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Autore: Eliessa    11/12/2013    3 recensioni
Anna ed Emiliano, due vite ed un solo cammino.
Quello che i due ragazzi non sanno, è che il destino ha riservato per loro una sorpresa.
Riusciranno ad essere più forti di tutto quello che, forse, li sta allontanando?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Io non ci riesco ad andare avanti così



 
Uno squillo di cellulare.
Una chiamata.
Numero anonimo.
Nessuno che dall’altro lato del telefono risponde.
Cinque secondi e poi… Chiamata terminata.
 
Emiliano, che per rispondere si era alzato dal letto, ritornò  dalle ragazze.
-Chi era?- chiese Anna per curiosità.
-Nessuno.- rispose Emiliano.
-Come nessuno? Dai chi era?- continuò a chiedere Anna.
-Chiunque fosse ha riattaccato senza dire nulla, era una chiamata anonima.-
-Chiamata anonima?!-
-Sì Anna.- La ragazza guardò negli occhi Emiliano come a cercare un po’ di conforto, come a dire: promettimi che andrà sempre tutto bene, che tu ci sarai ed io sarò tranquilla. –Dai, allora cosa stavamo dicendo?- chiese Emiliano per cercare di non mostrarsi ancora più preoccupato di quanto già non lo era.
-Ma niente.- rispose Monica. –Parlavamo di Londra. Un po’ mi manca.-
-Puoi sempre ritornarci.- disse Sonia.
-Ho detto addio a quella città per molto tempo. Ora che ho ritrovato mio fratello, la mia vecchia amica e… una cognata voglio stare qui. Credo che sia il luogo migliore per ricominciare per la seconda volta una nuova vita.- Intanto Anna, immersa nei suoi pensieri, decise di alzarsi.
-Dove vai?- chiese Emiliano.
-In bagno.- rispose Anna. –Vuoi che ti porti qualcosa tornando?-
-No, grazie.- Anna uscì da camera sua. Aveva inventato una balla, non doveva andare in bagno, voleva solo uscire da quella stanza. Non voleva che Emiliano la vedesse preoccupata, non voleva che vedesse nei suoi occhi la paura di perderlo e più cercava di stare calma e tranquilla e più non ci riusciva.
Finché tutto non sarebbe finito doveva impaperare a convivere con la paura che ormai si era impossessata di lei. Intanto, mentre era in cucina, dal salone arrivò Marco.
-Ehi, indecisa su cosa mangiare?-
-Marco!- esclamò Anna. –Eh… no. Pensavo.-
-A cosa?-
-Che ho paura Marco, tanta paura.-
-Il padre di Emiliano si è rifatto vivo?-
-Forse sì.-
-Che vuol dire forse si?-
-Prima Emiliano ha ricevuto una chiamata anonima, ed io scommetto che era lui. Io non ci riesco ad andare avanti così… mi sento…-
-Come?-                                                     
-Non lo so neanche io, so solo che ho paura e non posso dirlo ad Emiliano, va a finire che mi da della bambina ed è la volta buona che mi lascia.-
-Ora esageri un po’. Secondo me, dovresti semplicemente parlargli.-
-Ma ne abbiamo parlato Marco,ma è difficile lo stesso. Se questa situazione non finirà non sono tranquilla e serena.-
-E come pensi che finirà?-
-Non lo so, e questo mi fa ancora più paura. Emiliano lo conosci, è impulsivo, potrebbe fare di tutto.-
-Sono sicuro che andrà tutto bene.- cercò di rassicurarla Marco in un abbraccio.
-Grazie Marco. Ora torno da Emi e le altre, altrimenti mi danno per dispersa.- Continuò Anna asciugandosi una lacrima.
-Mi raccomando Anna, uhm!- A quelle parole Anna annuì e tornò in camera.
-E’ pronto il pranzo?- chiese Emiliano appena Anna entrò in camera.
-Ma solo a mangiare pensi?- Tutti si misero a ridere.
-Si, ma io sono malato, devo nutrirmi.- rispose Emiliano.
-Ed io sono incinta e devo mangiare per due.-
-Ok, basta.- s’intromise Sonia. -Altrimenti andiamo avanti così fino a domani mattina con voi due.- Dopo un’oretta da quella chiacchierata, il pranzo fu servito. Anna ed Emiliano passarono la durata del pasto in allegria, o meglio senza pensieri per un po’ di tempo, ma i pensieri vanno e vengono, basta un niente per far scaturire un pensiero che porti al peggio. Un telefonino che suona, qualcuno che suona il campanello, basta un niente.
Dopo pranzo, Sonia e Monica andarono via anche perché la prima aveva da fare per la serata: Fabio l’aveva invitata a cena e Monica decise di ritornare al casale per lasciare riposare il fratello che pur vedendolo ridere e
scherzare, stava male non solo moralmente ma anche fisicamente.
Intanto nella stanza delle ragazze Alice stava preparando le valige. Lele ch era appena uscito dalla camera di Maria la vide e decise di parlarle.
-Allora non mi sbagliavo quando pensavo che tu non eri qui solo come la madre dei gemelli.- iniziò Lele stando sul ciglio della porta.
-No, non ti sbagliavi. Ci ho provato ed ho fallito. Chissà, forse è il mio destino: trovare uomini sbagliati. Sbagliati per me.- Lele entrò in camera.
-L’uomo del master americano, Sergio, Pierre… Io.-
-No, tu no Lele. Tra i tanti tu non sei stato quello sbagliato, nella nostra relazione quella sbagliata ero io.-
-Alice…-
-No, non aggiungere altro Lele. Torno a Parigi, da qualche parte devo pur ricominciare e voglio farlo da lì.-
-Va bene, se è questo quello che vuoi, a me sta bene.-
-Non sarà facile per i bambini, ma spero che capiranno.-
-Tutta al più verremo a Parigi a trovarti oppure potresti scendere tu, magari per le feste.-
-Vedremo, per il momento ritorno a Parigi, poi si vedrà.- Bobò, Inge ed Elena salendo in camera di quest’ultima sentirono la frase della madre. I gemelli entrarono, mentre Inge decise di rimanere fuori ad aspettare.
-Come vai via?- chiese Elena.
-Vieni qua Elena.- disse Alice. –Io e vostro padre non possiamo più vivere nella stessa casa, non siamo più sposati quindi è giusto che io ritorni a Parigi, ma voi potete venire quando volete.-
-Anche se non siamo più marito e moglie lei è sempre vostra madre.-  Bianca che era salita per andare in bagno vide la figlia appoggiata al muro.
-Che ci fai qui da sola?- chiese Bianca.
-Bobò ed Elena sono dentro con Lele e Alice. Ha deciso di tornare a Parigi.-
-Ah!- Esclamò Bianca sorpresa.
-Voi siete liberi di vederla quando volete, basta solo chiederlo e vi porto da lei.-
-E Bianca?- chiese Bobò. –Non le da fastidio se ti chiediamo di vedere la mamma?-
-No, non le da fastidio. E’ un po’ come con Gus, a me non da fastidio che lui stia qui con noi. Qualsiasi siano i rapporti tra noi grandi, voi non dovete risentirne.-
-Forse siamo un po’ cresciuti per questi discorsi papà.- disse Elena.
-Hai ragione.- rispose Lele sorridendole.
-Però… papà possiamo accompagnare mamma insieme all’aeroporto?-
-Va bene. Ora esco voi se volete state qui ad aiutare mamma.-
-Si, ma chiamiamo Inge che ci aspetta fuori.- disse Bobò.
-Come fuori?- chiese Alice. Lele uscì dalla camera per controllare e infatti la vide, ma oltre a lei c’era anche Bianca.
-Inge, se vuoi puoi andare.- le disse Lele e sorridendogli entrò in camera e chiuse la porta. –E tu da quanto tempo sei qui?-
-Un po’.- ripose Bianca.
-Un po’ quanto?-
-Non importa.- ripose con uno dei suoi migliori sorrisi Bianca.
-Senti, io accompagnerei insieme ai gemelli Alice…-
-All’aeroporto. Tranquillo, so tutto.-
-Ho il tuo permesso?- chiese scherzando Lele.
-Per questa volta sì Martini.- Lele baciò Bianca e poi busso alla porta della camera di Maria.
-Maria, posso?-
-Sì, entra.- Maria era sul letto con marco ed i bambini a giocare. –Volevo dirti che Alice torna a Parigi, parte fra poco.-
-Come torna a Parigi?-
-Torna a Parigi, non c’è altro da dire.-
-Però io una cosa devo dirtela, magari quando sei libero.-
-Non mi piace quello sguardo.-
-E fa bene a non piacerti.-
-Vabbeh, ti aspetto dopo di sotto per salutarla.-
-D’accordo.- rispose Maria.
Dopo poco più di un’ora erano tutti riuniti in salone: Libero, Enrica, Lele, i gemelli, Inge, Bianca, Anna, Emiliano, Marco,  Maria e li avevano raggiunti anche Ciccio con Trecy.
-Guardate che non è un addio.- disse Alice quando vide l’esercito dei Martini al completo.
-Lo sappiamo, ma dovresti sapere che noi siamo sempre così… invadenti.- disse Anna.
-Mi raccomando Anna, stai a riposo e bada ad Emiliano.- disse facendole l’occhialino.
-Ci proverò.- ripose Anna.
-Bella mia.- iniziò Libero.
-No Libero, non iniziare a piangere altrimenti non ti saluto. Ma volete mettervi in testa che io sto solo tornando a casa?-
-Allora fai buon viaggio.- disse Libero.
-Ci chiami appena arrivi a Parigi?- chiese Elena.
-Certo che vi chiamo.-
-Ciao mamma.- disse Bobò mentre insieme ad Elena l’abbracciarono.
-Ciccio e Trecy, tenetemi informata sulla nascita dei bambini, eh.-
-Certo zia.- rispose Ciccio.
-Bianca, mi raccomando anche te, eh.- Bianca l’abbracciò.
-Zia… in una prossima vita impara a darmi retta quando sono piccola.-
-Lo terrò a mente.- disse Alice abbracciando la nipote. –Allora ciao famiglia.- e tutti le risposero con un ciao in coro. Ad accompagnarla fuori ci fu solo Enrica.
-Tesoro mio, sei sempre mia figlia ed io vorrei solo che tu sia felice.-
-Non sarà facile, ma ci proverò. Magari ti aspetto a Parigi, che dici, eh?-
-Promesso.- Enrica abbracciò la figlia.
-Allora, vogliamo andare? L’aereo parte.-
-Arrivo Lele. Ciao mamma.- E così, Lele, Alice ed i bambini s’infilarono in macchina per andare all’aeroporto.
In casa Martini invece tutti ritornarono nelle loro stanze, o alle loro faccende.
Anna ed Emiliano decisero di stare in salone a vedere un bel film e mentre lo guardavano Emiliano iniziò a parlare.
-Lo so Anna. Lo so che hai paura, anche io ne ho.-
-Perché non me lo dici guardandomi negli occhi?- chiese Anna e così Emiliano si girò e la guardò dritta negli occhi.
-Anna io ho paura, ma non posso permettermi di farti vedere il mio lato debole ora. Uno dei due deve essere più forte dell’altro. Conosco mio padre e so che tornerà a farsi vivo, non so quando ma so che accadrà. Ti chiedo solo di avere pazienza insieme a me e di starmi vicino.- Anna senza replicare una parola lo baciò davanti gli occhi del nonno che ancora non si era abituato all’idea che la sua Annuccia ora era Anna e stava crescendo

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Rieccomi tra voi :)
Buonasera <3
Finalmente vi posto un altro capitolo. Come sempre ringrazio tutte le persene che continuano a seguirmi e vi lascio i link delle mie pagine facebook, caso mai volete passare :D
Ci sentiamo al prosssimo capitolo, Eliessa <3


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