Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Agapanto Blu    11/12/2013    11 recensioni
Osservai l’auto fare retromarcia e poi mi voltai verso la scuola. Prima di entrare, però, lanciai un’occhiata verso l’alto: il moro non c’era più ma il biondino sì e continuava a fissarmi come se fossi stato la promessa vittima di un film horror.
Quando Mathieu decide di rivelare al padre la sua omosessualità spera in un aiuto per risolvere la confusione e la paura nella sua testa, nonostante i suoi non ci siano mai stati per lui. L'ultima cosa che il ragazzo si aspetta è di essere cacciato per questo e iscritto alla Chess Academy, una scuola maschile molto esclusiva in Inghilterra.
Ma è qui che arriva il peggio, perché nella scuola esistono due soli colori, o bianco o nero, e le vie di mezzo vengono brutalmente soppresse.
Mathieu non vuole questo, non vuole essere un sovversivo e non vuole lottare, certo non vuole l'oppressione che sente addosso e spesso pensa di chinare la testa e smettere di resistere.
Sarebbe facile, quindi perché non farlo? Semplice: perché gli occhi di Gregory, ragazzo spigliato e decisamente ribelle, sono troppo azzurri.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A









Epilogo
 
Il momento del giorno che ho sempre preferito è il crepuscolo. L’istante dopo il tramontare del sole, quando ormai non c’è più né oro né arancione nell’immensità del firmamento e, piegando la testa all’indietro, si possono vedere tutte le sfumature di blu e d’azzurro di cui il cielo sa vestirsi. Quelle sfumature che di solito vedo negli occhi di una certa persona.
Sospiro guardando le macchiette grigie delle nuvole che iniziano a disperdersi dopo aver gettato neve su di noi fino a due ore fa.
“Non distrarti!” vengo rimproverato mentre una mano mi strattona la manica per farmi voltare verso il mio interlocutore.
Sorrido nell’incrociare gli occhi grigi e luminosi di Carolyn. La sua enorme massa di ricci neri è in parte nascosta sotto il capello di lana rossa, il viso ben proporzionato e luminoso puntato verso di me mentre le mani si nascondono dal freddo trovando riparo nelle ampie tasche della pesante giacca marroncina che indossa sopra al maglione di lana bianco e ai pantaloni da neve neri. Non mi piace l’accostamento bianco-nero, ma non le dico niente perché so che non poteva rendersi conto di ciò che mi ricorda.
“Cosa?” chiedo, ricordando che mi ha parlato.
La bellissima diciottenne seduta accanto a me sbuffa di esasperazione, quindi si gira in modo da portare le gambe incrociate sulla panchina dove ci siamo seduti e sfila le mani fasciate da guanti rossi senza dita dalle tasche per poter gesticolare ampiamente.
“Allora?!” chiede, come fosse ovvio, “Poi cos’è successo?!”
Sorrido, ma torno a guardare davanti a me sino ad incontrare con lo sguardo la figura snella di Theresa, con i suoi lunghi capelli biondi e la risata da bambina ancora a quarant’anni, che chiacchiera tranquilla con Justin, diciannove anni e ribelli capelli castani sugli occhi verdi ereditati da suo padre. Torno a guardare Carolyn e allungo la mano a darle un paio di buffetti su una guancia.
“Sei troppo piccola per i dettagli.” la rimprovero, scuotendo la testa, e lei sgrana gli occhi.
“NONNO!” urla, imbarazzatissima, facendomi scoppiare a ridere.
“La sai, la storia…” dico poi, “Hai visto le foto, no? Sono passati quasi sessantacinque anni da quando io e Greg abbiamo deciso di buttarci. Al diavolo tutto, ci siamo sposati, vestiti totalmente di grigio e abolendo qualsiasi cosa fosse bianca o nera. I primi anni sono stati bellissimi e poi, un giorno, abbiamo deciso che potevamo provarci.” risi un po’, “Adottare tua madre fu la cosa più bella e difficile della nostra vita: avresti dovuto vedere tuo nonno -l’altro- perché 
era totalmente incapace di cambiare un pannolino!” La risata di Carolyn mi fa sorridere mentre continuo, “Poi, boh, è andata un po’ così… Tua madre si è innamorata, si è sposata, ha avuto un figlio da giovane e poi, un paio d’anni dopo, un’altra figlia.”
“Perché a Justin l’avete raccontata prima, la storia?” mi chiede mia nipote, confusa.
Sospiro.
“Tuo fratello ha vissuto la cosa in modo diverso.” le spiego, “Come tua madre, ha avuto qualche problema per via della coppietta di nonni gay e quindi abbiamo pensato che raccontargli com’erano andate le cose lo avrebbe aiutato.”
Mi volto verso mia nipote per controllare la sua reazione, ma lei sta fissando, oltre la fontana ghiacciata del giardino di casa, suo fratello intento a ridere con la madre e il nonno.
“Lui ha risolto i problemi per me, vero?” mi chiede, senza guardarmi.
Annuisco.
“Credo abbia fatto circolare la voce di starti alla larga: conoscendo lui e il nonno -l’altro- che si ritrova, non mi stupirebbe per nulla.”
Carolyn ride, annuendo, e poi si alza in piedi e si volta per porgermi le mani e aiutarmi ad tirarmi su a mia volta, ma io le faccio cenno con la mano di lasciar perdere.
“Penso che resterò qui ancora un po’.” la rassicuro, annuendo.
Lei esita, ma alla fine si volta e, saltellando come suo solito, raggiunge il fratello. Sotto il mio sguardo divertito, gli salta in spalla avvinghiandosi a lui come un koala, nelle risate generali.
Tiro un po’ più verso di me il mio bastone così posso appoggiare il mento sulle mani congiunte sopra di esso, quindi sospiro, beato.
La mia famiglia non è normale. È diversa, sopra le righe, spregiudicata e praticamente composta solo da folli. A partire da mio marito, s’intende.
Theresa è cresciuta come nostra figlia, non ha mai detto nulla contro di noi e ci ha amato come due padri; sua madre l’aveva abbandonata così, quando noi l’abbiamo adottata, il commento di quella piccolina di otto anni è stato “voglio tanto bene ai miei papà, loro non mi lasciano!” Quando è rimasta incinta, a vent’anni, io e Greg abbiamo faticato per convincerla che sarebbe potuta essere diversa dalla donna che l’aveva messa al mondo e lei, alla fine, ci ha creduto. Non è stato comunque facile per il primo anno perché ha dovuto crescere Justin da sola: quello che ora è suo marito era partito per l’Africa come medico di frontiera e ci erano voluti mesi perché lei trovasse il coraggio e il modo di dargli la notizia. Credo che lui non le abbia del tutto perdonato ancora oggi l’avergli fatto perdere i primi mesi di vita del figlio, ma so che la ama comunque alla follia.
 Justin, il primogenito, è più come me: introverso e riflessivo finché tutto va bene, ma capace di qualsiasi cosa quando ritiene che valga la pena combattere. Carolyn la secondogenita, poi, è la cocca di casa: la più piccola e la più dolce, un terremoto in forma umana capace di tutto tranne che dare retta al buonsenso. Inutile dire che lei e Greg vanno molto d’accordo.
Scuoto la testa vedendo i miei nipoti iniziare a tirarsi contro palle di neve e poi mi lascio cadere contro lo schienale della panchina quando anche mia figlia si unisce a loro: nulla da fare, nessuno di noi crescerà mai del tutto.
Volto la testa quando noto la figura che, un po’ a fatica, si siede vicino a me.
Gregory è cambiato poco. Sì, il viso si è un po’ rattrappito, il suo corpo non è più quello forte di una volta e i capelli sono ormai bianchi, ma porta ancora questi ultimi in una lunghissima coda che gli arriva al bacino e gli occhi non sono cambiati di una virgola, luminosi e pieni di malizia come sempre.
Sorrido e mi piego un po’ per posare la testa sulla sua spalla e lasciare che mi cinga le spalle con un braccio.
“Sono dei piccoli teppisti in erba.” commenta guardando la nostra famiglia, “Decisamente hanno preso tutto da te.”
Rido, sobbalzando un po’ contro la sua spalla spigolosa, e poi scuoto la testa lasciando che passi la mani tra i miei capelli, imbiancati come il paesaggio della Scozia attorno a noi ma non dalla neve.
“Parla il santarellino.” lo prendo in giro.
“Non sono io quello che ha iniziato una rivolta contro il sistema.” ribatte mio marito baciandomi la fronte.
Annuisco, ma non dico più nulla.
Guardo mia figlia e i miei nipoti giocare, porto la mano destra sulla mia spalla sinistra per stringere le dita di quel vecchio brontolone che è mio marito e sorrido alzando gli occhi al cielo invernale: ho combattuto tanto, ma ne è valsa la pena.
“Greg?” chiedo chiudendo gli occhi senza smettere di sorridere.
“Sì?” mi chiede posando la guancia sulla mia testa.
“L’ho fatto anche io.”
“Cosa?” è confuso, lo sento dalla sua voce.
Sorrido, malefico.
“Pregare tra me e me che ti cadesse di dosso l’asciugamano.”


FINE




Oh, cavolo! Odio questa parte... ç___ç Basta, l'ultima parola non mi piace: posso cambiarla, cancellarla, eliminarla dalla faccia del pianeta e dal dizionario di Word? No, basta, adesso la smetto...
Dunque, ogni volta che finisco una storia faccio un piccolo excursus su da dove è saltata fuori perciò, se non vi interessa, passate direttamente al prossimo paragrafo. Chess Academy è nata, senza titolo e con personaggi in fase embrionale, da un sogno. Non guardatemi così, io non interpretavo la Williams! Morale, nel mio sogno andavo ad uno spettacolo o ad una conferenza, non ricordo, e c'erano anche i ragazzi, tutti maschi, di questa scuola privata. Tenevano tutti le braccia incrociate e le mani nascoste sotto di esse e la cosa mi incuriosiva ma solo al momento di andare via ho visto che uno di loro aveva le mani tutte piene di lividi. Questo ragazzo è venuto da me e mi ha detto "Tiraci fuori." poi lo hanno portato via con gli altri. Da lì, voi capite, come facevo a non mantenere esaudire quella richiesta? Ho fantasticato sulla scuola, su quei ragazzi e su come 'tirarli fuori' a lungo, per anni addirittura, ma senza il coraggio di mettere tutto nero su bianco. Ci sono tante violenze che ho trattato, chi segue 'Commedie di Amore e Violenza' lo sa, ma questa mi...imbarazzava. Obiettivo della Chess era umiliare e svilire i ragazzi e mi sentivo davvero a disagio all'idea di postare qualcosa del genere, pensavo "Mi prenderanno tutti per pazza!" Poi, vabbé, ho iniziato con L'Amore nel Silenzio e Sulle Ali dei Violati e a quel punto non avevo più paura di sentirmi dire niente XD
Chess Academy è per me meno importante delle altre due sopracitate, forse perché su questa non ho mai fantasticato un futuro oltre EFP né progettato tanto come su di esse, e mi ha sorpreso moltissimo vedere quanto affetto avete dimostrato sin da subito per questa scemenza che avevo paura mi costasse la reputazione di "sana di mente" che a fatica sono riuscita a mantenere fino ad ora.
È stata la mia prima Yaoi (a vedere EFP, in realtà la prima a nascere è stata un'altra ma per ora è l'ennesimo progetto "da riprendere" nascosto in una bellissima cartellina del mio computer di nome "In corso") e tutti sapete che fifa avessi di postarla. Chi mi conosce sa che detesto qualsiasi tipo di discriminazione, sessuale e razziale e tutte le possibili esistenti, e che ogni volta che scrivo lo faccio con rispetto e attenzione alle tematiche che tratto, stando sempre attenta a far capire che ciò che scrivo per i personaggi come il padre di Mathieu non mi appartiene per nulla. Come sempre, non volevo mancare di rispetto a nessuno e, se l'ho fatto inavvertitamente, chiedo pubblicamente scusa.
Detto questo, sembra che sia piaciuta e di ciò mi rallegro, anche se continuo a rimanere così "O.O" quando mi sento dire "Qui, hai superato la te stessa che scrive Commedie di Amore e Violenza!" (è troppo lungo come titolo, da ora in poi sarà CAV -.-) perché davvero non mi sembra. Lavoro molto di più sull'altra storia, faccio più ricerche, sto più attenta ai dettagli come le date, i giorni della settimana, gli impegni fissi dei miei personaggi (il Dio Bisonte sa quanto ho imprecato contro gli allenamenti di baseball di Gabriel -.-), mentre qui ho lasciato un po' perdere... Anche se c'è da dire che non è che i personaggi avessero tanto da fare, chiusi lì dentro, ma comunque...
Quindi ora, alla fine dell'enorme fatica che ho fatto per non lasciare questa storia incompiuta (non ho abbandonato neanche HYP!, devo solo...riprenderla un po' in mano, ecco, ma ora lo farò!), posso sorridere e mettere il tick (quella specie di √ che vuol dire 'fatto' XD) nella casellina "Completa?" e andare avanti. Scriverò un'altra storia, inventerò un nuovo protagonista (niente da fare ragazzi, tutte le mie storie con una donna come protagonista si arenano inevitabilmente: poi gli uomini si lamentano che non ci capiscono, come se noi ne fossimo capaci!), una nuova ambientazione, creerò una nuova controparte cattiva e un nuovo oggetto di sentimenti (maschio o femmina si vedrà) e poi via, vedremo cosa ci porterà il vento :)
Per ora i miei progetti con priorità saranno 'HYP- Il Falco e l'Usignolo' (chi la segue dirà: finalmente!) e 'Una Sirenetta a Caboncino' (che però qui rimarrà inedita fino alla fine delle pubblicazioni di Sulle Ali dei Violati). Poi chissà, magari si infiltrerà qualcosa di nuovo, visto che il mio cervelletto bacato si sta arrovellando su una nuova novella Yaoi ambientata nell'Antica Roma, ma vedremo...
Una piccola precisazione prima di lasciarvi andare: so che ho messo tra gli avvenimenti della storia sia 'Yaoi' (in cui si indugia nell'aspetto sessuale del rapporto
 cit da Regolamento di EFP) sia Shonen-ai (storie in cui non si indugia nell'aspetto sessuale del rapporto cit da Regolamento di EFP) però, alla luce di tutta la storia... era una Yaoi, ho sempre parlato dell'aspetto sessuale della relazione Mat-Greg, ma insomma, praticamente non sono riusciti a fare niente per ventitré capitoli su ventiquattro e nell'ultimo sono settantenni se non ottantenni! Praticamente è anche una Shonen-ai! XD A parte tutto, ho messo entrambi perché all'inizio, ammetto le mie colpe, non sapevo se avrei mai permesso loro di andare a letto assieme o se li avrei brutalmente separati per qualche motivo e così... XD Perdonatemi quindi questo mezzo paradosso!
Bene, a questo punto non mi resta che dire una cosa: GRAZIE. Grazie ad Holls per avermi assillata perché facessi cadere l'asciugamano a Mat o a Greg anche se alla fine non l'ho accontentata, grazie a Christine_Heart che non si stanca mai di provare a leggere le follie della mia testa, grazie a Last Night per essere spuntata anche nelle altre mie storie pur di insultare la Williams, grazie a dolcemary, a lullyrugg, a lady_poe, a BokuraFamily, a Bimba98, a HisLovelyVoice, a TVdFOREVER, a Seymur e a Fabio92 e a tutti gli altri che SO che ci sono ma che ora non riesco a ricordare... 
Grazie per aver seguito, per aver commentato, per aver recensito. Grazie per aver avuto un'immensa pazienza con me e grazie per non averla avuta e avermi minacciata nei messaggi personali perché postassi in orario. Grazie per aver letto, per avermi contattata, per tutte le scemenze che mi hanno fatta ridere e le cose belle che mi hanno fatta commuovere. Grazie per essere arrivati fino a qui, alla fine di una Nota Autrice che è più lunga del capitolo stesso.
Grazie e a presto,
ciao ciao!
Agapanto Blu

P.S. Buuuuuuuuuuuuuuuuuuh! Non ho trovato l'evidenziatore, buuuuuuuuuuuuuuuuuuh! DX
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Agapanto Blu