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Autore: Ninidirectioner99    11/12/2013    3 recensioni
Nicole è una diciassettenne che si deve trasferire dalla parte apposta della città nella quale vive; Boston.❤️
La sua situazione sentimentale non è proprio perfetta, anzi, non sopporta parlare di questo argomento. Le sue amiche vantano numerosi pretendenti, ma lei si ritrova spesso a non prendere parte a queste conversazioni, ma forse è proprio lei a volerlo.
Però qualcuno potrà entrare nella sua vita, per far cambiare le cose. STRAVOLGERÀ TUTTO.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.

"Nicole svegliati..." Chi sarà mai? Pensai, quella mattina di settembre.
Poteva essere mia madre, che mi svegliava per andare a scuola? No!
Mi ero addormentata da qualche ora, a causa dell'agitazione del 'primo giorno di scuola, nel nuovo liceo'.
Ebbene sì, avevo cambiato scuola.
Avevo 17 anni e frequentavo un liceo linguistico in America, a Boston.
Amavo la mia città, mi aveva da sempre attirata, come la vita che si fa lì.
Invece era mia mamma che mi svegliava, perché la sveglia non aveva funzionato. Ancora una volta.
Così, dopo la continua insistenza di mia madre, mi alzai dal letto con ancora le coperte addosso. 
Mi diressi verso l'armadio prendendo  i vestiti alla rinfusa, perciò un leggins scozzese ed un maglione nero. 
Si sa che il primo giorno di scuola è quello fondamentale per quanto riguarda l'impressione ai compagni. Ma iniziavo in una quarta superiore , e penso che eravamo tutti abbastanza grandi da poter fare amicizia indipendentemente dal mio aspetto mostruoso. 
Così mi diressi verso il bagno dove presi la mia trousse ,dove all'interno si trovavano i trucchi, dall'armadietto.
Misi solamente un po' di mascara e della terra, piastrai i capelli e mi diressi verso la mia camera.
Mi sedetti sul letto notando che era ancora abbastanza presto, e lo scuolabus sarebbe passato dopo mezz'ora. 
Così presi la mia borsa della scuola, inserii al suo interno la merenda, e mi risistemai sul letto, col computer in mano per vedere cosa si diceva su Facebook, il luogo nel quale passavo la maggior parte del mio tempo, quando non studiavo, ovviamente.
Vedevo tutti gli stati dei miei vecchi compagni che non vedevano l'ora di rivedersi, a dire la verità mi mancavano, mi mancava quell'atmosfera che regnava nella nostra classe. Ma ero stata costretta a cambiare scuola a causa del nostro tempestivo trasferimento, eravamo passati da un quartiere di Boston che non era per gente economicamente agiata, ad un quartiere più 'in', dall'altra parte di Boston, siccome mio padre era stato trasferito, ed ormai era il dirigente di una grande azienda. 
Ci eravamo trasferiti durante l'estate, e piano piano avevamo arredato la nuova casa, era davvero grande. Era disposta su tre piani. 
Al primo piano si trovava la cucina, il salotto, una sala da pranzo ed un bagno, al secondo piano si trovava la camera dei miei genitori, uno studio, un bagno ed una camera per gli ospiti. L'ultimo piano si può dire che era dedicato solo a me. Sì, perché c'era la mia grande camera, una libreria, la mia libreria. Al suo interno si trovavano tutti i miei libri, cosa che adoravo comprare. E poi, ancora, c'era una camera per gli ospiti. 
Avevamo anche un grande giardino e su un lato si trovavano due garage.
Ad un tratto sentii un rumore di clacson, così mi affacciai e notai il bus giallo, così mi catapultai al piano terra correndo per le scale e rischiando di uccidermi. 
Corsi subito fuori ed entrai nel pullman, dentro al quale l'autista stava prendendo la pazienza e me lo fece notare dicendomi: "non credere che sarà così per tutto l'anno. Sai a che ora passa il bus e devi essere già fuori casa." Solamente il suo viso mi faceva sentir male, doveva essere una di quelle persone che si domandavano continuamente perché esistessero. 
Il bus era pieno di bambini delle medie e poi una piccola minoranza di liceali. 
Mi sedetti quasi davanti, siccome non conoscevo nessuno. 
Ad un tratto notai che mi mancava qualcosa, il telefono.
Merda, la cosa fondamentale. 
Come avrei fatto a tenermi in contatto con la mia migliore amica? Mi mancava troppo, ci sentivamo costantemente. Circa una volta ogni una o due settimane andavo io a trovarla o veniva lei da me. 
Il suo nome era Jennifer ed aveva la mia stessa età. 
Stavo quasi per chiedere all'autista di tornare indietro, ma poi pensai al fatto che ci tenevo alla mia incolumità, perciò rimasi lì seduta aspettando di intravedere la scuola, che avevo avuto modo di vedere dall'esterno qualche volta. 

"Allora, signora Collins, queste sono le chiavi del suo armadietto, questo è il suo orario, questa la sua divisa, queste sono le scarpe, e l'avviso che deve indossare sempre quest'uniforme, ogni giorno che si presenterà in questa scuola. Per quanto riguarda i capelli, non abbiamo richieste particolari, li può portare come vuole. Adesso incaricherò uno studente della sua classe di mostrarle il suo armadietto e l'intera scuola, così potrà iniziare a fare conoscenza." Così concluse il suo discorso il preside, il signor Mcbaggins. 
Avevo raccolto nella frazione di un minuti all'incirca cento informazioni. 
Rimasi lì nell'atrio in attesa del famoso studente che sarebbe dovuto venire ed accompagnarmi per tutta la scuola... 


                          ***



Eccomi qua, con la mia seconda ff. 
Sono particolarmente ispirata e questa nuova ff mi piace molto, spero sia la stessa cosa per voi, anche se è solo l'inizio. Ma ho in mente delle cose davvero stupende, solo per voi. FATEMI SAPERE, grazie mille. ❤️💟
  
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