Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Archybald    11/12/2013    2 recensioni
ATTENZIONE! Klaine ambientata durante la WWII (primi anni di guerra).
*
Con l'avvio della guerra, Kurt è costretto a scappare a Lipsia col padre malato per evitare l'arruolamento obbligatorio. Qui deciderà di travestirsi da donna per non farsi riconoscere, rischiando il tutto per tutto pur di salvare la famiglia. Intanto Blaine, un militare, figlio di un ufficiale tedesco, arriva in città. Nonostante il pericolo, entrambi finiranno per innamorarsi, ma Blaine non sa' che segreto nasconde la donna che ama...
*
Stato: Conclusa
Aggiornamento: Una volta a settimana.
AVVERTIMENTI: Possibile /e probabile/ OOC dei personaggi! (cercherò di starci attenta in ogni caso) Tematiche delicate. NON è incentrata sulla Shoha o le stragi ebree. Quasi nessun riferimento al razzismo e lievi accenni al nazismo. Per favore leggete il piccolo paragrafo introduttivo!
*
Ho aumentato il rating da arancione a rosso per delle scene che ho aggiunto alla bozza. Spero di renderla una storia soddisfacente! Grazie a chiunque legga, sappiate che vi adoro! ;DD
Genere: Angst, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 photo BANNER3Von_zps11654a18.png

 

VON LEIPZIG MIT LIEBE

 

DAY 13th. _ FOTOGRAFIE (La fotografia)

 

 

 

''Hai mai pensato a come sarebbero andate le cose, se quel giorno avessi avuto giusto un mazzo di gardenie in più, tra le rose e l'erica? ...''

 

 

 

E' buffo pensare come il tempo primaverile possa essere imprevedibile e giocondo, quando all'essere umano basterebbe solo sapere quando è il momento migliore per seminare.

Ecco, quella mattina si potevan ringraziare i cieli per quei pochi raggi di luce calda che filtravano dagli scuri scheggiati della camera. 

 

Sembrava quasi un miracolo che la pioggia dei giorni scorsi, che aveva accompagnato ciascuno dei suoi sonni irrequieti con suo frastuono immenso, e aveva nascosto ogni lacrima di Kurt, ora, giunta la pace dei sensi, avesse ceduto il trono a quel lieve tepore dell'estate, ancora così lontana, eppure sogno agognato di ogni giovane contadino dei villaggi lì vicino. 

 

Blaine amava la primavera. Aspettava con entusiasmo i girasoli caldi e luminosi, ma non disprezzava mai il fascino sottile di questa stagione che, così capricciosa, gli ricordava tanto una dama indispettita ed elegante, desiderosa d'esser corteggiata. 

 

Kurt, sotto quel meraviglioso fascio, che lasciava appena intravedere il pulvisco della stanza, appariva come un giovane semidio, incorniciato d'oro, nudo e splendido tra quelle coperte così malridotte e decadenti. 

 

Blaine sorrise, così sereno con sé stesso e col mondo che non avrebbe potuto accorgersi nemmeno per indizio del tempo che scorreva così veloce da star male, e dell'ambiente grottesco che li accoglieva e li circondava di decadenza.

 

La notte prima aveva provato, per la prima volta, quanto di più perfetto potesse esistere nella sua vita, così intenso e spettacolare, così profondo e giusto che si era sentito rinascere dalle ceneri del suo vecchio sé, inalzandosi da quei panni consumati come l'araba fenice all'alba di quel nuovo giorno.

 

Ecco, così, come se insieme ai suoi pregiudizi e alle sue paure fossero morti ben altri aspetti del vecchio soldato cresciuto tra la seta, Blaine fissava quel giovane uomo con quanta più calma e serenità, ora consapevole davvero dei suoi sentimenti e dei battiti mancati del suo cuore.

 

Non fu con passione, né con stoltezza, né turbato o colto dalla necessità di gridarlo a tutto il mondo; 

 

Quando si abbassò piano a baciare quella pelle pallida, simile al marmo o alla porcellana vergine dalle tinte allegre e dai ricami tradizionali, solo allora sussurrò un 'Ti amo'' il primo accarezzato da tanta consapevolezza, da quel mattino del giorno prima. 

 

Se lo erano ripetuti spesso, come un mantra, prima tra le urla, poi tra le lacrime, poi tra i gemiti e i sospiri. 

 

E sempre con quello scopo dietro, di far sapere all'altro che lui cera, che era qui, che era pronto, a rassicurarlo, a renderlo certo e ancora complice di quel sentimento così intimo e profondo.

 

Ma alla luce del nuovo giorno, quel ''Ti amo'' suonò solo e unico; un sussurro flebile, che non desidera una risposta, nato per dare e per concedersi un ultimo momento con quelle note amabili. 

 

Era stato piuttosto una conferma.

 

Sì, Kurt. Sono serio. Questa volta, se tu lo vorrai, sarà per sempre.

 

 

 

 

 

 

Gli sbadigli di Blaine assomigliavano tanto al ruggito roco di un leone. 

Il Re della savana si aggirava stanco per quei pochi metri che ricoprivano l'appartamento. 

 

Kurt si era svegliato già da qualche minuto ormai. Impossibile dormire quando sai di essere osservato a lungo, così esposto e nudo e solo Lui. Nient'altro che lui. 

 

Non aveva la forza fisica di alzarsi e cucinare, di aprire scuri e finestre e stendere al sole le coperte che odoravano ancora così tanto di loro. A mala pena si muoveva, leggermente, coccolandosi e fregando come un cucciolo le gambe calde e le braccia intorno al busto, fissando poi, dalla sua posizione, i movimenti lenti e stanchi dell'amante.

 

Oh. Amante.

 

E' così che avrebbe dovuto chiamarlo, per cui, d'ora in poi? Non era pratico con queste cose, Kurt. 

 

In genere socializzava poco con la gente. Aveva da sempre avuto pochi amici, le persone care si contavano appena sulle dita di una mano. Quelle poi che potevano ancora rimanergli accanto e sostenerlo, beh, si riducevano ormai appena a due. 

 

Per cui ecco, tutto ad un tratto, di nuovo quella strana intimità che lo intimidiva e che adesso era cento volte più realistica e pressante, così enormemente vera, così enormemente loro da star male e spingerlo a nascondersi tra le coperte calde. 

 

-Sei sveglio.-    oh, come suona dolce ed assonnata la tua voce.

 

-Lo sono. Da un po' anche...-      e sembrano arrossire entrambi, colti dall'imbarazzo e dal piacere di trovarsi stanchi e seminudi, l'uno davanti all'altro, ricordi entrambi di quella sera e come giovani sposi, già desiderosi di passare insieme un altro giorno.

 

-Abbiamo dormito parecchio...-

 

-Quasi un giorno, tra pause e intervalli vari.-

 

-Tra pause e intervalli vari...-    ed è malizia quella che sporca appena la voce soffice di Blaine, quando questi si avvicina a quel letto, pronto a baciare ed amare il suo uomo ancora e ancora, dipendente e drogato di quelle labbra gonfie e lucide e del corpicino morbido e chiaro. 

 

Kurt non avrebbe mai potuto abituarvici, ne era certo. 

Ancora una volta, le coltri di lana furono antro e tana per il volto in fiamme e sconcertato del ragazzo, troppo giovane, o troppo ingenuo per tollerare un tale tenore di vita. 

 

-No, Blaine.. no! La casa. E' un disastro!-    gridò appena, divertito, quando sentì su di sé il peso morto dell'uomo che gli si era gettato contro.

 

-Oh, confermo. Totalmente!-

 

-Non provare a prendermi in giro! Alzati dai...-    e la voce uscì ovattata e leggermente acuta, mentre quel cumulo di coperte si muoveva e divincolava dalla stretta.

 

-Kurt, stavi per partire! Non ho mai visto una casa più in ordine. Se hai voglia di rassettare puoi sempre venire da me a trovarmi in settimana. Sai,non sono mai stato portato eccessivamente per la pulizia e potrei, dico potrei, aver lasciato l'appartamento un po' in disordine!-

 

-Eccola! L'ammissione! Dillo che ti servo solo per pulire la casa.-

 

-Oh, Kurt.-  sussurrò divertito, mentre stringeva quel bozzolo. -Esci di lì che ti mostro a cosa mi servi.-

 

-BLAINE! Ma non amavi le donne fino a tipo due giorni fa??-   e appena quelle parole lasciarono la sua bocca, subito se ne pentì, uscendo lentamente per poter guardare l'uomo negli occhi e la sua reazione.

 

Ma il moro lo fissava serio, l'accenno di un sorriso sulle labbra e lo sguardo fisso in quel blu color del mare. 

 

-E' così. O almeno penso. Forse non le ho mai amate davvero...-

 

-Cosa significa?-

 

-E' complicato giudicare il mio amore verso il gentil sesso, quando l'unica donna per cui ho perso il cuore si è rivelata in verità un uomo.-      la sua risata divertita sciolse il cuore a Kurt, che arrossì timidamente, coprendosi le guance con un palmo e guardando altrove.

 

-Provi rancore?-

 

-Non potrei mai. Non dovresti nemmeno domandarlo dopo l'altra sera.-

 

-Perdonami. E' che è tutto così nuovo da star male. Ancora devo abituarmici. 

Sai? Tempo fa arrivasti a dirmi, tra la rabbia, che ero avvantaggiato a saper di che morte stavo morendo. Niente affatto. Ogni mia frase, ogni mio gesto, era come un passo avanti lungo un filo sospeso nel vuoto. Non sarei mai stato in grado di tornare indietro senza cadere e neppure riuscivo a vederne la fine. Ingoiavo la paura e tremavo, ogni centimetro di quella corda penzolante. Aspettavo quella svista che mi avrebbe fatto scoprire e uccidere e pregavo nel tuo buonsenso, senza nemmeno rendermi conto del perché continuassi a farlo.

 

Beato te, che hai vissuto ogni momento con spensieratezza.-

 

-Kurt... mi hai temuto ogni momento, sin da allora?-     il ragazzo lo fissò negli occhi, un sottile velo di tristezza sul sorriso candido.

 

-Temo tuttora. Qualunque mossa faremo da qui in avanti sarà come camminare su quella corda, senza protezioni o imbragature o reti a proteggerci. Potrai mai perdonarmi per averti spinto con me lungo questo precipizio?-

 

-Non dire sciocchezze.-   e sorrideva con amore, Blaine, di fronte a tali dure parole. -Non rimpiango un attimo, un secondo del mio tempo. Ogni scelta è valsa il tuo sorriso. Non credo che avrei mai potuto esser felice come lo sono ora senza conoscerti...-

 

-Esageri!-    ma non avrebbe desiderato altro che sentir quelle parole sempre.

 

-Oh, no. Affatto! Non sminuirlo così.-

 

Kurt si alzò lentamente in piedi, le coperte di lana che scivolavano come seta morbida sul corpo nudo e spigoloso del ragazzo. Raggiunse lentamente il vecchio cassettone, i muscoli intirizziti dal sonno e dal lieve fastidio. Quei cassetti che celavano i suoi abiti di donna erano ancora aperti, segno del tentativo, di due sere prima, di fuggire lui e lui solo, un piccolo bagaglio che adesso, con lucidità, gli sembrava effettivamente dannatamente poco. 

 

-Mi mancheranno un po' quei tuoi abiti colorati...-

 

Kurt si voltò fissandolo divertito, mentre chiudeva con una cintura troppo larga i pantaloni abbondati. Era dimagrito ancora, e quelle stoffe glielo gridavano contro con arroganza.

 

-Non credere che d'ora in poi girerò tra le vie di Lipsia presentandomi come Kurt. Sarebbe come portarsi un bersaglio bianco e rosso sulla schiena. Diamine... devo fare un altro buco...-

 

Blaine si avvicinò ancora nudo, infilandosi una camicia chiara per coprirsi appena ed afferrando il coltello dalla cucina.

 

-Dammi qua... Pensavo avessi rinunciato al tuo travestimento.-

 

-Era ciò che avevo deciso, difatti. Ma se rimango a Lipsia le cose dovranno mantenersi il più simile possibile, o desterei sospetti.-

 

Blaine fissò la vecchia cintura, a cui aveva dovuto incidere con forza altri due buchi. 

 

Era come se tutta la gioia e l'entusiasmo del momento cominciassero a dissolversi appena, come una nebbiolina dolce, lasciando a trasparire sullo sfondo i dubbi e i problemi che di lì in avanti avrebbero dovuto affrontare lui e Kurt di fronte a questa relazione così stupenda e fuorilegge, che avrebbe potuto strappar loro la vita.

 

Oh Kurt. Kurt che stava dimagrendo sempre di più. Kurt che appariva stanco, spossato, impaurito anche se cercava di nascondersi tra qualche battuta e qualche sorriso. E Blaine non ce la fece ad affrontare in faccia la realtà. Troppo presto, troppo intenso. Era appena giunto a concepire loro due come amanti, aveva appena accettato d'amare un uomo. Non avrebbe potuto pensare come il compagno a questa verità, a quest'ansia che avrebbe potuto assalirli.

 

E così chiuse gli occhi e giocò al suo stesso gioco. 

 

Ridere. Fingere che non fosse così grave come sembrava. E non pensarci più.

 

No. Non pensarci più.

 

-Le voci girano... Soprattutto in paese. Si verrà a sapere che mi sono accompagnato la notte con la bellissima e nubile Elizabeth. Senza marito e senza dote. Oh, perbacco. Dovrò chieder la vostra mano!-

 

Disse ridendo, cingendo il busto di Kurt e baciandolo con passione, accompagnando al gesto un piccolo caschè imbranato. 

 

-E chi le dice ch'io non abbia la dote!-   stava al gioco, ridendo e afferrando uno scialle blu notte dal cassetto lì accanto.

 

-Non mi dica! Mi renderà un uomo milionario sposandola! Venga, balliamo!-

 

-Oh, no, Blaine... Lasciami sciocco! Che imbarazzo...-   

 

Il moro lo aveva afferrato per i fianchi e lo guidava per la piccola stanza, ballando qualche danza popolare e ridendo quando Kurt inciampava su un cuscino o su sé stesso, finendogli tra le braccia e impedendo i movimenti scorrevoli.

 

-Madame, credo sia necessario un piccolo corso di ballo prima del matrimonio! Non vorrà cadere a terra proprio davanti a tutte quelle persone.-

 

-Grazie tante! Ballare non ha mai fatto parte delle mie priorità.-

 

-Dice così perché non sa' farlo! Scommetto che non ci ha mai provato proprio perché poco dotata.-

 

-Sbagli, purtroppo. Non ci ho mai provato perché non potevo permettermi di spender soldi in sciocche lezioni di ballo.-

 

Blaine si fermò di colpo, fissando Kurt con malinconia e dispiacere, mentre questi si aggrappava maggiormente a lui, fissando altrove, verso quel vecchio cassettone impolverato.

 

Cominciava a provar particolarmente freddo, il torso nudo coperto appena sulle spalle da un sottile scialle di velluto. 

 

Mentre si discostava per vestirsi, sentiva l'aria caricarsi di pesante disagio e gli occhi di Blaine macchiarsi ancora di più di quella compassione sincera che spezzava Kurt ogni volta di più.

 

Sapeva che non avrebbero potuto continuare a giocare a lungo, quindi si sporse verso l'uomo, lasciandogli un bacio timido sulle tempie e un sorriso caldo, colmo di tristezza.

 

-Mi dispiace...-   sussurrò io moro, cercando d'afferrarlo.

 

-Oh, no, ti prego. Non dispiacerti. E' la verità, non posso farci molto altro.-

 

-Sono stato un cafone...-

 

-Blaine, no. Non ti permetto.-  lo interruppe Kurt, allacciandosi la vecchia giacchetta. -Non è colpa di nessuno di noi due se la tua camicia è in seta mentre la mia è di lana grezza. Non avrò mai imparato a ballare come una principessa ma non sarà certo la fine del mondo, non credi?-

 

-Posso farti una domanda?-   chiese il moro, afferrando da dentro il cassetto un cappellino panna, ricamato da gemme e pizzo, e lisciando la retina in tulle col palmo della mano.

Kurt lo fissava di traverso, finendo di piegare nel frattempo le coperte scivolate in terra.

 

-Un'altra delle tue dolci domande indiscrete, non è così?-  e sorrideva mentre lo diceva, consapevole dell'attitudine del moro al mettere sempre la gente in imbarazzo.

 

-Come? No veramente... Perché dici che sei nato tra la lana eppure indossi degli abiti da donna così preziosi. Anche le prime volte che ti ho visto, l'ho pensato, in parte. Certo... molti sono da tutti i giorni e quindi usati e consumati. Ma la collana di perle... il velluto, le pietre preziose, gli orli ricamati...-

 

-Mi stai chiedendo se li ho rubati?-  chiese ridacchiando, finendo di fare il letto.

 

-No! Davvero, no! Ma non mi hai mai detto a chi appartenevano.-

 

-Erano di mia madre, come puoi intuire. Lei era di buona famiglia, in verità. I miei nonni furono dottori per generazioni, e prima di andare in rovina e scappare studiavo anch'io per entrare all'università di medicina di Bayreuth.

 

-Tu medicina? Sul serio?? Cos'è successo?-

 

-Non mi sembra un'idea così assurda in verità... Quando mia madre morì ci lasciò un ingente capitale ma mio padre non studiò certo come economista, puoi immaginare. Avevamo dei debiti, sebbene non molti e piuttosto gestibili. Poi il secondo matrimonio, una casa più grande, nuove tasse e nuovi debiti. Mio padre era un saldatore, non un avvocato. Poi Carole morì, Finn partì per la guerra, papà si ammalò... insomma, non è stato un bel periodo.-

 

-Ma dal nulla? Voglio dire, tutto in una volta?-    Kurt fissò Blaine, ora seduto sul letto, lo sguardo angosciato di chi si sente raccontare una tragedia che non ha vissuto e a cui fatica a credere.

 

-Nel giro di due, tre anni, sì. Sia ringraziato il cielo che non ho dovuto lasciare mio padre per la guerra! O non avrebbe avuto più nessuno a cui chiedere aiuto, se non il Signore.-

 

-Per questo siete venuti qui? Per questo ti travesti da donna?-

 

Blaine si morse la lingua mentre osservava Kurt rivolgersi a lui quasi con serenità, come se nel dolore, nell'angoscia, nella paura, avesse ormai fatto a patti con tutto ciò, arresosi quasi all'idea che le cose non avrebbero potuto andare diversamente, se quello era il destino.

 

Si pettinava i capelli biondi e sistemava i copri divani del salotto mentre le parole di Sebastian tuonavano con consapevolezza nella mente del giovane soldato. 

 

''...quel ragazzo ha fatto questa scelta per altri motivi, motivi che immagino tu non conosca affatto, e a cui non dai nemmeno una possibilità...'

 

Altri motivi. 

 

Era vero. 

 

Blaine lo aveva amato. Lo aveva odiato. Lo aveva ripudiato, sentendosi deluso. Si era persino concesso di definirlo ''l'uomo della sua vita'' una volta capito ciò che provava davvero. Ma era sempre lui.

 

Blaine, Blaine, Blaine.... quanto egoista era stato? Non sapeva nulla di quel ragazzo pallido e così emotivo e fragile. Non sapeva in verità nemmeno quanti anni avesse. Si era concentrato sui suoi sentimenti, si era sentito così bene pensando a loro due, a quanto si amavano, a quanto lo amava.

 

Non era stato capace di comprendere quegli sguardi terrorizzati e quei pianti soffocati della sua Elizabeth.

Non era stato capace di comprendere il dolore e il dramma che aveva dovuto provare Kurt quando si era sentito minacciato e costretto a lasciar tutto.

 

E ora il dubbio lo assaliva. E insieme la paura di non riuscire a comprendere neanche i pensieri di questo 'nuovo' giovane uomo che si ritrovava davanti, che in verità era un solo e un unione di entrambi gli altri due suoi amori ed era così complicato che sarebbe impazzito prima di riuscirci.

 

Kurt che raccontava la sua tragedia con rassegnazione e un sorriso sulle labbra. 

Kurt che si imbarazzava quando veniva baciato alla luce del sole, potendo veder negli occhi il suo amante, senza che i raggi della luna nascondessero il suo volto.

 

Per Blaine era stata una riscoperta.

 

In quei tre mesi lì si era accorto di poter finalmente concedersi all'amore. E persino quei sentimenti di rabbia e d'odio furono una rivelazione. Non si era mai sentito così vivo in vita sua.

Sempre accondiscendente alle parole della madre, sempre così impostato e maturo, ora si sentiva un giovane amante greco, sbucato fuori da qualche riga di Petronio o di Catullo. Lui stesso si imbarazzava e intimidiva a definirsi a questa maniera ma sapeva che era giusto. Non faceva caso a quanto poco sia passato, in quei giorni, tra una rivelazione e l'altra.

 

Ma Kurt? Ha quansi rischiato di morire. E se non per un colpo di pistola, quanto meno di crepacuore povero fanciullo.

 

Blaine chiuse gli occhi e si tirò a sedere, avvicinandosi al biondo amante per stringerlo da dietro.

 

-Cos_?" Blaine, sei troppo silenzioso! Cosa ti prende?-

 

-Sai che ti amo?-

 

-L... lo so, credo. Ti amo anch'io.-

 

-Ti amo davvero Kurt. E sono contento di sentirtelo dire. Se possibile, farò di tutto per rimanerti accanto da ora in avanti, per sempre. Così, non dovrai più aver paura di nulla.-

 

-Pensi di poter davvero prenderti cura di un incarico così imponente?-

 

-Assolutamente! Non ho mai detto nulla di così vero e di così convinto.-

 

-Ti ringrazio, Blaine Anderson. Io... Ti ringrazio.-

 

-Sono io che ringrazio te. Sempre.-

 

 

***

 

 

 

C'era un albero di natale, stretto in un angolo della grande stanza illuminata. Qualche pacchetto celava giocattoli o scarpe nuove, regalati probabilmente da qualche parente lontano con particolare anticipo. Un giovane sorridente, già alto e prestante sfilava in piedi, al centro dell'immagine, e accanto a lui, quasi nascosto dietro il busto del fratello raggiante, un bambino timido, dai tratti euroasiatici, abbozzava un sorriso allegro, tutto vestito con gli abiti della festa. La fotografia in bianco e nero era appena rovinata agli angoli, chiusa tra le pagine dell'album e dietro, in un angolo, una calligrafia elegante citava ''Natale 1928. Casa Anderson.''. 

 

Kurt sorrise a quella visione, continuando ad accarezzare con affetto quasi materno le vecchie fotografie ingiallite dal tempo. Il primo compleanno di Blaine... Hündin, il loro vecchio cane prima che la madre del giovane decidesse che era meglio riportarlo indietro dato che sporcava troppo... Cooper il primo giorno di servizio militare... entrambi ad un pranzo in campagna, il moro, già ragazzo, completamente sporco di terra e fango, reduce da una corsa a cavallo in cui aveva perso le redini.

 

Era incredibile quanto in quei pochissimi giorni stavano scoprendo l'uno dell'altro, senza più filtri né censure. Certo, per un po' l'uomo aveva dovuto nascondere le sue foto da neonato, nudo dentro il catino, prima che Kurt potesse vederle e ridere di gusto. Tuttavia passavano serenamente il tempo sdraiati tra le coltri del letto, nell'appartamento che dava sulla piazza, col sole che batteva sulle vetrate grandi e riscaldava appena i muri gelidi.

 

Avevano deciso di riguardare quelle foto quando Blaine aveva saputo che del biondo non rimaneva più quasi alcun ricordo, se non due cornici malandate nell'appartamento e un paio di vecchie fotografie di Kurt che suo padre teneva come un tesoro prezioso, nascoste e piegate dentro il porta santini e l'orologio da taschino. 

 

Così ecco che anche il moro raccontò la sua storia, a volte molto in fretta e distaccato, altre raccontando persino le espressioni sul volto della madre o del fratello se l'episodio risultava particolarmente esilarante. 

Non aveva quasi mai accennato a suo padre.

 

Ma Kurt proseguì oltre, senza pensarci troppo sopra.

 

-E' incredibile! Sono più di due ore che sfoglio album della tua famiglia e faccio fatica a trovare una fotografia dove non hai tutta quella cera in testa...-

 

Blaine scoppiò a ridere, spettinandosi i capelli indomabili.

 

-Non facevamo foto tutti i giorni. Queste sono quasi ufficiali. Mia madre non avrebbe mai lasciato che apparissi disordinato in una stampa di famiglia.-

 

-Dovrei chiamare il quotidiano e inventarmi uno scoop su di te. Così, quando i fotografi ti circonderanno per immortalarti, la tua immagine di uomo certosino e con la riga al centro crollerebbe. Questi ricci meritano una pagina di giornale solo per loro...-

 

-Sai, non c'è bisogno che elabori uno scoop su di me. Ti basterebbe parlare un po' con Sebastian per trovare qualcosa che farebbe davvero girare la testa ai giornalisti.-

 

Kurt arricciò il naso in una smorfia di disagio, continuando a sfogliare quelle pagine ingiallite.

 

-Tu e Sebastian avete mai...?-   ma non continuò la frase, mordendosi un labbro, mentre Blaine dovette sul serio concentrarsi qualche secondo prima di sbarrare gli occhi sconvolto e divertito.

 

-NO!! No, davvero, parlo sul serio, NO. Perché mai dovresti pensare una cosa del genere?-

 

-Non lo so'! Era per chiedere...-

 

-Oddio. Tu sei geloso di altri UOMINI?-   e c'era davvero divertimento nelle parole del moro, che spostava accarezzando qualche ciuffo chiaro dal volto rosso di imbarazzo del giovane.

 

-No. Ma non si sa' mai. Voglio dire... io sono un UOMO.-

 

-Tu sei KURT. E sì, beh, sei anche un uomo. Ma non penso che sarei ancora in grado di sfiorare nessun altro che non sia tu.-

 

-E' molto romantico e molto offensivo da dire.-  scherzò il biondo, sorridendo timido allo sguardo innamorato di Blaine. 

 

-Esagerato...-

 

-Le foto si fermano a quando aveva diciassette anni, stando alle date. Hai un altro album?-

 

Blaine fissò l'ultima stampa della pagina. Una sua foto accanto a tre giovanissimi ragazzi, tutti e quattro di fronte ad un vecchio palazzo rinascimentale, vestiti con la divisa del collegio di Berlino. Sui volti stanchi un sorriso dolce e malinconico. Blaine sapeva, quel giorno, che con la giunta del diploma lui, Jeffrey Sterling e Nicolas Duval si sarebbero divisi, probabilmente per sempre. Ricordava ancora che per una notte intera aveva dovuto consolare i due ragazzi, in partenza entrambi per l'Inghilterra. E il volto di Sebastian quando aveva ricevuto quella lettera da Thaddeus Harwood, ex allievo, uscito a pieni voti l'anno prima. 

 

Sorrise leggermente triste, baciando la tempia del biondo.

 

-No, questo era l'ultimo.-

 

Kurt parve fissarlo prima stranito poi più affettuoso, ricambiando il bacio lento che gli rivolse il moro, respirando sulle sue labbra.

 

-Non hai ritratti degli ultimi due anni?-   chiese piano, quando si staccarono con un ultimo sfioramento.

 

-No. Neanche uno. Mi sono arruolato quasi subito dopo, poi Cooper è partito per l'Italia e mia madre si è ammalata. Non c'è stato né tempo né modo di chiamare un professionista per delle fotografie.-

 

-E' un peccato. Dovresti ricominciare. Quando sarai anziano e stanco e mostrerai queste foto ai tuoi nipoti se lo chiederanno anche loro. E quel giorno sarà troppo tardi per tornare indietro.-

 

-Dei nipoti? Pensi che avrò dei nipoti a cui mostrare queste foto?-

 

-Io... non lo so. Davvero non lo so. Se non tuoi, quantomeno di Cooper, immagino...-   

 

Blaine scoppiò a ridere di gusto, accarezzandogli le spalle nude.

 

-Oh, no. Dubito che Copper arriverà mai a metter sù famiglia. E dubito fortemente che arriverò ad avere dei nipoti o dei figli miei. A meno che qualcuno qui non si dia da fare...-

 

-NON SCHERZARE.-   gridò Kurt, la voce resa acuta dall'imbarazzo e il volto in fiamme. Il moro, se possibile rise ancora più forte, lasciandosi andare sopra al cuscino.

 

-Però hai ragione. Non ho nessuna foto...-

 

 Il giovane scuoteva il capo allibito, portandosi a sedere sul letto per spostare i grossi album che aveva sparso sulle coperte, impilandoli poi sul comodino.

 

Blaine fissava i suoi movimenti lenti, seguiti dal corpo flessibile e morbido del ragazzo. 

 

Non avrebbe mai avuto un ricordo impresso di quei giorni di primavera stupendi. Della luce che filtrava dai vetri e illuminava i capelli color del grano. Dei loro volti giovanili, quando ancora tenevano le giacche e le bretelle morbide, i capelli liberi al vento e la barba fatta, senza un filo d'ombreggiatura. 

 

Presto, col passare degli anni, si sarebbe dimenticato di quanto amava quel giovane magro e ossuto, così agile e in forze, pieno di vitalità e arguzia. 

Certo, avrebbe imparato comunque ad amare l'uomo elegante e sempre profumato. Serio e dai sorrisi timidi. Lo avrebbe amato senza riserve, passassero anche mille anni. Ma cosa ne sarebbe stato del Kurt che ricordava adesso? Quando il tempo avrebbe avuto la meglio sui loro visi affascinanti e freschi, cosa ne sarebbe rimasto se non un ricordo sbiadito e lontano, un'IDEA di Adone di cui tuttavia non ricordava le vere fattezze?

 

Si alzò in piedi e si diresse allo specchio, silenzioso e riflettendo, mentre il suo ragazzo riordinava appena, fissandolo, senza che se ne accorgesse, di sbieco.

 

-Preparati.-    disse ad un certo punto Blaine, raggiungendo il cassetto del comodino ed afferrando un pettine a cui mancava qualche dente.    -Andiamo a farci un ritratto.-

 

Kurt rimase fermo lì, seduto su quel letto, a fissare l'uomo cominciare a mettersi la cera. Oh, DANNATA CERA.

 

-No. Assolutamente no.-

 

Blaine si voltò sorpreso, come se non avesse nemmeno calcolato questa possibilità.

 

-Come? Perché??-    Un sonoro sbuffo del biondo accompagnò le sue parole.

 

-Perché le metteresti in questo album, o nel prossimo, e sbadato che sei lo lasceresti in giro. Poi magari un bel giorno tua madre accorgendosi CHIARAMENTE delle foto le fisserebbe sconcertata e arriverebbe a chiederti, giustamente: ''Chi è mai questo giovanotto?'' e allora tu dovresti inventarti che è un tuo camerata nell'esercito e NO, non ho alcuna voglia di spendere dei soldi preziosi per fare una foto posando come un camerata al servizio militare!-

 

Blaine rise di gusto a quelle parole, fissando la faccia dura e seria del ragazzo, tornando poi a fissarsi allo specchio.

 

-Non ho mai parlato di posare come dei camerati!-

 

-Oh, certo. E come la spiegheresti al fotografo?-

 

-Siamo amici, Kurt. Non dovrei spiegargli nulla di più, immagino. Vorrei solo avere una foto di noi due. Un ritratto per ricordo, da tenere incorniciato qui in casa.-

 

-Cosa te ne fai di una foto per ricordo, quando mi hai qui?-

 

-L'hai visto. Anche solo il Blaine di due anni fa ora non esiste più. Sarà sempre così. I Noi di oggi sono anche solo un centimetro più differenti dei Noi di ieri e dei Noi di domani. Diamine, se avessi avuto l'opportunità sarebbe stato splendido avere una foto di me ed Elizabeth...-

 

-Cosa cambia? Posso sempre vestirmi la prossima volta...-

 

-No, non sarà lo stesso! Avrei potuto osservare noi due e dai nostri volti intuire lo stato d'animo. Non potevamo prevederlo, allora. No di certo. Molto probabilmente tu sarai stato sempre teso e mai del tutto a tuo agio. E io avrò avuto un enorme sorriso da ebete...-

 

-Quello ce l'hai ancora!- lo interruppe Kurt, ridacchiando quando Blaine si voltò verso di lui offeso.

 

-Fatto sta che qualunque sentimento VERO tu provassi allora, o noi due, entrambi, me lo sono dimenticato. O meglio, l'ho sostituito. Non riesco più ad immaginare Elizabeth senza pensare a Kurt, e quindi i suoi sorrisi e le sue parole mi sembrano dannatamente simili alle tue, ma in realtà non è così. Molto è cambiato. Entrambi siamo cambiati... solo, ce lo siamo scordati.-

 

-Pensi che un giorno una fotografia ci aiuterà a ricordare?-

 

-Ne sono certo. La fisseremo e ci ricorderemo di questo discorso assurdo, di questo sole splendido, dell'attività fisica di stamattina...- ridacchiò, beccandosi un calcio al polpaccio. -Credo che ci ricorderemo persino di questo mazzo di margherite di campo, qui sul mobile. E ci ricorderemo dei noi due di oggi.-

 

-Suona stupendo.-

 

-Penso che lo sia. Penso sia davvero stupendo.-

 

-Dovremmo farcene tante allora. Voglio un album pieno! Se devo posare e ritrarre il mio terribile volto, almeno facciamolo per bene. Già non capisco perché ANCORA tutta quella cera. Sarà la nostra prima voto e la rovini già in partenza.-

 

-Non brontolare!-   rise, infilandosi la giacca e porgendo la camicia a Kurt, ancora a petto nudo. -Mi sono sempre visto così, per diciott'anni. Sarebbe uno shock troppo grosso se riguardandole tutte insieme notassi che oltre ad un buco di due anni non porto più neanche la cera. Sarebbe un disastro! Il mio futuro me andrebbe in paranoia!-

 

-Dio, dimmi che scherzi. La prossima la voglio libera da qualunque fronzolo. Niente cera, niente giacca, niente cravatta o papillon.-

 

-Solo noi e noi soli.-

 

-Ne faremo fare una anche in mezzo ai girasoli, quando spunteranno.-

 

-E una al mare!-

 

-Non c'è il mare da queste parti...-

 

 

Blaine sorrise dolce, raggiungendo il fidanzato e allacciandogli il golfino di cotone. Si guardarono negli occhi e si amarono di nuovo un po' di più.

 

-Prenderemo il treno e raggiungeremo l'Italia. Le coste italiane sono bellissime e calde. E pare che là, fino a poco tempo fa, fosse lecito sai... amarsi. Tra due uomini.-

 

-Non ho mai visto il mare...-

 

-Quando compi gli anni, Kurt?-

 

-Ad agosto. Il primo agosto.-

 

 

 

-Il primo agosto noi due andremo al mare. E sarà la nostra vacanza, lontano da tutto e da tutti. Lontano dalla Germania.

 

-Non vedo l'ora.-

 

 

 

 

 

PICCOLO ANGOLINO APPARTATO

Sono in ritardo bestiale, lo so' D: La settimana più lunga della mia vita immagino.

Vi devo delle scuse, e tante, ma anche quest'anno mi sono presa la mia bella  tonsillite pre natalizia e se gli dei vogliono magari un giorno mi levo 'ste due bocce e non se ne parla più ;3;. 

Capitolo strano, questo. Praticamente di passaggio e quasi tutto dialogo tra Kurt e Blaine.

Purtroppo risulta più corto degli altri perché rileggendo ho dovuto cancellare una scena abbastanza lunga che, fidatevi, era un vero insulto alla letteratura. Quindi via, cestinata, ed eccoci qua.

I Klaine sono incredibilmente fluff oggi, non trovate? xD

Per oggi vi lascio. Nonostante la febbre devo ancora in qualche modo riprendermi dalla 5x08 che mi ha lasciata rimbambita e  un po' basita... ma forse è solo perché stavo poco bene... credo... xD 

Alla prossima settimana, GIURO!! *^* Poi con le vacanze di natale vi prometto  che farò del mio meglio per rendere gli ultimissimi  capitoli ancora più belli! 

 

ALLA PROSSIMA!!

 

GRAZIE MILLE  A TUTTI CHE CONTINUATE A SEGUIRE NUMEROSI E SCUSATE ANCORA!! *^^^* 

 

Speriamo che nevichi in questi giorni, come a NY! Buona settimana a tutti! ;D

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Archybald