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Autore: gio694    11/12/2013    0 recensioni
Che rumore fa un piatto che cade e si rompe? Lo stesso che fa una persona che viene annientata.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ISTRUZIONI PER UN CUORE RATTOPPATO

 

Che rumore fa un piatto che cade e si rompe? Lo stesso che fa una persona che viene annientata.                                                                                                           Tra il silenzio di una stanza vuota e del telefono che non squilla sto io, così ferma e immobile che la polvere mi si deposita addosso e io non faccio nulla per mandarla via. E' la legge del mondo reale, sopravvive chi è in movimento, chi non giace inerme sul letto tra le lenzuola impregnate delle proprie lacrime, il mondo è di chi nonostante le ferite aperte che sanguinano copiosamente prende un pezzo di scotch e rattoppa come meglio riesce il proprio cuore, lo ripone in un posto sicuro ed esce di casa per affrontare la vita. Non sta più sotto le coperte a piangere e a ripetersi che tutto gli è crollato addosso troppo velocemente, ma ha trovato la forza per alzarsi, vestirsi, anche se fa freddo e tutto intorno è grigio, ed uscire da casa per andare a sistemare quel mondo che gli è letteralmente caduto addosso. Nessuno dice che è facile. Bisogna rimuovere una cosa alla volta, risorgere dalle ceneri contando solo sulle proprie forze e rimuovere tutti i numerosi ostacoli che si troveranno inevitabilmente su questa ripida salita. E' un percorso lungo, è anche un percorso di guarigione, cercare di andare svegliarsi ogni giorno e non cedere alla tristezza e alla depressione, ma aiutandosi con i gomiti e le ginocchia ci si alza pronti ad affrontare il mondo, mettendo da parte le lacrime, la tristezza, il dolore ma sopratutto mettendo da parte il rimpianto di quel che è stato e di cosa sarebbe potuto essere....

L'amore che si poteva accettare, l'amicizia che si poteva coltivare, le materie che si potevano studiare, quante cose sono state negate al quel piccolo cuore, prima forte e sano, ora singhiozzante. Qualcuno dice “se non è accaduto quello che volevi è perché Dio ha un'altra strada per te!” Facile da dire, ma così difficile da credere. Perché fa tremendamente paura andare incontro all'ignoto quando tutto cambia così velocemente.

Allora mi chiedo può un cuore rattoppato prendere scelte importanti?

Sicuramente le prenderà con una consapevolezza maggiore, anche se nulla riuscirà ad eliminare la paura per quello che non si conosce.

Tristezza, dolore, lacrime, nostalgia, rassegnazione e infine rabbia. Questo è il circolo vizioso della condizione dell'essere umano triste, dopo tutte le lacrime versate, le canzoni tristi ascoltate, gli oggetti lanciati contro i muri e le capocciate date all'armadio per i nostri sbagli, adesso e solo a questo punto arriva la consapevolezza che bisogna ricominciare, accantonare il passato, costringersi a sorridere almeno dieci volte al giorno, passare più tempo possibile con le persone che ci fanno stare bene e cercare di restare da soli solo quando è strettamente necessario.

Altri ancora dicono che quando hai toccato il fondo non puoi che tornare su, io non sono per niente d'accordo, per me si possono presentare due atteggiamenti, il primo, quello in cui tutti sperano è la ripresa totale del controllo sulla propria vita, il secondo, invece, sta nel crogiolarsi nel fondo del proprio fallimento.

Sta a te scegliere, se scegli di risalire la cima di quel pozzo buio in cui sei scivolato devi seguire delle semplici regole:

Mai e sottolineo MAI lasciarsi andare ai ricordi, mai immaginare cosa sarebbe potuto accadere, mai immaginare che le cose un giorno torneranno come prima. E' concesso solo immaginare un nuovo futuro, una nuova vita, un nuovo destino....

Sono queste le istruzioni per rialzarsi in piedi!

 

Poi un giorno ti svegli e sei grande.                                                                                                                                                                                                     Ti senti cresciuto, se ti specchi sei sempre uguale, i soliti capelli indomabili e semmai qualche nuovo brufolo, è dentro che è accaduto qualcosa di nuovo, una nuova sensazione che ti pervade...forse si può chiamare senso di responsabilità? Non so, eppure pensi di essere sempre stato una persona responsabile. Così ti guardi in giro, e ti accorgi del tuo cambiamento, il bancomat nel portafogli, un tailleur nell'armadio, il contratto appena firmato (anche nell'angolo sbagliato del foglio), non più zaini, non più dizionari e libri sparsi dappertutto, non apri più l'armadio dove tenevi i quaderni, perché tanto sai già che non li troverai più. Tutto è scomparso perché tu hai voluto far scomparire tutto. Ma più di tutto il cambiamento lo noti guardando la bacheca delle foto attaccata appena un anno fa; tutte quelle persone che ti baciano, ti abbracciano e dichiaravano al mondo che ti volevano bene non ci sono più...                                                                                                                                                                

e quando vecchie persone vengono cancellate dalla nostra vita e nuove ne prendono il posto, cresci, inevitabilmente!                                                                                  

Ma ti ostini a tenere lì, davanti ai tuoi occhi quei vecchi dolci ricordi.

  
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