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Autore: AyeRivaille    11/12/2013    3 recensioni
Deidara non sopporta più Tobi. Non riesce più a tollerarlo. E' proprio più forte di lui, la sua stupidità lo irrita, lo altera, tira fuori il peggio di lui.
Ma ancora non si rende bene conto di quante può combinarne Tobi fino a che non partono per una missione della massima importanza.
Ed è proprio qui, all'ennesima bravata di Tobi, che la pazienza di Deidara si trasforma in furia omicida.
Tra battute di spirito e frecciatine, ecco una storiella allegra da leggere per farsi due risate...
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Deidara, Tobi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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"Senpai? Senpai? Senpai? Senpai? Senpai? Senpai?"
"Perché? Perché a me?"
"Senpai? Senpai? Senpai? Senpai? Senpai? Senpai?"
"Potevo essere in squadra con, non so, Hidan, o Kisame? Perché lui?"
"Senpai? Senpai? Senpai? Senpai? Senpai? Senpai?"
"COSA VUOI, TOBI?"
"Si vanno a mangiare i dango?"

Erano in missione (dovevano incontrare un informatore) in una calda giornata d'estate. I mantelli Akatsuki non erano proprio il massimo per l'estate. Erano a maniche lunghe e imbottiti, ci faceva un caldo bestia dentro. Era già un po' che camminavano e avevano ancora parecchio tempo, e poi Deidara era effettivamente un po' affamato. Potevano concedersi di fermarsi qualche minuto per mettere qualcosa nello stomaco. Inoltre, l'idea che Tobi con la bocca piena magari sarebbe potuto stare zitto per un po' lo allettava alquanto.

"Va bene, Tobi, basta che tu chiuda quella boccaccia, d'accordo?!"
"Che bello! Ok, mi cucirò la bocca, promesso!"
"Magari, Tobi... Magari..."


Tobi divorò quindici portate di dango in tempo record. Deidara era ancora al primo piatto (ed era già pieno) e Tobi era al dodicesimo. Deidara rimaneva sbigottito, con lo spiedino in mano, a bocca aperta, vedendo la voracità del compagno di squadra, che riusciva in una frazione di secondo a prendere lo spiedino, voltarsi, farlo passare sotto la maschera, voltarsi nuovamente e chiedere un altro piatto.
A fine pasto Tobi si mise le mani in tasca (ebbene sì, il suo mantello aveva le tasche) e capendo di non avere soldi si girò verso Deidara.

"Ehm, Senpai, penso di non avere soldi con me..."
Deidara si voltò spalancando i già enormi occhioni blu.
"COSA HAI DETTO, RAZZA DI ZUCCONE???"

Ripresero a camminare, Deidara con parecchi soldi in meno, e Tobi con parecchi lividi e bernoccoli in più. 

"Ti farò saltare quella testona, un giorno, ti farò diventare parte della mia meravigliosa arte, davvero, lo farò, tsk!"

In fondo tutti avevano ottenuto qualcosa: denaro, una porzione di Dango, la soddisfazione di picchiare Tobi...
Tutti tranne Tobi, appunto, no, lui no, lui aveva perso qualcosa, e in particolare un canino e la giusta direzione del setto nasale.
E menomale che aveva la maschera.


"Senpai? Senpai? Senpai? Senpai? Senpai? Senpai?" 
"CHE DIAVOLO VUOI ANCORA?!"
"Secondo me se porteremo a termine la missione, magari Konan si innamorerà di me... È così carina, e dolce! È proprio una creatura meravigliosa!"
Deidara iniziò a prendersi a schiaffi.
"Perché? Perché a me doveva capitare un tale imbecille?! PERCHÉ??!"


Arrivati nel luogo dove dovevano incontrare l'informatore si fermarono. Forse era troppo presto. Erano in anticipo. Pain aveva detto che a quell'ora precisa una delle spie si sarebbe trovata proprio in quel luogo recando delle informazioni riguardo alla posizione dell'ottacoda. Perché non c'era nessuno? Pain non sbagliava mai. Erano forse in anticipo? 


"Perché non c'è nessuno? Ma poi, che razza di posto è questo? Eppure è proprio qui che dovevamo incontrarci"
"Assolutamente, Senpai"
"Aspettiamo. Magari l'informatore ha avuto dei problemi. Si sarà fermato durante il tragitto e arriverà più tardi. Quando arriva gliela faccio vedere io..."


Aspettarono. Aspettarono 10 minuti, poi 20, poi 40 e poi un'ora. 


"La spia non arriverà, vero Senpai?"
"No. Deve essere successo qualcosa. Tsk, è assurdo. Tsk. Doveva essere qua un'ora fa. Tsk. Tsk. Dobbiamo andarlo a cercare. Tsk, dannazione. E io che pensavo di fare in fretta... Tsk..."


I "tsk" si raddoppiavano quando Deidara era nervoso.
Perché non c'era nessuno?
Ad un tratto un pensiero come un lampo. Deidara fu scosso da un terribile presentimento. 


"Tobi... Il giorno dopo averci affidato la missione, io partì per qualche giorno e quando tornai mi dicesti che durante la mia assenza Pain ti aveva richiamato per parlarti riguardo al piano. Di cosa ti parlò?"
"Del piano, Senpai!"
"Stupido essere, questo lo so! Ma in particolare cosa ti disse?"
"Mi disse che le informazioni che avremmo ottenuto da questa spia sarebbero state molto importanti, che dovevamo stare attenti a possibili attacchi esterni, ma che comunque sarebbero stati facili da contrastare con la tua meravigliosa arte, che il giorno in cui dovevamo incontrarla sarebbe stato il 18 e non il 17, di martedì, che avremmo risolto la situazione abbastanza in fretta, che..."
"No aspetta. Torna un attimo indietro..."
"Avremmo fatto tutto abbastanza in fretta"
"No, prima"
"Che la tua meravigliosa arte..."
"No, dopo di questo! Cosa dannazione hai detto, feccia della peggior specie?!"
"Non chiamarmi così, Senpai... Comunque, ha detto che il giorno sarebbe stato il 18 e non il 17, Senpai!"
"E OGGI CHE GIORNO È, STUPIDO CANE?!?!"
"Oggi è il 17, Senpai!" 
"PROPRIO NON CI ARRIVI EH?!"

"... Oh"

-

Spesso si dice che non ci sia cosa più terribile dell'ira di una donna tradita. Oh, una cosa c'è... Chi dice questo non ha mai visto l'ira di Deidara.
"Tsk... L'arte trionfa sempre..." E se ne andò scuotendosi le mani, lasciandosi la desolazione di una terribile esplosione dietro.

-

 

Camminava verso il covo, sarebbe tornato il giorno dopo. Era ancora un po' nervoso per l'errore, ma si sentiva più libero senza quel peso di Tobi. Effettivamente non avere nessuno da sopportare rendeva il viaggio un pò più noioso…  Ma sì, forse in fondo in fondo un po' gli dispiaceva di averlo fatto scoppiare in una delle esplosioni più terribili che avesse mai provocato con la sua magnifica argilla, ma vabbè… Il capo gli avrebbe assegnato qualcuno di migliore… Era libero, libero! Finalmente… 
Respirò forte e sorridendo si mise le mani nelle tasche per toccare con mano la sua meravigliosa argilla, colei che era la madre della sua arte, la sua forza, la sua soddisfazione. Si sentiva forte, e bello come un dio.

"Ah, cosa c'è di più bello dell'arte, della MIA arte? Spero davvero che Sasori, ovunque sia, abbia visto quest'ultima mia esplosione, così, magari da morto, si sarà convinto che la mia arte è nettamente superiore alla sua… Ah, che soddisfazione…"

A un tratto si sentì gelare. Una voce. Gli era sembrato di sentire una voce ben conosciuta. No, non era possibile. Quell'esplosione non aveva lasciato anima viva nel raggio di 10 km. Tranne lui, ovviamente. Era la sua immaginazione, era la sua...


"Senpai! Senpai! Senpai! Senpai! Accidenti che bella esplosione! La sua arte è proprio stupenda! Senpai! Senpai! Senpai! Le vanno dei Dango? Senpai!"

"Non… Non è… Non è possibile… Non è possibile… La mia arte… Tobi… Non è…"

Deidara cadde in ginocchio, guardando nel vuoto, con una palpebra che tremolava e le labbra che sussurravano parole sconclusionate.

"Era… Era morto… Doveva esserlo… Un'esplosione come… Come quella…"
"Accidenti, Senpai, questa volta si è proprio superato eh! La sua meravigliosa arte non smetterà mai di stupirmi!"
"Tu eri… Tu eri… Tsk…"

E svenì. 


"Va tutto bene, Senpai? Si sente un po' debole?"

 

Grazie per aver letto! ^^
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Eccoci qua! 
L'avevo promessa una storiella allegra ed eccola! XD
Ok, solita storia, non è un granché, spero la apprezziate
o almeno vi strappi un sorriso ^^
A presto!


AyeRivaille

 

 

 

 

  
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