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Autore: _WhatsernameMN_    11/12/2013    0 recensioni
Helena è un alter-ego. Helena è solo un'anima. Morta.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ascoltò gli angeli urlare. Disse “mamma tutti andremo all’inferno. Avrei dovuto essere una figlia migliore”. Si chiuse nella sua stanza. Pianse. Le avevano strappato anche quella piccola speranza che aveva. Loro. Quel gruppo che conobbe da piccola. Li vide sfilare in una parata. La scena era piuttosto inquietante. Avrebbe voluto prendere una giacca nera ed unirsi a loro. Ma sapeva che, anche se non fisicamente, si sarebbe unita a loro. Nessuno l’avrebbe capita. Era così piccola e indifesa. Chi avrebbe creduto in lei? Nessuno. Ancora una volta. Aveva solo tredici anni. Nonostante tutto entrò in quella parata. No ne uscì più. Quella era ormai la sua famiglia. Lei diventò la salvatrice delle vittime e dei dannati. Un po’ lei era dannata. Ma nessuno salvò lei. Aveva solo tredici anni. Che problemi avrebbe potuto avere una tredicenne? Nessuno credeva che da lì a poco, diventò spietata, senza paura. L’unica cosa di cui aveva paura era la morte. Paura che da lì a poco, svanì nel nulla. Si sentiva sola. Abbandonata al suo destino. Helena contro tutti! Andava a scuola come tutte le ragazzine della sua età. Tornava a casa e piangeva. Entrava in camera sua e pensava “un giorno v’incontrerò”. Quella “famiglia” per lei era tutto. Crebbe. Li mise per un po’ da parte. Senza mai strappare i suoi poster. Senza mai scordarsi quei volti. Il tempo passò, ed Helena diventava sempre più instabile emotivamente. Prese a bere. Iniziò a farsi del male. Non riusciva a smettere. Fino a che incontrò chi le travolse la vita. Helena sorrideva sempre. Era innamorata di lui. E lui lo era di lei. Erano felice insieme. Ma ovviamente la felicità non faceva parte dei progetti del suo destino. Erano perfetti. Ma non potevano stare insieme. Questo loro lo sapevano bene. Sapevano la loro felicità non sarebbe durata molto. Vivevano l’uno per l’altra. Ma arrivò il momento in cui i due dovettero separarsi. Helena era triste. Smise di mangiare. Iniziò di nuovo a bere. Arrivava a fumare anche venti sigarette al giorno. Era sempre triste. Smise di sorridere. Smise pure di piangere. Non aveva più una lacrima. Riprese a ferirsi. Riprese a riascoltare musica. Dalla tenera ragazzina tredicenne non c’era più traccia. Ormai aveva sedici anni. Non aveva neanche più paura di morire. Era diventata una punk. A volte vestiva bene. Altre da vera punk. Non sapeva neanche lei più che fosse. Aveva perso persino se stessa. Non era più una teenager. Dovette crescere troppo in fretta. Helena non si avvicinò mai alla droga. Era contraria e fortunatamente ancora riusciva a ragionare. Pensava “la mia vita è già una merda, ma un giorno potrebbe migliorare e se inizio, rimarrò etichettata come ‘drogata’”. In paese, molti la credevano già una tossicodipendente per come vestiva e la musica che ascoltava. Perfino sua madre la credeva tale. Quando tornava a casa, le annusava la bocca e le guardava le braccia per vedere che non si fosse bucata. Le guardava il naso per assicurarsi che non fosse rosso per via della cocaina e le scrutava attentamente le pupille. Ma ad Helena non importava dell’’ispezione’ perché non si drogava. Al massimo il suo alito puzzava di jack Daniel’s e tabacco. I suoi abiti puzzavano. A lei non importava. A lei non importava niente di nessuno. Neanche di se stessa. Lei era quella che voleva diventare. Lei odiava tutti. Odiava anche l’unico ragazzo che abbia mai amato, per averla abbandonata. Ogni giorno era sempre la stessa storia: sigaretta, punk, sorso di whisky, punk, sigaretta, urla. Il rock, il punk e il grunge diventarono un punto fermo nella sua vita. Sapeva che nessuno di loro tre l’avrebbe lasciata un attimo da sola. Quasi smise pure di tagliarsi. Gli anni passarono ed Helena continuava a peggiorare. A volte dava di matto. Sentiva delle voci. Vedeva cose. Dopo aver visto un film, lei si convinse di essere perseguitata da un numero. Il ventitré. Lei nacque il ventitré. E questo la inquietava molto. In realtà molti sanno chi è “la vera Helena”. Helena in questa storia è solo un alter-ego. Helena è un’anima morta. Helena oggi vi sta parlando di se. Helena non vuole essere compatita, vuole solo essere ascoltata.
  
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