che sarei morto lì dentro da solo con i tuoi - buttò fuori lui con un sospiro. Scoppiai a ridere e lui mi seguì a ruota.
- Non ridere, sono stati attimi terribili per me! -
- Perché secondo te io me la stavo spassando – commentai sorridendo – e per fortuna che già vi conoscete -
- E’ la prima volta che entro in questa casa per la figlia invece che per il figlio - Commentò osservando la mia casa.
- Già. Ed è la prima volta che i miei genitori mi vedono uscire con un ragazzo che non sia Taemin o Kibum -
- Davvero? Mi fai quasi sentire importante - Disse con un sorrisetto compiaciuto.
Cominciammo a camminare, ritrovandoci poi ad attraversare il parco per arrivare al ristorante che Jong aveva prenotato. Fortunatamente quella sera non faceva né freddo né troppo caldo, e non vi era nemmeno una nuvola ad oscurare il cielo, così potemmo goderci in tutta tranquillità quella passeggiata che stavamo facendo. Arrivati sul ponte che spesso attraversavamo di giorno quando prendevamo un gelato o un frappè, ci fermammo ad osservare il ruscello in cui l’acqua scorreva tranquilla.
- Feffe, ci pensi mai alle tue origini? - chiese improvvisamente Jong.
- Origini? Intendi il luogo di nascita della mia vera mamma? - chiesi non credendo che potessimo finire a parlare di questo. Le mie origini e il passato di Jong erano quasi sempre stati un tabù, non ne parlavamo quasi mai.
- Si, insomma, sei tipicamente occidentale, ci hai mai pensato a quale nazionalità potesse essere tua madre? -
- Da quanto ne so era italiana. Quindi immagino che io sia prevalentemente italiana. -
- Sei stata fortunata ad aver preso tutto da tua madre. Doveva essere una bella donna -
Arrossii a quel complimento indiretto, e ringraziai Dio del fatto che fosse buio.
- Com’è Roma? - chiesi ricordando che Jong ci visse per un po’ di anni.
- Bellissima. Sono davvero felice di averci trascorso l’infanzia, così ho potuto imparare due lingue e vedere una città meravigliosa come quella - disse guardando il cielo, come ad immaginarsi di essere di nuovo lì.
- L’italiano è davvero difficile… Ho cercato di imparare qualcosa da quando avevo scoperto della mia adozione, ma penso che non imparerò mai tutto - commentai ripensando ai miei corsi fai da te sul pc per cercare di imparare qualcosa.
- Davvero? – chiese ricominciando a camminare per uscire dal parco, seguito da me – è divertente sapere più lingue, dovresti impararla per bene -
- Disse quello che ha quattro in inglese - mormorai prendendolo in giro.
- Ehi, non posso essere bravo in tutte le lingue -
Continuammo a parlare per un po’ finché non arrivammo davanti al locale che Jong aveva prenotato. Entrammo dentro, e poco dopo ci accomodammo ad un tavolo.
- 8? Qualcosa mi dice che non è stato scelto a caso - mormorai sorridendo fra me e me.
- Infatti ho aspettato che quel tavolo si liberasse per prenotare. A quanto pare oltre ad avere il numero otto sopra è anche uno dei migliori tavoli perché vicino alla finestra e con una buona vista per il palco - disse lui accomodandosi al tavolo seguito da me.
Guardai il menù, concentrandomi su cosa avrei potuto mangiare quella sera, ma non appena vidi la faccia di Jonghyun, lo posai immediatamente.
- Oh no… - lo sentii mormorare.
- Cosa? - chiesi preoccupata.
- Jong! Dov’eri? Sono ore che ti chiamiamo! - sentii la voce di Kibum provenire da dietro le mie spalle. Mi voltai vedendo gli SHINee al completo che si dirigevano nella nostra direzione.
Perché stanno venendo tutti qui!?
- Feffe… che cosa ci fai tu qui?? - chiese Minho guardandomi.
- E perché sei così elegante?! - continuò Taemin non capendo.
- Non c’era bisogno di vestirsi in questo modo. È solo il nostro anniversario! - finì Onew, illuminando sia me che Jong.
Restammo qualche secondo in silenzio, in cui ebbi una irrefrenabile voglia di scomparire nel nulla.
- Jong… Non te ne sei dimenticato vero? - chiese Kibum.
- … Ma siete sicuri che fosse oggi? - chiese Jong non sapendo cosa fare. Sospirai amareggiata e mi alzai, pronta a tornarmene a casa per lasciarli festeggiare in pace.
- Non dirmi che stavate cenando voi due da soli - chiese Taemin guardandomi.
- Me ne stavo andando - dissi prendendo la borsa, pronta a fuggire.
- No, no, aspetta! – mi fermò Jonghyun – ragazzi, scusate ma io avevo un appuntamento con Federica, quindi se non vi dispiace.. -
- No tranquillo, non ci dispiace - disse Kibum rubando una sedia dal tavolo vicino e sedendosi a tavola.
- Non hai capito - sbuffò Jonghyun.
- No, tu non hai capito. A me non interessa che voi abbiate un appuntamento. Oggi è il nostro anniversario, quindi che tu lo voglia o no, lo festeggerai con noi - finì Kibum minacciosamente. Gli altri tre si andarono a sedere intorno al tavolo, con Taemin che m’intimò a sedermi nuovamente al mio posto. Sospirai nuovamente, guardando Jonghyun che mi stava guardando come un povero cane bastonato.
Lo sapevo, c’è sempre qualcosa che rovina tutto.
La serata passò in tranquillità, mangiammo e ci divertimmo, nonostante l’intimità fra me e Jong se ne fosse andata con l’entrata in scena di quei quattro. Jonghyun tra una risata e l’altra sospirava spesso, forse affranto quanto me da quella situazione, ma infondo non potevamo farci nulla.
- Ah ragazzi, ovviamente siete tutti pronti a cantare vero? - chiese Onew con un sorriso emozionato. In quel momento vidi come un luccichio negli occhi di Jonghyun che lo risvegliarono dai suoi sospiri e lo rianimarono di botto.
- Che cd avete portato? - chiese lui in fretta.
- L’ultimo -
- Ottimo, andiamo - disse alzandosi con tutti gli altri con un sorriso eccitato. Inclinai la testa da una parte, non capendo assolutamente nulla, ma  mi limitai a restare seduta e a continuare a bere l’acqua  dal mio bicchiere. Dopo circa dieci minuti, quando tutte le luci si spensero, capii che stavano finalmente per entrare in scena, così mi voltai a guardare il palco. C’erano cinque aste con i microfoni al centro del palco, e capii che non avrebbero ballato ma solo cantato. Jonghyun prese posto al centro seguito dagli altri ai suoi lati, e quando le luci si accesero partì un applauso da parte di chi c’era nel locale. Appena partì la musica la riconobbi subito.

Kiss Kiss Kiss. Hai finalmente finito di scriverla.
Il primo a partire fu Taemin, che aveva un sorriso felice sul volto mentre cantava.
- “Così ci siamo incontrati quel giorno “-
- “ Avevi ancora un aria innocente, non posso dimenticare il tuo volto”- attaccò Onew.
- “ Dal giorno in cui ti ho incontrata ancora non ho rivelato i miei sentimenti” - cantò Kibum lanciando una sguardo prima a Jong e poi a me, con un sorriso felino sulle labbra.
- “ Ma oggi ti dirò cosa sento nel mio cuore” - Cantò Jonghyun guardandomi dritto negli occhi. E da lì caddi nell’oblio più totale. Non c’era più nessuno nel locale, c’eravamo solo io e lui.
È… è una dichiarazione? Ti prego dimmi che è una dichiarazione. Non sopravvivrei se fosse il contrario.
Dio, penso che mi metterò a piangere.
No, troppo tardi… Maledizione!
Più la canzone andava avanti, più sentivo che la stavano dedicando completamente a me, più il mio cuore rischiava di esplodere. Quando Minho attaccò con il suo rap, li vidi spostarsi e scendere dal palco, tutti, tranne uno. Taemin e Kibum furono i primi ad avvicinarsi a me, per mettermi in piedi e farmi avvicinare al palco, mentre Onew e Minho creavano uno spazio al centro. Taemin sorrideva divertito e mi asciugò le lacrime con la mano. Kibum mi circondò la vita con un braccio per trascinarmi fino al centro della sala.
Sento le gambe molli. Se Kibum non mi regge penso che collasserò a terra. 
Continuai a guardare Jonghyun che cantava proprio davanti a me sopra al palco. La canzone aveva raggiunto le parti più altre e questo stava a significare che sarebbe finita da un momento all’altro, e non riuscivo a ragionare razionalmente su cosa avrei dovuto fare dopo. Con l’arrivo delle ultime strofe lo vidi scendere dal palco e venire proprio verso di me. Kibum si era allontanato da un pezzo, lasciandomi in balia della folla che guardava incuriosita e di Jonghyun che si era fermato proprio davanti a me.
- “Con tutti il mio amore, ti mando un bacio “ - cantò l’ultima strofa, e non appena anche le ultime minime note finirono ritrovai le sue labbra sulle mie.
Non capii bene cosa accadde dopo. Probabilmente la gente nel locale aveva iniziato ad applaudire e il resto degli SHINee ad esultare, ma per quanto mi riguardava ero ancora in quel mondo in cui c’eravamo solo io e lui.
Ora più che mai.
Fu un semplice bacio, nulla di troppo impegnativo.
Il mio primo bacio.
Non appena si staccò, non potei fare a meno di vedere il suo sorriso felice e sentire improvvisamente tutto il rumore che c’era in sala, come se mi avessero appena stappato le orecchie.
- Oddio, ce l’abbiamo fatta! - sentii urlare Kibum .
- Non ci speravo quasi più! - aggiunse Taemin. Sorrisi a quella scena.
- Quindi?? -chiese Minho.
< Quindi cosa? - domandai non capendo.
- Ufficializzate! - spiegò Onew incrociando le braccia divertito.
Sentii Jonghyun ridere e  mormorare il mio orecchio: - Ti stanno chiedendo se accordi a voler essere la mia ragazza -
- Ma non è palese? - chiesi vergognandomi un minimo a quella richiesta così esplicita.
- No! -li sentii dire in coro. Sospirai.
- Vi va bene questa come risposta? - chiesi prima di afferrare con le mani il viso di Jonghyun per avvicinarlo al mio velocemente, strappandogli un bacio.
- Yah! - disse Jong sorpreso, arrossendo violentemente. Scoppiai a ridere.
- Vai così sorella! - Esultò Kibum ridendo con gli altri.
 
Da quel giorno le cose migliorarono, sembrava che le giornate fossero più felici, che il sole non si nascondesse più dietro le nuvole e che il mondo fosse un posto migliore. Il sorriso risplendeva sulla bocca di tutti, e il mio non cessava mai di esistere, neanche per un momento.
Dopo quel fatidico giorno io e Jonghyun ci ritrovammo ad uscire spesso, finalmente potevamo esternare liberamente tutto ciò che sentivamo, rivelando anche cose che prima erano proibite. Avevo per esempio scoperto che Jong aveva cominciato ad interessarsi davvero a me solo durante l’estate, dopo avermi conosciuto meglio e dopo aver passato tanto tempo in mia compagnia. Lui invece si era stupito quando gli dissi che ero cotta di lui dal primo superiore.
“Perché ci hai messo così tanto a venire da me? “ mi aveva chiesto, riferendosi probabilmente alle palesi richieste di attenzioni che ci eravamo lanciati per quasi un anno.
“ Perché volevo essere sicura di non diventare solo un rimpiazzo “
Passammo un estate incredibile, più bella e soprattutto più felice dell’altra.  Il tempo che trascorrevamo insieme sembrava non annoiarci mai, e il nostro amore, o almeno il mio, cresceva ogni giorno di più.
 
- Jong, ma sei impazzito?? -
- Si probabilmente lo sono - ghignò lui tirandomi per un braccio, entrando nell’aula di teatro, completamente vuota.
- Se ci beccano passeremo dei guai enormi! - sussurrai pervasa da un adrenalina che non capivo se fosse paura o brivido dell’avventura.
- Oh non preoccuparti, non ci viene mai nessuno in quest’aula durante le ore di lezione- disse chiudendosi la porta alle spalle e avventandosi sulle mie labbra velocemente. L’insegnante di educazione fisica ci aveva incaricati di andare a prendere il suo registro personale in sala professori, e lo avevamo fatto, ma Jong aveva avuto una delle sue crisi ormonali, che ormai spesso aveva dall’inizio della scuola. Avevo deciso di non concedermi ancora completamente a lui solo perché non mi sentivo ancora del tutto pronta, ma la cosa aveva turbato profondamente Jonghyun. Non che avesse fatto obiezioni o avesse dato a vedere la sua disapprovazione, ma io sapevo che non voleva aspettare. Poteva aspettare, ma non voleva, ed io lo sapevo anche se nascondeva tutto dietro un sorriso confortante ed un “ quando sarai pronta sono qui” che prontamente lo vedevo come un “ ti prego sbrigati “. Lo conoscevo bene, e anche se involontariamente, spingeva sempre su quel punto appena poteva, in ogni momento.
- Jong, ma ti sembra il caso?...- mormorai staccandomi per riprendere fiato. Anche dopo quei cinque mesi di fidanzamento, sentivo ancora le farfalle planarmi nello stomaco appena mi baciava, e oramai non erano più baci innocenti e gentili come prima.
- Si, assolutamente. Ti ho mai detto che la tuta da ginnastica ti sta da Dio? - disse lui lanciandomi uno sguardo malizioso.
- Ti ho mai detto che la tua ormai prolungata astinenza ti sta portando alla follia? Ma non ho capito, con Krystal ci andavi a letto tutti i giorni? - chiesi guardandolo male.
- Non parliamo di Krystal, parliamo di noi due - mormorò andando a stuzzicare i mio collo.
Maledetto.
- Jong… per favore – mormorai sospirando – puoi smetterla di provarci spudoratamente in qualsiasi momento? – chiesi sentendo le sue mani circondarmi i fianchi e infilarsi sotto la maglietta – Yah, basta -dissi convinta, togliendomi le sue mani da dosso e abbassando lo sguardo imbarazzata. Lui sospirò, ma non un sospirò stufo, o rassegnato. Sembrava divertito.
- Va bene, come vuoi – mormorò stampandomi un bacio sulla testa – piccoli passi -continuò abbracciandomi. Appoggiai la testa sul suo petto, sentendo il cuore leggermente accelerato.
- Non ti sei ancora stufato di provarci?-
- Oh no, non smetterò mai di provarci. Non ti obbligherò a fare nulla che tu non voglia, ma questo non significa che non possa provare a farti cambiare idea fino alla fine. Prima o poi cederai - mormorò sorridendo.
E lo fece davvero. In qualsiasi momento, appena poteva, tentava di farmi cadere nel vortice di lussuria che lui aveva già da tempo intorno a se, con scarsi risultati. Più il tempo passava, più Jong aumentava queste sue richieste esplicite, ed io a poco a poco cominciavo a farmi trascinare da lui e dalla voglia di scoprire cose nuove. Anche Taemin e Kibum avevano avvertito quale aria girasse fra noi due, e mentre da una parte c’era Taemin che continuava a dirmi di andare con calma e di farlo solo non appena fossi stata pronta, dall’altra c’era Kibum che faceva battutine e che mi incitava a lasciarmi andare.
Nel mentre, Jonghyun aveva anche preso a lavorare in un bar, il Paradise Caffè,  in cui andavo spesso insieme agli altri per tenergli compagnia e vederlo lavorare.
 
- Avevo detto niente regali - commentai mentre Jong mi dava una scatola infioccata e incartata.
- Ma a me non interessa quello che dici -  rispose lui sorridendo. Sospirai guardando quella scatola, non sapendo cosa aspettarmi. La scartai e la guardai.
- No, ti prego, dimmi che non è quello che penso - dissi  osservando la scatola con su scritto “ Victoria's Secret in modo elegante.
No non può essere. Dimmi che è un pigiama con gli orsetti ti prego.
- Ormai è troppo tardi per ridarlo indietro - commentò lui sorridendo divertito.
- Allora è proprio quello che penso! – esclamai alla sua scusa – Jonghyun, ma ti sei impazzito!? -
- Non lo hai neanche visto! Aprilo - continuò lui. Lo guardai male, aprendo la scatola e tirandone fuori il 
Completino intimo nero e troppo succinto per me. Era semplicemente un perizoma nero con sopra una sottospecie di vestitino corto e trasparente con il pizzo.
Tornai a guardare Jong.
- Pensi che abbia cambiato idea? - chiesi sarcastica – Ma soprattutto, pensi davvero che metterei questo coso? -
- No, ma lo spero tanto - sorrise lui completamente a suo agio in quella situazione. Ovviamente Jonghyun sapeva che avrei reagito così, eppure lo aveva comprato ugualmente.
Che spreco di soldi.
- E continua a sperare allora - borbottai ripiegando l’intimo e rinchiudendolo nella scatola che avrei nascosto infondo all’armadio per lasciarlo marcire fino alla fine dei miei giorni.
- La speranza è l’ultima a morire! - esultò lui sorridendo. Sospirai esasperata, concedendomi un sorriso. Nonostante tutto Jong mi faceva ridere, ed infondo mi aveva avvertito che ci avrebbe provato in tutti i modi.
Anche se questo poteva risparmiarselo davvero.
- Bene, oltre a questo regalo c’è anche qualcos’altro - disse lui tirando fuori dalla sua giacca una scatoletta incartata, più piccola dell’altra
- Oddio… - mormorai non sapendo più cosa aspettarmi.
- Sono sicuro che ti piacerà - commentò convinto porgendomi la scatoletta. L’afferrai e la scartai lentamente. Una volta aperta vidi che si trattava di una custodia per cd con sopra una foto degli SHINee tutti sorridenti. La presi in mano e l’aprii, trovandoci un bigliettino con su scritto sopra una dedica da parte di tutti e cinque.
“ Sorellina, so che hai già le nostre canzoni ma averle in un cd come questo è molto più figo U.U Buon Compleanno!  -Taemin- “
“ Buon compleanno! Grazie per tutta la pazienza che porti per noi e per il tuo supporto!  - Minho- “
“ Grazie soprattutto per esserti presa quella lagna di Jonghyun! XD Ti vogliamo Bene! – Onew-“
“ Spero che tratterai questo cd con la dovuta cura U.U A proposito, ti è piaciuto il regalo di Jonghyun? L’ho aiutato a scegliere personalmente U.U spero che tu ne faccia buon uso <3 Buon compleanno Feffe! – Kibum- “
Dovevo immaginarlo che il braccio destro era Kibum.
“ Buon compleanno amore <3  - Jonghyun –“
- Molto coinciso tu eh? - chiesi guardandolo divertita pe poi accorgermi che c’era una cornice nella scatola con dentro una foto. La tirai fuori, guardando la foto mia e di Jong che avevamo fatto nell’estate precedente in una delle nostre scampagnate con gli SHINee. La foto era stata fatta al luna park e ritraeva me e Jong intenti ad abbracciarci con un sorriso raggiante rivolto alla macchina fotografica. La mia testa appoggiata sul suo petto e un suo braccio che circondava le mie spalle, mentre l’altra si trovava più in basso, sul mio fianco.
Sorrisi a quella foto, era veramente bella.
- Direi che questo è molto più nel mio stile - commentai continuando ad osservare la foto.
- Lo so, ti conosco. - rispose lui abbracciandomi da dietro e appoggiando la sua testa sulla mia spalla. Voltai la testa e gli stampai un bacio sulla guancia.
- Grazie - mormorai dolcemente.
 
La fotografia prese posto sulla mia scrivania e il cd venne messo come un oracolo nel mio cassetto. Al suo interno c’erano diverse canzoni che avevano fatto, compresa Kiss Kiss Kiss, cantata dagli SHINee e una versione anche cantata solo da Jonghyun. Amavo quel cd. Nei pochi giorni che seguirono sembrava che Jong avesse smesso di saltarmi a dosso in qualsiasi momento, e che si stesse impegnando nel suo lavoro dopo scuola e con gli SHINee. A San Valentino però, venni letteralmente rapita da Kibum che mi trascinò sul pullman per portarmi fino ad un Hotel di Seoul senza sapere il perché.
- Si può sapere cosa ci facciamo qui? - chiesi per l’ennesima volta a Kibum che mandava messaggi al telefono.
- Senti, hai un opportunità più unica che rara, quindi cerca di sfruttarla al meglio delle tue possibilità! - disse Kibum guardandomi negli occhi.
- … Continuo a non capire -
- Tu adesso varcherai quella soglia ed entrerai in una camera. Ci sarà una sola piccolissima e semplicissima domanda a cui tu dovrai rispondere con un si o con un no. Scegli bene la risposta perché se scegli quella sbagliata dovrai vedertela con il sottoscritto, e non saranno bei momenti – mi minacciò lui – Ti ho preparato lo zaino con tutto l’occorrente di cui avrai bisogno fino a domattina, quindi se non hai nulla da dire puoi entrare. - sorrise lui spingendomi fin dentro. – Immagino che tu sappia già in quale camera tu debba andare no? A domani ! - sorrise Kibum uscendo dall’hotel.
… Ma io non so assolutamente in quale stanza debba andare!
Ma che diavolo succede!? Mi ha rapito senza farmi capire nulla! E non ho nemmeno il cellulare con me! Come faccio?!
Sospirai pesantemente camminando dentro l’hotel che sembrava abbastanza costoso. Cominciai a pensare a dove sarei dovuta andare.
Allora… se Kibum mi ha portato qui senza dirmi altro è perché sa che in cuor mio dovrei almeno sapere o immaginare la stanza. Jonghyun non si è fatto sentire da stamattina, quindi immagino che troverò lui da qualche parte… potrebbe essere la numero 8? 
Non ne ero davvero molto convinta ma tentai lo stesso. Presi l’ascensore, andando al primo piano in cui trovai la camera in questione socchiusa. Entrai cautamente guardandomi intorno, restando a bocca aperta nel vedere l’arredamento costoso e il letto matrimoniale con la ringhiera piena di ghirigori in oro. Nella stanza regnava prevalentemente il rosso e il color oro, che dava un tocco elegante ad ogni cosa. Era abbastanza grande e con luci soffuse che davano un atmosfera romantica alla stanza.
- Ti piace la stanza? - chiese Jonghyun uscendo dal bagno, vestito con una camicia bianca e dei pantaloni neri che lo rendevano più sexy del solito.
- Ma… l’hai affittata tu? - chiesi distogliendo lo sguardo dai suoi vestiti per puntarli sui suoi occhi.
- Già. Sono contento che tu l’abbia trovata subito, lo sapevo che avresti capito - sorrise lui venendomi davanti – preparati che fra poco si cena -
Si cena!? Ecco perchè era così elegante! Ma io non ho nulla qui! Che cosa faccio!?
- Tranquilla, ho messo il tuo vestito in bagno, pronto per essere indossato – disse cominciando a ridere – sei sbiancata così di botto che ho pensato stessi per svenire -
- Non c’è da ridere! E tu e Kibum siete davvero inquietanti! Io vorrei sapere perché non potevate dirmi come due persone normali ciò che stava succedendo invece che rapirmi, frugare fra i miei panni e non farmi capire nulla! - borbottai facendogli vedere lo zaino che Kibum mi aveva messo sulle spalle per poi incrociare le braccia al petto.
- Perché è molto più divertente così - ghignò Jonghyun venendomi davanti per spingermi dentro il bagno – dai sbrigati, ti aspetto al piano di sotto -
Sospirai chiudendomi a chiave, aspettando che Jong uscisse per entrare nel panico più totale. Il vestito era nuovo, comprato da poco, che volevo riservare per la festa di Jonghyun, ma ovviamente i miei piani dovevano sempre fallire ancor prima di cominciare. Entrai nella doccia, cercando di darmi una mossa e non appena uscita diedi una forma ai capelli ricci asciutti, per poi infilare il vestito. Nel beauty-case che Kibum mi aveva infilato nello zaino fortunatamente c’era tutto quello di cui avevo bisogno per rendermi accettabile. Alle otto in punto fui pronta, e dopo aver infilato i tacchi mi affrettai ad andare al piano di sotto, evitando di uccidermi per le scale. Presi un bel respiro d’incoraggiamento una volta che vidi Jonghyun smettere di parlare al telefono per guardarmi e venirmi vicino.
- Penso che questa sia la seconda cena costosa che ti faccio. E questa volta nessuno ci verrà a disturbare - mormorò lui prendendomi per mano, camminando fino in sala da pranzo.
- Non dirlo troppo forte - scherzai ripensando al nostro primo appuntamento.
Entrammo in quel grande salone pieno di tavoli e di persone che mangiavano e bevevano. Osservai l’arredamento impeccabile e gli innumerevoli camerieri che, vestiti come pinguini, facevano avanti e indietro trasportando piatti con sopra ogni sorta di cibo, piatto o bicchiere.
Non oso immaginare quanto possa costare tutto ciò.
Ci andammo a sedere ad un tavolo e ordinammo del cibo, mangiando di gusto e bevendo. La serata passò più in fretta di quanto potessi immaginare e tra una risata e l’altra ci ritrovammo nell’ascensore, troppo stanchi anche solo per fare due scale.
- Mi fanno male i piedi. Odio portare i tacchi - Borbottai nell’attesa che l’ascensore raggiungesse il piano terra.
- Toglili - rispose Jong tenendomi per un braccio mentre con una gamba sola cercavo di sistemare l’altro tacco.
- Ma sei matto, non posso andare in giro in un hotel di lusso senza scarpe - commentai appoggiandomi completamente addosso a lui.
- Sai, penso che tu sia un po’ brilla - commentò Jong sorridendo.
- Non è vero -
- Si invece, si vede -
- Ti dico di no. So ancora intendere e volere - mormorai sbadigliando appena. Alzai lo sguardo verso di lui, che quella sera continuava ad essere più affascinante del solito, e sorrisi.
- Perché sorridi? - chiese lui corrucciando gli occhi.
- Perché sei davvero bello stasera -
- Continuo a pensare che tu sia brilla -
- Yah! Solo perché ti faccio un complimento non significa che non ci stia più con la testa!- risposi lanciandogli un fulmine. Lui ghignò abbassando leggermente la testa e baciandomi dolcemente. Ma la sua dolcezza sparì molto più in fretta di quanto potessi immaginare quando mi ritrovai a dovermi reggere per bene all’in piedi per non cadere.
- Jong, regolati, siamo in un Hotel, davanti a tutti - mormorai arrossendo, osservando le signore che ci guardavano mentre passavano. Lui sbuffò, e per un momento cominciai a pensare che quello brillo fosse lui.
- E’ arrivato l’ascensore - disse lui spingendomici dentro delicatamente.
C’eravamo solo noi due e dopo aver spinto il pulsante mi ritrovai a fissarlo di sottecchi, sentendo la tensione fra noi due salire alle stelle.
- Al diavolo l’hotel - mormorò lui avventandosi su di me che lo accolsi non impreparata.
Lo sapevo.
Le sue labbra mi aggredirono e mi ritrovai spiaccicata alla parete dell’ascensore con la mente annebbiata. In poco tempo il bacio si approfondì e cominciai a pensare di non aver più bisogno di respirare, che fosse l’ultima cosa a cui avrei dovuto pensare. Le porte dell’ascensore si riaprirono troppo in fretta, e con esse anche Jonghyun ed io ci staccammo per riprendere fiato ed entrare in camera.
Una volta in camera continuammo a baciarci mentre sfilavo i tacchi lanciandoli con i piedi da qualche parte. In quel momento, aprendo gli occhi e vedendo il letto capii molte cose.
Hotel+ Jonghyun+ Letto = AIUTO!
- Jong… Vado… vado un attimo al bagno - mormorai scappando letteralmente da lui e rinchiudendomi in bagno. Presi un grosso respiro guardandomi allo specchio, vedendo le labbra leggermente più gonfie per il bacio precedente, gli occhi più lucidi del solito e le guance rosse.
Sto morendo di caldo.
- Amore, tutto bene? - chiese Jonghyun dall’altra parte della porta.
Tutto bene? Non lo so. No! Si! Forse… Non so se sono pronta. Dio mio Jong non odiarmi!
-Si si, devo solo… -
Devo solo cosa? Cosa devo fare? Non lo so neanche io.
- … Non devi farlo per forza se non vuoi. Te l’ho detto, posso aspettare. Non spaventarti - cercò di tranquillizzarmi lui.
- Si, lo so… - sospirai.
Non posso lasciarlo così anche questa volta, dopo tutto quello che ha fatto per me. Non faccio neanche la metà die quello che lui fa per me, il minimo che possa fare è per lo meno concedere tutta me stessa e ringraziarlo in questo modo. Ormai è quasi un anno che stiamo insieme, posso e devo farlo. Sono pronta, devo solo mettere da parte la mia stupida paura.
Presi nuovamente un profondo respiro, prendendo lo zaino per prendere gli struccanti e togliere la sbavatura che avevo.
E… e questo? 
Tirai fuori dallo zaino il famoso intimo che Jong aveva comprato per il mio compleanno, chiedendomi vagamente perché fosse lì. Giustamente Kibum mi aveva detto che tutto l’occorrente di cui avessi avuto bisogno l’avrei trovato nello zaino. Mi morsi un labbro cominciando a vergognarmi come una ladra solo al pensiero di mettere quell’affare.
Dandomi coraggio e pensando alla felicità di Jonghyun, sfilai il vestito e infilai quell’intimo troppo trasparente che copriva a malapena le grazie che il signore mi aveva concesso.
Grazie a Dio ho fatto la ceretta da poco, altrimenti col cavolo! non avrei neanche sfilato le scarpe.
Evitai di guardarmi allo specchio per non ripensarci e vestirmi dalla testa ai piedi, e uscii dal bagno. Jonghyun era in piedi davanti al letto e lo aveva appena finito di disfare, si voltò verso di me e sgranò gli occhi.
Già, nemmeno io ci credo di averlo messo, fidati.
- Non guardarmi così o vado immediatamente a rivestirmi - mormorai imbarazzata. Lui sembrò ridestarsi dal suo stato di trance.
- Beh… ecco… - deglutì – ehm… - balbettò per poi chiudere gli occhi e prendere un respiro profondo.
Se riuscissi a guardarmi negli occhi forse riusciresti a dire due parole in croce.
- Wow – riuscì a dire voltandosi completamente verso di me – Potevi dirmelo, mi sarei preparato psicologicamente. Tu vuoi farmi morire, donna - scherzò lui cercando di alleggerire l’imbarazzo che producevo senza sosta.
- Ti sta meglio di quanto pensassi - continuò sorridendo maliziosamente porgendomi una mano che afferrai volentieri, avvicinandomi a lui.
- Sono stupita dal fatto che mi entri per bene - commentai osservandomi.
- Ho buon occhio per le misure - si vantò lui. Gli lanciai un occhiataccia.
- Vorrei proprio sapere come hai fatto -
- Abbiamo passato tanto tempo al mare fortunatamente - sorrise lui.
- Mi fa molto piacere che tu mi abbia osservata così attentamente - risposi sarcastica.
- Perché tu invece non mi hai osservato per bene? - chiese cominciando a sbottonarsi la camicia. Oh si, eccome se lo avevo osservato. Perché non avrei dovuto? Come non avrei potuto, soprattutto, da quando Jong aveva cominciato ad andare in palestra per far crescere dei muscoli davvero niente male.
Spostai lo sguardo su quelle mani che slacciavano i bottoni, scoprendo una parte sempre più ampia di pelle che sembrava invitarmi a toccarla. C’era qualcosa dentro di me che cominciava ad accendersi, qualcosa che urlava di restare lì e di dimenticare tutto ciò che ero e tutto ciò che mi spaventava. Ormoni? Forse. Ma sicuramente quel qualcosa doveva impegnarsi di più  per riuscire ad azzerare la mia razionalità.
- Vieni - non capii se lo avesse mormorato abbassa voce o se le mie orecchie si erano solo ovattate, troppo concentrate su quelle mani che avevano finalmente slacciato l’ultimo bottone. Mi sentii tirare leggermente verso il letto, e poco dopo mi ci sedei, ritrovandomi di nuovo le sue labbra sulle mie.
Mi donava baci leggeri come piume su tutto il viso, e senza accorgermene mi ritrovai sdraiata sul letto con lui sopra di me  che continuava a solleticarmi con i suoi tocchi leggeri. Sentii una sua mano infilarsi sotto la stoffa trasparente, sfiorandomi la pancia, solleticando i fianchi. Deglutii, ancora un po’ intimorita e non del tutto convinta.
- Non bloccarti ora. Lasciati andare - mormorò con voce bassa e convincente, afferrando una mia mano e appoggiandola sul suo petto in cui sentii qualcosa tamburare prepotentemente. puntò gli occhi sui miei, guardandomi come se fossi il centro esatto di tutto il suo universo e in quel momento sentii l’imbarazzo sparire parzialmente e rilassai i muscoli tesi e spaventati.
Oh, al diavolo. Io lo amo da impazzire, lui mi ama quanto basta, perché devo farmi tutti questi problemi!?
Sorrisi, spostando la mano dal suo petto fino al  suo collo, affondando le dita fra i suoi capelli soffici, attirando poi la sua testa verso la mia per baciarlo. Con il passare dei secondi il bacio si approfondiva sempre di più e con esso qualcosa si svegliava, svegliava i miei sensi e il mio lato meno impaurito ma più trasgressivo.
Si staccò lasciandomi riprendere fiato, spostandosi a baciare il mio collo, sentendo le sue mani infilarsi nuovamente sotto quel misero pezzo di stoffa, accarezzando la pelle, provocandomi brividi ovunque e facendomi contrarre per il solletico che poco sopportavo.
Lo sentii sorridere sulla mia pelle, appoggiando poi le mani sulle bretelle dell’intimo, guardandomi come per chiedere il permesso, come per paura che potessi scappare da un  momento all’altro.
Se dopo nove mesi di fidanzamento non sblocco questo imbarazzo non ci riuscirò mai.
Annuii, e lui lentamente fece scorrere sulla mia spalla  la spallina per sfilarla, attentamente, con gli occhi di un bambino che scartava un regalo a natale.
- Mio Dio, agogno al tuo seno da anni - sussurrò guardandomi. Arrossii imbarazzata, sentendo le sue mani toccarmi, provocandomi piccole scariche elettriche che andavano a concentrarsi tutte in un punto. Gemetti quando Jonghyun mi morse.
- Yah, fai piano, mica sono fatte di gomma - borbottai guardandolo sorridere divertito.
- Non ho saputo resistere, perdonami - rispose lui tornando alla mia bocca, baciandomi con passione, finalmente consapevole che non potevamo più fermarci. Tra i respiri affannosi e le carezze maliziose e sfuggenti, buttammo per aria anche gli ultimi indumenti che avevamo indosso, restando per la prima volta con la pelle completamente scoperta l’uno davanti all’altra, continuando a vezzeggiarci e a sorridere per qualsiasi carezza dolce e bacio passionale che ci davamo.
- Sei pronta? - chiese sospirando, guardandomi per essere certo che rispondessi.
- Se scappassi ora tu mi faresti andare via? -
- Assolutamente no. A costo di legarti a letto - mormorò lui divertito. Sorrisi con lui, non potendone più di aspettare.
Si posizionò fra le mie gambe, e trattenni il respiro come se potesse cadermi dell’acqua gelata addosso da un momento all’altro.
- Respira, rilassati, andrà tutto bene - mormorò dolcemente prima di affondare dentro di me con una spinta di reni. Il dolore fu lancinante, e per un momento pensai che si fosse rotto qualcosa. Ma con pochi secondi iniziai a non sentire più troppo dolore, cominciando ad accorgermi di altri particolari.
È così… strano…
Come sei stretta… Stai bene? - chiese lui guardandomi preoccupato.
Si vede lontano un miglio che sta facendo uno sforzo sovraumano per non dare sfogo alle sue voglie.
- Si - commentai cercando di ritrovare voce. Mi si era seccata la gola. Con un secondo movimento di reni, affondò nuovamente, cominciando a darmi scariche d’energia che si propagandavano per tutto il corpo. Con il terzo, cominciai a muovermi anche io, cercando un contatto più profondo, desiderando la soddisfazione completa che cercava anche Jonghyun. La stanza si riempì di ansiti e gemiti e mi ritrovai ad aggrapparmi alla schiena di Jong, cominciando a sentire le gambe irrigidirsi e il mio corpo fremere fino ad esplodere in mille pezzi come lui.
Mio Dio… cos’è successo?
Con il respiro ancora spezzato cerco di tornare a far battere il mio cuore normalmente, sentendo Jong quasi cedere con le braccia che ormai non riescono più a reggerlo. Si accascia sopra di me e lo abbraccio, accarezzandogli i capelli sudaticci, sentendo il suo respiro alterato come il mio. Afferro con il piede le lenzuola, cercando di avvicinarle alle mani per coprire entrambi.
Sento tutti i muscoli indolenziti… e sono stanca morta…
Però mi sento… felice.
Jonghyun si spostò da sopra, mettendosi al mio fianco, stringendomi a lui con quel fare protettivo che amavo alla follia
- Ti amo… da morire - mormorò lui al mio orecchio, baciandomi i capelli.
- Ti amo anche io - risposi stringendomi ancora di più a lui, sorridendo e sprofondando poco dopo nel sonno profondo.
 
Da quel giorno le cose cambiarono drasticamente. Avevamo fatto un passo avanti nella nostra relazione, e poco a poco tutti gli imbarazzi e le incertezze, almeno da parte mia, sparirono, lasciando spazio solo all’amore che ci donavamo a vicenda e che ci dimostravamo in qualsiasi momento. I momento d’intimità non furono più pieni di ansia come li vivevo prima, anzi spesso ci divertivamo un mondo sotto le lenzuola, amandoci sempre in modo diverso.
 
*****
 
Sdraiata placidamente sul mio letto, ero intenta a leggere un libro, come ormai facevo spesso da quando erano cominciate le vacanze natalizie. Oramai non sapevo neanche più il giorno in cui mi trovavo. Non uscivo spesso dalla camera, non avevo voglia di vedere nessuno, e i miei pasti si erano ridotti ad un mini pranzo e basta. La depressione mi stava divorando, i ricordi mi stavano attaccando senza sosta, e le foto di Jonghyun mi guardavano con talmente tanta cattiveria che fui costretta a girarle e persino a toglierle per infilarle in un cassetto. Taemin cercava spesso di farmi sorridere, ma la maggior parte delle volte lo ignoravo, non volendo avere molti contatti con il mondo.
Osservai l’unica foto che non avevo ancora avuto la forza di spostare, quella che mi regalo per il mio compleanno. Ormai la cornice era invecchiata e sverniciata, avrei dovuta cambiarla presto. Presi quella cornice fra le mani, evitando di guardare troppo i due felici protagonisti della storia, e tolsi la foto, notando che proprio dietro di essa c’era una frase scritta con la penna.
“ Ricordalo anche nei momenti più difficili. Ci sono io con te, non dimenticarlo “
…e.. e questa da dove esce? È sempre stata scritta qui dietro? Perché non me lo ha mai detto?
Le lacrime arrivarono come un uragano ai miei occhi, lasciandomi sprofondare ancora di più nello sconforto.
 

 
 Angolo di Feilin
I knoww!!!! lo so lo so sono in ritardissimo e chiedo una grande venia ç_ç Ma abbiate pazienza, sono una povera donna che deve studiare e scrivere questo racconto cercando di stare al passo di quella matta di Alue che scrive tre capitoli in un giorno solo. Io non faccio miracoli T_T e sinceramente non sono neanche molto soddisfatta di questo capitolo, anche perchè la scena ._. " hot"? possiamo chiamarla così? ma anche no, è venuta una schifezza, ma pensate al fatto che sono incompetente in questo campo quindi ._. quindi niente, cercherò di farne di migliori OVE possibile. Comunque. Come vi è sembrato il capitolo ? ( una schifezza) bene, sono contenta perchè mo, finalmente, possiamo cominciare a dare una svolta, e un senso, a sta storiella. u.u a cominciare dal prossimo capitolo che sarà molto interessante u.u chi vivrà vedrà, e soprattutto chi lo leggerà XD  un bacione grrrrrandissimo!
come sempre metto il Link di AlueLeggimi subito!
  
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