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Autore: aasil    11/12/2013    4 recensioni
Cosa succederebbe se Finnick non fosse morto, bensì rapito dai superstiti di Capitol City e completamente senza memoria?
Una società segreta, al cui vertice ci sono i figli del presidente Snow, cercherà di riconquistare il potere.
Dal testo:
«Cosa mi hanno fatto?» Chiese sconvolto, desideroso di avere risposte per tutte le domande che lo tormentavano.
Dopo un lungo sospiro Rosalie iniziò a raccontare.
«Eri in missione. Ti sei infiltrato fra i ribelli per scoprire i loro piani, tu volevi salvare Capitol City da una fine certa. Loro hanno capito chi eri, sono così crudeli Finnick, hanno lasciato che gli ibridi ti dilaniassero e poi ti hanno lanciato una bomba. Sei salvo per miracolo, i corpi degli ibridi ti hanno protetto.» Troppe informazione tutte insieme. Missione? Ribelli? Capitol City?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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AMNESIA

Virus

 

A SugarCuber, per avermi ridato l'ispirazione.
Grazie.

 

 

 

 

 

 

Gli permisero di sedere insieme agli altri per assistere all'assemblea.
Finalmente era riuscito a rimettere insieme alcuni pezzi della sua vita, si sentì soddisfatto di essere certo sul da farsi. Odiava non essere padrone delle proprie azioni come lo era stato in quei giorni in cui aveva perso sé stesso.
Riportare a galla quei ricordi tanto nascosti era stato estremamente doloroso, se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire la scarica elettrica attraversargli il corpo, ma ne era valsa la pena.

I ribelli, che si definivano protettori della libertà, lo avevano lasciato morire nel modo peggiore.
Si trovava in fondo alla fila, gli ibridi sempre più vicini alle sue calcagna, sentiva l'odore dei loro corpi putridi invadere l'aria. Katniss era riuscita a trovare un'apertura per uscire in superficie e con lei era riuscito a mettersi in salvo anche Peeta, dopo di lui Gale. Si era aspettato che l'aiutasse, che gli tendesse una mano e invece aveva solamente detto alla ragazza che non c'era più niente da fare. A quel punto la ghiandaia imitatrice, dopo avergli lanciato un ultimo sguardo gli aveva lanciato la bomba che lo aveva quasi ucciso.
Desiderava vendetta.
Soprattutto dopo aver saputo quello che avevano fatto ai poveri abitanti di Capitol City. Gli era stato raccontato da Rosalie che centinaia di bambini innocenti erano stati uccisi, famiglie intere trucidate nelle loro abitazioni e i superstiti erano divenuti schiavi dei ribelli.
Dopo molto tempo in cui non aveva potuto muovere un dito Finnick Odair voleva fare qualcosa, per la sua gente.
Sarebbe partito anche subito se glielo avessero permesso. Avrebbe cercato la Ragazza di Fuoco, l'anima ribelle della sanguinosa rivolta, e l'avrebbe uccisa con le sue stesse mani.
Riconsegnando ai fratelli Snow il potere che gli spettava.

L'unico interrogativo che gli era rimasto in mente era quel nome, che continuava apparirgli in sogno senza un volto: Annie.
Una notte però era addirittura riuscito a vederne gli occhi, due splendenti pietre preziose color verde mare, ravvivate da pagliuzze dorate. Lo avevano colpito nel profondo ma non aveva ancora avuto il coraggio di chiedere spiegazione a Rosalie, aveva paura di ferirla parlandogli degli occhi di un'altra donna.
«Bene, vedo che siamo arrivati tutti. E' arrivato il momento di agire.» Annunciò a gran voce Tiberius.
«Sebastian vai a prendere il BVS, sbrigati!» Un uomo dalla pelle leopardata si alzò velocemente al suono delle parole squillanti di Rosalie e sparì dietro una porta scorrevole.
Finnick si chiese che cosa fosse l'oggetto che aveva quel nome, ma aveva la sensazione che non portasse niente di buono.
Pochi minuti dopo l'uomo tornò dentro la sala e appoggiò una valigetta d'acciaio davanti a Tiberius che fece immediatamente scattare la serratura e l'aprì.
«Miei cari signori, questa è la chiave per riappropriarci di Panem e di Capitol City.» Mostrò al pubblico una boccetta contenente un liquido verdognolo.
Con un osservazione più approfondita però Finnick poté notare che la sostanza si muoveva, quasi fosse viva.
«So che vi state chiedendo cosa sia questo ben di Dio, ebbene voglio che sia la sua creatrice a spiegarvelo, è senz'altro più competente di me.» Sussurrò con un ghigno che non aveva niente di gentile.
La donna seduta a fianco dell'uomo dalla pelle leopardata si alzò e si posizionò vicino a Tiberius. Aveva i capelli raccolti profonde rughe sul viso. Sembrava molto vecchia, e spessi occhiali da vista gli donavano l'aria da intellettuale che senz'altro gli spettava.
«La sostanza che avete davanti si chiama BVS dall'unione di tre dei più pericolosi batteri esistenti sulla faccia della terra: il Bacillus anthracis, il Vibrio Cholerae e la Salmonella.
Sono tutte e tre mortali singolarmente e devo ammettere che non è stato semplice unirli, si divoravano l'uno con l'altro. Ho velocizzato il tempo di incubazione, venendo a contatto con il virus si hanno tre minuti prima che i sintomi si facciano vivi e sette minuti prima della morte.» Pronunciò l'ultima parola con fare disinteressato.
«Ovviamente, intimeremo ai ribelli di ritirarsi. Il BVS sarà l'ultima cosa che useremo per riappropriarci di Capitol City.» Spiegò Tiberius, con voce melensa.
Finnick voleva vendicarsi di Katniss Everdeen e dei suoi amici, ma non aveva pensato alle conseguenze per tutta la popolazione. Sapeva che era inevitabile un grande spargimento di sangue, ma sentiva che era sbagliato prenderli alle spalle e ucciderli in sette minuti con un virus.
«In che modo avverrà il contagio?» Chiese una ragazza dai capelli viola e gli occhi dorati.
«Lo immetteremo nell'impianto di areazione di Capitol City e lo sganceremo nei distretti con delle bombe.» La voce di Rosalie era troppo sicura e determinata.
«Perchè infettare anche i distretti? Se uccidiamo tutti, a cosa servirà prendere il potere? Chi comanderemo?» Domandò l'uomo dalla pelle leopardata.
«Nei distretti sganceremo una forma meno pericolosa. Le persone infettate avranno due giorni prima che il virus attacchi gli organi vitali.» Continuò Tiberius.
«Continuo a non capire.. Anche se gli diamo due giorni, a cosa gli serviranno? Moriranno comunque.»Finalmente Finnick si decise ad aprire bocca e a prendere parte all'assemblea.
«Caro, noi abbiamo gli antidoti. Appena gli abitanti si sottometteranno e ci giureranno eterna fedeltà li cureremo.» Rispose Rosalie, che non avendo gradito la sua domanda gli lanciò un'occhiata stizzita.
Finnick non era molto convinto, sentiva che qualcosa sarebbe andato storto. Se doveva combattere voleva essere in prima linea, andare in battaglia, non aspettare che le persone si sottomettessero perchè infettate da un virus letale.
«A questo punto entri in gioco tu, ragazzo.» Disse Tiberius indicandolo.
«Io? Non so niente di virus e batteri..» L'incertezza era dipinta sul suo volto.
«Non essere sciocco, ho persone molto competenti in quell'ambito non ho bisogno di te per quello. Tu sarai il nostro simbolo, rappresenterai le antiche generazioni di Capitol City e chiederai ai ribelli di arrendersi.» A Finnick dava fastidio il tono di superiorità nella voce del giovane Snow, cosa pretendevano da lui che non sapeva quasi niente di sé stesso?
«Perchè proprio io? Come potrei riuscire a convincerli ad arrendersi?» Lo sguardo di Rosalie stavolta era del tutto spazientito, lo trafisse con gli occhi.
«Non ti devi preoccupare di questo. Fidati di noi e basta.» Esclamò quasi urlando.
Sempre più confuso si costrinse a tacere, si sentiva come un burattino nelle mani di un burattinaio troppo esperto.

 

 

 

 

***


 

 

Alla fine non era andata a trovare Susie, aveva impiegato tutta la buona volontà che aveva trovato dentro sé stessa per alzarsi ma non era stata abbastanza.
Stava seduta sul pavimento freddo, ai piedi del letto. Una foto di Finnick stretta sul cuore e lacrime silenziose sgorgavano dai suoi occhi, persi in un altro tempo.
Si era ripromessa che ogni giorno avrebbe revocato un ricordo del suo amato per non dimenticarne mai il suono della voce, o i riflessi sui capelli biondi bagnati dall'acqua salata.
Ogni dettaglio di lui era immensamente importante.
Ripensò al dolore che leggeva nel suo sguardo ogni anno alla Mietitura, le parole di consolazione che le aveva dedicato, pur non conoscendola, quando era stata chiamata come tributo.
Le infinite ore sul treno diretto a Capitol City, in cui le aveva spiegato i trucchi per rimanere in vita, assicurandole che avrebbe fatto tutto il possibile per conquistarle un gran numero di sponsor.
La prima volta che le aveva fatto andare il cuore in gola, soffocandola quasi: era la sera prima del suo ingresso nell'arena, Finnick era passato a trovarla per augurarle buona fortuna e quando l'aveva trovata in lacrime si era fermato con lei, cullandola fra le braccia tutta la notte. Al suo risveglio lo aveva trovato ancora lì, beatamente addormentato con i capelli scompigliati. Aveva impresso quell'immagine nella sua mente, sicura di non aver mai visto niente di più bello al mondo.
Invidiò le donne che lo avevano avuto, avrebbe dato qualsiasi cosa per rimanere lì ad osservarlo per sempre. Ma troppo presto Monique Beauty aveva bussato alla porta, riportandoli entrambi alla realtà. Odiava vedere il rapporto che c'era tra lei e Finnick, solo al suo ritorno come vincitrice aveva scoperto tutti i sacrifici che lui aveva dovuto fare per mantenerla in vita, non facendole mai mancare il necessario.
Le aveva dato un motivo per vivere.
Qualcuno da cui tornare, qualcuno per cui lottare.

 

 

 

 

 

Angolo autrice:
Voglio parlarvi a cuore aperto, amo questa storia perchè almeno qui Finnick è ancora vivo, ma con il tempo che scarseggia e la marea di impegni che ho per me è molto difficile portarla avanti.
Ho anche paura che non ci sia nessuno di davvero interessato a quello che scrivo, se sbaglio qualcosa ditemelo per favore.
Secondo voi devo continuare? Aiutatemi please, ditemi cosa ne pensate.

Much love

-Lisa
 

   
 
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