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Autore: _AppleJack_    11/12/2013    3 recensioni
Distretto 12.
17 anni dopo la fine della rivolta.
Capitol City ieri, Capitol City oggi, Capitol City domani.
Nuovi personaggi, nuova storia, ma soprattutto: Nuovi Hunger Games.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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CAPITOLO DUE


 
Dolore. Tutto quello che sento è del fottutissimo dolore, come  mille spilli che perforano la carne fresca.

Dolore. Tutto quello che sento è del fottutissimo dolore, come un coltello che ti lacera le membra.

Dolore. Tutto quello che sento è del fottutissimo dolore, come una mano che stritola gli organi vitali.

Dolore. Tutto quello che sento è del fottutissimo dolore, come se mi stessero mangiando viva.

Dolore. Tutto quello che sento è del fottutissimo dolore, e non smette mai.

Come tutte le volte sono immersa in un liquido bollente, vivo, ma sento il suo dolore come se fosse mio. Vorrei solo poter uscire da qui ,ma c’è qualcosa che mi tiene legata a tutto questa sofferenza che non mi appartiene. Dolore e ancora del fottutissimo dolore. Provo ad urlare ma dalla mia bocca non esce neanche un suono, non resisto più; aspetta, si è fermato. “ Giolsidea scappaaa!” l’urlo di una donna seguito da un’ ululato è l’ultima cosa che sento prima di svegliarmi madida di sudore e veder arrivare di corsa Haymitch. Devo aver gridato, mi fa male la gola. Sento ancora l’urlo disperato di quella donna nelle orecchie. Tranquillizzo il mio tutore e aspetto che se ne torni in camera sua prima di uscire dal letto e vestirmi. Tanto so già che non riuscirei più ad addormentarmi. Scendo velocemente le scale e vado ad aprire la porta. Appeso ci trovo il classico sacchetto ancora fumante della colazione che ci ha preparato Peeta. La porto in cucina e la sistemo per bene, dopodiché mi metto le scarpe e vado ad iniziare la mia giornata. Raggiungo i boschi e lì ci trovo il mio migliore amico: Ame.  In realtà è un lupo ma sono anni che mi segue ovunque, ancora da quando vivevo nel bosco e un giorno lo trovai.  Era cucciolo e aveva una zampa ferita, era inseguito da un branco di cani selvatici. Lo salvai appena in tempo e lo portai in casa dove mi presi cura di lui fino a quando, un giorno, andai a cercare la sua mamma e lo riconsegnai alla sua famiglia. Da quel momento il piccolo branco di lupi non ha fatto altro che seguirmi ovunque, prima a debita distanza e poi sempre più vicino. In inverno io gli fornivo il cibo e loro mi portavano sulle tracce degli animali più grandi. Senza neanche accorgermene mi feci degli amici e imparai nuove tecniche. Trovo delle impronte di coniglio e annuso l’aria, non so perché ma devo avere un’ olfatto molto sviluppato perché riesco a rintracciare la pista del piccolo animale, lancio un’occhiata ad Ame , che per risposta prende la direzione che avevo trovato io. Passiamo così le successive 4 ore, oggi devo ammettere di essere soddisfatta del mio bottino. Lascio qualcosa al mio amico a quattro zampe e mi avvio verso il prato. Passo subito dalle famiglie che non ho potuto incontrare ieri e lascio tutto quello che posso. È così che faccio, cerco di aiutare un po’ tutti. Tengo da parte solo due conigli: uno per noi e uno per Katniss. Una volta arrivata a casa corro in camera a lavarmi e a cambiarmi, sono già in ritardo per le lezioni a scuola. Saluto velocemente Haymitch e mi avvio. Come avrete capito non ho amici. Solitamente mi siedo in mensa con un gruppetto di ragazzi della mia età, non parliamo mai ecco perché ci troviamo bene insieme. Finite le lezioni saluto con un cenno Martin, un ragazzo del mio stesso corso e mi vado  verso il villaggio dei vincitori. Fuori da scuola incontro il sindaco, il quale come al solito mi lancia un’occhiataccia, ma questa volta noto qualcosa di strano, una scintilla nel suo sguardo, deve essere particolarmente felice, avrà giustiziato qualcuno. Non sono mai stata beccata io, riesco a muovermi nell’ombra e non lasciare tracce fortunatamente, devo ringraziare gli anni passati a vivere con il branco di Ame nei boschi. Arrivo a casa che ormai è ora di cena vado a cambiarmi velocemente e appena torno giù vedo Haymitch che mi aspetta con un mega sorriso stampato in faccia e con le mani dietro la schiena, segno che sta nascondendo qualcosa. “ Cosa nascondi lì?” chiedo “ Un piccolo regalo per te “ mi risponde lui. “ Regalo? Come mai? Oggi non è mica il mio compleanno, aspetta, cosa ti serve Haymitch? Guarda che tanto non ti compro del liquore!” lo sfido io “Così mi offendi! Un buon tutore non può fare regali alla sua unica figlioccia preferita?” Mi scappa una risata e con una mossa cerco di vedere cosa nasconde ma lui, molto più veloce di me, mi mostra un fantastico ukulele! Ho sempre sognato averne uno, adoro suonare, non so di preciso quando ho imparato, ma al forno un anno ne avevo trovato uno e di nascosto andavo a suonarlo quando la proprietaria, Sae, non mi guardava. Lo afferro subito e inizio a suonarlo, è un po’ scordato ma con qualche gesto veloce riesco ad accordarlo subito e ad intonare  una melodia dolce e veloce, la preferita di Haymitch, quella che gli cantavo quando aveva gli incubi e non aveva niente da bere. Lui la riconosce e mi da un bacio sulla tempia sorridendo. Gli voglio bene, mi ha salvato anche lui dopo tutto, non potrò mai ringraziarlo abbastanza per quello che ha fatto per me. Non appena finisco la melodia lo abbraccio, ma il nostro momento tenero è interrotto dal rumore delle nostre pance che chiedono a gran voce del cibo, ci mettiamo a ridere e ci sediamo a tavola. Come tutte le sere gli racconto la mia giornata, di Ame e di quello che ho fatto a scuola, e anche del sindaco. “ Non preoccuparti di lui, è pazzo. È solo arrabbiato con te perché l’hai sminuito davanti a tutti 5 anni fa, quando tutta la gente del giacimento si è messa tra te e lui.” Mi risponde. Sto per rispondere ma siamo interrotti da un forte rumore e subito dopo dalla porta d’ingresso che cade a terra spezzata. Da quel momento non capisco più niente. Vedo solo gli occhi di Haymitch pieni di paura e le sue urla. Mi spinge nell’angolo della cucina gridandomi di scappare per poi afferrare la bottiglia e romperla in testa a un pacificatore. Sono troppi, continuano ad arrivare, senza pensarci due volte parto all’attacco, sono anni che mi preparo per questo! Sento che mi afferrano da dietro ma riesco a liberare una mano ed a rifilare una gomitata in pieno viso al mio aggressore, vedo il mio tutore lottare come un disperato con il collo della bottiglia come arma, sporca di sangue. Corro verso di lui per proteggerlo. Tiro un calcio rotante ( la mia specialità) a un pacificatore che aveva estratto la pistola, riuscendo a fargli perdere la presa. Per i successivi minuti è un susseguirsi di pugni calci e urla fino a quando due pacificatori non immobilizzano Haymitch a terra e un terzo gli punta una pistola alle tempie. Non ho nemmeno bisogno di pensare, scatto in avanti e con un balzo salto sul tavolo e tiro un calcio con la punta del piede dritto in testa allo stronzo che ha anche solo pensato di far fuori l’uomo che mi ha salvata. Haymitch così riesce a liberarsi e venire da me, ci accorgiamo di averli messi tutti KO, non c’è nemmeno bisogno di parlare: dobbiamo scappare subito, ma appena  sento uno sparo qualcosa mi si gela nel sangue.  Haymitch cade a terra,  io urlo ma non mi esce nulla dalla bocca! Sento un forte dolore alla base della spina dorsale e poi una sensazione di vuoto, capisco così che mi hanno appena iniettato una specie calmante. L’ultima cosa che sento è un’ ululato e il grido disperato di Haymitch poi, il buio totale. 






Ebbene si sono ancora io! Sono stupita dalla mia velocità!
Secondo capitolo, le cose si fanno interessanti!
Ringrazio chiunque abbia anche solo aperto per sbaglio quast ff!
Se avete voglia recensite, criticate e tutto quello che volete accetto qualsiasi tipo di commento :)
Al prossimo capitolo che sarà il più presto possibile :3
G.
  
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