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Autore: memma_    11/12/2013    1 recensioni
"In the mind of Amy" ....Amy sedeva, schietta, sulla sedia in vimini dell'amata prozia, mentre la sua mente navigava celando vecchi segreti impolverati dal tempo e dalla solitudine.... amy avrebbe voluto gettarsi da un precipizio verso il vuoto più totale, ma quel noi era tanto indissolubile che se la sua mente non lo avesse al più presto espulso, il precipizio sarebbe diventato l'ultimo dei suoi problemi. Era 'marcia' dentro, e suicidarsi non avrebbe cambiato le cose __
Ispirato al grande romanzo di Dean Koontz "Il tunnel degli orrori" :) Buona Lettura
Genere: Drammatico, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma alla fine l'idea di uccidersi, forse gettandosi da un precipizio, forse soffocando tra i suoi stessi pensieri, appariva folle, rivoltante.
Non era ammissibile.
E poi, pensò, se l'avesse comunicato alla madre questa sarebbe scoppiata a piangere punendola, un'altra volta, per farle amare il mondo e tutto ciò che vi si può fare. Ma che mondo?! Per la piccola Amy non esisteva un mondo, no, esisteva un grosso ammasso di materia eclittico, che stava lì, inutilmente, accostato alla via lattea e al grande carro, in un universo troppo grande. Un universo troppo grande per chi vi vive bensì troppo piccolo per Amy e i suoi pensieri, che le avrebbero potuto far scoppiare la testa, la quale già minacciava qualche spiraglio di fumo dal lavoro troppo intensivo. Si, perchè a vederla, ad Amy pareva andare a fuoco il cervello.
In ogni momento la sua mente era affollata di pensieri, memorie rimembrate dalla infanzia che le appariva oramai così lontana, in tal momento fin troppo vicina. < Noo! > fu un grido lancinante ed improvviso, inspettato, lanciato da Amy dopo uno di quei discorsi interminabili sul quale la madre sembrava lavorare notti intere per perfezionarli scrupolosamente.

La madre aveva appena terminato un lungo dialogo con la figlia, dopo la mattina precedente a quella lunga serata nella quale la donna aveva scorso, sotto il letto disordinato di Amy, un biglietto. Lo aveva preso in mano, accorgendosi che il foglietto ingiallito a quadretti, strappato da un vecchio quaderno, aveva una scritta in pennarello nero; la scritta era un frase che diceva "voglio morire. ORA".
Ciò che conteneva il bigliettino, scritto dalla figlia, scioccò la giovane donna.

La madre di Amy era abiutuata a quel genere di pensieri, da parte della figlia adolescente, ma non con il verbo al presente; sarebbe andato bene un condizionale o un congiuntivo accompagnato da un "quasi" - che suonerebbe come "vorrei quasi morire" - ma un presente, così sicuro, troppo certo, non andava bene. Allora la giovane donna, piena di rughe dalle mille preoccupazioni, aveva deciso di punire, ancor più severamente del solito, Amy. Le aveva imposto...      < continua >


"E pariamo tutti uguali, in questo mondo, non uno differente. Menti troppo aperte, cuori troppo chiusi"
  
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