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Autore: Temari    11/05/2008    4 recensioni
- "Quel giorno, era un giorno di immensa tristezza. Un giorno di cordiglio per l'intero mondo dei shinobi.
Tutte le persone del villaggio, e molte altre provenienti da altri
paesi, erano venute a rendere omaggio, a mostrare il loro rispetto,
lealtà e ultimo saluto ad un grande uomo e ninja." -
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara , Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Salve a tutti! :D

Sono qui cn una fic triste.
No, non è che sono in un brutto periodo, è solo che qualcuno tempo fa ho letto una poesia di Neruda che mi ha lasciato di stucco (anche se molto corta) ed ho pensato di scrivere una storia prendendola cm spunto. =)

La storia è raccontata da Temari...

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
Temari




... Ed io non piansi,
perché il mio fratello morto
era tanto bello nella morte quanto lo era stato in vita...

- Pablo Neruda -







Sunset Funeral



Il cielo era quasi del tutto limpido, quel giorno: solamente qualche piccolo filamento di nuvole color arancio, così sottili da sembrare zucchero filato, vi erano sparse. Quel giorno, il tramonto era talmente bello da togliere il fiato... la sfera ardente di fuoco stava lentamente sparendo dietro alle colline; tutto era dipinto di rosso, di arancione e di giallo; i raggi del sole diffondevano il loro pallido calore.

Le strade del villaggio erano silenziose. I negozi erano chiusi, l'accademia vuota... nessuno stava lavorando e nessuno stava vagando senza una meta. Il vento soffiava, nulla che lo fermasse, alzando della polvere dal terreno... il villaggio sembrava abbandonato.

Non era quello il caso, però. Semplicemente, tutti i cittadini erano radunati insieme, lontani dalle loro case. La popolazione intera si era raccolta nella parte est del villaggio ninja. Erano tutti in piedi al centro di una piccola radura; ogni persona vestita di nero, nemmeno il fruscìo dei vestiti si sentiva.

Quel giorno, era un giorno di immensa tristezza. Un giorno di cordiglio per l'intero mondo dei shinobi.

Tutte le persone del villaggio, e molte altre provenienti da altri paesi, erano venute a rendere omaggio, a mostrare il loro rispetto, lealtà e ultimo saluto ad un grande uomo e ninja.

Io stavo lì, vicina alle persone alle quali tenevo così tanto, le mani che si aprivano e si chiudevano dietro la schiena; i miei occhi vagavano da persona a persona, da espressione ad espressione... un piccolo, triste sorriso sulle labbra al pensiero di quanta strada ha fatto, in questi pochi anni.

Ero così orgogliosa di lui; lo sono sempre stata, dal momento in cui ha deciso per questo stile di vita. Ogni volta che ripensavo al passato, riuscivo a vedere com'era... ma quando poi lo guardavo (quando guardo, ora, la sua foto...), i cambiamenti c'erano e si notavano.

Rimasi in silenzio durante tutta la cerimonia, rifiutandomi di parlare e di condividere i miei ricordi su di lui: erano fin troppo personali. Che gli altri pensassero pure che ero egoista; non mi importava cosa potessero pensare gli altri, sapevo che le persone a cui lui teneva (e che tenevano a lui) capivano il perché della mia scelta... allungai le mani e le strinsi attorno a quelle dei ragazzi che mi stavano di fianco.

Nessuno di noi è avanzato per raccontare le nostre storie, i nostri ricordi, i nostri rimpianti, i nostri ringraziamenti o le nostre emozioni. Poi, ci trovammo davanti alla sua bara, che presto (troppo presto) sarebbe stata seppellita; liberai una delle mie mani e toccai la superficie di legno, sapendo fin troppo bene che non avrei più avuto la possibilità di sentire i suoi capelli fra le dita in modo scherzoso...

All'improvviso sentii le lacrime formarsi e rischiare di cadere, ma mi controllai e le rispedii indietro: non potevo farlo.

Con un respiro tremante e la mascella stretta, ritirai la mano; gettando un'occhiata a destra una nuova ondata di lacrime rischiò di travolgermi nuovamente, ancora una volta le ricacciai indietro ma fu più difficile... era difficile, restare lì e vedere una parte della famiglia piangere tanto disperatamente, senza essere in grado di fermare i singhiozzi che si abbattevano sul suo corpo.

Mi sono voltai verso il ragazzo e lo strinsi a me,  cercando in qualche modo di consolarlo senza usare parole (perché non sapevo che dire per farlo stare meglio); il mio 'fratellino' si aggrappò alla mia maglia nera mentre lo cullavo gentilmente, disegnando dei piccoli cerchi sulla sua schiena tremante.

La mia mente era in fermento, e incapace di concentrarsi, mentre continuavo a muovere le mani in modo rassicurante; poi, qualcosa catturò la mia attenzione: del corpo tremente che stavo stringendo, alcune parole mi raggiunsero attraverso i singhiozzi.

"Perché...?? Vi prego... qualcuno me lo dica...! Perché...?!"

Sapevo che non stava parlando con me, ma sentivo che avrei dovuto dire qualcosa, solo... non sapevo cosa rispondere. Sapevo perché aveva sacrificato la sua vita, ed ero certa che lo sapesse anche il ragazzo che, fra le mie braccia, continuava a piangere... le vere domande erano: "Perché in quel modo? Perché così presto? Perché lui?"

A queste, io non avevo risposte. Mentre cercavo per qualcosa da dire, le parole che lasciarono le labbra del mio fragile 'fratellino' mi scioccarono... ma soprattutto, mi impaurirono.

"V-voglio... andare a c-cercarlo... voglio stare con lui..."

-x-



Un anno dopo....


E così, questo è il primo anniversario... ed io sono qui, di fronte alla lapide piuttosto grande col tuo nome scritto in centro; con me non ho fiori, non ho regali (probabilmente mi avresti guardato male se avessi visto con certe cose). Sorrido un pò a me stessa alla vista della quantità di bigliettini scritti a mano e piccoli oggetti che riposano ai piedi della pietra.

Lo sai, è ancora strano, camminare per casa e non percepire la tua presenza... abbiamo deciso di conservare tutte le tue cose in camera tua (sia per ricordo, sia per un qualche tipo di conforto)...

Ricordi la promessa che mi hai fatto fare...? E' stato prima di quella missione, prima della battaglia, prima che tutto andasse per il verso sbagliato... chi avrebbe mai pensato che le cose sarebbero andate in quel modo...

Ma certo che ti ricordi la promessa. "Giura che, se mi succede qualcosa, gli starai vicina."

E così ho fatto. Ero lì durante il funerale; l'ho convinto a restare qui; ero al suo fianco ogni volta che si svegliava da un incibo piangendo e gridando il tuo nome: Ho mantenuta la parola, nonostante facesse male vederlo così distrutto e con il cuore in pezzi.

"Ha ancora molta strada da fare prima di tornare ad essere il suo vecchio se stesso, ma sta migliorando giorno dopo giorno... con il tempo, potrebbe tornare a sorridere di nuovo. So che sei in un bel posto, adesso, e spero tu non ti senta solo. Non piangerò per la tua morte, perché so che te ne sei andato facendo il possibile per salvare la persona che amavi."

Alzo lo sguardo verso il cielo che si sta scurendo. Nella mia mente vedo il tuo viso (il mio ultimo ricordo di te, che mi scorre dietro le palpebre): sangue sulle labbra, i capelli in disordine, gli occhi che si spegnevano piano mentre chiedevi notizie.

"Lui sta bene...?"
"Si... è solo svenuto..."
"Bene..."

Ricordo che dicesti quell'ultima parola con un sorriso. Quello è stato il più luminoso che avessi mai fatto... quell'espressione ti donava così tanto, anche steso al suolo, immobile. Nonostante la tua morte, non riuscii a frenare il calore che si impadronì del mio corpo: eri così bello con quel sorriso che ti distendeva le labbra fini... credo di non averti mai visto così felice... sapendo che il tuo amato era sano a salvo...

Guardo nuovamente la lapide di fronte a me, un sorriso luminoso suo viso.

"Ci manchi, fratellino, ma non preoccuparti: continueremo a vivere, non vogliamo che tu perda quel sorriso così dolce. Puoi starne certo, farò di tutto per far sì che Naruto torni a sorridere. Per te, sono sicura che lo farà: ti ha amato, Gaara, e ti ama ancora. Ti amerà sempre."


"Grazie, Temari nee-san."





Ah, se vi interessa, qst è la versione originale della poesia:

"Y yo no lloré
porque mi hermano muerto
era tan bello en muerte como en vida"

   
 
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